tag:blogger.com,1999:blog-75640189167696986442024-03-14T21:42:12.991+01:00Disputationes TheologicaeDisputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comBlogger139125tag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-75355285750462921462024-03-07T19:07:00.010+01:002024-03-14T21:41:41.604+01:00Il vero autore di Fiducia Supplicans è Lutero<p><span style="color: #ffa400; font-family: georgia;"><b>Il
trionfo della “teologia” di Kasper attraverso Fernandez?</b></span></p><p style="text-align: right;"><span style="font-family: georgia;">7 marzo 2024, San Tommaso d'Aquino</span></p><p style="text-align: right;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p><span style="color: #ffa400; font-family: georgia;"></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuu8fBi7YYDkv7vEfSo1gMqveMXeNl4UeVxce2nh8m_P8rjl0erMnKjvnS8s2Eo7VBK-vXgB15o6N-EqfjtnmVXj7YDiwS9SBeSJst0-FRSDOsn3fy1y55EuPNWQOv9xErlqtXpFj9daqfGjeqO4VDVyh1tU_dnqYv0sD6xzcPSmu7EuoZAg3dfNjZftGh/s674/article-urn-publicid-ap.org-03088f70bde041ccbbe95580dc9957a3-2N7orkofH97c04e4ac38137ca13b-58_634x740.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="674" data-original-width="450" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuu8fBi7YYDkv7vEfSo1gMqveMXeNl4UeVxce2nh8m_P8rjl0erMnKjvnS8s2Eo7VBK-vXgB15o6N-EqfjtnmVXj7YDiwS9SBeSJst0-FRSDOsn3fy1y55EuPNWQOv9xErlqtXpFj9daqfGjeqO4VDVyh1tU_dnqYv0sD6xzcPSmu7EuoZAg3dfNjZftGh/w214-h320/article-urn-publicid-ap.org-03088f70bde041ccbbe95580dc9957a3-2N7orkofH97c04e4ac38137ca13b-58_634x740.jpg" title="La statua di Lutero in Vaticano" width="214" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span style="font-size: x-small;">La statua di Lutero in Vaticano</span></i></td></tr></tbody></table><p></p><p><span style="color: #ffa400; font-family: georgia;"><br /></span></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; text-align: right;"></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; text-align: left;">Il 13 gennaio 2024 il coraggioso Vescovo olandese Rob Mutsaerts nel suo articolo <i>Quella diabolica ambiguità</i> (</span><a href="https://vitaminexp.blogspot.com/2024/01/die-duivelse-ambiguiteit-2.html" style="font-family: georgia; text-align: left;"><i>Die duivelse ambiguïteit</i></a><span style="font-family: georgia; text-align: left;">) ripercorreva le fasi della protestantizzazione e demolizione del cattolicesimo nei Paesi Bassi. Con grande scandalo vedeva in <i>Fiducia Supplicans </i>e nella conseguente autorizzazione a benedire la coppie omosessuali quella “teoria della prassi” che sfruttando la cosiddetta “teologia pastorale” vorrebbe subdolamente stravolgere la dottrina cattolica. E in pochi tratti di penna indicava le responsabilità “teologiche” del Cardinal Fernandez che sarebbe, con l’avallo bergogliano, il redattore non solo di <i>Fiducia Supplicans</i>, ma anche l’ “autore ombra” del famigerato <i>Amoris Laetitia</i>, l’altrettanto confuso documento che di fatto ha spalancato ovunque le porte alla comunione sacrilega dei divorziati “risposati”.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;">Vi è un’innegabile continuità fra questi due documenti che vanno letti insieme. Essi appaiono - e lo sono - confusi e verbosi, ma al contempo seguono una logica abbastanza precisa, figli come sono della (pseudo) teologia di derivazione luterana, che ebbe in Walter Kasper il suo campione (definito non a caso da Francesco “un buon teologo” nel suo primo <i>Angelus</i>, laddove si annunciava l’impronta futura di governo e si ringraziavano i fautori dell’elezione).</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;">In altri termini le approssimazioni teologiche cui ci ha abituato la pastorale bergogliana non sono semplicemente il frutto di un aperturismo bonario e pressappochista, che vorrebbe abbracciare tutti i poveri peccatori bistrattati dalla rigidità di certo moralismo cattolico, ma sono coerenti con la più lucida e metodica luteranizzazione del cattolicesimo in chiave kasperiana.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="text-align: left;">Abbiamo scritto che la pratica della benedizione delle coppie omosessuali ha indubbiamente qualcosa di satanico (</span><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2023/12/sullabominevole-dichiarazione-odierna.html" style="text-align: left;"><i>Sull’abominevole Dichiarazione odierna della Congregazione per la Dottrina della Fede</i></a><span style="text-align: left;">), giacché con la sua “santificazione” della stabilità del peccato allontana di fatto la conversione e compie quel rovesciamento del piano salvifico che tanto piace al principe delle tenebre. E lo stesso avveniva - anche se ancora non era palesato il cedimento aperto all’omosessualismo - con <i>Amoris Laetitia</i> e l’apertura alla comunione ai divorziati “risposati”. In quest’articolo vorremmo riproporre la riflessione sulla radice luterana di alcuni recenti documenti ivi compreso l’ultimo, <i>Fiducia supplicans</i>, che, a partire dal suo titolo, acquista una sua coerenza logica solo nella teoria della giustificazione di Martin Lutero - così come scrivemmo per <i>Amoris Laetitia </i>- e finisce per coinvolgere tutto il dogma cattolico fino all’ecclesiologia e alla sacramentaria (cfr. </span><i><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2015/07/il-fondo-inquietante-della-proposta.html" style="text-align: left;">Il fondo inquietante della proposta kasperiana</a><span style="text-align: left;">; </span><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2015/08/leucarestia-secondo-kasper.html" style="text-align: left;">L’Eucarestia secondo Kasper (II)</a></i><span style="text-align: left;">; </span><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2015/10/progetto-kasper-e-attacco-alla-divina.html" style="text-align: left;"><i>“Progetto Kasper” e attacco alla divina costituzione della Chiesa</i></a><span style="text-align: left;">).</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="text-align: left;">Rinviando per un approfondimento sul tema della giustificazione nella dottrina cattolica e in quella protestante all’integralità del nostro articolo </span><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2014/12/linflusso-di-lutero-dietro-la-tesi.html" style="text-align: left;"><i>L’influsso di Lutero dietro la tesi Kasper</i></a><span style="text-align: left;">, del 21 dicembre 2014, allorquando queste tematiche si affacciavano col <i>Sinodo sulla Famiglia</i>, possiamo sintetizzare che nella visione luterana la salvezza avviene “senza merito” poiché «l’uomo è giustificato per imputazione della giustizia di Cristo, applicata in egual misura per mezzo della fede»</span><a href="#sdfootnote1sym" style="text-align: left;">1</a><span style="text-align: left;">, intendendo con “fede” la cosiddetta “fede-fiduciale” luterana.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span style="text-align: left;">«Ovvero colui al quale sono imputati i meriti di Cristo - e che sarebbe quindi un giusto - non per questo è rinnovato dalla grazia santificante, non è vestito della veste candida dopo aver dismesso l’abito sporco del peccato, non è un’anima nuova, un “<i>homo novus</i>”, ma è una “carogna” (i termini sono luterani) che è “avvolta” dal manto bianco dei meriti di Cristo pur restando “putredine” nel di dentro. Restando nell’immagine, esso è un qualcosa di abominevole all’interno - “<i>peccator</i>” -, ma gli vengono estrinsecamente imputati i meriti di Cristo che lo rendono in certa maniera “<i>simul iustus</i>”. Egli quindi, senza abbandonare il suo peccato, può essere un giusto». La Salvezza quindi avviene senza merito e senza bisogno di opere buone, senza conversione. «Per il luterano poco importano lo stato effettivo dell’anima, le sue disposizioni, i suoi sforzi e soprattutto i suoi sacrifici, sostenuti dalla grazia cooperante, per evitare il peccato o per emendarsene, quel che conta è un’illusoria fede-fiduciale nella propria salvezza, a prescindere dall’applicazione della volontà, dai propri meriti e soprattutto, di fatto, dal difficile sacrificio di sé e dei propri capricci. La radicale corruzione ha portato Lutero alla teorizzazione di una salvezza “<i>sola fide</i>”, una “fede” la cui nozione - che ha oggi invaso il mondo cattolico - è falsa, perché non è la fede dogmatica, per cui è essenziale l’adesione ai contenuti della Rivelazione, ma la fede-fiduciale in cui quel che conta è l’aspetto per così dire “sentimentale”. Quindi “pecca fortemente, ma credi ancor più fortemente” (“<i>pecca fortiter, sed crede fortius</i>”), ovvero più si è incalliti nel peccato, più si continua a peccare e più si dimostra la propria assoluta e completa fiducia nei meriti di Cristo, gli unici capaci di salvare, indipendentemente dal libero arbitrio dell’uomo, il quale non può far altro che “sperare” con forza. “Pecca fortemente, ma credi ancor più fortemente”, ovvero se lo stato di peccatore e nemico di Dio è permanente e se è e sarà inesorabilmente tale, se solo resta la giustificazione imputata da Cristo, che copre col suo bianco mantello l’uomo, putredine peccatrice e incapace di merito volontario, non resta altro che continuare a peccare, o addirittura è meglio stabilizzarsi nel rifiuto della legge morale di Dio, peccando ancor di più»</span><a href="#sdfootnote2sym" style="text-align: left;">2</a><span style="text-align: left;">.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;">Peccando ancor di più, certo, ma con <i>Fiducia</i>, direbbe il luterano. E non appare casuale che il titolo dell’abominevole documento che sdogana di fatto l’omosessualità sia proprio “<i>Fiducia supplicans</i>”. Evocando così quella Fede-Fiducia luterana che sembra essere il filo conduttore del ragionamento, che però resta celato. L’anima, impregnata di “supplichevole confidenza” in Dio non è più preoccupata di invocare la grazia per la sua conversione, rendendo così compatibile la salvezza con una vita nuova, ma deve smuovere il suo sentimentalismo implorante pur volendo stabilizzarsi inesorabilmente nel peccato, addirittura “sposandosi” tra uomini o tra donne e volendo continuare a condurre tale vita. Perché, per il luterano (e per certi emuli modernisti che hanno invaso la Chiesa…), se l’uomo è immerso nel peccato grave, ma è al contempo giustificato da Dio senza bisogno di cambiar vita, non resta altro da fare che moltiplicare degli atti che ravvivino questa <i>Fiducia supplicante</i>.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;">A chi obiettasse che i termini dei documenti non sono così spinti, verrebbe da rispondere che non bisogna scordare la vecchia tattica del modernismo e l’astuzia politica di fornire pretesti, sempre più deboli per la verità, a chi non vuol vedere, e bisogna ammettere che certi processi oggettivamente portano a certi risultati per l’inesorabilità intrinseca della logica delle cose.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><span style="font-family: georgia;">E l’ambiguo documento in questione ci dice tra l’altro, non senza sfacciataggine, che la “benedizione” della coppia omosessuale, può avvenire magari nel corso d’un pellegrinaggio. E anche questo nasconde una certa coerenza luterana, perché si consiglia che l’atto avvenga nel corso di un “evento forte”, per usare una terminologia da sentimentalismo modernista, un evento “che risveglia la fede”, indipendentemente dalla fede soprannaturale in tutta la Rivelazione e dalla risoluzione nel bene. Nel corso d’un pellegrinaggio che, stando alla descrizione, verrebbe fatto dalla coppia omosessuale con delle disposizioni così coerenti col luteranesimo, che la “benedizione” può scendere sulla perseveranza o l’ostinazione nel peccato, in virtù di quella evocata coinvolgente <i>Fiducia supplicante</i> la quale - “come un mantello” - coprirebbe persino il peccato contro natura, pubblicamente ostentato senz’ombra di resipiscenza. E cos’altro è questo se non la dottrina luterana del <i>simul iustus et peccator</i>, che condanna il peccatore a fare del male a vita, che gli toglie l’autentica fede soprannaturale, contrabbandandola con una vana <i>Fiducia</i>, che lo condanna ad una vita malvagia senza vera speranza soprannaturale di redenzione e che di fatto ridicolizza il motivo per cui Nostro Signore ha versato il Suo Sangue, ovvero quello di renderci simili a Lui attraverso la Grazia santificante? Ma si può disprezzare più di così il peccatore omosessuale, al punto da renderlo - il termine è luterano - una “carogna” incorreggibile, invece di ricordargli che è un’anima amata da Cristo che vorrebbe il suo riscatto dalla mala vita e la sua vera santificazione con le opere buone?</span></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><span style="font-family: georgia;"><div style="text-align: right;"><i style="text-align: left;">Disputationes
Theologicae</i></div></span><p></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i><br /></i></span></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i><br /></i></span></span></p><div id="sdfootnote1"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: Georgia, serif;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a>
A. Piolanti, <i>La Comunione dei Santi e la Vita eterna</i>, Roma
1992, p. 533.</span></p>
</div><div id="sdfootnote2"><p class="sdfootnote"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a><span style="font-family: Georgia, serif;">
</span><span style="color: blue;"><u><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2014/12/linflusso-di-lutero-dietro-la-tesi.html"><span style="font-family: Georgia, serif;">http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2014/12/linflusso-di-lutero-dietro-la-tesi.html</span></a></u></span></p>
</div><p>
<span style="color: #ffa400; font-family: georgia;"><b><br /></b></span></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comRoma RM, Italia41.9027835 12.496365513.592549663821153 -22.6598845 70.213017336178837 47.652615499999996tag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-29446996898401769482024-01-17T21:04:00.004+01:002024-01-18T21:06:56.014+01:00Hanno reso le donne malate<p><b><span style="color: #ffa400;"> <span style="font-family: Georgia, serif;">Ed inconsapevoli paladine del </span><i style="font-family: Georgia, serif;">gender</i></span></b></p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">17
gennaio 2024, <i>Sant’Antonio Abate</i></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i><br /></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i>Proponiamo
al lettore un omelia recente tenuta da don Stefano Carusi. Essa è
precedente ai fatti di cronaca che hanno ultimamente dato il destro
(o piuttosto il sinistro…) alla stampa mondialistico-massonica di
innescare una pervasiva, ossessiva e premeditata battaglia da
femminismo becero e stantio, sfruttando ad arte dolori altrui. Cosa
ancora più triste è vedere gran parte del mondo cattolico al
seguito di tale mondana corrente, con uno zelo tra il servile e il
ridicolo. L’intento delle centrali del potere è ormai evidente a
chiunque abbia occhi per vedere. Abbiamo lasciato lo stile orale.</i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>La
Redazione di<i> Disputationes Theologicae</i></b></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i><br /></i></span></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm5sMSh2M8kvF8G8pE16aoalvdWjPynJ8_QUw4sTAyDZN-jZFuFehrW0V5ealsM9rqSqT-OHMhsMNyYQIe7egGh72087PPR-nyEgFLbmnr098j1fKeePbxjg4YCiowPjbLWloXK20TLLUmID_aP9fs9TpL7je9jV1kYOP_MGUNbZpTWxFgJ2D_2e7NK7al/s480/56c5965a-aef0-4b40-b7e5-1e72b221a4ab.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="318" data-original-width="480" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm5sMSh2M8kvF8G8pE16aoalvdWjPynJ8_QUw4sTAyDZN-jZFuFehrW0V5ealsM9rqSqT-OHMhsMNyYQIe7egGh72087PPR-nyEgFLbmnr098j1fKeePbxjg4YCiowPjbLWloXK20TLLUmID_aP9fs9TpL7je9jV1kYOP_MGUNbZpTWxFgJ2D_2e7NK7al/s320/56c5965a-aef0-4b40-b7e5-1e72b221a4ab.jpg" width="320" /></a></div><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><br /></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Sia
lodato Gesù Cristo</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Due
miracoli descrive oggi il Vangelo, due donne curate dal Salvatore nel
loro corpo, ma quante sono le donne oggi bisognose di essere curate
nell’anima. “<i>Molte donne sono ammalate spiritualmente. I tempi
moderni, che ci regalarono il trionfo dell’empietà e tante altre
brutte cose, intaccarono la mente e il cuore della donna rendendolo
inabile alla sua alta missione. Le fanciulle si liberano troppo
presto dall’obbedienza e la sottomissione ai genitori, e i genitori
troppo sovente le trascurano lasciandole guastare dal soffio corrotto
del mondo. Le scuole, le fabbriche, gli stabilimenti, i ritrovi
mettono in serio pericolo il cuore della fanciulla, che ha già tanto
da lottare contro la sua vanità, la sua leggerezza e le passioni
nascenti. Come può salvarsi una giovane in queste circostanze e
prepararsi degnamente ed essere una buona sposa e madre virtuosa?
Quale luce può invocare per essere illuminata nella scelta dello
stato e del compagno della sua vita?</i>” Così scriveva un testo
profetico redatto più di cento anni or sono, quando il progetto di
corruzione della donna cominciava a prender forma sempre più
compiuta. E continuava ricordando che dopo la giovinezza essa entra
nella fase più importante della vita, quella in cui dovrebbe dar
prova d’aver sale in zucca, ed invece ella trascura i doveri
familiari, non sa come impiegare il tempo e col passare dei giorni
non amerà i figli, non li riprenderà come essa non è stata
ripresa. Ecco il ritratto di tante spose e madri buone a poco, perché
da ragazze non educate. E la cosa peggiore è che diventano
inguaribili. O quasi. Come le donne del Vangelo, possono essere
guarite solo da Dio. Nulla possono i medici umani. Così male
educate, male istruite nei loro doveri, saranno incurabili con le
ricette del mondo. Virtù di religione ci vuole. Pratica delle
religione e delle virtù domestiche. La virtù di religione, così
legata alla giustizia verso Dio e alla giustizia verso quello che
veramente siamo, verso l’ordine della cose. </span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span></span></p><a name='more'></a><p></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Ed
ecco fiorire allora quelle qualità uniche della donna. La
sensibilità femminile, qualità che l’uomo ama. Il contrario
dell’involgarimento della televisione e di internet. La
televisione, che una fedele chiamava “istigazione alla
prostituzione”.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">E
l’altra qualità della donna, la generosità, per cui dà se stessa
senza contare, con tutto il cuore, per il marito, per i figli. </span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">E
la sua capacità di fare mille attività per il bene della casa,
della famiglia, del prossimo.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Ecco
le qualità che un tempo si mettevano in risalto. Con un’educazione
femminile della giovane diversissima da quella dell’uomo. Ecco
perché è bene che le attività, se non per necessità, siano il più
possibile distinte e non miste. E questo principalmente non per
motivi inerenti il sesto comandamento, ma perché le esigenze
educative sono profondamente diverse.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;">Una
nobildonna insegnava a sua figlia tutte le faccende domestiche. “</span><i style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;">Ma
ci sono le donne di servizio…</i><span style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;">” rispondeva la fanciulla (oggi
la donna di servizio è diventata la mamma con le figlie
fannullone…). E la nobildonna rispondeva che anche per comandare
bisogna conoscere. E che Penelope, la regina di Itaca, si metteva al
telaio. Perché non è bene stare con le mani in mano. E perché tali
attività di regina del focolare, evitano i principali difetti della
donna. L’instabilità emozionale ricorrente, invece coltivata in
un’epoca di sentimentalismo idiota e di femminilizzazione dell’uomo
persino, che addirittura non può fare un apprezzamento cavalleresco
oggi senza essere accusato di quella parola che non ripeto ed invito
a non ripetere perché forgiata dalla centrali dell’indottrinamento
lessicale. Già vien da chiedersi come faranno i ragazzi a far la
corte alla ragazza.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">E
l’altro difetto che è il disordine nella sua generosità, nel far
tutto, eccedendo talvolta e ciò persino nella pietà e nella
preghiera senza occuparsi del marito.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">E
qui vengo ad un punto dolente, che un pastore non può tacere, specie
in tempi di spopolamento e famiglie quasi volontariamente senza figli
: i diritti coniugali sempre difesi dalla Chiesa per la stabilità
del matrimonio e per il benessere della società dando figli a Dio.
Ovvero la disponibilità pressoché incondizionata al marito per
quegli atti che portano alla procreazione e che, se svolti nel
matrimonio, allontanano l’uomo da tentazioni pericolosissime. E
questo è tanto più vero in un’epoca che istiga al peccato
incessantemente e ovunque. Ma siccome veniamo dal Sessantotto e -
peggio - siamo in epoca di <i>gender</i>, le donne pensano che anche
su questo sono come gli uomini. Follia! Se il Creatore ha voluto
l’uomo attivo, dice San Tommaso, e per così dire procreativamente
più aggressivo, significa che tale ordine va accettato in sé e per
dare figli a Dio. E il rifiuto dei diritti coniugali si confessa come
un peccato grave. Perché tra l’altro ha indotto il coniuge alla
concupiscenza disordinata, oltre ad averci privato forse della venuta
al mondo dell’anima d’un altro bambino. E troppo poco si sente al
confessionale “ho mancato ai diritti coniugali”.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Quindi,
care donne, che il mondo vuol rendere malate, vestitevi il più
possibile da donne e così vestite le vostre figlie, educandole ad
essere spose e madri, non modelle di vanità. Ricordatevi che vostro
marito è diverso da voi, che vostro figlio va educato da uomo. Care
donne non siate, seppur inconsapevoli, paladine del <i>gender</i>. E
pensate sempre: la Madonna Santissima che mi consiglierebbe di fare
per il bene della famiglia?</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Sia
lodato Gesù Cristo</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-81652076347116242442023-12-18T21:59:00.001+01:002023-12-18T22:50:02.225+01:00Sull'abominevole Dichiarazione odierna della Congregazione per la Dottrina della Fede<p><span style="color: #ffa400; font-family: georgia;"><b>Con quale coscienza molti tacciono?</b></span></p><p style="text-align: right;"><span style="font-family: georgia;">18 dicembre 2023, <i>Novena di Natale</i></span></p><p><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihU23QKC45Jb7nJysymxDjtJ1e89uhTGclDVqcedhJvVZT3VsTr8buXbs42odjH_lDZLhoIhP3aU85TQeXppShRn3036jjQtwGs8YxZWCc9qDjzjn0RV3JJnYaQ7oEhMSiwT5w-qUsHgL83PA2-ZumLZktDNQguETGK2h4ZZKbL_dq2fe9tae9rkzsg-sW/s1920/1920x1080_cmsv2_a0cc3ba8-ff12-5693-9a8a-0d99dc958b3e-5641434.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1920" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihU23QKC45Jb7nJysymxDjtJ1e89uhTGclDVqcedhJvVZT3VsTr8buXbs42odjH_lDZLhoIhP3aU85TQeXppShRn3036jjQtwGs8YxZWCc9qDjzjn0RV3JJnYaQ7oEhMSiwT5w-qUsHgL83PA2-ZumLZktDNQguETGK2h4ZZKbL_dq2fe9tae9rkzsg-sW/w400-h225/1920x1080_cmsv2_a0cc3ba8-ff12-5693-9a8a-0d99dc958b3e-5641434.webp" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr></tbody></table><br /><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Sulla dichiarazione della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo cui sarebbe lecito benedire le coppie omosessuali, non servono commenti. Se non questo: è vero, possono essere benedette, con l'esorcismo.</span></p><p style="text-align: right;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p style="text-align: right;"><i><span style="font-family: georgia;">Disputationes Theologicae</span></i></p><p><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p><span style="font-family: georgia;"> </span></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-74757730435143903152023-10-18T19:57:00.006+02:002023-10-27T20:02:12.656+02:00Sinodo: l’errore…e la vitalità della Chiesa<p><b style="font-family: Georgia, serif;">Il
doveroso appoggio ai Cardinali in resistenza</b></p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">18
ottobre 2023, San Luca Evangelista</span></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio_cci-RbnC7l-oGhERDX6bNOOOP9ptgNWmKK4rNnqOwohQ89TuRA81oNU8HjgotjGsG9tWtYXH-5OvH19crJEtMEPR5NL-TO7XB5zpSrHCzbTUn2Ubv54ZfcRWnJPjJYQQZ3DuT1coldSI5Eo_wUpNOKYppdZkC6AIOoskqwHiHAi_hn8fFMhHRTP5vEV/s1279/S.%20Atanasio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1279" data-original-width="852" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio_cci-RbnC7l-oGhERDX6bNOOOP9ptgNWmKK4rNnqOwohQ89TuRA81oNU8HjgotjGsG9tWtYXH-5OvH19crJEtMEPR5NL-TO7XB5zpSrHCzbTUn2Ubv54ZfcRWnJPjJYQQZ3DuT1coldSI5Eo_wUpNOKYppdZkC6AIOoskqwHiHAi_hn8fFMhHRTP5vEV/w266-h400/S.%20Atanasio.jpg" width="266" /></a></span></div><p></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"> <i>S.
Atanasio, un prelato che non ha taciuto</i> </span></span>
</p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><br /></i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nonostante
tutto c’è speranza. C’è sempre stata speranza, naturalmente, ma
ora il Signore in certo modo ci sta incoraggiando. La terribile
situazione che si è abbattuta sulla Chiesa da circa sessant’anni e
che ora sembra quasi raggiungere il suo apice nel ribaltamento sempre
più sfrontato della verità, sostituendola con l’errore (e peggio
talvolta) per bocca di alcuni pastori, schiude al contempo un
orizzonte straordinario sulla forza vitale della Chiesa, che sempre
trova al suo interno le risorse per risanare le ferite, producendo
anticorpi quand’anche aggredita dalla peste purulenta del
modernismo o del neomodernismo contemporaneo.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Le
recenti aperte resistenze di illustri Porporati alle derive bergogliane, in ultimo nel cosiddetto “Sinodo sulla Sinodalità”,
dimostrano che il Signore infonde coraggio ad alcuni Pastori e - se
essi rispondono - può essere tutto il gregge ad esserne rincuorato
(e spronato). Ecco perché meritano il nostro aperto sostegno, di
fedeli, di sacerdoti e…volesse il Cielo di altri Vescovi e di altri
Cardinali. Un sostegno che, come il nostro, chiaramente non comporta
piena identificazione con tutte e singole le posizioni dei coraggiosi
oppositori, ma doveroso appoggio a chi - rivestito d’autorità
stavolta - si sta oggettivamente esponendo per amore alla verità
cattolica.</span></span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span></span></span></p><a name='more'></a><p></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Riportiamo
a titolo esemplificativo qualche estratto dei </span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Dubia</i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
degli Eminentissimi Cardinali</span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b>
</b></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">Brandmüller,
Burke, Sandoval Íñiguez, Sarah, Zen Ze-kiun </span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">:</span></span></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">«
[…] </span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>La
preoccupazione che ci muove è un’altra: ci preoccupa vedere che ci
sono </i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>pastori
che dubitano della capacità del Vangelo di trasformare i cuori degli
uomini</b></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>
e finiscono per proporre loro </i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>non
più la sana dottrina, bensì “insegnamenti secondo le loro voglie”</b></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>
(cf. 2 </i></span></span><em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Tim</span></span></span></em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>
4, 3).</i></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">[…]
</span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Ciò
è tanto più urgente in vista dell'imminente Sinodo, che molti
vogliono utilizzare per </i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>negare
la dottrina cattolica</b></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>
proprio sulle questioni su cui vertono i nostri </i></span></span><em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">dubia</span></span></span></em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>.</i></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">[…]
<i>pastori e teologi, sostengono oggi che </i><i><b>i cambiamenti
culturali e antropologici del nostro tempo dovrebbero spingere la
Chiesa a insegnare il contrario di ciò che ha sempre insegnato</b></i><i>.</i></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">[…]
</span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">è
possibile </span></i></span></span><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>che
la Chiesa insegni oggi dottrine contrarie a quelle che in precedenza
ha insegnato</i></span></span></b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">
in materia di fede e di morale</span></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">
[…] ?</span></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">[…]
</span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>siamo
preoccupati che</b></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>
</i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>la
benedizione di coppie omosessuali</b></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>
possa creare in ogni caso confusione, non solo in quanto possa </i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>farle
sembrare analoghe al matrimonio</b></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>,
ma anche in quanto </i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>gli
atti omosessuali verrebbero presentati praticamente come un bene</b></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>,
o almeno come il bene possibile che Dio chiede alle persone nel loro
cammino verso di Lui.</i></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">[…]
</span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">continua
ad essere valido l’insegnamento sostenuto dal magistero ordinario
universale, secondo cui </span></i></span></span><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>ogni
atto sessuale fuori del matrimonio, e gli atti omosessuali in
particolare, costituisce un peccato oggettivamente grave contro la
legge di Dio</i></span></span></b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">,
indipendentemente dalle circostanze in cui si realizzi e
dall’intenzione con cui si compia?</span></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span>
</p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">[…]
</span></span></span><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>il
Sinodo dei Vescovi</i></span></span></b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">
che si terrà a Roma e che include solo una rappresentanza scelta di
pastori e di fedeli, eserciterà, nelle questioni dottrinali o
pastorali su cui sarà chiamato ad esprimersi, </span></i></span></span><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>la
Suprema Autorità della Chiesa, che spetta esclusivamente al Romano
Pontefice</i></span></span></b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">
e, </span></i></span></span><em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">una
cum capite suo</span></span></span></em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">,
al Collegio dei Vescovi (cf. can.336 C.I.C.)?</span></i></span></span></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">[…]
</span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Nella
Vostra risposta Vostra Santità ha chiarito che la decisione di San
Giovanni Paolo II in </span></i></span></span><em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Ordinatio
sacerdotalis</span></span></span></em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>è
da tenersi in modo definitivo […] D'altra parte, nell'ultimo punto
della Vostra risposta ha aggiunto che la questione può ancora essere
approfondita.</i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">
Dobbiamo quindi riformulare il nostro </span></i></span></span><em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">dubium</span></span></span></em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">:
la Chiesa potrebbe in futuro avere </span></i></span></span><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>la
facoltà di conferire</i></span></span></b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>l'ordinazione
sacerdotale alle donne, contraddicendo così che la riserva esclusiva
di questo sacramento ai battezzati di sesso maschile appartenga alla
sostanza stessa del Sacramento</i></span></span></b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">
dell'Ordine, che la Chiesa non può cambiare?</span></i></span></span></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">[…]
</span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">può
ricevere validamente </span></i></span></span><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>l'assoluzione
sacramentale</i></span></span></b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">
un penitente che, pur ammettendo un peccato, </span></i></span></span><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>si
rifiutasse di fare, in qualunque modo, il proposito di non
commetterlo di nuovo</i></span></span></b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">?</span></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">»</span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">In
tutte le situazioni di resistenza è difficile che chi si batte senza
il sostegno dell’Autorità Suprema possa dare un’impronta che
produca in ogni punto l’unanimità dei consensi. Quest’ora
epocale tuttavia esige che ci si spenda per sostenere quei Pastori
che stanno testimoniando, mettendo da parte certe logiche troppo
“dottrinarie” (e talvolta quasi ideologiche) o peggio “di
bottega”, che potrebbero impedire di appoggiare una battaglia buona
in sé, sebbene non pienamente aderente al pensiero di ciascuno. A
questo proposito vorremmo attirare l’attenzione del lettore sulle
rivelazioni del Cardinal </span></span><em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Müller</span></span></span></em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>,</i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
la cui assenza fra i Cardinali firmatari dei Dubia aveva interpellato
più d’un analista. Il Cardinal </span></span><em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Müller</span></span></span></em><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>
</i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">ha
invece atteso e poi dato il suo sostegno ai confratelli Cardinali,
ma, forse in ragione del fatto che avrebbe preferito un’espressione
più forte del dissenso, ha al contempo rilasciato un comunicato che
di fatto afferma che al Sinodo, con l’appoggio di qualche chierico
Giuda, è all’opera la Massoneria e la sua “</span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>agenda</i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">”.
</span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Egli
ha affermato:</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">«
<i>Soprattutto negli ultimi dieci anni ho difeso la dottrina
cattolica contro lo pseudo-modernismo, adempiendo così, in
coscienza, davanti a Dio la </i><i><b>mia responsabilità di vescovo
e cardinale per amore della dottrina ortodossa. Ma sono felice quando
altri a modo loro fanno ciò che è necessario</b></i><i> e ricordano
al Papa la responsabilità data loro da Dio per la preservazione
della Chiesa nell’ “insegnamento degli Apostoli” (Atti 2:42).</i></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Al
momento, esiste </i><i><b>una posizione eretica ma che favorisce la
carriera, secondo cui Dio si rivela solo a Papa Francesco </b></i><i>attraverso
l’informazione diretta nello Spirito Santo, e secondo cui i vescovi
devono solo ripetere ciecamente queste illuminazioni celesti e
trasmetterle meccanicamente come burattini parlanti. Il vescovo,
invece, in forza della sua consacrazione, è successore degli
Apostoli e autentico maestro del Vangelo di Cristo, ma nel collegio
di tutti i vescovi con il Papa come principio sempre presente e
visibile dell'unità della Chiesa nella verità rivelata e nella sua
comunione sacramentale. Questa è la vera dottrina del primato del
Papa e non </i><i><b>il neopapalismo di chi vuole consegnare la
Chiesa di Cristo all’ideologia del capitalismo ateo e antiumano di
Davos.</b></i></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Il
loro argomento fraudolento è l’adattamento della presunta Parola
di Dio, ritenuta obsoleta, come se in Cristo non ci fosse stata data
tutta la verità, </i><i><b>ai canoni di un’antropologia
pseudoscientifica antimatrimoniale e di una civiltà della morte</b></i><i>
(aborto, traffico di embrioni, eutanasia, mutilazione del corpo
mediante il cosiddetto cambio di sesso). Ogni cattolico crede nella
verità divina e cattolica che in Pietro i vescovi di Roma sono
insediati come suoi legittimi successori. Ma come discepolo di Cristo
teologicamente illuminato, si oppone alla </i><i><b>caricatura del
papato</b></i><i> sia nella polemica anti-romana dei riformatori del
tempo presente sia nella </i><i><b>comprensione pappagallesca del
neo-papalismo o </b></i><i><b>papagayismo</b></i><i><b> non
cattolico..</b></i><i> Così la fede cattolica viene esposta al
ridicolo in un contesto laico che non crede alla realtà della
Rivelazione storica di Dio in Cristo e usa il Papa con la sua
autorità – non ha importanza che se ne renda conto o che li
assecondi ingenuamente – </i><i><b>per conquistare, per il Nuovo
Ordine Mondiale 2030, le masse cattoliche</b></i><i>, ai loro occhi,
arretrate e non illuminate</i>».</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Ai
nostri lettori, specie quelli rivestiti dell’Ordine Sacro, va
l’invito (ma non è forse anche un dovere grave?) a rendere
pubblica la propria contrarietà a quanto sta accadendo sotto
pretesto di “sinodalità”.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">In
materia di Sinodo ed errori dottrinali contrabbandati con esso
invitiamo a rileggere gli articoli:</span></span></p>
<ul>
<li><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;">
<a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2016/03/dossier-post-sinodale.html"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="background: transparent;">Dossier post-sinodale. Quante verità di fede messe in discussione?</span></i></span></span></a><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="background: transparent;">
</span></span></span>
</p>
</li><li><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;">
<a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2019/11/sinodalita-collegiale-e-autocrazia.html"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="background: transparent;">Sinodalità
collegiale e autocrazia della lobby</span></i></span></span></a><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
</p>
</li></ul>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br />
<br />
</p>
<p align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 8.74cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><i><b>Don
Stefano Carusi</b></i></span></span></span></p>
<p align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 8.74cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><b><span lang="fr-FR">Abbé
Louis-Numa Julien</span></b></i></span></span></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-74565031938888261902023-08-22T19:51:00.008+02:002023-08-27T20:03:36.822+02:00Appello per Fatima<p><b style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt;"><span style="color: #ffa400;">Al
Vaticano e alle singole coscienze</span></b></p>
<p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-weight: normal;">2</span>2
agosto 2023, <i>Cuore Immacolato di Maria</i></span></span></p><p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><br /></i></span></span></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZMH3mTDkamlyBUQ7x9D4vw2KVDQ_nqC-a7Wor5CDbI2g5JV_LK8bgikvAGSyeiPmxpgi5RxHC7-xq1AC6QJdCWE1guZYabSjaeHiq2hNaQHuSuTGKArneB1GqWPkuXLI707CLAytcqoPl35-Wje0E3c9MQTuXcR15sNPohcZ0FSXBjFvB3yG8q7VFUKua/s800/profezia-madonna-fatima-al-papa.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="531" data-original-width="800" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZMH3mTDkamlyBUQ7x9D4vw2KVDQ_nqC-a7Wor5CDbI2g5JV_LK8bgikvAGSyeiPmxpgi5RxHC7-xq1AC6QJdCWE1guZYabSjaeHiq2hNaQHuSuTGKArneB1GqWPkuXLI707CLAytcqoPl35-Wje0E3c9MQTuXcR15sNPohcZ0FSXBjFvB3yG8q7VFUKua/w400-h265/profezia-madonna-fatima-al-papa.webp" width="400" /></a></div><br /><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="text-align: left;">«</span><i style="text-align: left;">Si
illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia
conclusa</i><span style="text-align: left;">» (S. S. Benedetto XVI, 13 maggio 2010).</span></span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span><span style="font-family: georgia;">Le
cronache, sia civili che religiose, richiamano notevolmente
l’attualità di Fatima. Eppure non si vede un adeguato, sollecito
muoversi per il suo rilancio. Cosa si attende ancora? Un’altra
anima dannata? Lo scoppio di un’arma nucleare?</span></span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span><span style="font-family: georgia;">L’11
febbraio 2021 ho inviato alla Congregazione per la Dottrina della
Fede una lettera contenente un elenco di contraddizioni ed omissioni
della pubblicazione ufficiale in materia, <i>Il Messaggio di Fatima
</i>(2000), chiedendo:</span></span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span><span style="font-family: georgia;">«
1. Perché in tale breve opuscolo sono presenti tutte queste
omissioni ed incongruenze;</span></span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"> <span><span style="font-family: georgia;">2.
Quando (essendo già passati più di vent’anni dalla sua
realizzazione, che era stata di quarant’anni successiva al 1960) ne
verrà realizzata una revisione ».</span></span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span><span style="font-family: georgia;">Risposta?
Un eloquente silenzio di tomba (mentre si è continuato a riferirsi
alle affermazioni ivi contenute, come nulla fosse). <i>Idem</i> per
il nuovo invio della medesima missiva. Neppure l’accuso ricevuta
(alla faccia della decantata maggiore “valorizzazione dei laici e
delle donne”, così come della nuova trasparenza in Vaticano).</span></span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;"><span><span>E’
assai auspicabile che molti cattolici, ad esempio i lettori di questa
rivista, inviino a Roma lettere del genere [</span></span><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2018/12/segreto-di-fatima.html"><span><span><i><span style="background: transparent;">Segreto
di Fatima, Davanti a queste precise domande Roma non smentisce</span></i></span></span></a><span><span>;
</span></span><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2019/04/latardiva-non-risposta-della.html"><span><span><i><span style="background: transparent;">Fatima,
La (tardiva) non-risposta della Congregazione</span></i></span></span></a><span><span>].
Incoraggia in tal senso anche la testimonianza insospettabile del
Card. Bertone: nel suo libro sul tema egli afferma, e più volte, che
la [mezza] pubblicazione del Terzo Segreto nell’Anno Santo 2000 è
avvenuta anche per via dell’insistenza dei movimenti devoti a
Fatima.</span></span></span></p>
<p align="center" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span><span style="font-family: georgia;">*
* *</span></span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;"><span><span>Al
tempo stesso, è assai auspicabile che le risorse fatimite “di
pubblico dominio” abbiano un aumento tenace della loro
valorizzazione [cfr. anche </span></span><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2021/03/se-non-vi-convertite-perirete-tutti-lc.html"><span><span><i><span style="background: transparent;">Se
non vi convertite perirete tutti (Lc 13, 1,5)</span></i></span></span></a><span><span>].
</span></span>
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span><span style="font-family: georgia;">Pensiamo
naturalmente al Santo Rosario, di cui la Madonna ha chiesto la recita
quotidiana in tutte le Sue apparizioni nella località portoghese.</span></span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;"><span><span>Ma
pensiamo anche alla pia pratica riparatrice dei cinque Primi Sabati
del mese, devozione alla quale Maria Santissima (nel Secondo Segreto)
ha collegato promesse come: la salvezza di molte anime; la
preservazione da calamità e persecuzioni; la vera pace temporale. A
fronte di promesse così grandi, fatte nella « più profetica delle
apparizioni » (<i>Presentazione ufficiale del Terzo Segreto</i>),
nella più grande apparizione mariana della storia, si può
saggiamente reagire con l’ostinazione o con la rassegnazione e la
passività?</span></span></span></p><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">
<br />
</span></p>
<p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span><span style="font-family: georgia;"><i><b>Claudia
Marchini</b></i></span></span></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-79755417771550980822023-06-29T19:25:00.002+02:002023-06-29T19:27:40.787+02:00Fin dove arriva la menzogna ecumenista<p><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt;"><b><span style="color: #ffa400;">Dagli
Anglicani alla Fraternità San Pio X…a scapito della verità</span></b></span></p><p><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt;"><b><span style="color: #ffa400;"><br /></span></b></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">29
giugno 2023, <i>Santi Apostoli Pietro e Paolo</i></span></span></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: right;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIM0Vuqoc3j-G4AlhaWqF7pc2cnwjL-sR6PzWsucGeN8CSdhRMwhi-CkEhGofOJpO0Ymzi7W3gFzu85-bL2uylKr9wnlFkeywJPqlo7obkl-vKXZv9IN97dPfyXN6QY825fFGtIIqiS7PYqT64hVgkcXq4I_w8f3T6Gwm4SE3QXKEJuHLBXdQL-LLa_3s3/s846/1687967717311714.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="310" data-original-width="846" height="146" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIM0Vuqoc3j-G4AlhaWqF7pc2cnwjL-sR6PzWsucGeN8CSdhRMwhi-CkEhGofOJpO0Ymzi7W3gFzu85-bL2uylKr9wnlFkeywJPqlo7obkl-vKXZv9IN97dPfyXN6QY825fFGtIIqiS7PYqT64hVgkcXq4I_w8f3T6Gwm4SE3QXKEJuHLBXdQL-LLa_3s3/w400-h146/1687967717311714.JPG" width="400" /></a></span></span></div><p></p><p align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-decoration: none;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: x-small;"><i>Ecumenismo
in marcia. L’anglicano sposato e massone Baker, sedicente
“vescovo”, al trono papale in Laterano. L’eretico copto
Tawadros II all’altare papale del Laterano. La Minoritenkirche,
chiesa del centro di Vienna la cui proprietà è stata trasferita
gratuitamente da Francesco alla Fraternità San Pio X.</i></span></span></p><p align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-decoration: none;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: x-small;"><i><br /></i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Qual
è l’ultima enormità bergogliana in materia di appartenenza alla
Chiesa? Riportiamo le sue recentissime parole, ben in linea tra
l’altro con quanto di fatto ha operato con gli Anglicani
protestanti, i Copti orientali monofisiti e… la Fraternità San Pio
X, i quali accettano tutti compiaciuti le concessioni della sua
ecumenica “mano tesa”.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">E’
evidente che crisi dottrinale, falso ecumenismo ed enormità varie
non sono appannaggio esclusivo degli ultimi dieci anni, ciò non
toglie l’ulteriore peggioramento di questi ultimi tempi e la
necessità di esaminare con attenzione certi fenomeni.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">La
parola al medesimo Jorge Mario Bergoglio nell’udienza del 29 maggio
2023: « […] <i>in un incontro giovanile alcuni anni fa. Uscivo
dalla sagrestia e c’era una signora molto elegante, ricca pure, con
un ragazzo e una ragazza. E questa signora che parlava lo spagnolo mi
dice : </i>“Padre sono contenta perché ho convertito questi due,
questo viene da tale e questa viene da tale”<i>. Io mi sono
arrabbiato e ho detto: </i>“tu non hai convertito nulla, tu hai
mancato di rispetto con questa gente, non li hai accompagnati. Tu hai
fatto proselitismo e questo non è evangelizzare”.<i> Era
orgogliosa per aver convertito…</i>».<i> </i>Poi rivolgendosi ai
Barnabiti si è raccomandato dicendo: «<i> Fare proselitismo non è
evangelizzare </i>» perché «<i> il nostro annuncio missionario non
è proselitismo, io sottolineo tanto questo, ma condivisione di un
incontro personale – </i>“se tu vuoi, il Signore è così, questa
è la vita…”<i>, ma non proselitismo – che ha cambiato la
nostra vita. Senza questo non abbiamo nulla da annunciare, né una
destinazione verso cui camminare insieme</i> ».</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Frasi
che – manco a dirlo – sono state entusiasticamente riprese da
tutta la stampa massonica, tra cui quella della sinistra <i>radical
chic</i>… Capite bene, la signora non solo era cattolica e
preoccupata della conversione di due giovani, ma era pure elegante e
ricca!</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Notiamo
<i>en passant</i> che viene da chiedersi se queste ricorrenti
storielle siano vere, perché, seppure in una chiave da
veteromarxismo sudamericano, ampiamente decrepito (e anche un po’
sgradevole), sono così ben limate che sembrano quasi “da manuale a
pronto uso”…</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Comunque
ci sentiamo stavolta di dover spezzare una lancia in favore della
coerenza bergogliana tra quanto afferma e quanto fa a livello
ecumenico. C’è una logica. Una perversa logica, se volete. Ma una
logica c’è. </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Qual
è infatti il senso di accogliere gli Anglicani per una celebrazione
a San Giovanni in Laterano? Perché il 18 aprile 2023 far “celebrare”
e far sedere un “vescovo” eretico protestante sulla Cattedra del
Successore di Pietro, nella Cattedrale della Cattedrali cattoliche ? </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Il
permesso per procedere è sembrato venire da molto in alto…anche se
dopo, davanti a qualche reazione, il Capitolo Lateranense si è visto
obbligato alla solita “mezza aggiustata del tiro”, da tutti
giudicata poco credibile, con le sue “confusioni di traduzioni
dall’inglese” che hanno fatto sorridere pure i giornalisti, tanto
che <i>Il Messaggero</i> ha parlato di « <i>contorni quasi comici
</i>»<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a>.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Se
davvero fosse stato un “errore di virgole d’inglese” e quindi
non si era potuto “capire bene” che colui che “ha pontificato”
solennemente in Laterano sulla Cattedra di San Pietro era sì un
“vescovo”, ma anglicano, quindi non validamente ordinato e per
giunta sposato e dichiaratamente massone, perché poi fare lo stesso
pochi giorni dopo con un altro capo di setta scismatica ed eretica
come Tawadros II, offrendo - al capo della “chiesa” eretica copta
- San Giovanni in Laterano e profanandola così per la seconda volta
in meno di un mese ? La Chiesa più significativa della terra e del
primato di Roma! </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Perché
ecumenicamente il “papa dei Copti” ha potuto prima insegnare (!)
con una catechesi sull’unità dei cristiani il 13 maggio 2023, poi
celebrare solennemente il 14 maggio - nella Cattedrale del Papa! -
per tutti i Copti (scismatici ed eretici monofisiti) presenti a Roma,
dando così l’impressione che non devono convertirsi alla Chiesa
cattolica per salvare la propria anima ? </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Stavolta
non si sono lette dichiarazioni che attribuivano il fatto ad “errori
di traduzione” e di “virgole” in lingua inglese. Adesso non c’è
più nemmeno la foglia di fico dell’inglese…e S. E. Mons. Farrell
parla a nome di Francesco di accoglienza…evocando anche « <i>la
libertà religiosa </i>»<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a>.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Il
concetto diventa chiaro anche per chi non avesse voluto capire
finora. Le chiese cattoliche possono essere a disposizione di tutti
quelli che non sono in Comunione con la Chiesa, perché questo è il
nuovo corso ecumenico, ma sono precluse a tutti quelli che sono
sottomessi all’autorità ecclesiastica e vogliono celebrare il rito
latino-gregoriano. Si vedano le draconiane misure bergogliane che
hanno abolito <i>Summorum Pontificum</i>.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Sulle
ragioni profonde di questa avversione al rito tradizionale, con le
parole autorevolissime di un Papa (aspetto sfuggito ad alcune menti
settarie), rinviamo al nostro ultimo articolo <a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2023/05/il-vero-motivo-per-cui-la-messa.html" target="_blank"><span style="color: #ffa400;">“</span></a></span></span><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2023/05/il-vero-motivo-per-cui-la-messa.html" target="_blank"><span style="color: #ffa400;"><span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Il
vero motivo per cui la Messa tradizionale è “problematica</i></span></span></span><span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">”</span></span></span></span></a><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Si
spiega anche allora perché, se da un lato con <i>Traditionis
Custodes</i> si chiudono le chiese per i sacerdoti e gli Istituti che
celebravano il rito tradizionale e gli si rende la vita impossibile
per la celebrazione dei Sacramenti (salvo in quelle occasioni in cui
è prevalso il buon senso cattolico), dall’altro lato, nel
contempo, si è fatto un accordo molto, molto pratico con la
Fraternità Sacerdotale San Pio X.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">A
quest’ultima società infatti, che secondo noi - pur avendo
devianze scismatiche - non è formalmente scismatica, ma è pur
sempre in situazione di rottura canonica con Roma, sono state
concesse da Francesco e a tutt’oggi sono ancora concesse: 1) la
facoltà generalizzata d’ascoltare confessioni validamente senza
dover chiedere ai Vescovi residenziali; 2) la facoltà di celebrare
matrimoni validamente ovunque; 3) la facoltà addirittura di ordinare
sacerdoti senza permesso dell’Ordinario locale, non incorrendo
quindi in nessuna sanzione canonica. Potere poi di fatto molto
amplificato, a quanto si sa, dalla Curia Romana, poiché quando essa
è interpellata dal Vescovo che vuol sapere se deve sanzionare o meno
quel sacerdote che se ne è andato con la FSSPX, risponde che - in
questo caso che sta “molto a cuore a Papa Francesco” - deve
prevalere l’ecumenismo “<i>di fatto</i>”…tanto con i fratelli
separati Anglicani in Laterano che con i fratelli separati
Lefebvriani…perché siamo “<i>Fratelli tutti</i>”…fuorché
quelli che celebrano il <i>Vetus Ordo Missae</i> e non appartengono
della FSSPX! </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">E
il discorso diventa: “<i>di fatto</i>” non li sanzionate, altri
sacerdoti che vogliono celebrare il rito tradizionale capiranno da
soli che, nelle diocesi sarà spesso un “<i>no</i>”, ma alla
Fraternità San Pio X li lascerò ben tranquilli…e gli darò quel
che gli fa comodo. “<i>Di fatto</i>”, un po’ come quando - “<i>di
fatto</i>” - concedo il Laterano ai Protestanti e ai Copti…“<i>di
fatto</i>”.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Francesco
su questo punto è stato chiaro, noi dobbiamo solo « e</span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>vangelizzare
</i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">»
non « </span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>fare
proselitismo </i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">»
perché « </span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>il
nostro annuncio missionario non è proselitismo, io sottolineo tanto
questo, ma condivisione di un incontro personale – </i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">“se
tu vuoi, il Signore è così, questa è la vita…”,</span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>
ma non proselitismo</i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">».
Il sinistro discorso dell’ “antiproselitismo”, che già aveva
allarmato nel primo anno bergogliano (vedi </span></span><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2022/02/lettera-aperta-al-cardinale-maradiaga.html" target="_blank"><span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="color: #ffa400; font-size: small;"><i>Lettera
aperta al Card. Maradiga</i></span></span></span></a><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">)
ritorna ancora, ed in modo da confermare appieno quelle
preoccupazioni.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">E’
evidente che in questa prospettiva non di chiarezza, non di verità,
non di appartenenza visibile alla Chiesa, ma solo di generico «
<i>incontro personale </i>», le chiese (intese come edifici) vanno
date di preferenza ai separati dalla Chiesa, vedi agli Anglicani, ai
Copti e - perché no? - anche alla Fraternità San Pio X. In fondo si
tratta giusto di « <i>una destinazione da trovare insieme </i>» in
nome della « <i>libertà religiosa</i>».</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Però
non si devono appoggiare quei gruppi di cattolici « <i>divisivi </i>»
(da quale pulpito…) che - rimanendo sottomessi visibilmente
all’autorità romana - rammentano al contrario che c’è bisogno
di conversione per Anglicani e Copti, e c’è bisogno, per la
Fraternità San Pio X, quantomeno di verità, chiarezza e correzione
di certe derive.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Lo
ha capito bene il Vescovo di A., il quale ha chiuso un centro di
Messa tradizionale (che tra l’altro anche per paura della sanzioni
era già ben allineato sotto tutti gli aspetti dottrinali e
liturgici) e ha detto : « <i>se fossero stati scismatici come la
San Pio X o come gli ortodossi sarebbe andato bene, ma il fatto è
che vogliono essere cattolici e portano avanti la Messa antica
rimanendo nella Chiesa, questo è inaccettabile </i>». Pochi mesi
dopo e a pochi chilometri, apriva un centro di Messa della Fraternità
San Pio X. <i>Ut unum sint </i>? Strana <i>Unità dei cristiani</i>...</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">A
noi sembra tutto molto chiaro: la politica è <i>spingere fuori</i>
tutti quelli che aderiscono al <i>Vetus Ordo Missae</i>. E daranno,
anzi già danno, le chiese anche ai “fratelli separati” (a Vienna
ad esempio è già stata donata gratuitamente da Francesco - con
tanto di passaggio di proprietà! - una delle più belle e antiche
chiese del centro alla Fraternità San Pio X), trattando tutti da
“chiese sorelle federate”, gli Anglicani col loro rito, i Copti
col loro rito, la Chiesa Lefebvriana col suo rito. </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Così
si spiega <i>Traditionis Custodes</i> e le sue restrizioni contro la
Messa tradizionale solo se detta da chi è sottomesso all’autorità,
a fronte delle straordinarie concessioni alla Comunità San Pio X. Ed
è la stessa situazione dolorosissima che vivono i cattolici di rito
orientale uniti a Roma, già definiti «<i>ostacolo all’ecumenismo
</i>», perché con coerenza e sacrificio scelsero in passato la
fedeltà a Roma<span style="color: red;"> </span>a prezzo di
persecuzioni, e che il nuovo corso ecclesiale tratta da « <i>ostacolo
</i>» per la realizzazione del (falso) ecumenismo. Quello senza
verità. </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Il
Vaticano di fatto ha finora trattato meglio gli scismatici che i suoi
figli, se qualcuno dubitasse chieda ai sacerdoti cattolici orientali
della Siria...</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">E’
lo stesso che avviene accogliendo gli Anglicani in Laterano,
demolendo di fatto l’atto di Benedetto XVI che, pur non esente da
contraddizioni, con <i>Anglicanorum coetibus</i> ha creato una
struttura per favorire il ritorno degli Anglicani all’Unità
Cattolica. </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Ed
è lo stesso che sta avvenendo perseguitando i cattolici fedeli a
Roma che celebrano la Messa tradizionale per favorire un “accordo
pratico-utilitaristico”, molto politico - ma senza verità e
chiarezza - tra Bergoglio e la Fraternità San Pio X.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br />
<br />
</p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b>Don
Stefano Carusi</b></span></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b><br /></b></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b><br /></b></span></p><p align="justify" class="sdfootnote"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a><span style="font-family: Times New Roman, serif;">
Franca Giansoldati, </span><a href="https://www.ilmessaggero.it/vaticano/anglicani_preti_chiesa_laterano_papa_francesco_vaticano_ecumenismo-7355962.html"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Vescovo
anglicano dice messa al Laterano e siede sullo scranno del Papa,
l’equivoco che imbarazza Bergoglio</i></span></a><span style="font-family: Times New Roman, serif;">,
“</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Il Messaggero</i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">”,
20 aprile 2023.</span></p>
<p></p>
<div id="sdfootnote2"><p align="justify" class="sdfootnote"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a><span style="font-family: Times New Roman, serif;">
</span><a href="http://www.christianunity.va/content/unitacristiani/it/dialoghi/sezione-orientale/chiese-ortodosse-orientali/relazioni-bilaterali/patriarcato-copto-ortodosso-degitto/la-chiesa-cattolica-e-la-chiesa-copta-ortodossa---documenti--1970/Visita-a-Roma-di-Sua-Santita-Tawadros-II-Papa-di-Alessandria-e-Patriarca-della-Sede-di-San-Marco/Liturgia-eucaristica-di-Sua-Santita-Tawadros-II-a-S-Giovanni-in-Laterano/address-of-cardinal-koch.html"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Saluto
di S. Ecc. Mons. Brian Farrell a Sua Santità Tawadros e ai fedeli
della Chiesa Copta Ortodossa</i></span></a><span style="font-family: Times New Roman, serif;">,
San Giovanni In Laterano, 14 maggio 2023.</span></p>
</div>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-28321480133017684822023-05-13T19:58:00.001+02:002023-05-17T20:06:02.825+02:00Il vero motivo per cui la Messa tradizionale è “problematica”<p><span style="color: #ffa400; font-family: georgia;"><b>Detto concisamente da fonte
autorevolissima</b></span></p><p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">13 maggio 2023, <i>San Roberto Bellarmino
e Madonna di Fatima</i></span></p><p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i><br /></i></span></p><p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiqqNu17XVK2yxDK6j0Abe6uPpPDDxZ9QeXStEfkWoUFFFIPdeG5zjFcGdU5WC4Bj10EJ1FkPc0PB-njMI9BFPl9xn4iISqCjfD81BWZUEP2_rMOMmK4QPKMNzhfEesB79SIhV3PslqoZPQ33qpM8kjuNQCrZs101ToUW8gbQbl-2YlVACayQZK7VUKA/s1280/DSC_0371.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="848" data-original-width="1280" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiqqNu17XVK2yxDK6j0Abe6uPpPDDxZ9QeXStEfkWoUFFFIPdeG5zjFcGdU5WC4Bj10EJ1FkPc0PB-njMI9BFPl9xn4iISqCjfD81BWZUEP2_rMOMmK4QPKMNzhfEesB79SIhV3PslqoZPQ33qpM8kjuNQCrZs101ToUW8gbQbl-2YlVACayQZK7VUKA/w400-h265/DSC_0371.jpeg" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: Georgia, serif;"><br /><i><br /></i></span><p></p><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">«Nella concreta attuazione della riforma
liturgica, le tesi di Lutero hanno silenziosamente giocato un certo
ruolo, cosicché in alcuni ambienti si è potuto sostenere che il
decreto del Concilio di Trento sul sacrificio della Messa fosse stato
tacitamente abrogato. La durezza dell’opposizione contro
l’ammissibilità dell’antica liturgia in parte si basava
certamente anche sul fatto che in essa si vedeva operare una
concezione non più accettabile di sacrificio ed espiazione».</span></p><p align="center" style="margin-bottom: 0.35cm;"> <span style="font-family: Georgia, serif;">(Sua
Santità Benedetto XVI, pag. 98 dell’edizione italiana del libro
postumo)</span></p><p align="center" style="margin-bottom: 0.35cm;"><br />
<br />
</p><p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;">
</p><p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i><b>Comunità
San Gregorio Magno</b></i></span></p><p><span style="color: #ffa400; font-family: georgia;"><b></b></span></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-12321320261105660882023-03-25T21:31:00.012+01:002023-03-31T21:44:40.051+02:00Lo Stato Pontificio e i corpi intermedi (Terza ed Ultima Parte)<p><b style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt;"><span style="color: #ffa400;">Gli
Usi Civici, le Comunanze agrarie, le Confraternite</span></b></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br />
</p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">25
marzo 2023, </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Annunciazione
della Beata Vergine Maria</i></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVBIaa3-GbzKvs8skARxlW8WcZ0Nwwn8u2bCkI_YpyrCCHBn2fA-Rx3BeaVTVEsrG1Mc2m08JhsXPCLw6uHtOvRNHteNb1th8V7f38KhtiplgzVUfdcpxv8WpMkl2YIV56f0NmYsewSXe7B3RO9mtSj_4Iw5ThESbNE5EgUMINdQ2TspU7I-jFt_sRkw/s576/2.-1-576x392.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="392" data-original-width="576" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVBIaa3-GbzKvs8skARxlW8WcZ0Nwwn8u2bCkI_YpyrCCHBn2fA-Rx3BeaVTVEsrG1Mc2m08JhsXPCLw6uHtOvRNHteNb1th8V7f38KhtiplgzVUfdcpxv8WpMkl2YIV56f0NmYsewSXe7B3RO9mtSj_4Iw5ThESbNE5EgUMINdQ2TspU7I-jFt_sRkw/w400-h272/2.-1-576x392.png" width="400" /></a></span></span></span></span></span></div><span style="color: black;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></span></span></span><p></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="letter-spacing: normal;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Qui
la </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="background: transparent;"><a href="https://disputationes-theologicae.blogspot.com/2022/09/la-disgregazione-mondialista.html" target="_blank">Prima</a>
e la <a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2022/11/lo-stato-pontificio-e-i-corpi-intermedi.html" target="_blank">Seconda</a> Parte</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><b style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;"><br /></b></p><p align="justify" style="font-style: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;">
<b style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;">Gli
Usi civici e le Comunanze agrarie, tutela dei poveri</b></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nel
multiforme panorama, offerto dallo Stato Pontificio, la ripartizione
della proprietà terriera aveva molti tratti in comune con
contemporanee amministrazioni </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">d’</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Ancien
Régime,</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
ma, date le peculiarità del territorio, mostrava in alcuni casi
sviluppi singolari.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nello
studio dell’organizzazione degli usi civici e delle terre di
proprietà collettiva bisogna osservare che una trattazione generale
si rivela riduttiva, le citate diversità ambientali avevano sortito
un adattamento degli usi alla geografia.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Tutto
il territorio dello Stato Pontificio vedeva il riconoscimento del
diritto a possedere collettivamente; ampie estensioni di terra
venivano godute da tutti gli abitanti della comunità, vi
esercitavano il diritto di pascere, di fare legna, in alcuni casi di
seminare per il fabbisogno familiare. Questa particolare forma di
conduzione agraria doveva la sua esistenza alla necessità di
tutelare 1’esistenza dei poveri. Permetteva, in una società
agricola, ai nullatenenti di sopravvivere, di possedere piccole
greggi o qualche armento da pascere nelle terre comuni, di scaldarsi,
di cucinare e di fabbricare con il legname delle selve pubbliche, di
cacciare e pescare in monti e laghi non soggetti ad una legislazione
solo privatistica dei beni.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nel
tracciare la storia di questi diritti alcuni ne fanno risalire
l’origine alla cultura feudale, altri si spingono a ricollegarli
alle transumanze delle greggi dei popoli dell’Italia preromana; ma
l’ipotesi più ragionevole appare la più ovvia, tenuta </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">ab
antiquo</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
e formulata dal Cardinal Giovanni Battista de Luca</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
agli inizi dell’Ottocento: la ragion d’essere dell’esistenza
delle proprietà comuni, accanto a quelle private, è insita nel
diritto naturale e ha origini remote, da quando gli uomini nella
notte dei tempi avvertirono il bisogno della proprietà privata, ma
riconobbero la necessità di un uso collettivo di alcuni beni. La
concezione del Cardinale si sposa con la dottrina cristiana sulle
ricchezze, donate da Dio agli uomini per vivere e prosperare, ma non
perché pochi se ne impadroniscano in un uso a proprio esclusivo
vantaggio.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">I
primi documenti, che attestano l’esistenza di beni comuni nello
Stato della Chiesa, fanno riferimento al sec XIII, riguardano Sezze,
Perugia, Orvieto; a Velletri l’emergere delle strutture del Comune
è testimoniato dalla presenza dei </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">“procuratores
silvae</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">”
che amministrano le foreste comunali</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
Dall’altro versante dello Stato, a Bolognola e Visso,
nell’Appennino umbro-marchigiano, la proprietà collettiva, nel
caso del primo centro attestata da un documento del 1353</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote3sym" name="sdfootnote3anc"><sup>3</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">,
« copre fino al 70 </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">%</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
del territorio comunale, costituito da foreste e pascoli;
l’allevamento degli ovini e lo sfruttamento dei boschi, che
rappresentano la risorsa principale delle popolazioni montanare, si
basano essenzialmente sulla proprietà collettiva »</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote4sym" name="sdfootnote4anc"><sup>4</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">;
questo tipo di sfruttamento è diffuso in molte località dell’Italia
centrale e permette ai meno abbienti un diffuso allevamento ovino e
suino</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote5sym" name="sdfootnote5anc"><sup>5</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
Spesso lo sfruttamento regolamentato di queste risorse è alla base
della nascita di una coscienza di comunità, che investirà anche
abitati di dimensioni modestissime e concorrerà alla nascita di
nuovi comuni.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><a name='more'></a><p></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">In
gran parte delle paludi pontine la pesca viene effettuata in stagni e
corsi d’acqua di proprietà comunale; allo stesso modo il diritto
di cacciare su terreni pubblici offre la possibilità di catturare
grossa selvaggina nelle foreste e uccelli acquatici nei laghi</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote6sym" name="sdfootnote6anc"><sup>6</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">A</span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">ccanto
alla proprietà collettiva permangono fino all’età moderna anche i
cosiddetti </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>usi
civici</i></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">;
essi prevedevano, secondo il de Luca, che alcune comunità o il
barone esercitassero lo </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">ius
pascendi,</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
in determinati periodi dell’anno su fondi di proprietà privata. In
alcuni casi l’origine di questi diritti poteva rimontare all’epoca
della cessione da parte della Comunità o del feudatario di porzioni
di terreno, riservandosi però la facoltà di pascolare e far legna.
Nel caso il cedente fosse stato la Comunità, a godere dei privilegi
conservati erano tutti gli abitanti, erano questi i cosiddetti
pascoli </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">“de
jure dominii”.</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
Nel caso dei pascoli </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">“de
jure cessionis</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">”
era un privato che aveva ceduto il diritto di pascolo alla Comunità,
che poi lo devolveva ai suoi membri. Il caso più rilevante tuttavia
era costituito dai pascoli </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">“de
jure civico o consuetudinario”</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
che risalivano ad una tradizione immemorabile, gli abitanti delle
Comunità avevano il diritto di pascolare il bestiame in terre dei
privati, dei baroni, comunali, aperte (non recintate), non coltivate;
il diritto in alcuni casi era esteso ai terreni dopo il raccolto,
dopo la falciatura del fieno e nei boschi quando fossero passati tre
anni dal taglio</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote7sym" name="sdfootnote7anc"><sup>7</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Secondo
Antonio Coppi, nei suoi scritti del 1842, gli usi civici (lo </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">ius
pascendi)</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
investivano nello Stato della Chiesa intorno alle 300000 rubbie di
terra (circa 554000 ettari) pari a circa il 13,27% dell’intero
territorio; ma la situazione era molto più marcata nel Lazio dove,
secondo i dati del Nicolaj (i dati sono dei primi dell’Ottocento),
nella delegazione di Frosinone il fenomeno interessava circa il 43%
del territorio, nella delegazione di Viterbo oltre il 50%, ma entro i
confini comunali di Bagnaia, Barbarano Romano, Bieda, Vetralla e
Viterbo si oltrepassava l’85% che diventava il 97,8% per il solo
Capoluogo</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote8sym" name="sdfootnote8anc"><sup>8</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nelle
Marche, poco dopo il tramonto del Governo Pontificio, si conteranno
351 Comunanze agrarie e 22359 terreni a dominio collettivo</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote9sym" name="sdfootnote9anc"><sup>9</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">A
gestire precedenze e assegnazioni erano in molti casi preposte delle
associazioni agrarie, che difendevano e regolamentavano i diritti
acquisiti con appositi statuti, andavano sotto i nomi di Comunanze,
Comunità, Università. Erano queste istituzioni a garantire che il
paesaggio agrario non si tramutasse in un brulichio di armenti, a
evitare soprusi e sopraffazioni e soprattutto a difendere
accanitamente un uso, che permetteva di sfamare migliaia di bocche,
favorendo il sorgere di un senso di appartenenza e di tutela del bene
comune di un territorio.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nei
secoli XVIII-XIX, sull’onda delle nuove teorie illuministiche e
liberali sull’economia, si fece strada l’idea dell’abolizione
degli usi civici, a vantaggio del godimento esclusivo del
proprietario</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote10sym" name="sdfootnote10anc"><sup>10</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
Nello Stato della Chiesa le novità si limitarono a stimolare un
dibattito e indussero Pio VII a varare delle riforme nel campo
dell’agricoltura e del commercio dei grani; Papa Chiaramonti,
nell’affrontare l’argomento, agì sempre con la prudenza
necessaria nei cambiamenti, per non correre il rischio, disse il
contemporaneo Duca Odescalchi, « di variare un sistema secondo il
quale già da tanto tempo pacificamente si regola la coltivazione
delle province suburbane, e di spogliare molte comunità e molti
baroni di un diritto, forse nocivo al ben pubblico, ma che essi hanno
acquistato nelle maniere le più legali o dal principe o da chi prima
di loro lo godeva »</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote11sym" name="sdfootnote11anc"><sup>11</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
Il Petronio commenta: « in questo modo si cercava di coniugare
insieme rinnovamento e conservazione, esigenze produttivistiche e
garanzia degli assetti costituiti »</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote12sym" name="sdfootnote12anc"><sup>12</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nella
prospettiva di incoraggiare una più intensa coltivazione
cerealicola, in terre ad essa vocate, andava la </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Notificazione</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
del 1849, ma anche questo provvedimento, moderatamente innovativo (la
cui applicazione, oltre ad essere facoltativa, non penalizzava
eccessivamente le comunità, garantendo ai fruitori degli usi civici,
corrispettivi in terreno a risarcimento di quanto perdevano)</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote13sym" name="sdfootnote13anc"><sup>13</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">,
non sortì grandi effetti se nel 1884, dopo una statistica nei
territori ex pontifici, la situazione parve, secondo l’opinione di
un ministro liberale, sconfortante</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote14sym" name="sdfootnote14anc"><sup>14</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Per
analizzare il fenomeno bisogna valutare che il Governo Pontificio era
stato estremamente sensibile alle rimostranze delle popolazioni e
quando, come in questo caso, le associazioni dei contadini delle
comunità avevano fatto appello alla benevolenza pontificia, perché
fosse rivista la legge, il Papa ne aveva rallentato l’applicazione
« al timore che le popolazioni rurali venissero a trovarsi prive dei
mezzi di sussistenza minimi »</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote15sym" name="sdfootnote15anc"><sup>15</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
A confermare l’analisi è, nel 1887, il deputato Giovanni Zucconi
sicuramente non sospettabile di simpatie papaline</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote16sym" name="sdfootnote16anc"><sup>16</sup></a></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">A
farsi di certo meno scrupoli e a dare uno scossone a usanze di
secoli, ci pensarono i Parlamentari Italiani dopo l’Unità: le
istanze del capitalismo liberale di fine Ottocento scardinarono
l’assetto agrario e sociale dei territori non più pontifici.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Il
27 aprile 1888 si approvò una legge che si rivelò « fallimentare e
dannosa (“legge di classe perché a tutto vantaggio </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">dei
proprietari”...) e suscitò</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
violente reazioni contadine a causa degli indennizzi troppo bassi,
quasi mai concessi in terreni, e per la non prevista possibilità di
affrancazione a favore degli utenti »</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote17sym" name="sdfootnote17anc"><sup>17</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
Degli antichi usi civici si mantenevano solo delle modeste reliquie,
in compenso si esasperava il disagio sociale</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote18sym" name="sdfootnote18anc"><sup>18</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">,
creando di fatto un terreno favorevole all’emigrazione e al
nascente social-comunismo.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">In
Parlamento, in difesa dei meno fortunati, si era persino levata la
voce dell’onorevole Franchetti. Egli, il 15 dicembre 1887, si
infervorò in difesa dei diritti delle associazioni agrarie e si
scagliò contro i suoi colleghi dicendo che la « scuola economica
classica (...), ferma alla sua unica distinzione fra capitalisti e
lavorator i»</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote19sym" name="sdfootnote19anc"><sup>19</sup></a></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
provava - riferiscono gli Atti parlamentari - « un’antipatia
istintiva per enti ibridi, come le università degli utenti, nelle
quali l’individuo sparisce ed il cui scopo è assicurare un
beneficio ad una categoria di persone come tale » e nella disperata
difesa di quelle “Corporazioni dei poveri” affermò: « è una
vera spogliazione quella che voi consumate con questa legge: voi
potete bensì trovar modo di indennizzare i singoli utenti come
individui, ma come classe essi rimangono spogliati; si tratta di una
categoria di persone che con i mezzi ordinari non ha modo di
nutrirsi, che trova in questa ricchezza comune del paese un
supplemento di mezzi di sussistenza, che le impedisce di morire di
fame. Voi le togliete questo beneficio e togliendolo non le date
nulla in corrispettivo. E quando anche voi abbiate compensato gli
attuali utenti dei diritti che abolite, avrete creato per le
generazioni future una classe di proletari che adesso </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">non
esiste »</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote20sym" name="sdfootnote20anc"><sup>20</sup></a></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br /></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span><span lang="it-IT"><span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span><b>I
Sodalizi dell’Urbe a difesa delle categorie sociali</b></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant-alternates: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span><span lang="it-IT"><span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span> .</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Le
vie di Roma e le piazze, risparmiate dalle demolizioni postunitarie e
del Ventennio, sono ancora oggi testimoni di una realtà sociale che
si esprimeva anche nell’urbanistica. I palazzi dei principi romani
si confondono con le casupole dei popolani, intervallati spesso da
una cappella o un oratorio dove persone di ogni estrazione si
trovavano in date e scadenze particolari per solennizzare una
festività, per celebrare il patrono celeste di una categoria di
lavoratori, per assistere spiritualmente ed economicamente poveri,
carcerati e condannati a morte o per ricordare una data importante
che riportava alla mente la patria lontana.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Le
confraternite erano numerosissime, potevano essere associazioni di
connazionali o di mestiere, dedite a pratiche di pietà o di
assistenza, talora caratterizzate da un autentico spirito di corpo
che, nel temperamento romano, si tramutava anche in innocente
rivalità. Tutti, nobili e plebei, ecclesiastici e bottegai potevano
indossare una eguale divisa e un unico emblema, distinti soltanto dai
segni delle cariche da ciascuno ricoperte all’interno del
sodalizio.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Tracciare
la storia di tutte le confraternite romane è arduo lavoro, ma
accennare alla loro attività è importante per comprendere la
quotidianità di un mondo, che si esprimeva nella coralità di un
popolo.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Le
teorie sull’origine delle confraternite sono discordi, chi le fa
risalire agli albori della civiltà, chi ne colloca i primi vagiti al
termine dell’ epoca apostolica, chi ne associa la nascita ai
</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">collegia
funeraticia</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
(associazioni riconosciute dall’autorità romana che, in quanto
proprietarie dei sepolcri, garantivano ai propri iscritti il diritto
ad una sepoltura privata), chi ritiene sia ragionevole parlarne solo
a partire dal Medioevo inoltrato.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Raramente
si nega la loro attività in ambito caritativo e assistenziale, ma
sovente si misconosce o si ignora la funzione di tutela giuridica e
amministrativa rivolta a categorie sociali o nazionali. L’importanza
che esse ebbero in antico regime non ha attratto l’interesse degli
storici come meriterebbe, anche perché quella che era spesso una
caritatevole influenza presso i potenti più che un’ingerenza
nell’amministrazione, per sua natura lascia minor traccia negli
archivi.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Non
va dimenticato con quanta irruenza si manifestò l’ascendente di
queste corporazioni sulla scena politica romana alla morte di Cola di
Rienzo nel 1354. Roma era precipitata nelle lotte civili, che
vedevano protagonisti i membri del baronato; con una risolutezza
esemplare intervennero i membri della Compagnia dei Raccomandati
della Santa Vergine che, forti di un consenso e una stima
incondizionata da parte del popolo romano, pacificarono la città,
imponendo come Governatore del Campidoglio Giovanni Cerrone e
sottoponendo al Papa (allora ad Avignone) la ratifica della nomina</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote21sym" name="sdfootnote21anc"><sup>21</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Queste
aggregazioni ebbero sempre la considerazione della popolazione, e nei
momenti più gravi, forti di quel menzionato spirito di corpo, fecero
pesare la propria influenza sui potenti di turno, costituendo, nei
momenti di smarrimento e disordine, un forte richiamo alla concordia
cittadina. Ad ulteriore conferma dell’importanza del ruolo
ricoperto negli stati cattolici d’antico regime, si ricorderà che
le confraternite condivisero, costantemente, insieme agli Ordini
Religiosi, l’odio dei rivoluzionari, i nemici del trono e
dell’altare individuarono sempre in entrambi un pericoloso nemico;
ovunque arrivassero illuministi o giacobini in erba, fossero nella
Toscana Leopoldina o nella Francia del Terrore, si assisté ad una
persecuzione contro i sodalizi, fatti oggetto di un livore che si
riserva solo ai peggiori avversari.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nella
Roma papale l’aggregazione confraternitale era tanto rilevante da
raccogliere e tutelare sotto lo stesso vessillo tutti coloro che
immigravano nella capitale della Cristianità dalle varie parti del
mondo. Le cosiddette confraternite nazionali permettevano, a chi
aveva una comune provenienza, di festeggiare ricorrenze
particolarmente care con i propri conterranei, di osservare le
proprie tradizioni e, nella città del latino, di mantenere l’uso
della propria lingua.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nacquero
allora l’Arciconfraternita dei Santi Ambrogio e Carlo dei Lombardi
ma distinti dai Bergamaschi</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote22sym" name="sdfootnote22anc"><sup>22</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
o quella di S. Girolamo degli Schiavoni che proteggeva gli esuli
slavi dell’invasione turca; si svilupparono quelle di S. Andrea dei
Borgognoni, di S. Giuliano dei Belgi, di S. Ivo dei Bretoni, del
Santissimo Sudario dei Piemontesi, dello Spirito Santo dei
Napoletani, prosperarono quelle dei Lucchesi, dei Siciliani, degli
Spagnoli.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Le
franchigie concesse giungevano al punto che un condannato a morte
forestiero, poteva far ricorso al sodalizio della propria nazione,
perché quest’ ultimo si interessasse di procurare la grazia; la
confraternita di San Benedetto e Santa Scolastica « sorta per
utilità dei Nursini abitanti a Roma»</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote23sym" name="sdfootnote23anc"><sup>23</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
aveva il privilegio di liberare un condannato a morte originario
della diocesi umbra. Norcia giaceva peraltro in territori pontifici
ma, come detto nel capitolo precedente, le comunità dello stato
avevano un “trattamento diplomatico” simile a quello riservato ad
altri stati sovrani.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">I
Nursini non erano gli unici sudditi pontifici a godere del privilegio
di una confraternita nazionale: i Bolognesi si riunivano sotto la
protezione dei Ss. Petronio e Domenico, i Marchigiani invocavano la
Madonna di Loreto, i Casciani veneravano Santa Rita, i Camerinesi
avevano la chiesa dei Ss. Venanzio e Ansovino, sulle cui mura
campeggiava l’epigrafe </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nationis
Camertium</span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Le
confraternite avevano condiviso con le corporazioni medievali la
difesa delle prerogative di alcune categorie di lavoratori e, specie
nella capitale, ne avevano ereditato e sviluppato la funzione.
Pressoché tutti i mestieri avevano la propria aggregazione che
veniva affidata alla protezione di un Santo; i lavoratori erano così
uniti e difesi, coniugando pratiche di pietà a spirito di
appartenenza. Attivissime erano le Arciconfratemite di S. Maria della
Quercia dei Macellari, di S. Eligio dei Ferrari, o di S. Gregorio dei
Muratori, ma anche i mestieri meno diffusi vantavano un sodalizio,
come quello di S. Barbara dei Bombardieri, i cui membri, in uno stato
pacifico, erano più impegnati a salutare le processioni con salve di
cannone, che a sparare sugli eserciti; si distingueva anche la
Confraternita e Università della SS. Annunziata dei Cuochi e
Pasticceri, o la Confraternita degli Stampatori posta sotto la
protezione dei Dottori della Chiesa o quella dei Garzoni dei Sarti,
distinta da quella dei Sarti, o la Confraternita di Ss. Biagio e
Cecilia dei Materassai dove « coloro che al di fuori della
confraternita avevano posizione preminente, nell’ambito
dell’organizzazione gerarchica del sodalizio potevano trovarsi in
sott’ordine ad un dipendente della propria bottega »</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote24sym" name="sdfootnote24anc"><sup>24</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Non
mancavano le Università e Collegi dei Pollivendoli, dei Tessitori,
dei Maccaronai, dei Vaccinari, dei Pizzicaroli, degli Ortolani, dei
Sensali di ripa</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote25sym" name="sdfootnote25anc"><sup>25</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">,
dei Costruttori di barche, dei Pescivendoli o quella dei Pittori e
Scultori, poi divenuta Accademia di S. Luca, il tutto a dimostrare
come l’immagine di una Roma città di parassiti, vivesse solo nella
pubblicistica protestante.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">S.
Filippo Neri, “il terzo apostolo di Roma”, fondava nel 1536 un
sodalizio che si occupava dell’assistenza ai pellegrini giubilari:
l’Arciconfratemita della SS. Trinità dei Pellegrini e
Convalescenti. Nella sua sede del rione Regola, si vedevano Principi
e Cardinali lavare i piedi gonfi dei pellegrini, o mendicare pane e
vino pei poveri, a volto scoperto e senza cappuccio, come
straordinario esercizio di umiltà riservato ai primi cittadini di
Roma. Nel giubileo del 1575 l’Arciconfraternita ospitò 144913
pellegrini continuando a curare i suoi 21000 convalescenti, con
365000 pasti offerti, servivano a tavola il vincitore di Lepanto
principe Marc’Antonio Colonna e il Papa stesso. Si inaugurò una
gara di carità tra la nobiltà romana e nel 1649 il principe
Ludovisi diede « trattamento pubblico a 12.000 donne »</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote26sym" name="sdfootnote26anc"><sup>26</sup></a></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
Di attenzioni speciali godevano i pellegrini provenienti dall’India,
dall’Armenia, dalla Siria, i quali dopo i disagi del lungo viaggio
trovavano nell’Urbe calorosa accoglienza.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Una
parte di quello che oggi viene definito “stato sociale” era a
carico delle Confraternite, che assolvevano egregiamente ai propri
compiti, se la capitale dello Stato Pontificio vantava un ospedale
ogni 9363 abitanti quando Londra ne aveva uno ogni 40737</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote27sym" name="sdfootnote27anc"><sup>27</sup></a></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">L’Arciconfraternita
dei Ss. Dodici Apostoli, amata da S. Ignazio di Loyola, aprì, per
volere del Cardinal Barberini, una farmacia che distribuiva farmaci a
quanti presentavano un certificato del parroco attestante la povertà.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Lo
Stato non disdegnava di cedere una fetta di sovranità, quando
lasciava che la gabella sulla legna e la tassa di bollo sulle carte
da gioco, venissero riscosse dagli amministratori della Confraternita
di S. Elisabetta, essa era responsabile della gestione del grande
ospedale di S. Sisto. Per sostenere le spese della struttura uno
zoppo girava per la Città appoggiato a un cieco, entrambi chiedevano
le elemosine e, ricevuto l’obolo, in una Roma cattolica ma non
ottusamente moralista, si porgeva all’oblatore una presa di tabacco
da fiuto su un bacile d’ argento</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote28sym" name="sdfootnote28anc"><sup>28</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">I
carcerati avevano per patrona l’Arciconfraternita di S. Girolamo
della Carità; recitano gli statuti: « per cura di tutti i carcerati
il sodalizio stipendi un medico un chirurgo un barbiere per medicarli
e soccorrerli nelle loro naturali malattie »; era compito dei
confratelli vigilare sulla qualità del vitto e sulla quantità di
carne somministrati ai detenuti, veniva nominato un prelato che,
senza intervento dei giudici, potesse far loro visita e portare le
confidenze della famiglia</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote29sym" name="sdfootnote29anc"><sup>29</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">La
confraternita dei Sacconi Rossi si occupava di recuperare i morti
annegati nel Tevere e di dar loro sepoltura a proprie spese,
condividendo la pia opera coi confratelli di S. Maria ad Orazione e
Morte; in occasione di una piena del fiume i confratelli giunsero
fino ad Ostia per raccogliere i corpi trascinati dalla corrente e
preservarli dall’oltraggio degli animali, ma, poiché i bisogni non
sono solo di ordine naturale, la Compagnia soccorreva anche le anime
di chi aveva trovato senza vita, facendo celebrare messe in suffragio
di quegli sconosciuti malcapitati.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Anche
per le confraternite, l’Unità d’Italia, fece suonare le campane
a morto. Il 18 febbraio 1890 un parlamentare diceva: « non perderò
molte parole riguardo alle confraternite e altre istituzioni
consimili. Non si può riconoscere un carattere di utilità pubblica
in enti che, salvo poche eccezioni, hanno per fine lo spettacolo di
funzioni religiose, causa ed effetto di fanatismo e di ignoranza, di
regolare il diritto di precedenza nelle processioni, di difendere le
prerogative di un’immagine contro un’altra, di stabilire il modo
e l’ora delle funzioni, di regolare il suono delle campane; lo
sparo dei mortaretti e via dicendo. Sono continui e gravi gli
inconvenienti di ordine morale, politico e sociale a cui esse danno
luogo nell’ esercizio della propria azione. Sono in una parola più
dannose che utili alla società »</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote30sym" name="sdfootnote30anc"><sup>30</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
La legge sulla soppressione fu approvata il 20 luglio 1890,
condannando 11707 Confraternite</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote31sym" name="sdfootnote31anc"><sup>31</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
Lo Stato cancellava l’impronta cattolica dalla pubblica assistenza,
si impadroniva di ospedali, chiese e arredi, disperdeva un patrimonio
artistico e storico di innegabile rilievo; Luigi Huetter, storico e
cantore di quella Roma che era stata condannata alla sparizione, in
merito alla soppressione di questi antichi sodalizi, scrisse: «
avevano avuto abilità e bellezza incontestabile. Dinanzi alla legge
avevano interpretato spesse volte il buon senso popolare. Contro la
bestemmia ed il delitto significavano preghiera, fede, sacrificio.
Nell’urto delle fazioni, di mezzo ai potenti oppressori, ritenevano
ogni classe sociale sotto un identico stendardo davanti il comune
altare. L’esteriorità stessa appariva consona a quei tempi. Quegli
incappucciati litanianti a lume di torcia facevano colpo sugli animi
semplici. Tutti piegavano il ginocchio davanti ai fratelli ignoti.
Questo arcano religioso in cui il dolore e la Morte prendevano parte
sì grande lasciava negli spiriti un po’ di dolcezza, faceva
balenare un viaggio di speranza. Ma la mentalità liberale tenne a
sostenere che, fossero buone o cattive le confraternite, i tempi
mutati ne reclamavano la scomparsa»</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote32sym" name="sdfootnote32anc"><sup>32</sup></a></span></span></sup><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<br />
<br />
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b>La
fine dello “Stato per corpi intermedi”</b></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Lo</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
Stato della Chiesa, “</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">odiato
e calunniato” quanto il suo ultimo Papa Re, formatosi nei secoli
quando le rovine di Roma erano ancora fumanti, disteso dal Po al
Liri, aveva dato a Roma la grandiosità delle basiliche e l’intimità
dei suoi rioni, alla porzione amministrata</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
del Belpaese</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">,
un paesaggio agrario e un reticolo di città ineguagliabile; giunto
al suo crepuscolo consegnava alla </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>nuova
Italia</i></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
le tradizioni comunali, che un’amministrazione centralista avrebbe
travolto e una società o</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">rdinata
“per corpi intermedi”, che aveva affascinato</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
i viaggiatori del </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Grand
Tour</span></span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
per la sua </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">armonia</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.
</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">All’ingresso
dei Bersaglieri è noto che</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
Roma rimase immobile, attonita, incredula. Dopo pochi giorni i nuovi
barbari, i “buzzurri” come verranno definiti </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">dal
popolo romano </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">i
liberali sopraggiunti, si avviavano a scalpellare gli stemmi
pontifici, a sventrare il centro storico,</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">a
demolire chiese e palazzi, a coprire l’antico tempio dell’Aracoeli
con la mole bianca del Vittoriano, perché lo sfondo prospettico di
Via del Corso non fosse un edificio cristiano. Sui ruderi della Roma
dei Cesari e sul tessuto urbano della Roma papale, si vagheggiava la
costruzione, di mazziniana memoria, della “terza Roma”, per
edificare la qua</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">le
bisognava produrre abbondanti</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
rovine.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">La
distruzione dell’antica concezione di sovranità non risparmiò
nessun aspetto del vivere comune; in passato nello Stato Pontificio,
l’imperativo era stato la costruzione della </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Civitas
Christiana,</span></span></span></span></i></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
nel rispetto delle preesistenze e dei diritti acquisiti, ora l’unico
credo era l’idolatria dello Stato.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-indent: 0.64cm;">
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">In
nome del cosiddetto bene pubblico i poteri dei governanti si
dilatavano a dismisura</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">,</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
i parlamentari si arrogavano il diritto di sopprimere gli Ordini
religiosi e Confraternite, di negar loro il diritto a possedere; le
esangui casse del governo italiano venivano ristorate con la rapina
dei beni della Chiesa</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
e dei poveri</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">;
le stesse tavole rinascimentali e le tele dei grandi maestri,
strappate dai loro luoghi d’origine, prendevano la via del mercato
antiquario, perché non testimoniassero in ogni angolo del Paese quel
secolare legame tra la religione</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
cattolica</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
e la committenza artistica, tra le autonomie locali e la passata
prosperità; il popolo doveva cambiare usi e tradizioni per regio
decreto: non più processioni o feste popolari ma solo ricorren</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">ze</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
di improbabili eroi risorgimentali. </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Così
si veniva imponendo lo “stato nuovo”, ovvero quello meglio
governabile dai despoti perché disorientato e senza radici.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;">
<br />
</p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b>Don
Stefano Carusi </b></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: small;"><b>
</b></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span>
</p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b><br /></b></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b><br /></b></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
<div id="sdfootnote1"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 0.64cm; text-indent: -0.64cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">M.
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Caffiero</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">L’erba
dei poveri. Comunità rurale e soppressione degli usi collettivi nel
Lazio (secoli XVIII-XIX)</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">,
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Roma
1982, pp.19 e sgg</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">.</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">
Il testo si segnala per il lavoro di ricerca svolto e per alcune
interessanti osservazioni di storia economica e sociale, tenendo
conto dell’orientamento dell’A. molto distante dal nostro. </span></span></span></span></span></span></span></span>
</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote2"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"> </span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">J.
C. Maire Vigueur</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Comuni
e Signorie in Umbria Marche e Lazio</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">cit.,
p. 332.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote3"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 0.64cm; text-indent: -0.64cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote3anc" name="sdfootnote3sym">3</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">A.A.
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Bittarelli,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">L’economia
integrata silvo-pastorale-boschivo-laniera nagli usi civici del 1353
e negli statuti del 1654 a Bolognola,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
in “Atti e memorie della deputazione di storia patria per le
Marche”, ser.VIII,IX, 1975 pp. 315 e ss.</span></i></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote4"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote4anc" name="sdfootnote4sym">4</a><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"> </span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">J.C.
Maire Vigueur</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Comuni
e Signorie in Umbria Marche e Lazio</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">cit.,
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">pp.
332-333.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote5"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote5anc" name="sdfootnote5sym">5</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Ivi,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">p.
333.</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote6"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote6anc" name="sdfootnote6sym">6</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Ivi,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">pp.
334, 335.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote7"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote7anc" name="sdfootnote7sym">7</a><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> M.
Caffiero, </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">cit.</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">pp.
19-20.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote8"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote8anc" name="sdfootnote8sym">8</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Ivi,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
pp. 20-21.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote9"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 0.64cm; text-indent: -0.64cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote9anc" name="sdfootnote9sym">9</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">M.
S. </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Corciulo</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Il
dibattito parlamentare sulla legge 24 giugno 1888</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">in</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><i>
</i></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">P.
Falaschi </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">(a
cura di) </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Usi
civici e proprietà collettive nel centenario della legge 24 giugno
1888,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
Atti del convegno in onore di Giovanni Zucconi (1845-1894), </span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Camerino
1991, p. 95.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote10"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote10anc" name="sdfootnote10sym">10</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> Dal
1776 nel Granducato di Toscana la legislazione leopoldina aveva
avviato un forte ridimensionamento degli usi</span></span></span></span></span></span></span></span>
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">civici
che proseguì anche nel secolo seguente. </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Cfr.
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L.
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Acrosso-G.
Rizzi, </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Codice
degli usi civici,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
Roma </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">1956,
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">pp.
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">533
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">sgg.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote11"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 0.64cm; text-indent: -0.64cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote11anc" name="sdfootnote11sym">11</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">B.
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Odescalchi,
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">in
ASRm (Archivio di Stato Sez. di Roma), Congregazione economica, 68/3
citato in U. </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Petronio,
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Qualche
spunto sulla questione demaniale in Italia prima della legge
Zucconi,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
in</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><i>
</i></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">P.
Falaschi </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">(a
cura di) U</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">si
civici e proprietà collettive nel centenario della legge 24 giugno
1888,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
Atti del convegno in onore di Giovanni Zucconi (1845-1894)</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
, cit., p. 68.</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></span></span>
</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote12"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote12anc" name="sdfootnote12sym">12</a><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> U.
Petronio,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">cit.</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
p. 68.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote13"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 0.64cm; text-indent: -0.64cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote13anc" name="sdfootnote13sym">13</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Cfr.
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Acrosso-Rizzi,
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">cit.</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
p. 496 e ss. Il testo può essere consultato anche per la
legislazione della Repubblica Romana in materia di usi civici, in
particolare per il decreto del 3 febbraio 1849; la più cauta
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Notificazione</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
di Pio IX è del 29 dicembre 1849.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote14"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 0.64cm; text-indent: -0.64cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote14anc" name="sdfootnote14sym">14</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Per
un’analisi della posizione di Bernardino Grimaldi, convinto
fautore dell’ abolizione degli usi civici e ministro dell’
agricoltura nel Governo Depretis, cfr. P. </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Grossi,
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Un
altro modo di possedere. L’emersione di forme alternative di
proprietà alla coscienza giuridica post-unitaria,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
Milano 1977, </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><i>passim</i></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
</span></span></span></span></span></span></span></span>
</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote15"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote15anc" name="sdfootnote15sym">15</a><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;"> </span></span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;">M.
S. Corciulo,</span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">
cit., p. 87.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote16"><p align="justify" class="sdfootnote-western"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote16anc" name="sdfootnote16sym">16</a><span style="font-size: xx-small;">
</span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;">P.
Falaschi </span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">(a
cura di), U</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">si
civici e proprietà collettive nel centenario della legge 24 giugno
1888,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
Atti del convegno in onore di Giovanni Zucconi (1845-1894)</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
, cit., </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><i>passim</i></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote17"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote17anc" name="sdfootnote17sym">17</a><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;"> M.
Caffiero</span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">L'erba
dei poveri,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
cit., p. 113, nota 50.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote18"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 0.64cm; text-indent: -0.64cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote18anc" name="sdfootnote18sym">18</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Sulla
situazione dei contadini nel </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Lazio
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">dopo
l’Unità</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,
cfr. </span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">A.
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Caracciolo</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Il
movimento contadino nel Lazio (1870 -1922)</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Roma
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">1952</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">;
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">G.
Pescosolido</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Usi
civici e proprietà collettive nel Lazio dalla Rivoluzione Francese
alla legislazione dello stato italiano</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
in “Nuovi Annali della Facoltà di Magistero dell’Università di
Messina”</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">,
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">5
(1987).</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote19"><p style="line-height: 0.31cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote19anc" name="sdfootnote19sym">19</a>
<span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">M.
S. Corciulo,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">cit.,
p. 93.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote20"><p align="justify" style="line-height: 0.31cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote20anc" name="sdfootnote20sym">20</a>
<span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Atti
parlamentari, Camera dei Deputati, Legisl. XVI, II sessione, 1886 -
87 citati in M. S. </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Corciulo,
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Il
dibattito parlamentare sulla legge del 24 giugno 1888,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
cit., pp. 93</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="color: black;">,
94.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote21"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 0.64cm; text-indent: -0.64cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote21anc" name="sdfootnote21sym">21</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Statuti
della Ven. Arciconfratemita del Gonfalone</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
tipografia poliglotta della S.C. di Propaganda Fide, Roma l888; cfr.
anche E. </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Dupré
Theseider, </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Roma
dal comune di popolo alla signoria pontificia, (1252-1377),</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
Istituto di studi romani, storia di Roma XI, Bologna 1952.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote22"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote22anc" name="sdfootnote22sym">22</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> I
Bergamaschi erano riuniti nella Confraternita dei Santi Bartolomeo e
Alessandro.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote23"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote23anc" name="sdfootnote23sym">23</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"> </span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">M.
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Maroni
Lumbroso, A. Martini,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Le
confraternite romane nelle loro chiese</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Roma
1963.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote24"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote24anc" name="sdfootnote24sym">24</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Ivi,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
pp.74-75.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote25"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 0.64cm; text-indent: -0.64cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote25anc" name="sdfootnote25sym">25</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Mediatori
nel commercio dei prodotti che giungevano a Roma per via fluviale;
si ricorda il rilievo economico dei porti tiberini di Ripetta e Ripa
Grande, entrambi scomparsi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio
del secolo seguente.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote26"><p align="justify" class="sdfootnote-western"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote26anc" name="sdfootnote26sym">26</a><span style="font-size: xx-small;">
</span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;">Cenni
storici sulla Ven. Arciconfraternita della SS Trinità de’
Pellegrini e Convalescenti di Roma,</span></span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;">
</span></span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;">Roma
tipografia F. Caputi,1917; </span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;">M.
Maroni-Lumbroso, A. Martini,</span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;">
</span></span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;">cit.,</span></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;">
</span></span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;">p.
427.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote27"><p class="sdfootnote-western"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote27anc" name="sdfootnote27sym">27</a>
<span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">V.
Faraoni, A. Mencucci, </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Vita
del venerabile Pio IX,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Roma
1952.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote28"><p style="line-height: 0.31cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote28anc" name="sdfootnote28sym">28</a><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> M.
Maroni Lumbroso, A. Martini</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><i>,</i></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">
cit.,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">pp.143,144.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote29"><p style="line-height: 0.31cm; margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote29anc" name="sdfootnote29sym">29</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Ivi,</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">pp.149-154. ,</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote30"><p style="margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 0.64cm; text-indent: -0.64cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote30anc" name="sdfootnote30sym">30</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">L.
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">Huetter,</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">
</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Le
Confraternite. Misteri e riti religiosi delle pie associazioni
laiche di Roma dalle origini a oggi</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">
(ristampa a cura di</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: small-caps;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
D. Paradisi</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-style: normal;">),
Roma 1994, pp.34-35.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote31"><p style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote31anc" name="sdfootnote31sym">31</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Ivi</span></i></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
p. 34.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote32"><p style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote32anc" name="sdfootnote32sym">32</a><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><i>Ivi</i></span></span></span></span></span></span></span></span><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span>,
p. 36.</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></p>
</div>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-78632197637813277772023-01-25T22:14:00.009+01:002023-02-22T11:04:37.881+01:00A proposito del Cardinal Ricard…<p> <b style="font-family: Georgia, serif;">E la sua vicinanza alla Massoneria?</b></p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">25 gennaio 2022, <i>Conversione di San
Paolo</i></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i><br /></i></span></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm; text-align: right;"><span style="font-family: Georgia, serif;"></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqc5JFXKDY0BDrq2UL9SW41qANYf7LWkp_NFb83W6NnBShfgBDC9W7zKp0a-094TDC_uzSWEygofCm3vtQiJt8kspTAcGv-v-Yuu98R6GX3GNi-7J79Dq6AAB-CXZr7xS8RMYzRTL3AjP1dXW2vAkqxHQYNNxzkYto6ugwsz_LbI82ESKC5tL08owCEA/s2202/IMG_20230127_203915.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2202" data-original-width="2139" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqc5JFXKDY0BDrq2UL9SW41qANYf7LWkp_NFb83W6NnBShfgBDC9W7zKp0a-094TDC_uzSWEygofCm3vtQiJt8kspTAcGv-v-Yuu98R6GX3GNi-7J79Dq6AAB-CXZr7xS8RMYzRTL3AjP1dXW2vAkqxHQYNNxzkYto6ugwsz_LbI82ESKC5tL08owCEA/w389-h400/IMG_20230127_203915.jpg" width="389" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Copertina di "<i>Franc-Maçonnerie magazine</i>" n. 26 sett.-ott. 2013</td></tr></tbody></table><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif;"></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span></div><p></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">La nostra rivista non è propensa a
correr dietro a certe morbosità della stampa su certe personali
debolezze del clero, sulle quali, qualora si appurasse fossero vere,
andrebbe maggiormente tenuta in considerazione la saggia posizione di
san Giovanni Bosco. Sollecitati tuttavia da un nostro lettore in
merito ad una vicenda passata ammessa dal Card. Jean-Pierre Ricard,
per anni influente Presidente della Conferenza Episcopale di Francia,
ci sembra sia doveroso fare una riflessione. Sappiamo che la stampa
mondano-massonica ama amplificare, demagogicamente, le vicende che
ruotano attorno al sesto comandamento e che, pur essendo
ultralibertina quando i protagonisti delle vicende sono altri, non
lascia certo che le vicende che investono il clero passino
inosservate. Recentemente ha imbrattato l’immagine della Chiesa di
Francia, attraversata anche da altri scandali il cui martellamento
mediatico supera di gran lunga la realtà.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Che siano aspetti, laddove non si
trattasse di menzogne, che hanno una loro reale intrinseca gravità
morale, è evidente. E’ anche vero che fino a quando qualcuno non
si incarica di diffonderli non comportano per forza di cose lo
scandalo pubblico… A questo proposito una reprimenda andrebbe fatta
anche a certo mondo mediatico cattolico o anche
“cattolico-tradizionalista” che appare succube di criteri mondani
e conformistici nel bearsi di scandali che investono certe autorità,
seppur di tendenza modernista. Il nostro punto di vista è che il
dibattito andrebbe mantenuto sul piano dottrinale, giacché
quell’altro è scivoloso e poi “che colui che sta in piedi si
guardi dal non cadere”…nessun ambiente essendo esente dalle
conseguenze del peccato originale ed essendo assai poco cavalleresco
impostare il livello del confronto su questo piano. Si aggiunga poi
che certe tematiche sono già ampiamente additate alla pubblica
riprovazione, mentre altrove regna l’oblio. </span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Purtroppo però il puritanesimo ipocrita
dei Protestanti e dell’imperante cultura anglo-sassone che ormai ci
domina, ha stravolto anche il modo di pensare di chi si crede di
mentalità tradizionale, mettendo al primo posto i peccati contro il
sesto comandamento (o meglio, alcuni dei peccati contro il sesto
comandamento), perché ormai nessuno crede più che ci siano peccati
contro la fede. Protestantesimo e cattolicesimo modernista infatti
con il loro soggettivismo pensano sia più grave un “<i>comportamento
inappropriato</i>” (sembra che, in realtà, sia questa l’accusa
al Cardinale) che non la negazione di una verità di fede. Anche
perché, se ognuno è libero di costruirsi la propria fede, tutti i
concetti ad essa legati sono relativi e soggettivi e di peccato
contro la fede non se ne può più nemmeno parlare. </span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;"><span></span></p><a name='more'></a><p></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;">E’ evidente, nella prospettiva
tradizionale cattolica, che gli atti contro il sesto comandamento
sono gravi, ma dovrebbe essere altrettanto evidente che i peccati
contro la fede sono gravissimi. E bisogna aggiungere che se il primo
si limita spesso a vicende private con scandalo circoscritto, il
secondo - specie nel clero o nell’alto clero - comporta quasi
sempre un aspetto di gravità pubblica, di scandalo generalizzato, di
corruzione del <i>depositum fidei</i>, che per un Cardinale è di
massima gravità. Tanto più che, mentre il primo può essere
imputato a debolezza, caduta o sorpresa, l’altro implica
generalmente premeditazione e riflessione. </span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Che queste distinzioni siano poco
accessibili ai tromboni della stampa liberal-massonica o che
deliberatamente essi si voltolino nel fango per far male alla Chiesa,
non meraviglia più di tanto. Meraviglia invece che il pettegolezzo
scandalistico riesca ad influenzare e addirittura a condizionare il
pensiero cattolico, magari sotto pretesto di “trasparenza” o alla
ricerca di un’utopica e mai esistita “impeccabilità del clero”,
ma infischiandosene vergognosamente dei principali problemi ovvero di
tutto ciò che attiene alla dottrina della fede.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">E’ così che si sono mosse - stimolate
dai giornali e dal pensiero dominante - le più alte autorità
ecclesiastiche, con una solerzia non certo usuale quando le materie
sono di altro ordine.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Ma dove stavano questi ecclesiastici
erettesi a giudici severissimi e a custodi inflessibili della morale
quando il Card. Ricard rivelava pubblicamente la sua partecipazione a
sedute massoniche? Da Cardinale in più ! Non stiamo parlando di un
errore da giovane sacerdote, sul quale - dopo decenni - avrebbe anche
avuto diritto al perdono e all’oblio, ma di uno scandalo pubblico
in materia gravissima, che comportava fino alla scomunica nel vecchio
codice di Diritto Canonico! </span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Ma vi è o no una gerarchia di peccati?
Vi sono peccati “gravi” e ve ne sono di “gravissimi”? E’
forse l’opinione pubblica la fonte di questa gerarchia? Di fatto ci
si scaglia solo contro i “gravi”, in più vecchi di cinquant’anni
e incerti, ma non si prendono provvedimenti per i “gravissimi”,
pubblici, recenti ed inequivocabili, ma per cui c’è il plauso dei
media, come la partecipazione ad una “<i>tenue blanche</i>” della
Massoneria. </span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">I peccati contro la fede, questi sì che
sono “gravissimi” per un prelato, con il loro aspetto
generalmente di maggiore premeditazione e di minore passionalità
rispetto alle altre debolezze meno controllabili. Ma soprattutto
perché investono un oggetto - la fede appunto - che è al vertice,
che è sommo, che è la ricchezza più preziosa da difendere nella
Chiesa. Quando Sua Em.za Rev.ma il Card. Ricard di recò ad una
“<i>tenue blanche</i>” della Massoneria - che secondo i Papi è
la Contro-Chiesa -, così come riportato da <i>Franc-Maçonerie
Magazine</i> (n. 26, sett.-ott. 2013, p. 22) e da noi denunciato con
scandalo nel <a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2014/02/la-segnatura-in-qualche-modo-ha.html" target="_blank">nostro articolo del 22 febbraio2014</a>, non ci consta che
il coro dei Vescovi di Francia o le autorità della Santa Sede si
siano mosse per fare giustizia e condannare il colpevole ad un’abiura
pubblica e ad un’altrettanto pubblica richiesta di scuse al popolo
scandalizzato, come invece hanno preteso e ottenuto per lo scandalo
emerso poco tempo fa.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Né possiamo tacere un interrogativo che
percorre il nostro spirito e come noi quello di alcuni lettori: ma
che necessità c’è di andare in loggia quando si è liberi da
condizionamenti? E’ sempre una scelta libera quella di frequentare
certi ambienti o talvolta è una “necessità” di rendersi amici
certi ambienti, che sono i primi ad essere al corrente di qualche
“errore di gioventù” di alcuni sacerdoti poi diventati Vescovi e
Cardinali o - sperando che i casi siano limitati - promossi a posti
di responsabilità proprio perché “controllabili”? Sarà forse
un caso, ma fu proprio al Card. Ricard che fu affidato il
determinante ruolo di “<i>Cardinal-Conseil</i>” in quello che
appariva un “commissariamento permanente” dell’IBP. Le sue
scelte, non solo su questo punto che conosciamo bene da vicino, ma
anche su molti altri delicati dossier della Chiesa di Francia, fino a
che punto saranno state libere?</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">Rispondiamo quindi ai nostri lettori
sottolineando più aspetti: la gravità della crisi nella Chiesa - e
purtroppo non solo in ambiente apertamente modernista - è tale per
cui i peccati contro la fede, che in casi gravi meriterebbero
l’immediata scomunica e la riduzione allo stato laicale, sono
ridotti a “sensibilità diverse” o al massimo a “iniziative
pastorali poco opportune”, ma non si vedono sanzioni e nemmeno
reprimende. I peccati contro il sesto comandamento ( o meglio “alcuni
di essi”), magari di moltissimi anni fa e anche se di dubbia
rilevanza come quelli sollevati contro il Card. Ricard, sono invece
diventati “imperdonabili” per decenni e sono gli unici sui quali
l’autorità ecclesiastica è diventata capace di scusarsi
pubblicamente, assoggettandosi ancor di più ai “padroni del
discorso” che gestiscono non solo i media, ma che indicano anche
alla Chiesa quali sono i peccati gravi da punire e quali siano i
peccati gravissimi da derubricare. </span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;">E’ il trionfo pieno del soggettivismo
nella fede. E nella morale. Nella fede, poiché rifiutando
l’oggettività dei dogmi da credersi, sposando l’immanentismo più
sfrontato e sminuendo l’importanza della materia dottrinale, non si
concepisce più la gravità di un peccato contro una verità rivelata
da Dio. Soggettivismo nella morale, poiché il nostro mondo è
diventato incapace di affrontare l’agire umano secondo una
gerarchia oggettiva di maggiore o minore gravità di un atto e
nell’analisi ci si lascia influenzare dal martellante attacco
mediatico, che ci sta spingendo verso un puritanesimo all’americana
e verso un indifferentismo modernista nelle verità di fede e nella
legge naturale. Questo sì che è grave, anzi gravissimo. Grida
vendetta al cospetto di Dio.</span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span></p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><b>La Redazione di </b><i><b>Disputationes
Theologicae</b></i></span></p></div><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.45cm; margin-top: 0.1cm; text-align: right;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><br /><i><br /></i></span></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-30159066288742082432022-12-31T17:09:00.014+01:002022-12-31T19:50:32.170+01:00In morte di Sua Santità Benedetto XVI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheCRQFLExsZiTA2ypB2v2aoZm5ge52mV29anT5q1rk1Ku7h3AlogS4ILGgv6bLq3PFQLCtcVqF-6233PQqbRGirF7M70d63IxY4bIFqtl2FL6Cw49gscbHiSrJBqjbdMdjNM2wvr-1rsF8cAOzIaWOevqZw5geDQetrWec4NBGxl0M8UMjiGQNr_2gtQ/s607/benedetto-xvi-elezione.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="408" data-original-width="607" height="269" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheCRQFLExsZiTA2ypB2v2aoZm5ge52mV29anT5q1rk1Ku7h3AlogS4ILGgv6bLq3PFQLCtcVqF-6233PQqbRGirF7M70d63IxY4bIFqtl2FL6Cw49gscbHiSrJBqjbdMdjNM2wvr-1rsF8cAOzIaWOevqZw5geDQetrWec4NBGxl0M8UMjiGQNr_2gtQ/w400-h269/benedetto-xvi-elezione.webp" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: right;"></p><p></p><p></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">All'annunzio
della morte di Sua Santità Benedetto XVI invitiamo i nostri lettori
a levare ferventi preghiere per la Santa Chiesa e alla recita del <i>De
Profundis</i> per il riposo della Sua anima.</span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>De
profùndis clamàvi ad te, Dòmine;</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Dòmine,
exàudi vocem meam.</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Fiant
àures tuae intendèntes</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>in
vocem deprecatiònis meae.</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><br />
</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Si
iniquitàtes observàveris, Dòmine,</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Dòmine,
quis sustinèbit?</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Quia
apud te propitiàtio est</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>et
propter legem tuam sustìnui te, Dòmine.</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><br />
</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Sustìnuit
ànima mea in verbo ejus,</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>speràvit
ànima mea in Dòmino.</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><br />
</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>A
custòdia matutìna usque ad noctem,</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>speret
Ìsraël in Dòmino,</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>quia
apud Dòminum misericòrdia,</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>et
copiòsa apud eum redèmptio.</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Et
ipse rèdimet Ìsraël</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>ex
òmnibus iniquitàtibus ejus.</i></span></span></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<p align="right" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><b>La
Redazione di <i>Disputationes Theologicae</i></b></span></span></p><br /><p></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-10940251353755009702022-11-18T21:04:00.018+01:002022-11-23T21:13:22.120+01:00Lo Stato Pontificio e i corpi intermedi (Seconda Parte)<p><span style="color: #ffa400;"> <i style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 10pt;"><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 10pt;"><span lang="it-IT"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>Città
e periferie pontificie: una sovranità mediata</b></span></span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="right" style="background: transparent; line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">18
novembre 2022, </span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></span><i><span style="font-variant: normal;"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="letter-spacing: normal;"><span lang="it-IT"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Dedicazione
delle Basiliche di S. Pietro e S. Paolo</span></span></span></span></span></span></span></span></span></span></i></span></span></p>
<p align="justify" style="background: transparent; line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;"><br /></p>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZnmqx7E1Y40L7BQHFr8MNhsGbmoeuP4kKvPkfpAlmYmTpwLz1DACOblMzciNr2T41xFgnN3NXgE-qss3iY5WynNObWb_c_40wx8H41W3BQ3vSO5RTQqZ7V324YNE8ObL_BF3Jq0CA1XirQqcnnOMhgWUzFsXxdCEP3EsGqzKnf4sTs41WuIbLg3W0KQ/s2400/0296.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1868" data-original-width="2400" height="311" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZnmqx7E1Y40L7BQHFr8MNhsGbmoeuP4kKvPkfpAlmYmTpwLz1DACOblMzciNr2T41xFgnN3NXgE-qss3iY5WynNObWb_c_40wx8H41W3BQ3vSO5RTQqZ7V324YNE8ObL_BF3Jq0CA1XirQqcnnOMhgWUzFsXxdCEP3EsGqzKnf4sTs41WuIbLg3W0KQ/w400-h311/0296.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><h3><span style="font-family: georgia; font-size: x-small; font-weight: normal;"><span style="background-color: white; text-align: -webkit-right;">Ambrogio Lorenzetti,</span><em style="background-color: white; text-align: -webkit-right;"> Allegoria del Buon Governo, </em></span><span style="font-family: georgia; font-size: x-small; font-weight: normal;">Sala dei Nove del Palazzo Pubblico, Siena </span></h3><h3><span style="font-family: georgia; font-size: x-small;"><span style="background-color: white; font-weight: normal; text-align: -webkit-right;">Parete Est (Effetti del Buon Governo in città e in campagna), le mura aperte di Siena, tra città e campagna.</span></span></h3><h3><span style="font-family: georgia;"><br /></span></h3><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;">Per leggere la <b>Prima Parte</b> cliccare <a href="https://disputationes-theologicae.blogspot.com/2022/09/la-disgregazione-mondialista.html" target="_blank">qui</a>.</p>
</span></div></td></tr></tbody></table><div><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Durante
i secoli XI-XIII si assisté al diffuso sorgere delle autonomie comunali, i cui
statuti ebbero quasi sempre il sopravvento sugli ordinamenti feudali. Giova
rammentare che la tradizione urbanocentrica dell’Italia non era mai venuta meno
e la densità di sedi vescovili, quindi di città, era particolarmente alta
proprio nell'Italia centrale<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[1]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.
</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;">N</span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">el periodo in questione i Papi non hanno il pieno controllo
del territorio e, grazie all’esercizio di una «autorità mediata attraverso
comunità e istituzioni giuridiche che insistono, a loro volta, sul territorio e
che hanno col potere centrale (...) rapporti molto diversificati implicanti
comunque una qualche misura di bilateralità»<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn2" name="_ftnref2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[2]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>, i
Comuni prosperano e si innesca «un processo di ricostruzione di una
territorialità imperniata sulla città, che non ha precisi termini di paragone
nelle altre aree d’Europa»<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn3" name="_ftnref3" style="mso-footnote-id: ftn3;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[3]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><o:p> </o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Il consolidamento
dello Stato ecclesiastico vedrà, per citare esempi significativi, l’impegno di
Gregorio VII, la risolutezza di Innocenzo III e di Bonifacio VIII, «ma gli
Stati cittadini - si constata - sono piuttosto inglobati negli stati regionali
che non sussunti e trasformati; gli ordinamenti territoriali di comunità di
valle, di centri minori, di signorie territoriali sono rispettati da un potere
politico centrale che ha un atteggiamento </span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">costatativo nei confronti</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> delle istituzioni assise sul territorio, prende atto della
loro esistenza, ne assume la tutela (“il sovrano tutore”)»<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn4" name="_ftnref4" style="mso-footnote-id: ftn4;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[4]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>. Nel
processo di rafforzamento degli Stati regionali non si sconvolge la geografia
politica preesistente, ma la si rispetta e le si riconosce una funzione
fondamentale, rispettando quell’idea di sovranità tipica del Medioevo, che cede
ai “corpi intermedi” ampi poteri: «nello Stato Pontificio la territorialità
delle città soggette (soggette ma ancora e sempre capitali provinciali, con
larghe competenze in ambito giurisdizionale e fiscale) mantiene un peso molto
rilevante, destinato a perdurare per molti aspetti sino alla fine dell’Ancien
Régime»<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn5" name="_ftnref5" style="mso-footnote-id: ftn5;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[5]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Nel
1309 ha inizio per la Chiesa il periodo della “cattività avignonese”. I Papi
nella residenza coatta di Avignone devono sottostare alla pesante tutela della
monarchia francese. Nelle maggiori città dell’Italia papale, sull’onda di una
prassi diffusa, a profittare della situazione saranno alcune famiglie. I domini
pontifici vedranno la fioritura di un numero straordinario di Signorie che a
vario titolo governeranno su territori di media estensione, improvvisandosi
despoti di provincia o protestandosi, in ricerca di legittimazione, feudatari
della Santa Sede. L’epoca signorile vedrà l’esasperazione dell’orgoglio delle
città egemoni; la fierezza dei Comuni aveva dilagato nei secoli precedenti
grazie alla tolleranza dei Pontefici, ora quei capoluoghi dall’esteso contado,
che avevano eretto austeri Palazzi Civici per le proprie piazze e svettanti
campanili per le proprie Cattedrali, si sentivano capitali a tutti gli effetti,
seconde solo all’Urbe, alla quale riconoscevano, in ambito temporale, un
primato quasi più d’onore che di fatto.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Nel
1353 giungeva nelle terre della Chiesa il cardinale Egidio d’Albornoz come
legato e vicario generale di Innocenzo IV; il compito del porporato era di
ricondurre all’obbedienza città e istituzioni che avevano eccessivamente
abusato della lontananza dei Papi; nell’arco di due anni il legato riuscì nella
straordinaria opera di portare al riconoscimento della supremazia pontificia nel
Patrimonio toscano, nel Ducato di Spoleto e nella Marca. Grande merito
dell’Albomoz e causa del suo rapido successo fu «un atteggiamento privo di
rigidezze dottrinali. Non esisteva un modello fisso di subordinazione comunale»<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn6" name="_ftnref6" style="mso-footnote-id: ftn6;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[6]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Nella
primavera 1357 il Cardinale volle la promulgazione delle </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Constitutiones </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Aegidianae</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">, «</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">rimaste in vigore, almeno in parte, nello Stato della
Chiesa sino al 1816»<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn7" name="_ftnref7" style="mso-footnote-id: ftn7;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[7]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>,
il cui spirito avrebbe permeato tutti i futuri rapporti tra potere centrale e
istituzioni periferiche. Le </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Constitutiones</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> codificarono un modello d’ordinamento amministrativo che,
nel lungo termine, avrebbe dato frutti abbondanti; il Cardinale non volle
interferire nelle varie forme di governo locale con le quali si imbatteva; in
assenza di precisi divieti o controindicazioni le differenziazioni, specie se
derivanti da tradizioni specifiche, non erano viste come elemento d’intralcio
al consolidamento dello Stato.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Leggendo
il testo, si constata che «</span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><i>le
laudabiles et antique consuetudines</i></span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">»<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn8" name="_ftnref8" style="mso-footnote-id: ftn8;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[8]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>
vennero affiancate alla legislazione albornoziana, a patto che non fossero «</span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><i>a jure prohibite</i></span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">»</span></span><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn9" name="_ftnref9" style="mso-footnote-id: ftn9;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[9]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Allo
stesso modo gli «</span></span><i><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">statuta
ordinamenta, decreta aut municipales </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">leges</span></span></i><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">»</span></span><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn10" name="_ftnref10" style="mso-footnote-id: ftn10;" title=""><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><sup><span style="color: windowtext; line-height: 115%;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><b><sup><span style="color: windowtext; font-size: 12pt; font-style: normal;"><span style="font-family: georgia;">[10]</span></span></sup></b></span><!--[endif]--></span></sup></span></a><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></sup></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">furono</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> accolti di buon grado, a patto che non fossero «</span></span><i><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">contra libertatem ecclesiasticam vel contra constitutiones
generales </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">nostras</span></span></i><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">»</span></span><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn11" name="_ftnref11" style="mso-footnote-id: ftn11;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-style: italic;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[11]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Veniva
sanzionato il principio del rispetto degli usi locali e delle tradizioni, alla condizione
che non andassero a ledere i diritti della Chiesa.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> <span></span></o:p></span></p><a name='more'></a><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Per
quel che concerne l’organizzazione interna dei comuni, va notato che è
pressoché impossibile fornire un quadro unitario della situazione nei domini
pontifici, proprio in virtù della prassi suesposta, perché le realtà
amministrative, lungi dall’essere imposte dall’alto, si forgiarono a seconda
delle caratteristiche geografiche e insediative, e variarono a seconda dei
momenti storici; si avevano forme di democrazia diretta, di governo
aristocratico, di partecipazione mista “borghese” e nobiliare, di legislazione
antimagnatizia con l’esclusione della nobiltà dalle magistrature o, più tardi,
di tipo podestarile.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Dal
XIII secolo in </span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">poi assunsero potere</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> sempre più rilevante le Arti, associazioni che
raggruppavano i membri dei mestieri e che difendevano i propri interessi in
ambito legislativo e fiscale<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn12" name="_ftnref12" style="mso-footnote-id: ftn12;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[12]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.
Il diritto consuetudinario venne ad avere la sua codificazione all’interno
delle società comunali con ordinamenti che tutelavano le diverse componenti
sociali attraverso un sistema corporativo e che curavano gli interessi delle
popolazioni del contado attraverso una capillare rappresentanza territoriale<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn13" name="_ftnref13" style="mso-footnote-id: ftn13;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[13]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Molti
comuni avevano, nel XIV secolo, conosciuto esiti signorili, in virtù dei quali
si era instaurato nelle città e nei territori soggetti un regime monocratico,
che faceva capo ad una famiglia; anche in questi casi l’Albornoz aveva
accettato lo </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">status
quo</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">, limitandosi ad esigere atti di
sottomissione più formale che reale. Sul termine del XV secolo la spinta
signorile si andava esaurendo e iniziava, per la Santa Sede, il lungo capitolo
della recupera dei territori infeudati, del passaggio delle città, dal dominio
mediato del signore locale, allo </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">status</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> di
città </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">immediate subiectae</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> ovvero direttamente dipendenti dalla Sede Romana. Anche in
questo caso, con una politica inveterata, il potere centrale non ardiva e non voleva
soggiogare le comunità dello Stato, che nei secoli avevano dato prova di
straordinaria capacità di autogoverno, senza eccessive turbolenze<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn14" name="_ftnref14" style="mso-footnote-id: ftn14;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[14]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Con le
città, il ritorno al diretto dominio pontificio si concordava ma non si
imponeva; nel caso di Urbino si sarebbe atteso per decenni<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn15" name="_ftnref15" style="mso-footnote-id: ftn15;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[15]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>. Nel
contempo si garantiva rispetto per le consuetudini e le autonomie, si
tutelavano le leggi locali e si concedeva facoltà di promulgarne di nuove, si
riconosceva il diritto di determinare autonomamente la composizione del ceto
dirigente, al momento della devoluzione e negli anni a venire<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn16" name="_ftnref16" style="mso-footnote-id: ftn16;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[16]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.
La prospettiva era di lasciare che i centri maggiori continuassero ad
esercitare il ruolo di capitali del </span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">proprio territorio;</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> in
taluni casi la Santa Sede giunse a concedere il mantenimento del titolo di
“Stato”; spesso tale riconoscimento si protrasse fino alla caduta del potere
temporale dei Papi, a dimostrazione che la larghezza delle concessioni non era
un imperativo dettato dalle contingenze, ma una vera e propria linea
d’intervento<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn17" name="_ftnref17" style="mso-footnote-id: ftn17;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[17]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.
Si prendeva atto dell’esistenza di un insieme di stati minori, la cui
sopravvivenza era garantita all’interno di una compagine più ampia, in cambio
si chiedeva ai beneficiati il riconoscimento dell’assolutezza del potere
temporale, che va letto non nel senso dell’assolutismo regio dell’età moderna
come negli stati protestanti o nella Francia di Luigi XIV, ma piuttosto nel
senso medievale di </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">summa
legibusque soluta potestas</span></span><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn18" name="_ftnref18" style="mso-footnote-id: ftn18;" title=""><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[18]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> del Pontefice, per cui il Governante, vedendo le cose
dall’alto deve amministrare in vista del vero bene comune e proprio per questo non
è tenuto al pedissequo e legalista rispetto di ogni norma giuridica. Egli non è
sottomesso alle leggi positive (è appunto </span></span><span class="Corpodeltesto20"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">absolutus</span></i></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">, ovvero “sciolto”, “libero”), piuttosto le adatta o le
corregge laddove sono d’intralcio al bene, le applica appunto </span></span><span class="Corpodeltesto20"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">ad
mentem legislatoris</span></i></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">, avendo
nella legge naturale e rivelata o nel diritto consuetudinario i limiti al suo
potere regio.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><o:p> </o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nell’ottica di uno “Stato di Stati”, Roma non
era città dominante se non per il richiamo spirituale e perché residenza del
sovrano (niente di simile si poteva riscontrare in Europa, ma neanche nella
Repubblica di Venezia, nello Stato fiorentino o nel Ducato di Milano)<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn19" name="_ftnref19" style="mso-footnote-id: ftn19;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[19]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Il
potere centrale si limiterà ad inviare nella periferia dei rappresentanti, ma
terrà sempre distinti gli ambiti di intervento, non solo nei confronti delle
magistrature cittadine, ma anche riguardo i poteri religiosi locali; laddove il
Pontefice inviasse Cardinali legati o Prelati governatori, si evitarono sempre
sovrapposizioni con l’autorità vescovile del luogo; nello “Stato del Papa”, il
Vescovo aveva funzioni pastorali, mentre le occupazioni temporali erano
appannaggio dei legati pontifici<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn20" name="_ftnref20" style="mso-footnote-id: ftn20;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[20]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Tra
potere centrale e periferia si stringevano patti, per cui i “governatori”
inviati e gli organismi cittadini collaboravano al buongoverno della cosa
pubblica, nel reciproco rispetto dei ruoli; il “governatore” non era un
plenipotenziario (ricorsi alla Sacra Consulta o alla Congregazione del Buon
Governo nei loro confronti saranno frequentissimi)<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn21" name="_ftnref21" style="mso-footnote-id: ftn21;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[21]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a> è i
magistrati comunali non erano dei dispotici oligarchi; si creava piuttosto nei
capoluoghi una sorta di diarchia che cercasse di garantire da eccessi e
soprusi.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">La
libertà cittadina si fondava su governi locali i cui membri venivano scelti, al
mutare dei luoghi e dei tempi, da famiglie aristocratiche del territorio o da
tutta la popolazione urbana con diritto di cittadinanza, dai capitani delle
arti o da tutte le tre categorie</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;">
</span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">menzionate; in alcuni casi il
governo locale era affidato ai maggiorenti, a volte con esclusione della
nobiltà feudale, in altri frangenti erano ammessi alle magistrature anche
coloro che si occupavano delle “arti meccaniche”, o quanti praticavano l’agricoltura
in fondi di proprietà</span></span><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn22" name="_ftnref22" style="mso-footnote-id: ftn22;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[22]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Il
modello che avrà maggior diffusione sarà quello patriziale, i magistrati
venivano eletti o sorteggiati da un nucleo di famiglie ascritte in appositi
registri, esso costituirà un corpo aperto e i nuovi ammessi saranno spesso
cooptati secondo uno </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">“ius
proprium”,</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> in completa autonomia rispetto al
sovrano, che si limiterà spesso a ratificare le norme degli Statuti Civici. Nei
consigli erano rappresentate le Associazioni di mestiere, come continuavano ad
avere voce in capitolo le comunità del contado e, in caso di eventi
straordinari anche i capi degli ordini religiosi, interpellati come persone di
saggezza ed </span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">esperienza</span></span><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn23" name="_ftnref23" style="mso-footnote-id: ftn23;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[23]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Grazie
a questa elasticità la Santa Sede, nel corso di due secoli (XV-XVI), riuscì in
una impresa apparentemente disperata, il recupero di un territorio soggetto a
riottose città; progetto sicuramente più arduo che altrove, essendo l’autorità
centrale priva di una continuità dinastica e di indirizzi familiari, il Papato
è carica elettiva, avendo il pontefice una corte, la Curia Romana, cosmopolita
e variegata, e, fattore estremamente influente, non disponendo il sovrano «in
toto, come negli stati protestanti, del patrimonio ecclesiastico»</span></span><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn24" name="_ftnref24" style="mso-footnote-id: ftn24;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[24]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">. Quest’ultimo nell’universo cattolico era sottoposto a
norme consuetudinarie stratificate, che vedevano una selva di istituzioni
proprietarie, oscillanti dalle confraternite agli ordini possidenti, dalle
mense vescovili ai benefici parrocchiali, dai canonicati alle cappellanie. Si
rendeva pertanto impossibile, se mai qualcuno l’avesse pensato, indirizzare lo
sfruttamento economico di quel capitale in funzione del rafforzamento del
vertice dello </span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Stato, come invece
avveniva in età moderna tra i principi protestanti, i quali avevano incamerato i
beni ecclesiastici, gestendoli in maniera autocratica.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="color: red; font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Tanto
più difficoltosa si prospettava l’opera, tanto la pazienza e la lungimiranza
dei Pontefici si rivelarono fruttuose: azioni di forza, che avrebbero
indebolito e spossato quelle città, che invece costituivano il nerbo e la
ricchezza dello Stato, furono limitate o pressoché bandite; si diede largo
spazio all’autodeterminazione locale, nella coscienza che nessuno avrebbe
potuto amministrare meglio un territorio, che andava dalle paludi pontine a
quelle ferraresi, dalle selve della Tuscia alle feraci colline della Marca, da
Benevento ad Avignone, se non le forze locali, che avevano prosperato sulla
base di rapporti ed usi più che secolari.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">A tanta
attenzione nel trattare i propri sudditi arrise una stagione di ricchezza e prosperità,
in cui i vantaggi si moltiplicarono per i governati e per i governanti:
Montaigne, Montesquieu, Goethe si meravigliavano del fitto reticolo urbano
delle province pontificie, oltre cento città, metà delle quali con una sede
vescovile anteriore al Mille, della presenza di una “seconda città” del pari di
Bologna, dell’autosufficienza delle comunità locali «sotto il profilo delle
strutture assistenziali e degli ammortizzatori sociali: ospedali, opere pie e
caritative, monti di pietà e frumentari, annona (...) attività legate allo scambio
e distribuzione delle merci (fiere e mercati) [...] gestioni di forte rilievo
nell’economia agraria (comunanze, domini collettivi) o connesse al governo
idrologico del territorio (si pensi alla disciplina delle acque interne nel
ferrarese e nel bolognese)»<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn25" name="_ftnref25" style="mso-footnote-id: ftn25;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[25]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.
<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; tab-stops: 384.7pt; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ancora oggi è leggibile la vivacità della vita culturale
delle città, che un siffatto sistema di governo permise dall’epoca medievale
fino alle produzioni artistiche del Rinascimento, del Barocco e del Settecento,
la fioritura di teatri e tribunali</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">, di musei</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> e
biblioteche, di accademie letterarie e scientifiche, di collezioni pubbliche e
private rendono testimonianza di una passata opulenza. Allo stesso modo la
realtà provinciale costituirà, per l’amministrazione centrale, un serbatoio di
giuristi, formatisi in alcune fra le più antiche Università, lo Stato ne conta
ben otto: Ferrara, Bologna, Perugia, Fermo, Camerino, Urbino, Macerata oltre
naturalmente alla Capitale.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Un
paesaggio dove l’identità di un territorio si legava a un capoluogo, col quale
si identificavano anche gli abitanti delle più sperdute campagne, dove i limiti
delle realtà amministrative erano poco più che provinciali, dove le città </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">immediate subiectae,</span></span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> così orgogliose di un glorioso passato, dovevano
obbedienza solo al Papa.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">La
Rivoluzione francese scardinò l’antico sistema con le idee dello statalismo
d’oltralpe e l’epoca successiva della cosiddetta “Restaurazione” non seppe riproporre
- certo con gli adattamenti che si rendevano necessari alle mutate circostanze
- lo spirito della sovranità mediata e delle autonomie medievali. Anche negli
Stati Pontifici si stenta a vedere quella decisa volontà di ricostruire un
tessuto che aveva portato tanta pace e tanta prosperità nel passato e, complice
anche una certa sudditanza culturale del mondo cattolico verso alcune idee illuministe,
si inseguì, seppur timidamente, un modello di “ammodernamento amministrativo”
che guardava forse troppo alle pressioni europee e troppo poco alla vecchia
tradizione di equilibrio fra centro e periferia. Nulla di paragonabile tuttavia
alla tempesta ideologica dell’epoca “unitaria” che si abbatterà con tutta la
sua ferocia sullo Stato Pontificio sconvolgendone il secolare ordinamento territoriale.
<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><o:p> </o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ancora
nel 1832 il Cardinale Tommaso Bernetti <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>scriveva
: «Tutte le istanze e controversie relative a cambiamenti territoriali
concernenti aggregazioni o separazioni di comunità (...) si risolveranno dai
rispettivi delegati (...) dopo di avere esplorato il voto delle popolazioni
interessate»<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn26" name="_ftnref26" style="mso-footnote-id: ftn26;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[26]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"> </span><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Pochi
anni dopo, all’indomani dell’Unità d’Italia, dando invece prova di quello
spirito accentratore tanto caro ai governi d’ispirazione rivoluzionaria si
soppressero, in dispregio alle rimostranze della popolazione, le province di
Frosinone, Velletri, Civitavecchia, Orvieto, Viterbo, Camerino, Rieti, Fermo,
Spoleto. <span style="text-transform: uppercase;">P</span>er il cosiddetto “stato
moderno” l’idea concepita a tavolino prevale sulla realtà e di fatto si
smembrarono territori affini e si unificarono paesaggi differenti, nel mito,
condiviso dai soli cartografi, di disegnare inesistenti regioni<a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftn27" name="_ftnref27" style="mso-footnote-id: ftn27;" title=""><sup><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Corpodeltesto20"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[27]</span></sup></span><!--[endif]--></span></sup></a>.
<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><o:p> </o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18.0pt; text-justify: inter-ideograph;"><span class="Corpodeltesto20"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Segue
la Terza Parte: </span></span><span class="Corpodeltesto20"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Gli
usi civici. Tutela del poveri</span></i></span><span class="Corpodeltesto20"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.</span></i></span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></i></p>
<div style="mso-element: footnote-list;"><!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.15pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[1]</span></sup></b></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> G.M. </span></span><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">VARANINI, </span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">L’organizzazione
del territorio in Italia: aspetti e problemi,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> in </span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">La Società
Medievale,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> a cura di S. Collodo e G. Pinto, Bologna 1999, pp. 135 e
ss.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn2" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.15pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref2" name="_ftn2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[2]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ibidem,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> p. 161.</span></span><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; mso-ansi-language: FR;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn3" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 366.5pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref3" name="_ftn3" style="mso-footnote-id: ftn3;" title=""></a><span class="Notaapidipagina0"><sup><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">3</span></sup></span><span class="Notaapidipagina0"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ibidem,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> p. 162.</span></span><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; mso-ansi-language: FR;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn4" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.65pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref4" name="_ftn4" style="mso-footnote-id: ftn4;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[4]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ibidem</span></span><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; mso-ansi-language: FR;">, </span><span class="Notaapidipagina0"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">p. 168.</span></span><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; mso-ansi-language: FR;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn5" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.65pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref5" name="_ftn5" style="mso-footnote-id: ftn5;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[5]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ibidem,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> p. 169.</span></span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="ftn6" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.9pt;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref6" name="_ftn6" style="mso-footnote-id: ftn6;" title=""><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[6]</span></sup></b></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>D.
</span></span><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Waley, </span></span><span class="Notaapidipagina4Maiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">L</span></span><span class="Notaapidipagina4Maiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; font-variant: normal !important; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">o</span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> stato papale dal periodo feudale a
Martino V,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> cit., p. 295.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn7" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.65pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref7" name="_ftn7" style="mso-footnote-id: ftn7;" title=""><span class="Notaapidipagina75ptMaiuscoletto"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina75ptMaiuscoletto"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; font-variant: normal !important; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[7]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina75ptMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>E. Saracco Previdi, </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Descriptio
Marchiae .Anconitanae,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Dep</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">. </span></span><span class="Notaapidipagina75pt"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">di </span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Storia patria per le Marche, Ancona
</span></span><span class="Notaapidipagina75pt"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">2000, </span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">p. XXI; per l’opera del cardinale
d’Albornoz cfr. anche P. </span></span><span class="Notaapidipagina75ptMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Colliva, </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Il Cardinale Albornoz, lo stato della
Chiesa, le Constitutiones Aegidianae (1353-1357),</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Bologna 1977, con in appendice il
testo volgare delle costituzioni di Fano dal ms Vat. Lat. 3939, Bologna 1977.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn8" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.65pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref8" name="_ftn8" style="mso-footnote-id: ftn8;" title=""><span class="NotaapidipaginaMaiuscoletto"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="NotaapidipaginaMaiuscoletto"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-variant: normal !important; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[8]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="NotaapidipaginaMaiuscoletto"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>P. Sella, </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Costituzioni
Egidiane dell’anno MCCCLVII</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">, Roma 1912, pp. 233 e ss.</span></span><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn9" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref9" name="_ftn9" style="mso-footnote-id: ftn9;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[9]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ibidem</i>.<o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn10" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.65pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref10" name="_ftn10" style="mso-footnote-id: ftn10;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[10]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ibidem,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> e pp. 84 e ss.</span></span><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn11" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref11" name="_ftn11" style="mso-footnote-id: ftn11;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[11]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif;"> </span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ibidem.</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Per un
approfondimento della questione cfr. </span></span><span class="Notaapidipagina75ptMaiuscoletto"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Colliva,
</span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">op. cit.</span></span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="ftn12" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref12" name="_ftn12" style="mso-footnote-id: ftn12;" title=""></a><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">12
</span></sup></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">J.C. </span></span><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Maire Vigueur, </span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Comuni e Signorìe in
Umbria, Marche, Lazio,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> in </span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Storia
d’Italia,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> cit., </span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">I
comuni nel periodo consolare e podestarile,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> pp.383 ss.</span></span><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn13" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref13" name="_ftn13" style="mso-footnote-id: ftn13;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[13]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ibidem,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> pp. 383-384.</span></span><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn14" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref14" name="_ftn14" style="mso-footnote-id: ftn14;" title=""></a><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">14
</span></sup></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">B.G. </span></span><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Zenobi, </span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">“Le ben</span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> regolate città”,
modelli politici nel governo delle periferie pontificie in età moderna,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Roma 1994, pp.14-16 e 45-49.</span></span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="ftn15" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.4pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref15" name="_ftn15" style="mso-footnote-id: ftn15;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[15]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>La
devoluzione del Ducato d’Urbino avverrà solo nel 1631. Cfr. </span></span><span class="Notaapidipagina75ptMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Zenobi, </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">op. cit.,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> p. 95.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn16" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.4pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref16" name="_ftn16" style="mso-footnote-id: ftn16;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[16]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ivi,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> p. 238.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn17" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.65pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref17" name="_ftn17" style="mso-footnote-id: ftn17;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[17]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Si
veda ad esempio il caso di Camerino al quale anche dopo la devoluzione del
Ducato e il passaggio a sede di Delegazione Pontificia fu riconosciuto il
titolo di </span></span><span class="Notaapidipagina0"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Stato, Città e Ducato,</span></i></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> P. </span></span><span class="Notaapidipagina75ptMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Savini, </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Storia della Città di Camerino,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Camerino 1895, </span></span><span class="Notaapidipagina0"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">passim</span></i></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">. L’uso di tale
dicitura è frequentissimo nei documenti d’archivio cittadini e nell’uso
generale almeno fino all’avvento della Rivoluzione francese, dall’epoca della
Restaurazione in poi le menzioni si fanno più rare.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn18" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.4pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref18" name="_ftn18" style="mso-footnote-id: ftn18;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[18]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Cfr.
anche R. </span></span><span class="Notaapidipagina75ptMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">de Mattei, </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">La sovranità necessaria.
Riflessioni sulla crisi dello Stato moderno,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Roma 2001.</span></span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="ftn19" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.4pt;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref19" name="_ftn19" style="mso-footnote-id: ftn19;" title=""><span class="Notaapidipagina2Maiuscoletto"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina2Maiuscoletto"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; font-variant: normal !important; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[19]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina2Maiuscoletto"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>B. G. Zenobi, </span></span><span class="Notaapidipagina28ptCorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">op. cit,</span></span><span class="Notaapidipagina28pt"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span class="Notaapidipagina20"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">p. 6.</span></span><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn20" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 7.1pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref20" name="_ftn20" style="mso-footnote-id: ftn20;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[20]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">“Salvo temporanee
e rarissime supplenze interinali o speciali attribuzioni di poteri commissariali
affidati eccezionalmente ai titolari del governo spirituale delle diocesi (...)
immediatamente reperibili (..) e ben informati degli affari locali”. </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ivi,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> p. 6.</span></span><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn21" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.4pt 352.3pt;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref21" name="_ftn21" style="mso-footnote-id: ftn21;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[21]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ibidem,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> pp. </span></span><span class="Notaapidipagina75pt"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">47-48.</span></span><span class="Notaapidipagina75pt"><span style="color: red; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: red; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.</span></span><span style="color: red;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn22" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref22" name="_ftn22" style="mso-footnote-id: ftn22;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[22]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">
</span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ibidem,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> pp.197 e ss.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn23" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref23" name="_ftn23" style="mso-footnote-id: ftn23;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[23]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"> <span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-style: normal; mso-ansi-font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">P. Savini,</span></span><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; mso-ansi-font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">op. cit.,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> p. 180.</span></span></span><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn24" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoFootnoteText" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref24" name="_ftn24" style="mso-footnote-id: ftn24;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[24]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">
<span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-ansi-font-size: 8.0pt; mso-bidi-font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">B. G. Zenobi, </span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Le
ben regolate città,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">
cit., p. 51.</span></span></span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="ftn25" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.4pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref25" name="_ftn25" style="mso-footnote-id: ftn25;" title=""><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina0"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[25]</span></sup></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ivi,</span></span><span class="Notaapidipagina0"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> p. 7.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn26" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.65pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref26" name="_ftn26" style="mso-footnote-id: ftn26;" title=""><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><sup><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[26]</span></sup></b></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span></span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Editto del
Cardinale Tommaso Bernetti “Disposizioni sull’organizzazione amministrativa
delle provincie",</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Roma 1831, nella stamperia della Rev.da Camera Apostolica,
titolo I, 4.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn27" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 8.9pt; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Stato%20Pontificio%20corpi%20intermedi%20SECONDA%20PARTE%20per%20Nicolas.docx#_ftnref27" name="_ftn27" style="mso-footnote-id: ftn27;" title=""><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><sup><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; font-style: normal; font-variant: normal !important; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[27]</span></sup></b></span><!--[endif]--></span></span></sup></span></a><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Osservazioni
interessanti in proposito provengono anche da altri punti di vista, cfr.</span></span><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 7.5pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> R. Volpi, </span></span><span class="Notaapidipagina40"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Le regioni introvabili,
centralizzazione e regionalizzazione dello Stato Pontificio,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="color: windowtext; font-family: "Georgia",serif; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Bologna 1983.</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="color: windowtext; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span></p></div></div></div>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-81301900265294801792022-09-29T17:53:00.023+02:002022-10-10T16:52:40.842+02:00La disgregazione mondialista confrontata all’unità sociale dello Stato Cattolico<p> <b style="text-align: justify;"><span style="color: #e69138; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Lo Stato Pontificio e i corpi intermedi</span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: center; text-indent: 18pt;"><span class="Corpodeltesto13"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">(I)</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: right; text-indent: 18pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span><span style="font-family: Georgia, serif; text-indent: 18pt;">29 settembre 2022, <i>San Michele Arcangelo</i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p><i> </i></o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDj8_XprPGQlCdZ0vdqNpFrlkaBd5hfJhTrmNESzp38oxQfYSxrYGJED0jukmesCBK3eVpKlKKiDEmvJmql-J0GZErLOvHDlw-9JqW0uwe__2HOOfywUXVTU7Q8DyiAiN4_JPmFBG9u5GVJIs1LvzeL7IWGhmWw3XYOJwp0_hKehNLHTldaG3uMVngOw/s1366/pol-lorenzetti-buon-governo-00.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="1366" height="169" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDj8_XprPGQlCdZ0vdqNpFrlkaBd5hfJhTrmNESzp38oxQfYSxrYGJED0jukmesCBK3eVpKlKKiDEmvJmql-J0GZErLOvHDlw-9JqW0uwe__2HOOfywUXVTU7Q8DyiAiN4_JPmFBG9u5GVJIs1LvzeL7IWGhmWw3XYOJwp0_hKehNLHTldaG3uMVngOw/w400-h169/pol-lorenzetti-buon-governo-00.jpg" width="400" /></a></i></div><div style="text-align: center;"><i>"Allegoria ed effetti del buono e del cattivo governo" </i></div><div style="text-align: center;">Ambrogio Lorenzetti</div><div style="text-align: center;">Palazzo Pubblico di Siena</div><div style="text-align: center;"><br /></div><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto13"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Il
mondialismo massonico d’oggi propone, o meglio “impone” un modello di gestione
del mondo, in cui la nozione stessa di “stato”, di “ordinamento statale”, di
“cosa pubblica” vengono sciolti, liquefatti e rifusi in un’idea informe al
servizio della grossa finanza internazionale e di chi la manovra come “<i>instrumentum
regni</i>”. Senza radici, senza identità, senza religione, senza re, senza
aristocrazia, senza nemmeno più il popolo e senza nemmeno più - se mai fosse
possibile - quella terra che abbiamo sotto i piedi, si costruisce un mondo
fondato sulla dissoluzione d’ogni certezza naturale e soprannaturale e su un
idealismo che vorrebbe abbattere tutte le frontiere e tutti i limiti
dell’essere creato.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto13"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>In
risposta a questa deriva riproponiamo ai nostri lettori il testo di una
conferenza tenuta circa vent’anni or sono al Convegno di Controrivoluzione di
Civitella del Tronto, dal titolo originale “<i>Lo Stato Pontificio e i corpi
intermedi</i>”, per cercare di leggere nella storia dello stato cattolico per
eccellenza quelle indicazioni che non hanno tempo e che in parte rispondono
alla crisi innescata dall’odierno “statalismo”.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto13"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>In fondo
l’idea centrale, che vedremo nella sua applicazione pratica nella storia
dell’amministrazione degli Stati Pontifici, è quella che già Aristotele e San
Tommaso avevano illustrato: non si applica un’idea alla realtà stravolgendo
quest’ultima pur di mantenere intatta l’idea preconcetta, ma si legge la realtà
che a noi si presenta - e che un Altro da noi ha creato con le sue regole -<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e solo poi si cerca il miglior sistema di
governarla, indirizzandola verso il suo bene oggettivo. E’ così che i due
grandi pensatori, pur con quella preferenza per la monarchia che San Tommaso
giustifica dicendo che è quella che più assomiglia al governo divino, non
assolutizzano nessun modello amministrativo, ma ci dicono che la forma
monarchica, aristocratica o democratica possono essere tutte e tre buone,
purché rispondano all’indole e alla tradizione dei popoli governati. Di più,
quegli adattamenti amministrativi stratificatisi nel tempo, adattandosi alla
diversità delle realtà, possono essere spesso una ricchezza da mantenere. In
altri termini ci sono popoli e territori che vanno governati in maniera diversa
perché - semplicemente - sono diversi. Non esiste un modello unico di governo
da riprodurre in serie, esistono popoli, storie, territori, culture. Non si
calano sistemi, si costatano realtà.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto13"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Vi è poi
nello stato anche un genere di sostegno al governante, e al contempo di limite,
costituito da quelle realtà sociali che naturalmente sono parte dell’insieme e
come tali sono da rispettare. Si tratta di quelle entità che sono come le
membra di un corpo che il capo non può recidere senza grave danno per il
benessere di tutto l’organismo, entità che non si sostituiscono al capo, ma che
il capo non può sopprimere o modificare a capriccio perché non le inventa lui,
le constatata o al limite ne favorisce la nascita, lasciando che le
inclinazioni di natura prosperino. Sono i “corpi intermedi”.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto13"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Come la
Chiesa dispiegò la sua millenaria saggezza nell’amministrare quei territori ad
essa sottomessi anche “<i>in temporalibus</i>” e quali furono alcune applicazioni
pratiche del descritto principio è l’oggetto di questo studio. Senza la pretesa
d’essere esaustivi, ma con quella di fornire alcuni spunti di riflessione ed
avendo ben chiaro che quanto proposto presuppone preliminarmente la sconfitta
dell’odierna apostasia.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto13"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>I frutti
di buon governo, di ricchezza, di fioritura del sapere e delle arti nello Stato
Pontificio non hanno bisogno di spiegazioni per chiunque non sia digiuno di
storia, una delle cause di tanta prosperità è anche da individuare
nell’esercizio mediato della sovranità. Un’impostazione profondamente lontana
dalla divinizzazione assoluta dello Stato e della legge positiva e
dall’uniformizzazione assoluta del globalismo d’oggi. Per capire nel concreto
la distanza che separa questi due mondi, concentreremo lo sguardo su tre
aspetti: il primo sarà il rapporto tra autorità centrale e territorio, esigenza
di unità intorno al governante e rispetto delle peculiarità e delle autonomie
dei governati, riuniti a loro volta in altre società non da fagocitare o
dissolvere, ma da rispettare. Il secondo punto riguarda l’aspetto economico
della concezione della proprietà terriera e del suo utilizzo a pro della
prosperità dello Stato e tutelando i poveri al contempo. Aldilà della
concezione certamente datata, che vedeva la ricchezza prevalentemente nella
terra, l’occhio attento e non ideologizzato saprà scorgere quale fosse l’impostazione
economica da dare ad un ordinamento che cerchi di osservare la giustizia e la
carità, nella legittima ricerca del benessere anche economico, ma senza
affamare i poveri. Il terzo punto si concentra sull’opera di aggregazione ed
assistenza effettuata dai ceti di mestiere e dalle confraternite, che univano
ed organizzavano gli strati della società intorno a compiti ben precisi e
incarnati sul territorio, così da essere un vero ed efficace collante per la
società, occupandosi di tutti.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18pt;"><span class="Corpodeltesto13"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; tab-stops: center 168.95pt; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto13"><b><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Le premesse storiche</span></b></span><span style="font-family: Georgia, serif;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Nel corso
dei secoli V-VII d. C., dopo lo spostamento della sede imperiale a
Costantinopoli e il progressivo trasferimento dell’aristocrazia senatoria sul
Bosforo, Roma si presentava come una cadente città di provincia; salvo l’esempio
di Giustiniano, il disinteresse degli imperatori era tale da allarmare i
contemporanei; le uniche autorità a preoccuparsi delle sorti della città erano
i Vescovi dell’Urbe, che per il loro prestigio avevano assunto un ruolo
catalizzatore</span></span><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>L’intervento
dei pontefici andava spesso a colmare le latitanze imperiali, al punto che il
rifornimento di derrate della Città, l’Annona, andò a gravare sui granai della
Chiesa; il tradizionale ruolo di assistenza ai poveri si confondeva così con i
compiti che il potere civile non era in grado di assolvere</span></span><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftn2" name="_ftnref2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[2]</span></span></span></span></span></a><span style="font-family: Georgia, serif;">.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>I Vescovi
romani, nonostante svolgessero effettive funzioni di governo, costantemente
ribadirono la propria fedeltà all’Imperatore, al punto di implorarlo, spesso
veementemente, di occuparsi con maggiore sollecitudine dell’Occidente e
Gregorio Magno, nel 593, “<i>denunciò con angoscia il vuoto lasciato dal Senato</i>”</span></span><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftn3" name="_ftnref3" style="mso-footnote-id: ftn3;" title=""><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Nel corso
della prima metà dell’VIII secolo la situazione cominciò a prospettarsi
insostenibile: i Longobardi di Astolfo minacciavano Roma, nel completo
disinteresse di Bisanzio, peraltro effettivamente impotente […].<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Nel 756 Pipino III il Breve, Re dei Franchi,
al termine della vittoriosa campagna d’Italia, donava i territori invasi dai
Longobardi al Principe degli Apostoli, «a S. Pietro e per lui al Pontefice
regnante e ai suoi successori in perpetuo»</span></span><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftn4" name="_ftnref4" style="mso-footnote-id: ftn4;" title=""><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">. Presso la Confessione di San Pietro furono depositati il
documento (</span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><i>donatio</i></span></span><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">) e le “</span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><i>claves
portarum civitatum</i></span></span><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">”</span></span><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftn5" name="_ftnref5" style="mso-footnote-id: ftn5;" title=""><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[5]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">: con l’atto si provava l’avvenuta consegna. Carlo Magno,
confermando la donazione paterna, menzionava il confine settentrionale dei
territori donati, da Luni nella Toscana settentrionale </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">(“<i>Luni cum Corsica</i>’’)</span></span><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> a Monselice passando per Parma e Reggio, </span></span><span class="Corpodeltesto2"><span color="windowtext" style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">consegnava al Pontefice un vasta</span></span><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> porzione dell’Italia che includeva, oltre il Centro-Italia
e il Meridione con le tre isole maggiori del Tirreno, anche Venezia e l’Istria;
ma la questione dei confini, soprattutto quelli nord-orientali, ha suscitato in
passato fra i giuristi, oggi fra gli storici, polemiche non ancora sopite</span></span><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftn6" name="_ftnref6" style="mso-footnote-id: ftn6;" title=""><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[6]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>L’assenso
imperiale alla donazione fu ribadito da Ludovico il Pio nell’817 e dal </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><i>Privilegium</i></span></span><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><i> </i>di
Ottone I nel 962; anche l’Imperatore Enrico II nel 1020 confermò l’operato dei
suoi predecessori. Se dubbi possono essere sollevati sulla facoltà di donare
territori bizantini da parte dei primi re Franchi, altrettanto non può dirsi
per gli ultimi esempi</span></span><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftn7" name="_ftnref7" style="mso-footnote-id: ftn7;" title=""><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Richiamoallanotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[7]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Lo Stato
Pontificio andava lentamente delineandosi in una situazione di grande
incertezza e instabilità, i pontefici si trovavano di fronte un territorio che
usciva dalle rovine delle invasioni barbariche e dal disinteresse dei Bizantini
(e per il quale si prospettava una lunga latitanza degli imperatori germanici).
Ad aggravare la situazione si aggiunsero nel corso dei secoli IX e X le
incursioni dei Saraceni (870, 910) dalla loro base sul Garigliano e le
invasioni degli Ungari dal Settentrione (927, 937, 942), avvenimenti che furono
alla base del fenomeno dell’incastellamento in tutta la campagna </span></span><span class="Corpodeltesto2"><span color="windowtext" style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">romana. Ma laddove possibile i Papi
cercarono costantemente di mantenere il tessuto cittadino romano, favorendo
così quell’impulso comunale che segnerà la grande fioritura del Medioevo in
Italia centrale.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18pt;"><span color="windowtext" style="font-family: "Georgia",serif;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 18pt;"><span class="Corpodeltesto2"><span color="windowtext" style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span><span class="Corpodeltesto2"><span style="color: red; font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Continua...</span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: right; text-indent: 18pt;"><span class="Corpodeltesto2"><span style="font-family: "Georgia",serif; line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><b><i>Don Stefano Carusi</i></b></span></span></p>
<div style="mso-element: footnote-list;"><!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 18.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt; margin: 12pt 0cm 0cm 18pt; tab-stops: 56.15pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>G. </span></span><span class="Notaapidipagina75ptMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Arnaldi,
</span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Le
origini del Patrimonio di S Pietro,</span></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> in </span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Storia d</span></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> ’</span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Italia</span></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">, diretta da G. </span></span><span class="Notaapidipagina"><span color="windowtext" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Galasso, Torino, v.</span></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> VII, t. II,
pp.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>15 e ss. Funzionari bizantini furono
presenti a Roma fino al secolo VIII, ma la loro effettiva influenza nella
politica cittadina fu marginale: cfr. </span></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-variant: small-caps; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">O.
Bertolini</span></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">,
</span></span><span class="Notaapidipagina"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Roma di fronte a Bisanzio e ai Longobardi</span></i></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">, in </span></span><span class="Notaapidipagina"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Storia di Roma</span></i></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> (ed. Istituto di
Studi Romani), Bologna 1941, v. IX. </span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn2" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 18.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt; margin: 12pt 0cm 0cm 18pt; tab-stops: 56.4pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftnref2" name="_ftn2" style="mso-footnote-id: ftn2;" title=""><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Notaapidipagina"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Ibidem</span></i></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">, p. </span></span><span class="Notaapidipagina75pt"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">38 </span></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">e ss.; per la
gestione dei patrimoni ecclesiastici cfr. V. </span></span><span class="Notaapidipagina75ptMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Recchia,
</span></span><span class="NotaapidipaginaCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Gregorio
Magno e la società agricola</span></span><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">, Roma 1978.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn3" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-top: 12pt; tab-stops: 18.25pt 56.9pt; text-align: justify;"><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftnref3" name="_ftn3" style="mso-footnote-id: ftn3;" title=""><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Notaapidipagina28ptCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Ibidem,</span></span><span class="Notaapidipagina28pt"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span class="Notaapidipagina2"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">p. 16.</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Anche in seguito i Papi, salvo</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span class="Notaapidipagina4"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">'‘l’eccezione
vistosa di Gregorio III, erano stati sempre attentissimi nel<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>procurare
che la difesa dell’ortodossia e la stessa esigenza del contenimento dei
longobardi non pregiudicassero una
linea di assoluto lealismo </span></span><span class="Notaapidipagina4"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">[verso
l’Impero]</span></span><span class="Notaapidipagina4"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">”.</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Ibidem</span></span><span class="Notaapidipagina4"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">p. </span></span><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">114.</span></span><span class="Notaapidipagina2"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn4" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 2.85pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt; margin: 12pt 0cm 2.85pt; tab-stops: 8.15pt 353.5pt; text-align: justify;"><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftnref4" name="_ftn4" style="mso-footnote-id: ftn4;" title=""><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Notaapidipagina38pt"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span><span class="Notaapidipagina38ptCorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Ibidem,</span></span><span class="Notaapidipagina38pt"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> </span></span><span class="Notaapidipagina3"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">pp.
119, 120.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn5" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 2.85pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt; margin: 12pt 0cm 2.85pt; tab-stops: 8.15pt; text-align: justify;"><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftnref5" name="_ftn5" style="mso-footnote-id: ftn5;" title=""><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[5]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ibidem</span></span><span class="Notaapidipagina4"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn6" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 2.85pt; margin-left: 18.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt; margin: 12pt 0cm 2.85pt 18pt; tab-stops: 8.15pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftnref6" name="_ftn6" style="mso-footnote-id: ftn6;" title=""><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[6]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Per la complessa questione dei confini cfr. </span></span><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Arnaldi</span></span><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">,
</span></span><span class="Notaapidipagina4"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">op. cit.,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> pp.127 e ss. </span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">I testi
delle donazioni sono in A. </span></span><span class="Notaapidipagina475ptNoncorsivoMaiuscoletto"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Theiner, </span></span><span class="Notaapidipagina4"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-style: normal; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">Codex
diplomaticus domimi temporalis S. Sedis, recueil de documents pour servir à
l’histoire du gouvemement temporei des Etats du Saint-Siège extraits des
archives secrètes du Vatican</span></span><span class="Notaapidipagina4"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-ansi-language: FR; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";">,</span></span><span class="Notaapidipagina4Noncorsivo"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-ansi-language: FR; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"> Rome 1861.</span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p>
</div>
<div id="ftn7" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 2.85pt; margin-left: 18.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 12.0pt; margin: 12pt 0cm 2.85pt 18pt; tab-stops: 8.4pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><a href="file:///F:/Stato%20pontificio%20per%20Nicolas,%201.docx#_ftnref7" name="_ftn7" style="mso-footnote-id: ftn7;" title=""><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%;"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="Caratterinotaapidipagina"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-bidi-language: IT; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS"; mso-fareast-language: IT;">[7]</span></span><!--[endif]--></span></span></span></a><span class="Notaapidipagina"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 9pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Arial Unicode MS";"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span>Sussistono
dubbi fra gli studiosi in merito alla legittimità del gesto di Pipino; secondo
alcuni egli non avrebbe avuto potestà riconosciuta sulle terre donate,
formalmente ancora bizantine, come non l’aveva Carlo nel 781. Quest’ultimo,
dopo l’incoronazione imperiale dell’800, vide riconosciuta la propria potestà
sull’Occidente da parte del collega bizantino solo nell’812. Per comodità si è
dato l’appellativo di “Re” anche a coloro che erano piuttosto delle guide di
popoli.</span></span><o:p></o:p></p>
</div>
</div>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comRoma RM, Italia41.9027835 12.496365513.592549663821153 -22.6598845 70.213017336178837 47.652615499999996tag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-60604527188587528832022-06-24T21:15:00.008+02:002022-06-27T21:33:43.321+02:00Quando il tradizionalismo diventa schizofrenia e opportunismo<p><b><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt;">Una
tendenza da cui stare in guardia</span></b></p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">24
giugno 2022, <i>Sacro Cuore di Gesù</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br />
</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeLCOMGPea-1vLf60TUXXZq-xnmAPCHeNouYFKx5gYH9UeNVHvpCCiVPbmr8Jq-pqpo0STmjAbtcjAdxxEpx079hpKzSjvyoC_vmn_DwjVIY7FlTK3APcs6s5Rrwb3cJJ566t9dmlh6Ei5B0d1i7sQoIh3DpfpoyykdQ5TTA587eKV2Wi9s9JhLkVrpA/s1200/photo-dei%20tre%20dell'ibp%5B3082%5D.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="896" data-original-width="1200" height="299" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeLCOMGPea-1vLf60TUXXZq-xnmAPCHeNouYFKx5gYH9UeNVHvpCCiVPbmr8Jq-pqpo0STmjAbtcjAdxxEpx079hpKzSjvyoC_vmn_DwjVIY7FlTK3APcs6s5Rrwb3cJJ566t9dmlh6Ei5B0d1i7sQoIh3DpfpoyykdQ5TTA587eKV2Wi9s9JhLkVrpA/w400-h299/photo-dei%20tre%20dell'ibp%5B3082%5D.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;">E
oggi parlano di « </span><i style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;">brigantaggio</i><span style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;"> »…</span></div><p align="center" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">I
lettori di questa rivista, nata sulla linea d’una <i>critica
costruttiva</i> ad ampio raggio, ricorderanno che abbiamo dedicato
articoli dettagliati al pericolo concreto per l’Istituto del Buon
Pastore di perdere le specificità della sua fondazione nel 2006.
Sono studi reperibili in questa rivista che è bene rileggere davanti
alle recenti uscite dell’Abbé Laguérie. In un paio d’interventi
infatti, egli manifesta oggi una linea opposta a quella tenuta
ufficialmente fino a circa un anno fa. Anzi diametralmente opposta.
Certo <i>Traditionis Custodes</i> è stata una doccia fredda per
certo tradizionalismo che voleva nutrirsi d’illusioni, inoltre
adesso l’Abbé Laguérie non è più il Superiore Generale
dell’Istituto… </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Giusto
a titolo d’esempio circa dieci anni fa, quando era ancora in
carica, scriveva nella <i>Position commune des membres du Conseil
général de l’IBP, Dans le respect du Magistère et du Droit
liturgique en vigueur</i>, redatta a Parigi il 23 giugno e consegnata
ufficialmente a Mons. Pozzo il 20 luglio 2011: «<i>Noi riceviamo
il testo di tutti i Concili, e specialmente del Concilio Vaticano II
secondo le norme definite dalla Chiesa</i> […] <i>noi ci impegniamo
a promuovere “l’ermeneutica di continuità o di riforma”</i>».
In merito alla Messa di Paolo VI: «<i>Noi attestiamo “la
validità o la legittimità del Santo Sacrificio della Messa o dei
Sacramenti celebrati nella forma ordinaria”, secondo i termini
dell’Istruzione Universae Ecclesiae del Cardinal Levada
(30/04/2011)</i>», nel medesimo testo - posizione ufficiale -
venivano al contempo eliminati tutti i riferimenti al diritto di
celebrare <i>esclusivamente</i> nel rito tradizionale e si parlava
ormai solo di <i>rito proprio</i>. Volendo prescindere da un
qualsivoglia giudizio sull’oggetto, ci si chiede: ma dov’è la
coerenza con quanto dichiarato su <i>Présent</i> nell’intervista
ad Anne Le Pape del 19 gennaio 2022 e che è riportato in calce a
questo articolo? </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Abbiamo
analizzato ampiamente la questione in numerosi articoli passati, tra
essi citiamo a titolo d</span></span><span style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;"><span style="font-size: small;">’esempio:
</span></span><span style="font-family: Georgia, serif; text-align: left;"><span style="font-size: small;"><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2012/05/il-rito-proprio-e-l-ermeneutica-della.html#more" target="_blank">Il “rito proprio” e l’ “ermeneutica di continuità” sono sufficienti?</a></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">E
poi era davvero necessario elogiare servilmente Mons. Pozzo quando
aveva appena minacciato la possibile abolizione della Messa
tradizionale nella sua conferenza proprio nel Seminario dell’IBP?
Cfr. </span></span><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2014/11/mons-pozzo-la-messa-straordinaria-puo.html" target="_blank"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Mons.
Pozzo: La messa “straordinaria” può essere abolita
dall’autorità</span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">.</span></span></a></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Il
lettore troverà più sotto i recenti testi di segno diametralmente
opposto. Certo non sarebbe giusto attribuire soltanto all’Abbé
Laguérie il fenomeno che descriviamo nel titolo, ma questo insieme
di dati, insieme ai nostri articoli passati, ha un chiaro valore
esemplificativo. La domanda è: anche nel mondo
cattolico-tradizionale quanto le scelte sono dettate dalla coscienza
e quanto sono dettate solo dall’utile? O dal “presunto” utile?</span></span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b>La
Redazione di <i>Disputationes Theologicae</i> </b></span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br />
<br />
</p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Seguono
gli estratti pubblicati su internet dell’intervista di Anne Le Pape
all’Abbé Philippe Laguérie, <i>Présent</i>, 19 gennaio 2022:</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Reverendo,
avrebbe mai pensato un giorno di rivivere un periodo di caccia alle
streghe (oso servirmi di questa espressione) contro il rito
tradizionale?</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Sì
e no! Se consideriamo le cause profonde della rivoluzione liturgica
degli anni Sessanta, <b>l’infestazione modernista del brigantaggio
del Vaticano II (ben più sinistra di quella di Efeso!)</b> le stesse
cause producono gli stessi effetti: sì! Malgrado il tentativo, che
oggi si può definire fallito, sotto Benedetto XVI, di restituire
alla liturgia bimillenaria della Chiesa i suoi diritti, <b>il
personale ecclesiastico è rimasto e rimane fondamentalmente
rivoluzionario. «Un albero cattivo non può portare buoni frutti…».</b>
Ma considerando la violenza degli ultimi due documenti (<i>Traditionis</i>
<i>Custodes</i> e i <i>responsa ad dubia</i>), <b>il loro disprezzo
della tradizione liturgica, il cinismo delle misure adottate, la
stessa rabbia di distruzione sistematica che trasuda odio</b>,<b>
</b>allora diremmo che il papa non lavora più «alle periferie»,
piuttosto su un’altra galassia. Del resto, i suoi viaggi ci
mostrano che la sua ortodossia è inversamente proporzionale
all’altitudine! Sì: costernazione. Eccoci tornati agli anni
Settanta, alle sospensioni a divinis, al «seminario selvaggio»,
alle «scomuniche». C’è odore di polvere.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Come
comprendere l’atteggiamento di papa Francesco: puramente nocivo o
semplicemente coerente con il Vaticano II?</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Innanzitutto
non bisogna perdere di vista che il papa attuale è un gesuita! È la
prima volta e spero l’ultima. Un gesuita preferirà sempre
l’efficacia alla coerenza. Sant’Ignazio lo sapeva bene, e aveva
assoggettato i suoi religiosi a un quarto voto: quello di obbedienza
al papa, per limitare il numero di geni (infatti la Compagnia ne ha
in abbondanza). L’efficacia lasciata a se stessa non diviene altro
che <b>stravaganza, presunzione, megalomania, autoreferenzialità. I
cardinali lo avevano compreso, non eleggendo mai un gesuita. Un
gesuita papa, dunque privo di superiore, è un genio impazzito al
comando di un Mirage</b> o di un Rafale (aerei da caccia, ndt):
fermateli. Senza che ci sia bisogno di supporre in foro interno la
minima cattiveria. Andiamo, chi ve lo permette? Un gesuita può far
fuori qualcuno ad majorem Dei gloriam; è facile, se il suo superiore
non ha nulla da ridire e se dirige la sua intenzione in modo
appropriato (cfr. Les Provinciales). Nel XVII secolo avevano
inventato tante eresie (probabilismo, molinismo, casuistica,
eccetera), che il papa dovette imporre loro il silenzio. Ed essi
tacquero! Ma oggi, non lo si vede forse, salvo Gesù Cristo chi altri
potrebbe mettere a tacere un gesuita senza superiore… Che almeno
non prenda più l’aereo.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Che
ne pensa dell’obiezione per cui «non voler celebrare altro che il
rito antico significa contestare il valore del nuovo»?</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Devo
esprimermi chiaramente, dopo un periodo di silenzio diplomatico. Sono
tra coloro che pensano che <b>il nostro rifiuto assoluto della Messa
di Paolo VI non è affettivo, né disciplinare, né carismatico,
eccetera. È teologale, teologico, dogmatico e morale. Assoluto!</b>
Il peccato originale di questa deplorevole disputa liturgica
all’interno della Chiesa è l’inenarrabile e <b>folle audacia di
papa Paolo VI</b> nel promulgare un nuovo ordo Missae basato sulla
ricerca degli esperti, di F… M… e dei protestanti, gettando alle
ortiche (con la voce tremolante) la Messa dei pontefici Leone e
Gregorio, entrambi grandi. La liturgia cattolica non può e non deve
essere che una trasmissione dell’eredità degli Apostoli. <b>Una
Messa inventata 19 secoli dopo non può che essere</b> <b>un’ambizione
prometeica, una chimera romantico-libertaria, un populismo di pessimo
gusto, indegno della Chiesa di Gesù Cristo.</b> <b>La promulgazione
del nuovo ordo Missae di Paolo VI</b> è senza dubbio legale e
valida, ma <b>sicuramente non legittima</b>. In questa crisi è molto
istruttivo il posizionarsi di ciascuno: quelli che tirano avanti per
diplomazia ecclesiastica e per i circoli ecclesiastici finiranno per
annegare. Sopravviveranno solo gli appassionati della verità. Avendo
trascorso la mia vita a combattere, sono felice di constatare che mi
preparo a morire non come un disertore ma come un soldato.</span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Come
vede la questione delle ordinazioni?</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Lascio
la questione al Superiore Generale del nostro istituto, l’Abbé
Gabriel Barrero, che l’ha presa in mano con buone prospettive ma
reclama giustamente il silenzio…</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i>Crede
che ci sia un rischio reale di rottura della ritrasmissione del rito
tradizionale? Se sì, quali saranno le conseguenze?</i></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">Nessuna,
nessuna! La «battaglia» per la Messa cattolica è stata vinta
definitivamente e irreversibilmente da Mons. Lefebvre negli anni
Ottanta. Ciò che è fatto è fatto! Ci sono decine di migliaia di
preti nel mondo che celebrano la Messa gregoriana, e non basterà un
cenno di qualche segretario romano o di qualche vescovo residenziale
che fa gli «straordinari» a far cambiare le cose. È troppo tardi:
abbiamo vinto la battaglia. Non sono tra quelli che speculano su un
infarto o una sincope del papa: lo troverei miserabile, e lo
scommettitore rischia di pagare il prezzo della sua scommessa. Al
contrario, so che TUTTI i preti che conosco (a cominciare da me) non
passeranno mai a <b>questa Messa che ha rovinato la Chiesa
d’Occidente, d’America e d’Africa. </b>Sarà più facile per
Macron vaccinare i feti, che per Francesco imporci <b>la sinassi di
Paolo VI. </b>Con 43 anni di sacerdozio, credete che andrei a
chiedere il permesso a chicchessia per celebrare la Messa della mia
ordinazione? </span></span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-29883277582192632782022-04-10T10:44:00.023+02:002022-04-13T10:59:40.149+02:00I tribunali vaticani e l’ingiusto processo<p><span style="color: #ffa400;"><b style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt;">Sulla
decadenza della Chiesa come “</b><i style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt;"><b>societas</b></i><b style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt;">”</b></span></p>
<p align="right" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">2
aprile 2022, <i>Domenica di Passione</i></span></span></span></p><p align="right" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; font-size: 12pt; text-align: center;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsnEDD_JKi7WtfZniJtCLErS6keP8vx3J6AbygVp319TBcjejiaUKXgGuyLrCQfZ0l4rY-m2xywWrIc8UUheZRWX5RI2NtDC03LzUaurE_UBZnBIRHqeN5KAvI_e0g2qynusIR9S7vwg83S6r3LO1YraaqwScl-U4lkAhDlr5rtn22H2MwRfFSW0TBxA/s1024/Cattura%20di%20Ges%C3%B9_Cristo%20davanti%20a%20Caifa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="596" data-original-width="1024" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsnEDD_JKi7WtfZniJtCLErS6keP8vx3J6AbygVp319TBcjejiaUKXgGuyLrCQfZ0l4rY-m2xywWrIc8UUheZRWX5RI2NtDC03LzUaurE_UBZnBIRHqeN5KAvI_e0g2qynusIR9S7vwg83S6r3LO1YraaqwScl-U4lkAhDlr5rtn22H2MwRfFSW0TBxA/w400-h233/Cattura%20di%20Ges%C3%B9_Cristo%20davanti%20a%20Caifa.jpg" title="Cattura di Gesù | Cristo davanti a Caifa (Altobello Melone - 1518), Cattedrale di Cremona" width="400" /></a></span></span></span></div><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"><div style="font-style: italic;">Cattura di Gesù | Cristo davanti a Caifa</div><div>(Altobello Melone - 1518), Cattedrale di Cremona</div></span></div></span></span></span><p></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Ci
voleva un “liberale” del calibro di Ernesto Galli della Loggia,
su un giornale alfiere solitamente del politicamente corretto, come
<i>Il Corriere della Sera</i>, per sollevare una verità nota a tutti
i sacerdoti, ancor più se d’Oltretevere! Ma verità inconfessabile
: la giustizia in Vaticano, intendendo con ciò l’atto di rendere
giustizia a chi la chiede o a chi è stato ingiustamente accusato -
se necessario ricorrendo ad un dibattimento davanti ai giudici -
procede in maniera profondamente iniqua. Nei nuovi, attuali, radiosi
“tempi bergogliani”, che si vogliono dipingere come l’atteso
avvento “dell’equità sociale”, “dell’apertura”, “della
misericordia” in una Chiesa uscita dall’oscurantismo, la
situazione - già non rosea da qualche decennio - è solo scivolata
verso modelli, anche a ciò allude il giornalista,
più…“sudamericani”. Ovvero vi si è aggiunta una buona dose di
demagogia. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> L’evocato
articolista, dalla cui impostazione generale “laicheggiante”
prendiamo ovviamente le distanze, menziona il caso del processo a un
noto Cardinale (la cui colpevolezza o meno non è oggetto di questo
scritto) scrivendo sul metodo accusatorio e sul procedimento
utilizzati : </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> «
<i>Il processo al cardinale Becciu getta luce sul punto che è
all’origine, perlomeno all’origine immediata, della crisi che
sembra ormai dilagare nella Chiusa cattolica</i></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i> Il
processo che ha come più noto imputato il cardinale Becciu un
effetto sicuro lo sta avendo. Che </i><i><b>nessuno, se fosse
chiamato a rispondere di una qualsiasi imputazione - dall’omicidio
volontario all’eccesso di velocità - accetterebbe mai, potendo
scegliere, di essere processato da un tribunale vaticano.</b></i><i> </i></span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i> Si
può discutere a lungo, infatti, se sia meglio affrontare la
giustizia in una corte americana o in un tribunale italiano, ma dopo
quello che stiamo vedendo da un paio d’anni è sicuro che a nessuna
persona sana di mente verrebbe in testa di affrontare la dea bendata
in un’aula all’ombra di San Pietro</i>. »<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm;"><span style="color: black;"><span></span></span></p><a name='more'></a><p></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Ripetiamo
che non interessa qui sapere se il Card. Becciu sia colpevole o
innocente di quanto imputatogli o quali vicende poco chiare, forse
anche verosimilmente, si celino dietro questa storia, ma vedere che
persino i nemici della Chiesa sono scandalizzati (purtroppo con buoni
argomenti) dei procedimenti di giudizio nella “Chiesa in uscita”.
Citiamo quello che è divenuto chiaro perfino ai giornalisti del
<i>Corriere</i>:</span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-left: 1.25cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">«
<i>1) che proprio come in </i>Alice nel paese delle meraviglie<i>
nello Stato del Vaticano le pene vengono comminate prima della
condanna (Becciu è stato privato di tutti i diritti connessi al
cardinalato ex abrupto dal Papa senza che ci fosse stato in
precedenza nei suoi confronti alcun atto giudiziario di alcun tipo);
2) che in Vaticano - sempre come nel paese delle meraviglie - chi
dispone del potere di farlo può cambiare come vuole le regole del
processo nel corso del medesimo: e non una, ma due, tre, quattro
volte, tramite appositi </i>pronunciamientos<i> chiamati </i>«<i>rescritti</i>»<i>;
3) che il principale indiziato, tale monsignor Perlasca, non solo può
diventare magicamente il principale testimone dell’accusa e così
non solo evitare ogni imputazione ma persino il fastidio di comparire
in tribunale per ribadire le sue accuse; 4) che </i><i><b>chi ha in
mano l’effettiva direzione del processo non è il presidente del
Tribunale bensì l’Accusa, la quale può infischiarsene delle
disposizioni tassative impartite dal presidente </b></i><i>suddetto e
così, ad esempio, stabilire lei quando presentare la documentazione
richiesta e darne una parte solo e scegliere quale sempre a suo
piacere; 5) che di conseguenza in quell’aula i tempi del processo
sono quanto di più aleatorio possa immaginarsi (perfino peggio che
in Italia, che è tutto dire).</i>»<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> Fin
qui l’autorevole giornalista, che però da “liberale” e forse
da conoscitore un po’ approssimativo del vero ed anche virtuoso
funzionamento dei tribunali della Chiesa nel passato, riferisce
ironico le parole che « <i>per legittimare le molte anomalie sopra
indicate </i>» uno dei rappresentanti della pubblica accusa vaticana
avrebbe detto : « <i>È l’ordinamento canonico la prima fonte
normativa del Vaticano, </i><i><b>è il diritto divino la base della
potestà del Papa:</b></i><i> se non si comprende questo si va fuori
strada </i>». </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> Quanto
detto, anche se con toni beffardi, in fondo è vero, ma va precisato
e soprattutto manca di una distinzione capitale che sfugge
all’articolista, il quale si lascia invece andare alla retorica,
citando la necessità di rinnovarsi, di far entrare aria fresca nella
Chiesa e l’immancabile rinnovamento del Vaticano II…di cui però
non ricorda quanto i giudici da lui stigmatizzati come iniqui siano,
almeno a parole, strenui e acritici sostenitori. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> In
fondo è vero, dicevamo, che la Chiesa si fonda sul diritto divino.
Ed è cosa buona e giusta. Ogni autorità giudica e ha un potere di
giudicare solo come rappresentante della Giustizia divina, del
Giusto, inteso come Nostro Signore Gesù Cristo e come Giustizia
oggettiva più ampiamente, lo “<i>iustum</i>”. Il criterio di
giudizio quindi, con buona pace di Galli della Loggia, non è la
democrazia liberale, non è la dittatura della maggioranza, non è il
politicamente corretto; il criterio di giudizio per i tribunali della
Chiesa dovrebbe essere quel Diritto che deriva da Dio e non dai
capricci dei <i>media</i>. Quindi la regola rimane la conformità o
meno dell’atto col diritto naturale e rivelato, riconoscendo al
Sommo Pontefice - in virtù della Suprema Potestà della Chiavi -
anche di intervenire in un processo, graziando o condannando col suo
insindacabile giudizio (laddove vi siano prove certe, perché non
venga meno la procedura richiesta dalla giustizia naturale) un
battezzato su cui ha autorità. Ma attenzione - e qui sta la
distinzione sulla quale insistiamo - tale potere insindacabilmente
dato da Cristo al Papa (o al Re nell’ordine temporale) presuppone
un dato fondamentale: che il suo esercizio sia apertamente dichiarato
e non supposto, insinuato, sottinteso e quindi surrettiziamente
invocato per imporre l’arbitrio. Facciamo un esempio: laddove il
Sommo Pontefice, avute sufficienti prove della colpevolezza di un
sacerdote decidesse, anche senza un processo modernamente inteso, di
punirlo giustamente, non ha bisogno di convocare giudici e avvocati.
Può e talvolta deve, agire anche da solo, fatta salva un’istruttoria
adeguata per non essere ingiusto. Ma deve dichiararlo: « <i>Io Sommo
Pontefice, usando il potere che Cristo mi ha dato, depongo il tale re
infedele, punisco il tale sacerdote fedifrago, scomunico il tale
fedele eretico </i>». Così ha sempre agito la Chiesa, così si sono
sempre comportati i Sommi Pontefici…prima che il “complesso”
del modernista (che però rimane un autocrate…) s’impadronisse
delle menti.</span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> Oggi
invece, da un lato ci si vergogna d’esercitare apertamente un
potere monarchico proveniente da Dio, dall’altro fa comodo ridurre
al silenzio gli oppositori invocandolo implicitamente, ma senza
esercitarlo apertamente. Il risultato? Si finge l’utilizzo del
“dibattito processuale”, dei “metodi democratici” come nel
“liberalismo parlamentare”, di “nuovi ed equi procedimenti
rispetto all’autocrazia papale del passato”, ma di fatto il
ricorso al “diritto divino” rimane, utilizzandolo però in
maniera oggettivamente diabolica. Ovvero sfruttando e corrompendo le
cose più sante date da Dio a difesa della Chiesa, coi metodi più
iniqui e subdoli che fanno scandalizzare pure i giornali
illuministico-massonici, i quali - rilevando l’abuso d’autorità
- affermano che tutto ciò la dice lunga su quanto grave sia « <i>la
crisi che sembra ormai dilagare nella Chiesa cattolica </i>».
Infatti, salvo quanto strettamente garantito dalla natura
divino-umana della Chiesa, quando i rapporti non sono regolati dalla
giustizia, peggio quando l’arbitrio è elevato a principio, tutto
l’organismo sociale tende a decadere perché viene meno la fiducia
nell’autorità e fra i membri. E ci voleva un laico liberale come
Galli della Loggia a ricordarci questa verità? Non lo dovevano fare
i tanti riformatori della “Chiesa in uscita”? Non eravamo nel
grande momento delle “garanzie democratiche”, perché ormai
eravamo “Fratelli tutti” e non c’era più l’autorità arcigna
del Medioevo ? Oppure è vero che dietro il moderno legalismo
ipocrita c’è il fatto che non c’è più nessuno che si assuma
responsabilità? E - alla moda dei giacobini - si intimidisce e si
punisce in maniera…“impersonale”? </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> La
verità è che questo sistema marcio e arbitrario d’amministrazione
della giustizia è quanto di più lontano ci sia dalla visione
medievale e cattolica dell’amministrazione…della giustizia
appunto, che da un lato dava ampie garanzie di difesa all’accusato,
si pensi alla meticolosità e alla misericordia dei processi
dell’Inquisizione Romana, dall’altro riconosceva che il monarca è
al di sopra della legge proprio per garantire un’applicazione equa
di ciò che è “giusto” e non solo “legale”. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> La
nostra Redazione questo affermava anni fa: se la Santa Sede vuole
imporre un capo non votato dai membri ad un Istituto religioso ha la
facoltà di farlo. E’ il potere della Chiavi. Certo, non stiamo
parlando d’infallibilità, non c’è nessuna promessa divina
d’infallibilità papale nelle scelte contingenti di governo, ma c’è
legittimo esercizio di un potere di governo non esente da errore
umano. Il Papa in sé può quindi deporre un Superiore e metterne un
altro, anche se sarebbe gravemente immorale farlo solo per capriccio
e non per il vero bene della Chiesa.</span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> In
ogni caso non si può mai affermare - neppure un Papa lo può - che
un procedimento in sé illegittimo e addirittura contrario al diritto
naturale, diventi legittimo e morale. Al limite si può fare quello
che si dice una “sanatoria”, una “<i>sanatio</i>”, di
irregolarità, ma è onesto dichiararlo. Ad esempio, scrivevamo, se
proprio l’autorità vuole che una tal persona giunga al comando di
un tale organismo, non si manipola il collegio elettorale per poter
dire che si è giunti - liberamente e addirittura “democraticamente”
- al risultato voluto dall’autocrate. Questo non è “l’esercizio
del diritto divino”, come sembra insinuare Galli della Loggia, ma è
l’ipocrisia del sistema liberal-massonico che si è impossessato
anche delle menti di tanti prelati. Al limite si può esercitare
l’autorità ed imporre un legato pontificio. Quest’ultimo
procedimento ha il pregio di non essere ipocrita come il precedente.
Ci si assume almeno la responsabilità di governo. Se si è capi si
decide o si punisce in prima persona, senza coprirsi dietro le
composizioni dei collegi giudicanti, le modifiche dei Capitoli
elettivi, le sostituzioni di giudici e di procedimenti in corso di
dibattimento. Questo è contrario alla giustizia naturale, mentre non
è contrario alla giustizia che un Papa governi da monarca con metodi
“romani” e non con “demagogia sudamericana”.</span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> E’
il coraggio che deve avere la Chiesa di essere se stessa, con
autorità se necessario, anche indossando il guanto di ferro se la
situazione lo esige, ma con la franchezza del Medioevo cristiano e
non con l’ipocrisia liberaloide, che si nasconde dietro sotterfugi
procedurali. Si condanni, se necessario, ma non si muti in corso
d’opera la procedura per giungere - in maniera politicamente
corretta - al risultato prefissatosi. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> Qualche
anno prima di Galli della Loggia (quanto è grave la crisi nella
Chiesa, bisogna che lo dica un liberale per essere ascoltati…)
questo scrivemmo. Chiedevamo : ma è possibile che colui che difende
i propri diritti al Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica non
possa leggere il proprio memoriale difensivo, mentre le stesse
autorità vaticane si sperticano nel richiedere la pienezza dei
diritti civili per tutti gli immigrati islamici o addirittura per
terroristi assassini, sostenendo con smielata retorica i “diritti
umani universali”? Il memoriale difensivo di colui che difende un
proprio diritto infatti è redatto da un altro, da un avvocato
estratto dalla ristrettissima lista degli accreditati in Segnatura.
Ed è tenuto segreto all’interessato ! Io non posso sapere come mi
sono difeso, non conosco la mia difesa ! Ma mi arriverà una sentenza
che menzionerà quel che io non ho scritto. O meglio, quel che ho
dovuto suggerire all’avvocato, senza sapere se lo recepiva, nella
quasi completa ignoranza dei documenti a mio carico o a mia difesa.
Sì, perché non si possono - e non solo in casi speciali - conoscere
i documenti presentati al giudice dalla controparte.</span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> Ed
è realmente successo</span></span></span><span style="font-family: georgia; text-align: left;"><span><span style="font-size: small;"> (<a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2014/02/la-segnatura-in-qualche-modo-ha.html" target="_blank">link</a>)</span></span></span><span style="font-family: georgia; text-align: left;"><span><span style="font-size: small;"> </span></span></span><span style="color: black; text-align: left;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">che,
avendo chiesto un patrocinio economico, sia giunta la risposta
negativa più o meno il trentunesimo giorno, allorquando il
trentesimo scadevano i termini - o venivano arbitrariamente fatti
scadere quel giorno? - e così nemmeno si mandava in fase di giudizio
un processo scomodo. Hai trenta giorni di tempo per rispondere, ma
noi ti diremo il trentunesimo giorno che non ti concediamo l’avvocato
d’ufficio, quindi i termini sono scaduti e il processo non sarà
dibattuto. E’ giustizia? Perché questo ci fu detto essere il
procedimento - o essere diventato - tanto dal severo Mons. Daneels
che dall’ultrabergogliano Mons. Sciacca, Segretari della Segnatura
Apostolica. Stando a quel che rivela </span></span></span><span style="color: black; text-align: left;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>Il
Corriere della Sera</i></span></span></span><span style="color: black; text-align: left;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">
viene da chiedersi : ma era davvero così o le procedure vengono
abitualmente manovrate e adattate ? E se davvero i ricorrenti hanno
torto non sarebbe più onorevole per un tribunale - che si fregia del
titolo di “apostolico” - almeno permettere un dibattimento? “</span></span></span><span style="color: black; text-align: left;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>Se
ho parlato male dimmi dove ho sbagliato, sennò perché mi percuoti</i></span></span></span><span style="color: black; text-align: left;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">”
?</span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> Questa,
purtroppo, è la realtà della “giustizia” in Vaticano nei nostri
tempi e in epoca bergogliana le cose non sono certo migliorate. A
differenza di Galli della Loggia noi sosteniamo che sia giusto che la
Chiesa si regga sul diritto divino. Ma assumendosi i capi la
responsabilità delle loro scelte, anche punitive. Questa è la
Chiesa dei Santi che sa quale grandezza le è affidata e che
apertamente fa uso dei suoi giusti poteri, senza coprirsi di ridicolo
scimmiottando il sistema liberale a parole e comportandosi da
autocratica di fatto. Quando San Pio V fu eletto al soglio, fra le
prime cose riformò i tribunali perché rendessero giustizia, sapendo
che la Chiesa non è riducibile a quella indefinita “comunione
d’amore” di cui tanto si riempiono la bocca i modernisti, ma è
prima di tutto “società”. E una società si fonda sulla
giustizia dei rapporti. Era quello stesso Santo Pontefice che quando
dovette occuparsi di Elisabetta d’Inghilterra, non istituì
“democraticamente” e “ipocritamente” una commissione di
membri manovrabili, non modificò le procedure in corso d’opera per
giungere ad un “risultato condiviso”, come si dice oggi, ma,
semplicemente ed evangelicamente indossati il pastorale e la tiara,
depose l’eretica sanguinaria dal trono che usurpava, assumendosi
pienamente le sue responsabilità davanti a Dio e alla storia. Giusto
esercizio del diritto divino e zelo perché i tribunali umani fossero
giusti. Davanti a queste realtà dolorose, come lui ricorriamo per la
Chiesa all’arma del santo Rosario, ricordandoci che « <i>la forza
principale dei malvagi è la viltà e la debolezza dei buoni</i> »
(San Pio X).</span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.09cm; margin-top: 0.09cm;">
<br />
</p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.19cm; margin-top: 0.19cm; text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span lang="fr-FR"><b>Don
Stefano Carusi</b></span></span></span></p>
<p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm; text-align: right;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b><span lang="fr-FR">Abbé
Louis-Numa Julien</span></b></span></span></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b><span lang="fr-FR"><br /></span></b></span></span></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b><span lang="fr-FR"><br /></span></b></span></span></p><p style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b><span lang="fr-FR">___________________________________________________</span></b></span></span></p>
<div id="sdfootnote1"><p align="justify" class="sdfootnote"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a><span style="font-family: Georgia, serif;">
E. Galli della Loggia, </span><span style="font-family: Georgia, serif;"><i>I molti
aspetti singolari della giustizia vaticana</i></span><span style="font-family: Georgia, serif;">,
in </span><span style="font-family: Georgia, serif;"><i>Il Corriere della Sera</i></span><span style="font-family: Georgia, serif;">,
16 febbraio 2022
</span><span style="color: blue;"><u><a href="https://www.corriere.it/editoriali/22_febbraio_16/i-molti-aspetti-singolaridella-giustizia-vaticana-13aa8caa-8f42-11ec-af55-d575edc6dd9d.shtml"><span style="font-family: Georgia, serif;">https://www.corriere.it/editoriali/22_febbraio_16/i-molti-aspetti-singolaridella-giustizia-vaticana-13aa8caa-8f42-11ec-af55-d575edc6dd9d.shtml</span></a></u></span><span style="font-family: Georgia, serif;">.</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote2"><p class="sdfootnote"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a><span style="font-family: Times New Roman, serif;">
</span><span style="font-family: Georgia, serif;"><i>Ibidem.</i></span></p>
</div>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-27775966584745522052022-03-06T20:11:00.003+01:002022-03-16T20:03:49.219+01:00Lettera aperta al Cardinale Maradiaga<p><b style="text-align: justify;"><span style="color: #b45f06; font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Riceviamo e
pubblichiamo</span></b></p><p style="text-align: right;"><span style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><i>Quaresima 2022</i></span></span></p><p style="text-align: right;"><span style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjl9UokUJNaFfGMEp_eHxpqocDLzkCZVYzo3jlGM3cDn5-B5eCh2dCVmw2gLJ1qi-VxDmqRBF4dl0Zuz1OofT1DpYOJsq3l6hgLntLXP9KCpwvDT0ZP9MmLDJrXW9Ln0-IsclaXnrfxCu0Cq-IL5SYZy5kVR0_kf4ojM8hyodpXfCxpZ5uLXz_WEslGyA=s640" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="453" data-original-width="640" height="284" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjl9UokUJNaFfGMEp_eHxpqocDLzkCZVYzo3jlGM3cDn5-B5eCh2dCVmw2gLJ1qi-VxDmqRBF4dl0Zuz1OofT1DpYOJsq3l6hgLntLXP9KCpwvDT0ZP9MmLDJrXW9Ln0-IsclaXnrfxCu0Cq-IL5SYZy5kVR0_kf4ojM8hyodpXfCxpZ5uLXz_WEslGyA=w400-h284" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span><p></p><p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Dopo oltre otto anni, la seguente lettera - i cui contenuti non hanno perso
d’attualità - non ha avuto risposta. Per le voci critiche di un certo tipo -
invece della sbandierata “apertura” - si sono piuttosto visti provvedimenti (da
rimozioni cardinalizie al regime restrittivo di “concessioni” del rito
tradizionale) volti a ridurre al silenzio, favorendo così l’opportunismo, lo scoraggiamento
e l’esasperazione. N.d.R.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><span style="color: #b45f06; font-family: "Georgia",serif; font-size: medium; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><b>Lettera aperta al Card. Maradiaga</b></span><b style="text-align: right;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><i style="font-weight: 400;"> </i></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: right;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p><i>Febbraio 2014</i> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm;"><b style="text-align: right;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">A S.E.R. il Sig. Card. Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga</span></b></p><p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Coordinatore della “<i>Commissione dei Cardinali</i>”</span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E, p.c.,</span><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><b><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ad alcuni altri Porporati</span></b><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">«<i>Io prometto: di non diminuire o cambiare niente di quanto trovai
conservato dai miei probatissimi antecessori, e di non ammettere qualsiasi
novità, ma di conservare e di venerare con fervore, come vero loro discepolo e
successore, con tutte le mie forze e con ogni impegno, ciò che fu tramandato </i><span style="mso-bidi-font-style: italic;">[…]<i> Se pretendessi di agire al di fuori
di queste cose, o di permettere che altri lo faccia, Tu non mi sarai propizio
in quel giorno tremendo del divino giudizio</i></span>»<i> </i><span style="mso-bidi-font-style: italic;">(dal Giuramento dei Papi il giorno della
loro Incoronazione, ovvero il lato umile degli “orpelli”: sulla grandezza e il
limite del potere pontificio).<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Eminenza Reverendissima,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">nell’intervista rilasciata da Vostra Eminenza a <i>la
Repubblica</i>, organo della sinistra massonica in Italia, il 22 novembre u.s.,
Ella, in risposta alla domanda del giornalista “<i>Perché in conclave avete
scelto Bergoglio?</i>”, ha affermato: "<i>È stato lo Spirito Santo. Quel
giorno non era in vacanza né stava facendo una siesta. Bergoglio aveva già dato
le dimissioni da arcivescovo di Buenos Aires, aspettava il successore per
andare in pensione. Non pensava all'elezione e aveva in mano il biglietto di
ritorno. Invece lo Spirito ha suggerito un nome diverso dalla curia e
dall'Italia</i>". Seguendo l’umorismo della Sua risposta, e fiduciosi
nello spirito salesiano di V. E., ci permettiamo di presentare con franchezza
alla Sua attenzione alcune perplessità che abbiamo a riguardo, aprendoLe
liberamente il cuore.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Per la verità - stando alla logica della risposta, che
peraltro sembra andare oltre la domanda - «lo Spirito» sembrerebbe aver
illuminato ancor di più proprio <i>la Repubblica</i> di Eugenio
Scalfari (e ambienti retrostanti): giacché sta di fatto che questi aveva
indovinato il nome del nuovo Papa già alcuni giorni prima, mentre il diretto
interessato ha detto di averlo pensato soltanto mentre veniva eletto, e già
dopo il settantasettesimo voto (cfr. il favorevolissimo A. Tornielli <i>Francesco
Insieme</i>, pp.68-69).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E non dubitiamo che il card. Bergoglio avesse in mano
il biglietto di ritorno per Buenos Aires, ma dobbiamo registrare anche qualche
elemento contrastante: tralasciando la sua indicazione del povero don Giacomo
Tantardini come proprio segretario se fosse stato eletto (e don Giacomo
Tantardini è morto un anno prima dell’elezione); tralasciando la campagna
elettorale che già nel 2005 sembra avergli fatto il diplomatico mons. Pietro
Parolin, ora Cardinale Segretario di Stato; tralasciando le visite in
incognito, ancora non chiarite, del card. Bergoglio a quel tempio <i>clerico-mondano</i>, <i>curial-mondano</i> che
risulta essere l’Accademia Ecclesiastica, proprio le settimane precedenti l’ultimo
Conclave; tralasciando che il «nome» dell’eletto è stato sì «diverso dalla
curia» quanto occorreva, ma non tale da impedire a influenti curiali di
consentirne l’elezione, né tale da far sì che l’area diplomatica curiale
“uscisse male” dal Concistoro – che invece ha vistosamente penalizzato altre
aree ecclesiastiche; tralasciando parecchie cose, resta in ogni caso che agli
amici, che nei giorni del «biglietto» si applicavano a fargli campagna
elettorale, «pensa[ndo]» e lavorando con molta discrezione «all’elezione»,
aveva detto che se lo avessero eletto avrebbe accettato, avrebbe vigorosamente
fatto pulizia in Vaticano e si sarebbe guardato dal prendere un caffè nel
Palazzo papale (già preconizzando di risiedere altrove).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In realtà, la domanda posta faceva chiaramente
riferimento alle dichiarazioni rilasciate a <i>L’Espresso</i> –
rivista collegata a <i>la Repubblica</i> e appartenente al medesimo
gruppo editoriale – da un Suo Confratello del Sacro Collegio, il card. Barbarin
(29 ottobre 2013). Secondo il Porporato francese, il card. Bergoglio sarebbe
stato eletto sulla base di un intervento nel quale egli avrebbe «<i>detto
testualmente</i>»: «<i>ho l’impressione che Gesù è stato rinchiuso all’interno
della Chiesa e che bussa perché vuole uscire, vuole andare via</i>». Queste
affermazioni di un Cardinale elettore, peraltro attribuite a colui che siede
sul Soglio di Pietro ed espressamente presentate alla rivista come testuali –
quantunque in diretto contrasto con qualche sua omelia da Papa –, di non
facilissima interpretazione e comunque mal corrispondenti al concetto di una
espansione missionaria della Chiesa di Cristo con il darle nuovi figli, sono
comparse sotto il titolo <i>Papa Bergoglio: Cristo vuole uscire dalla
Chiesa</i>. E sono state comprese dalla redazione, da molti lettori, come una
legittimazione della vecchia pretesa, ereticale e massonica, di separare Cristo
dalla Sua Chiesa; così pensando tranquillamente di poter stare con Cristo pur
ostinandosi a rifiutare, per dirla con Sant’Ambrogio, «ciò che è proprio di
Cristo».</span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p><span></span></o:p></span></p><a name='more'></a><p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quest’articolo ha forse un sapore di promemoria e
avvertimento, ovvero di pressione sull’eletto? Ad ogni modo, curiosamente il
protagonista di questi probabili segnali è il medesimo gruppo editoriale che ha
ospitato il famoso <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Diario del Conclave</i>,
da cui è emerso con forza, tra le altre cose, il peso del card. Bergoglio; in<i> tandem</i> con
un giornalista del movimento di Comunione e Liberazione. E ancora dei
giornalisti di Cl romana (una dei quali risulta già aver fatto carriera),
assieme ad alcuni ecclesiastici appartenenti a una corrente ecclesiale ben
determinata e corrispondente proprio ai referenti ecclesiastici di quel gruppo
editoriale, hanno lavorato nel più gran segreto per la candidatura del card.
Bergoglio. Gli uni pensando di sostenere l’amico del sacerdote ciellino romano
don Giacomo Tantardini, gli altri - almeno alcuni, che l’hanno detto
espressamente - di contrastare la candidatura del “papabile” ciellino card.
Scola. Così come, stando anche a qualche dichiarazione, alcuni hanno potuto
capire che “<i>si sarebbe cambiata la pubblicità ma il prodotto sarebbe rimasto
lo stesso</i>” e altri - anche all’interno della Chiesa - hanno potuto
comprendere che ne sarebbe venuta fuori “<i>una nuova Chiesa</i>” - pur in
maniera oscillante e magari dissimulata quanto occorre -, alla luce del card.
Martini redivivo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Mentre un curiale potente e di vecchia data come il
card. Sodano, il medesimo che era apparso tutt’altro che entusiasta del
precedente Conclave (ipotizzando in privato che il Pontificato di S.S.
Benedetto XVI non sarebbe stato lungo), e che poi, assai stranamente, aveva
celebrato i funerali di don Tantardini, nell’omelia della S. Messa <i>Pro
eligendo Romano Pontifice</i> aveva tracciato alla perfezione il ritratto
dell’Arcivescovo di Buenos Aires. Mentre un altro Presule aveva previsto mesi
prima quanto poi, nella sostanza, è realmente accaduto: papa Ratzinger non
avrebbe superato il Natale 2012. Mentre la campagna di <i>Vatileaks</i>,
che di fatto ha preceduto quel <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ritiro di
un Pontefice</i> che ha reso possibile questo nuovo Conclave, e alla quale - intreccio
curioso e ricorrente - gli organi di quel medesimo gruppo editoriale hanno
particolarmente dato voce, sembra essersi fermata (almeno per ora) proprio
d’incanto. Eminenza, invece di rifugiarsi “troppo” dietro lo Spirito Santo,
quante cose ci sono da chiarire!</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Accennato alle questioni storiche, non tralasciamo
certo quelle dottrinali. Nella tendenza a una qualche rifondazione della
Chiesa, ieri fondata su Pietro e oggi su Simone (slittamento che ovviamente non
sarà mai completo, lo sappiamo bene, ma che intanto può nuocere ed essere
radicalmente fuorviante), notiamo in particolare, con una certa preoccupazione,
tre punti specifici; sicché, dopo aver atteso con calma e nella preghiera, e
prendendo sul serio certe vibranti affermazioni generali di papa Bergoglio, che
applicandole inducono a occuparci <i>tutti</i> di tali questioni, li
presentiamo - in spirito di evangelica <i>parresia</i> - a V. E. .
Anche per l’incarico che Ella ricopre, e anche per poterLe eventualmente
presentare a Sua Santità Francesco. Pensiamo, in coscienza, che così certamente
non saremo <i>cortigiani</i>, come si suol dire (fenomeno che, come anche
il nepotismo, non ci sembra proprio circoscritto alla recente Curia Romana).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 1cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: Georgia; mso-fareast-font-family: Georgia; mso-fareast-language: IT;"><span style="mso-list: Ignore;">1)<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In <i>Evangelii
gaudium</i> n. 253, ad esempio, Egli si premura di dichiarare
espressamente l’esclusione di «<i>odiose generalizzazioni</i>» negative circa i
musulmani (con un giudizio peraltro assai largamente assolutorio). Però con
altri, e questi cattolici (peraltro corrispondenti, di fatto, alla tipologia di
alcuni che in Conclave non lo hanno votato, e/o alla formazione, sensibilità ed
esperienze sue personali anteriori all’elezione - con la quale pure si cambia
nome), la premura di dare precisazioni atte ad escludere «odiose
generalizzazioni» non si è vista (cfr. la medesima <i>Evangelii gaudium</i> n.
94 e 95, e ancor più in varie altre occasioni). Anzi: più volte ha avuto parole
sprezzanti, dure e diremmo quasi violente contro certi cattolici; talora
persino sarcasmo. Assieme ad altre frasi, per le quali talvolta ci si è chiesti
dove sia stato il card. Bergoglio negli ultimi decenni, sono espressioni che,
al di là delle intenzioni, taluni ambienti influenti hanno facilmente la
possibilità di usare (anche selezionando dei pronunciamenti ondivaghi): non
soltanto contro certi cattolici non bergogliani, contro cattolici che non
condividono il martellamento di certi <i>slogan</i> divenuti
intoccabile ideologia, ma - ed è questo soprattutto che è preoccupante - contro
certe tematiche, contro certe istanze.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 1cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 1cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In tal senso, notiamo che nel medesimo documento ci si
premura di citare il famoso (e abusato, anche secondo la testimonianza di S.S.
Giovanni Paolo I) passaggio di S.S. Giovanni XXIII sui «<i>profeti di sventura</i>»
(n.84), ma si omettono i pronunciamenti pontifici di segno opposto, anche
quelli più recenti e meno noti: inclusivi di accenni autocritici, e persino del
pianto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1.0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 1cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: Georgia; mso-fareast-font-family: Georgia; mso-fareast-language: IT;"><span style="mso-list: Ignore;">2)<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Preoccupa anche
certa tendenza episcopalista, tendenza alquanto marcata. Dopo il “biglietto da
visita” dell’autopresentazione dal Balcone di San Pietro soltanto come Vescovo
di Roma, ripetendolo per ben tre-quattro volte in quel breve discorso (al punto
che c’è chi si è chiesto subito se fosse un segnale per qualcuno); dopo
l’elogio al suo primo <i>Angelus</i> del card. Kasper (pur in
compagnia della Madonna di Fatima pellegrina e del confessionale), Cardinale di
cui è stato elogiato non soltanto un libro ma, anche espressamente, la teologia
in generale, e che della tendenza episcopalista è un esponente di spicco: ora
questa sembra venir favorita dalla decentralizzazione preconizzata anche in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Evangelii Gaudium</i>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">È pur vero che, mentre diceva queste cose, papa
Bergoglio (o chi per lui) ha comandato non poco; ma è anche vero che (ad
esempio) un’importante vaticanista, assolutamente favorevole alla tendenza in
oggetto, ha potuto chiosare con faziosa soddisfazione: con una
decentralizzazione del genere, riguardante persino delle competenze dottrinali,
una Conferenza Episcopale particolarmente progressista avrà la strada spianata
per - ad esempio - cambiare di fatto la posizione della Chiesa sui “divorziati
risposati”. Ecco le aspettative che, al di là di quello che sarà l’esito
finale, intanto vengono alimentate!<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non basta. Un programma di ampio decentramento,
infatti, lo troviamo già sulla rivista del Grande Oriente di Francia, <i>L’Humanisme</i>.
E immaginiamo che il cuore salesiano di V.E. sobbalzerà, ripensando a quella
frase del Padre S. Giovanni Bosco: <i>la Massoneria, cioè il diavolo</i>.
Rivista che nel numero del maggio-ottobre 1968 scriveva, con molta franchezza,
di una specie di «<i>rivoluzione copernicana</i>», una «<i>rivoluzione
gigantesca nella Chiesa</i>» che porta già in sé, (per i suoi nemici), «<i>il
preludio della vittoria</i>». Infatti, oltre alla lode del processo di
desacralizzazione, leggiamo: «<i>Quando le strutture tradizionali crolleranno,
tutto il resto seguirà. </i>[…]<i> Non è la ghigliottina che aspetta
il Papa, ma sarà lo stabilirsi delle Chiese locali, che si organizzeranno
democraticamente e rifiuteranno di riconoscere i confini tra chierici e laici,
che si costruiranno i propri dogmi e che vivranno in completa indipendenza da
Roma. </i>[...]<i> il Vaticano non avrà più la possibilità di controllare
i movimenti di un gran corpo che si credeva omogeneo… Non sarebbe venuto il
tempo di tornare alle Chiese “nazionali”? Il Papa non si aspetti la
ghigliottina, perché divenuto più umano il nostro tempo; ma le “Chiese locali”
lo aspettano, e sarà necessario che Egli si accordi con esse. Sarebbe facile
ricordare certi episodi del passato, come, ad esempio, la Chiesa gallicana.
Finita l’evoluzione, il Papa diventerà superfluo, poiché le Chiese locali
“vivranno in piena indipendenza da Roma”. È dunque la ghigliottina, ma sotto
altra forma: l’annichilimento!</i>». Qui si va a toccare, volenti o nolenti, la
Divina Costituzione della Chiesa; e la mente va al frutto della storica
decentralizzazione episcopalista ortodossa: la loro strutturale debolezza, ad
esempio davanti al Potere mondano. Il Vostro confratello nell’episcopato mons.
Rudolf Graber commentava, nel suo libro-denuncia <i>Sant’Atanasio e la
Chiesa del nostro tempo </i>(pag.81):<i> </i>«<i>Ora sappiamo a cosa
ci troviamo di fronte. Il “piano di Lucifero” ci è stato chiaramente e
apertamente rivelato</i>».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: Georgia; mso-fareast-font-family: Georgia; mso-fareast-language: IT;"><span style="mso-list: Ignore;">3)<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E danno
pensiero i ripetuti discorsi contro il <i>proselitismo </i>(peraltro
senza che il suo esatto significato sia chiaramente definito). È fuor di
discussione che se con tale parola si intende la realizzazione dell’apostolato
con metodi indegni (ad esempio quelli che i laicisti alla Eugenio Scalfari
chiamano <i>metodi da gesuita</i>), siamo tutti d’accordo. Tuttavia, come
un Vescovo riconosceva imbarazzato nel suo periodico diocesano, quel che la
moltitudine ha capito dell’apparente intervista a <i>la Repubblica</i> (probabilmente
mal riportata, ma di fatto questo è il messaggio che è passato; sicché
chiediamo: il Papa non è tenuto, per stretto dovere di stato, a contenersi –
appunto umilmente – con <i>alta prudenza</i>?), è che non c’è bisogno di
convertirsi al cattolicesimo. Al più è desiderabile, per qualcuno, ma non è
necessario (un <i>optional</i>). Non è questo, in senso evangelico, uno
scandalo? Gli Apostoli, il primo Papa nel suo paradigmatico discorso, San
Francesco dal Sultano, hanno parlato in un modo tale che gli interlocutori
potessero capire questo? […] come potrebbe essere fedele al divino «<i style="mso-bidi-font-style: normal;">euntes docete</i>»? Che ne è del divino «<i style="mso-bidi-font-style: normal;">chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi
non crederà sarà condannato</i>»? […] Che ne è del ripetuto monito appunto
dello Spirito Santo, per cui « <i style="mso-bidi-font-style: normal;">se tu non
lo avrai avvertito, della sua rovina Io chiederò conto a te </i>»? […] Che fine
fanno in questa prospettiva due opere di misericordia, proprio di misericordia,
quali <i style="mso-bidi-font-style: normal;">istruire gli ignoranti</i> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ammonire i pecccatori</i> ? […].<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: Georgia; mso-fareast-font-family: Georgia; mso-fareast-language: IT;"><span style="mso-list: Ignore;">4)<span style="font: 7pt "Times New Roman";"> </span></span></span><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Infine,
rileggiamo alcuni brani di lettere di San Francesco d’Assisi, proprio il Santo
di cui Bergoglio ha preso il nome.</span></p><p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Lettera a tutte le cariche pubbliche: «<i>Ricordate e
pensate che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico allora, con rispetto
per quanto posso, di non dimenticare il Signore, presi come siete dalle cure e
dalle preoccupazioni del mondo. Obbedite ai suoi comandamenti, poiché tutti
quelli che dimenticano il Signore e si allontanano dalla Sue leggi sono maledetti
e saranno dimenticati da Lui. E quando verrà il giorno della morte, tutte
quelle cose che credevano di avere, saranno loro tolte. E quanto più saranno
sapienti in questo mondo, tanto più dovranno patire le pene nell’inferno </i>[…] <i>Siete
tenuti ad attribuire al Signore tanto onore fra il popolo a voi affidato, che
ogni sera si annunci, mediante un banditore o qualche altro segno, che siano
rese lodi e grazie all’onnipotente Signore Iddio da tutto il popolo. E se non
farete questo, sappiate che dovrete renderne ragione a Dio davanti al Signore
vostro Gesù Cristo nel giorno del giudizio</i>».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Lettera ai fedeli laici, su chi non segue Cristo: «<i>Sono
prigionieri del diavolo… essi vedono e riconoscono, sanno e fanno il male, e
consapevolmente perdono la loro anima. Perché chiunque muore in peccato
mortale… il diavolo rapisce l’anima di lui… e andranno all’inferno dove saranno
tormentati eternamente</i>».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Lettera ai sacerdoti. «<i>Tributate il massimo onore
al Santissimo Corpo e Sangue del Signore nostro Gesù Cristo</i>», talvolta
invece «<i>il Corpo del Signore viene collocato e lasciato in luoghi indegni,
viene trasportato senza nessun onore e ricevuto senza le dovute disposizioni e
amministrato senza riverenza</i>».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpLast" style="background: white; margin-bottom: 0cm; margin-left: 32.1pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 0cm 32.1pt; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Leggendole, pensiamo con dolore: quando queste messe
in guardia risuonano nel mondo cattolico odierno? Quando papa Francesco sarà
Francesco anche nel confessare queste verità, mettendo in guardia il gregge
(attuale e potenziale) da pericoli tanto gravi quanto oggi persi di vista come
l’Inferno? Il Signore non dice forse, senza circoscrivere ciò “<i>ad intra</i>”,
che se non l’avrai avvertito (e la luce non si mette sotto il moggio!) <i>della
sua morte Io chiederò conto a te?</i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 32.1pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Eminenza, è per amore alla Chiesa che Le abbiamo
scritto, […].</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 32.1pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ma vediamo anche certi conati, ricorrenti e massicci,
di strumentalizzazione del Vicario di Cristo: per cui <i>la Repubblica</i> e <i>Famiglia
cristiana </i>hanno appunto inneggiato apertamente, in nome di questo
Papa, a «<i>una nuova Chiesa</i>» (a loro immagine e somiglianza), esaltando
Simone e umiliando Pietro (esattamente al contrario di quel Papa che fu umile
non rifiutando, tra gli applausi del mondo, gli “orpelli” che trovò presenti
per la Carica da lui rivestita, ma dicendo, con la bocca e con i fatti: «<i>Aeneam
reicite, Pium recipite</i>»; come fece il nostro beato Pio IX, con l’umiltà di
sacrificare da Papa certe sue vedute, certi suoi orientamenti da Cardinale);
per cui un organo ufficialmente cattolico arrivò a titolare, ideologicamente e
faziosamente: «<i>Martini Papa</i>». E non possiamo non pensare (perché
rinnegheremmo la ragione, contro il Vangelo e contro il Magistero) che certi
atti e parole di Colui che oggi siede sul Soglio di Pietro, certe oggettive
ambiguità e imprudenze, hanno potuto favorire tali massicce
strumentalizzazioni.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Come quando egli fece la summenzionata ampia lode di
quel card. Kasper che da un recente Predecessore era stato elevato alla Porpora
con l’inconsueta riserva di una lettera di ammonimento proprio sulla teologia,
con riserve pontificie proprio sulla sua teologia. […].</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sta di fatto che molte persone stanno capendo che la
Chiesa, pur non potendo dirlo subito e apertamente, sta cambiando la propria
posizione su questioni come i “divorziati risposati”. Chi risponde a Dio del
male che viene fatto lasciando passare, nella realtà, un tale messaggio? E se
famiglie in crisi che hanno cercato di reggere, pur assillati da tentazioni,
trovandosi spianata “la via larga” per autogiustificarsi, considerassero che,
in fin dei conti, anche la Chiesa adesso dice che non bisogna essere tanto
rigidi…? Che non è l’ideale, certo, ma chi è senza peccato? E se persone che
vivono pubblicamente e stabilmente nel peccato si sentissero autorizzate, pur
intendendo restarvi, ad accostarsi ai Sacramenti della Confessione e
dell’Eucarestia, trovando magari dei sacerdoti che interpretano come si può
immaginare certi discorsi di attualità? Cioè dando a Nostro Signore Gesù Cristo
«<i>certamente il dolore più grande, quello che più Gli trafigge il cuore</i>»
(<i>Via Crucis</i> al Colosseo del 25 marzo 2005)! Chi si rendesse
responsabile, attivamente o passivamente, di tutto questo male montante, male
alle anime e male come profanazione dei Sacramenti, non ha da temere - per dirla
con Santa Caterina da Siena - il divino Giudizio? […].</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sicché preghiamo di cuore perché il Papa gesuita
mostri, con fatti univoci e a dispetto del primo Concistoro, di non essere
impropriamente condizionabile né dalle sue personalissime opinioni e
attitudini, né da certi suoi “grandi elettori”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E se di “rivoluzione di Francesco” si lascia parlare,
non sarebbe allora una bella rivoluzione - per così dire -, quantunque forse
non applaudita dal mondo e dai Poteri mondani, <i>la rivoluzione della
trasparenza in Vaticano</i>?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ad esempio, la pubblicazione del cosiddetto Quarto
Segreto di Fatima (anche senza riconoscerlo, se si è dubbiosi sulla sua piena
ed esatta autenticità soprannaturale: altro che «bastonate», a quel testo è
stato dato l’ergastolo!). Giacché peraltro i “fatimiti” argentini, e non solo,
poterono uscire da colloqui e carteggi con l’Arcivescovo di Buenos Aires con la
percezione che egli fosse d’accordo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ad esempio l’abolizione, e non soltanto per il futuro,
del segreto del Conclave. Riforma caldeggiata dall’esperto card. Siri, assieme
ad altri cambiamenti: ad esempio della riforma postconciliare della Curia, che
è proprio quella attualmente vigente. Proposta di revisione che paradossalmente
fu avversata, nonostante un certo dichiarato favore di S.S. Giovanni Paolo II,
proprio da grandi nomi del progressismo curiale: cfr. tra l’altro <i>Il
Papa non eletto</i>, Laterza 1993, pp. 288-289.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Con le nostre povere preghiere, proni al bacio della
Sacra Porpora,</span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 0cm; text-align: right;"><b><i><span style="font-family: "Georgia",serif; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Lettera firmata</span></i></b></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comRoma RM, Italia41.9027835 12.496365513.592549663821153 -22.6598845 70.213017336178837 47.652615499999996tag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-84378581239257470372022-01-17T20:59:00.000+01:002022-01-18T21:06:35.073+01:00« Credo nella Scienza » …o nel consenso emotivo?<p> <b style="color: #ea7500; font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt;">Moralità
del “<i>credere</i>” ai dati scientifici</b></p>
<p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">17
gennaio 2022, Sant’Antonio Abate</span></span></span></p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></span></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEisNgVA-jvq5VGP9au_B2Z5PZ9TQWswQr1N9jcMgUBo_cf8d5Rr4z9UB91YiKCaIEnO2sGJT8_su0ruQFvxUhr-qrCBoLQSfSy5sgOm632I9ZdjuIqZCL6e2QOieKb_JO44UGyU1CHXKrTs4hmiGlHzTb1ioWzCwLbytBAIuRzryUSLL_rdxjpjewJj8A=s700" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="672" data-original-width="700" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEisNgVA-jvq5VGP9au_B2Z5PZ9TQWswQr1N9jcMgUBo_cf8d5Rr4z9UB91YiKCaIEnO2sGJT8_su0ruQFvxUhr-qrCBoLQSfSy5sgOm632I9ZdjuIqZCL6e2QOieKb_JO44UGyU1CHXKrTs4hmiGlHzTb1ioWzCwLbytBAIuRzryUSLL_rdxjpjewJj8A=s320" width="320" /></a></div><br /><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">«
</span><i style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Io credo nella scienza </i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">», « </span><i style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">bisogna credere nella scienza
</i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">», ecco la frasi che risuonano oggi ad ogni piè sospinto per
richiedere o giustificare il proprio aprioristico assenso ad un
insieme di dati “scientifici”, compresi quelli che talvolta non
possono essere conosciuti se non da pochissimi esperti e forse con
certezza nemmeno da loro. Di fatto oggi si assiste, su uno sfondo di
interessi stratosferici, alla fusione di una supposta “</span><i style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Fede
nella Scienza</i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">” con l’emotività sapientemente condotta dalle
briglie dei Media, cui si tributa a sua volta un cieco assenso. Ed è
proprio quello stesso consenso mediatico, che non risparmia il
ricorso all’irrazionalità isterica, ad invocare incessantemente la
copertura della “</span><i style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">scienza</i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">” in cui « </span><i style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">si deve credere </i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">».
Gli stessi che sofisticamente ci avevano insegnato fino a poco tempo
fa che la “</span><i style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Scienza</i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">” (quella con la maiuscola) esclude ogni
credo, men che meno in Dio, ci dicono oggi che bisogna « </span><i style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">credere
nella scienza </i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">» ed alcuni ecclesiastici sono persino giunti,
nell’asservimento imperante ai poteri mondani, a dire che è grave
peccato non obbedire alle tesi correnti “</span><i style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">della scienza</i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">”.</span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Come
è possibile che lo scientismo di matrice razionalista si stia
sposando così bene con l’emotività d’ispirazione immanentista e
quindi assai poco “razionale”? La ragione profonda di questo
matrimonio sta nella morte della filosofia del reale, quella del buon
senso su cui si fonda la metafisica classica e nello scientismo che,
in fondo fin dalla sua nascita, ha bisogno per sopravvivere
dell’immanentismo, ovvero di una fervida attività dell’<i>io</i>,
creatore di realtà, che si sostituisce alla metafisica reinventando
il reale, magari ricorrendo alla matematica laddove la matematica non
ha molto da dire. E’ così che i connotati dello scientismo
diventano quelli di una vera e propria religione, religione rivelata
in più, non certo da Dio, ma dagli organi che “rivelano” il
pensiero corretto, esigendo l’assenso e creando il consenso. Questo
processo, che a rigor di logica è antiscientifico, merita un lungo
approfondimento, in quest’articolo concentriamo per il momento
l’attenzione sull’asserzione ormai quasi dogmatica « <i>io credo
nella scienza </i>» e sui suoi risvolti morali. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.1cm; margin-top: 0.1cm;">
<br />
<br />
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">«
<i><b>Io credo</b></i><b>…</b></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Prima
di tutto « <i>io credo </i>». Cosa significa “<i>credere</i>”?
Restando a livello naturale e senza voler entrare nel discorso sulla
fede infusa che non è il nostro oggetto, si può affermare che
“<i>credere</i>” vuol dire sottomettere l’intelligenza ad un
oggetto non evidente in sé oppure evidente in sé, ma non a colui
che crede. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Per
fare qualche esempio possiamo pensare alla nostra data di nascita,
mia madre ha evidenza che essa sia avvenuta il 3 gennaio, io no.
Credo alla sua parola perché ella sa con certezza e non mi inganna.
Questa certezza viene detta “<i>evidentia in attestante</i>”.
Ovvero mi fido di colui che attesta, il quale ha conoscenza diretta
ed evidenza di quanto afferma. In ambito scientifico questo tipo di
assenso è quello che viene da chi crede ad uno scienziato che ha
fatto un esperimento il quale con certezza assoluta ha dato un
risultato, risultato evidente e certo per lo scienziato, ma non per
l’allievo che gli “crede”, perché “ha fede in lui”, in
questo caso prudentemente. Diverso è il caso in cui non ci sia
nessuna prova certa nemmeno da parte dello scienziato che studia, in
tal caso la certezza diminuisce, perché manca l’ “<i>evidentia
in attestante</i>”. E’ il caso, ad esempio, di cosa ci sia al
centro della terra, un dato che non è evidente a nessuno e non lo
sarà per qualche tempo. Se affermo che c’è un nucleo
incandescente lo faccio per fede, fede naturale in un’ipotesi
scientifica che, presente in tutti i libri di scuola, è diventata
“consenso”, forse anche credibile, ma che resta ipotesi per lo
studioso che se l’è inventata e che ci crede non per “scienza”
in senso stretto, come vedremo. Affermazione che rimane ipotesi per
lo scienziato e per l’allievo che ha deciso di credergli. In questo
caso, rispetto al caso precedente, gli atti di fede sono almeno due,
il primo è quello dello scienziato alla propria teoria - sia essa
fondata - il secondo è quello dell’allievo che a sua volta crede
allo scienziato. Se poi c’è una catena d’intermediari gli atti
di fede si moltiplicano. Se poi tutta una “comunità scientifica”
ha deciso di credere all’ipotesi non dimostrata da nessuno, ci sono
tanti atti di fede almeno quanti sono gli scienziati “credenti”
al nucleo incandescente che nessuno ha mai visto, né perforato con
esperimenti di carotaggio, ma solo ipotizzato in ragione di alcuni
“effetti”. Qui per completezza va ricordato anche un fenomeno che
di scientifico ha ben poco, infatti la pretesa dello scientismo di
dare risposte a tutto soffre di dover tacere su questioni
fondamentali, quindi davanti ad alcuni misteri della natura non
ancora chiariti preferisce aver fede in un’ipotesi e se necessario
uniformare il consenso di fede. Un po’ come ammisero tempo fa
alcuni scienziati: « <i>Dobbiamo credere al darwinismo</i> - anche
se le prove sono scarse - <i>perché altrimenti non resta che il
creazionismo </i>», ma siccome la Creazione è un’ “eresia”
condannata dal loro dogma, non ci si può nemmeno riflettere…</span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span></span></span></span></p><a name='more'></a><p></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Semplificando
potremmo dire che quando non ho evidenza di un’ipotesi di studio,
non ho visto, conosciuto, studiato e dimostrato personalmente la tal
cosa, quando non ho quindi un accesso diretto alla veridicità del
tal enunciato, posso scegliere di “<i>crederci</i>”. La cosa per
me non è evidente, la mia intelligenza tuttavia, il più delle volte
in ragione dell’autorevolezza e della veridicità conclamata di chi
mi propone a credere la tal cosa, per un intervento della mia
volontà, si sottomette e dice - senza averne evidenza o senza averlo
dimostrato - « <i>credo </i>», « <i>ti credo </i>», « <i>ci
credo </i>». Si badi bene il credere di fede naturale, riponendo
fede in quel tale teste che mi comunica una cosa a me non evidente è
un processo non solo legittimo, ma necessario alla vita quotidiana e
lodevole, se prudente, così come sarebbe assurdo verificare ogni
volta con analisi chimiche ciò che compro dal panettiere: mi fido di
lui che è degno di fiducia sia perché sa quel che ha messo nel
pane, sia perché ha sempre agito bene e senza inganni.
L’affidabilità del teste evidentemente è premessa fondamentale
del credere in ogni ambito, compreso quello “scientifico”. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br />
<br />
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;">…<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i><b>nella
scienza </b></i><b>»</b></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Cosa
si intende per “</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>scienza</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">”
? Per Aristotele, che parte dalla cosiddetta </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">“</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>filosofia
del senso comune</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">”
(cfr. “</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2012/11/per-il-rilancio-della-filosofia-perenne.html">Per
il rilancio della filosofia perenne</a>”</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">)</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">,
la scienza è la conoscenza certa per mezzo della causa necessaria.
Scienza significa conoscere le cause proprie delle cose. In un
giudizio di scienza quindi propriamente detta non « </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>si
crede </i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">».
Non si crede perché o si ha percezione immediata ed evidente della
verità o si ha una dimostrazione razionale che esclude ogni dubbio.
Conosco attraverso le cause necessarie, so che quella cosa
necessariamente è causa della tal cosa e non di un’altra. In
questo caso si parla di scienza propriamente detta, non di fede. So,
non credo. Pur non escludendo diversi livelli nel rigore della
dimostrazione a seconda dei diversi campi, nell’aristotelismo il
procedimento propriamente scientifico si ha quando da una cosa nota
giungo alla conoscenza di una cosa che prima non mi era nota e
conosco il rapporto di causa-effetto necessario fra le due cose. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Per
la visione di alcuni moderni, ma sarebbe meglio dire per il
positivismo scientista ottocentesco, ampiamente superato, ma duro a
morire nella sua retorica, la <i>scienza</i> è solo la descrizione
di fenomeni attraverso il cosiddetto “<i>metodo scientifico</i>”.
Ovvero, volendo raggiungere l’oggettività delle affermazioni, una
volta osservato un fenomeno si cerca di creare un <i>modello
matematico</i> che descriva il funzionamento del fenomeno in certe
condizioni, si passa poi a verificare il suddetto modello con degli
esperimenti per verificarne la validità. E’ evidente che tale
“<i>conoscenza scientifica</i>” non è oggetto di fede. Non ci
credo, la dimostro. Nessuno contesta che sia vera, si contesta solo
che visti i “limiti matematici” che si impone, sottovaluta troppo
le capacità astrattive dell’intelligenza umana davanti ad altri
tipi di conoscenza e, essendo “scienza da laboratorio”, ci si
passi l’espressione, vale solo quando determinate precisissime
condizioni possono essere riprodotte. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Vero
è tuttavia che non tutte le scienze, pur restando vere scienze
secondo la loro graduazione e in rapporto all’oggetto e metodo
proprio, sono riconducibili <i>sic et simpliciter</i> all’evidenza
della verità o alla dimostrazione razionale necessaria, come direbbe
Aristotele, o al metodo scientifico sperimentale con la sua
reversibilità di verifica, riproduzione in laboratorio, linearità e
chiarezza del ricorso alla matematica, come direbbe lo scientista.
Non solo la stessa fisica sperimentale moderna ci ricorda oggi che
non possiamo conoscere direttamente molti fenomeni, ma solo
descriverne approssimativamente gli effetti (si pensi alla
descrizione del comportamento dell’elettrone), ma vi sono scienze
come la medicina e la biologia sperimentali, per esempio, le quali
non possono maneggiarsi solo con criteri di necessarietà delle
conclusioni. Esse infatti non sono in grado di risalire alle “cause”
di tutti gli “effetti” e spesso possono solo ipotizzare, senza
poter “riprodurre il fenomeno” anche perché esso presenta spesso
troppe “varianti”. Vi sono più spiegazioni plausibili, quindi
quando ci si trova nella necessità di scegliere o di costruire un
sistema di studio, può anche legittimamente intervenire nel processo
di studio l’affermazione « <i>io credo </i>». Può intervenire
proprio perché non vi è scienza assoluta nel senso sopra descritto,
ed è necessario anche ipotizzare in casi specifici l’assenso dell’
« <i>io credo </i>». Ciò non è affatto raro in questo tipo di
studi, poiché per poter procedere può anche essere necessario
<i>supporre</i> una verità. Si tratta in tal caso di « <i>un
atteggiamento attivo della mente che formula </i>a se stessa<i>
l’adesione data ad un enunciato, ove manchi l’uno o l’altro
degli elementi richiesti perché si abbia sapere scientifico </i>»,
ovverosia manca proprio « <i>la certezza perfetta, che esclude il
rischio d’errore </i>» e manca « <i>l’evidenza, capace
d’imporsi a tutte le menti </i>»<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a>.
</span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Quindi
ripetiamo quel che avviene: « <i>la mente formula </i>a se stessa<i>
l’adesione a tale enunciato </i>», in altre parole “<i>ci
crede</i>”, il processo quindi è interno a noi, non è
un’inappellabile costatazione di fatti certi totalmente esterni
all’<i>io</i>. Quindi tanto più è necessario sostenere che « <i>si
crede alla scienza</i> » per difendere la data opinione, tanto più
stiamo affermando che la tesi non gode affatto della certezza
scientifica propriamente detta, ovvero quella della <i>conoscenza
attraverso le cause necessarie</i> se si è aristotelici o della
<i>verifica col metodo scientifico</i> se ci si vuole limitare al
vecchio modello positivista. In ambo i casi dover dire « <i>credo
nella scienza </i>» significa affermare che manca la certezza che si
ha in altri campi della scienza. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">L’assenso
che si dà quindi in tal caso « <i>esprime una scelta tra
l’affermazione e la negazione possibili, o fra più enunciati
possibili </i>». Diventa quindi forzatamente la scelta volontaria di
un’opinione. Sottolineiamo che volontaria non significa arbitraria,
ma che la sola intelligenza in questa caso non sta semplicemente
constatando una verità evidente, ma deve intervenire la volontà,
che, valutato un insieme di fattori, fa la sua libera scelta in un
senso. E questo perché siamo nel campo della credenza-opinione, la
quale « <i>comporta per se stessa il rischio d’errore, in quanto
insufficientemente fondata dal punto di vista sperimentale o
razionale, e tale rischio è necessariamente riconosciuto da chi
opina </i>»<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a>.
Bisogna quindi riconoscerlo, non mentire alla propria intelligenza e
ammettere la natura non evidente dell’affermazione. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.15cm;"><br />
<br />
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>Moralità
del “credere” ai dati scientifici</b></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Si
tratta quindi spesso, anche in ambito “scientifico”, di opinione
del tale o tal’altro studioso, che - se è onesto - deve ammettere
di aver fatto lui stesso per primo una <i>scelta volontaria</i> in
favore di un’opinione, foss’anche la più probabile; opinione
dello studioso che poi viene proposta a colui che, non avendo
studiato direttamente l’ipotesi, potrà a sua volta (non essendo un
dogma di fede infusa necessario all’eterna salvezza) <i>scegliere</i>
se credere o meno, in base a criteri che riposano sulla competenza
dello scopritore, sull’onestà intellettuale mostrata durante la
sua vita ed anche sul suo disinteresse economico, sulla sua immunità
da logiche di carriera, di prestigio o di ricatto, fattori tutti che
ne accrescono la credibilità. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">E
ciò perché l’attendibilità del teste in questa materia è
capitale. Quindi, non essendoci nessuna evidenza, per colui che, come
Aristotele, sta con i piedi per terra e vuole fare una scelta
moralmente buona è anche necessario - ed è veramente “<i>scientifico</i>”
- chiedersi: il teste è interessato? Mi ha mostrato integralmente
gli studi che lo hanno condotto a tali conclusioni? Se dovesse
sostenere la tesi opposta verrebbe cacciato dall’università o dal
suo lavoro? Sta proponendo come “certo” ciò che è in ancora
“incerto”, quindi è intellettualmente disonesto? E’ possibile
che alcuni scienziati, anche se numerosi, possano essere
condizionabili, specie se sono in ballo interessi considerevoli, o
succubi del potere? Ci sono mai state repressioni che possono aver
condizionato la libertà dello scienziato? Il cosiddetto consenso
della “comunità scientifica”, specie se lo studio è in fase
embrionale, è reale a seguito di studi ineccepibili o è anche
frutto di chi controlla il “consenso emotivo delle masse”? </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Queste
domande certo non possono entrare in un “modello matematico” o in
un “indice di positività”, ma sono veramente scientifiche poiché
la mia conoscenza attraverso le cause, se deve “credere” a un
dato scientifico, deve anche interrogarsi sulla credibilità e quindi
il disinteresse del teste. Solo in tal modo il mio atto di credere
sarà prudente. Quanto detto - per chi è rimasto ancorato alla
filosofia realista e non sogna un sapere scientifico che ha risposte
a tutto e subito in forma d’algoritmo - è ancor più vero nei
primi anni successivi ad una scoperta. Particolarmente nelle
sperimentazioni in campo medico, ricordando che la nostra conoscenza
del funzionamento del corpo umano ha dei limiti, non parliamo poi del
sistema immunitario. Alcune scoperte acquistano se non scientificità
assoluta, almeno maggiore credibilità quando sono state vagliate dal
tempo. La mia “<i>fede</i>” non nella scienza - che non vuol dire
niente - ma in quella specifica cura medica ormai assodata perché ha
dato buoni frutti sul lungo termine, è diventata col tempo anche
“<i>fede ragionevole</i>”. O anche “<i>talmente ragionevole</i>”
che sarebbe addirittura imprudente non credervi in ragione delle
tante conferme pervenute negli anni. Ma è vero anche il contrario :
dal punto di vista morale potrebbe essere gravemente imprudente, e
potrebbe anche essere peccato grave di credulità - se c’è piena
avvertenza - dare il proprio assenso imprudentemente, ovvero senza le
necessarie verifiche. Specie se abbiamo ruoli di scienziati, medici o
governanti, con gravi responsabilità su chi ci ascolta o ci
obbedisce. </span></span></span>
</p><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: black;">Concludendo,
posso credere a questo o a quello scienziato per ragioni fondate e
non emotive o di comodo, ma affermare « </span><span style="color: black;"><i>credo
nella Scienza </i></span><span style="color: black;">» non vuol dire
nulla. Non esiste un credo nella Scienza, esiste una possibilità di
attribuire minore o maggiore credibilità a uno studioso o ad un
altro in merito ad una specifica affermazione. Il resto è solo
quell’emotività irrazionale intimamente connessa al suddetto
scientismo positivista ottocentesco, che, avendo rinnegato la
metafisica classica, quando manca di certezze cerca di imporle “a
suon di maggioranze” reali o fittizie. </span></span></span>
</p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><br />
<br />
</p><p align="right" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>Don
Stefano Carusi</b></span></span></p><div id="sdfootnote1"><p class="sdfootnote"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a><span style="font-family: Times New Roman, serif;">
R. Jolivet, </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Psicologia</i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">,
Brescia 1958, p. 569.</span></p>
</div><p align="justify" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm;">
</p><div id="sdfootnote2"><p class="sdfootnote"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a><span style="font-family: Times New Roman, serif;">
</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><i>Ibidem</i></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;">.</span></p>
</div><div id="sdfootnote2">
</div>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comRoma RM, Italia41.9027835 12.496365513.592549663821153 -22.6598845 70.213017336178837 47.652615499999996tag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-31049907251623204932021-11-18T12:00:00.020+01:002021-11-29T19:04:54.323+01:00Parla il domenicano che ha dato la Comunione a Biden<p></p><p align="left" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #ea7500;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>L’abominio
della desolazione nel luogo santo</b></span></span></span></p><p align="justify" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0cm;">
</p><p align="right" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">18
novembre 2021, <i>Dedicazione della Basiliche di S. Pietro e di
S. Paolo</i></span></span></span></p><p align="right" style="font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><br /></i></span></span></span></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-cBZgqHWPM-8/YZ1htopXFaI/AAAAAAAAA5U/TlBrlYRNz2YEcL7uFAAow4YVPpxe8ygLACLcBGAsYHQ/s1280/d67802fbd1f766f47d7aef76656d33f1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-cBZgqHWPM-8/YZ1htopXFaI/AAAAAAAAA5U/TlBrlYRNz2YEcL7uFAAow4YVPpxe8ygLACLcBGAsYHQ/w400-h225/d67802fbd1f766f47d7aef76656d33f1.jpg" width="400" /></a></div><p align="right" style="font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; widows: 2;"><br /></p>
<p align="left" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Un
nostro lettore Alessandro C. ci ha inviato un link ad un <a href="https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/21_ottobre_30/roma-biden-diserta-terme-assiste-messa-chiesa-san-patrizio-c08b9614-39a5-11ec-9ccd-c99589413e68.shtml" target="_blank">articolo del <i>Corriere della Sera</i> del 30 ottobre 2021</a> contenente le
dichiarazioni del sacerdote che ha sfrontatamente dato la Comunione
all’abortista Joe Biden proprio a Roma:</span></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;">“</span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>Il
presidente Usa Joe Biden in serata ha partecipato alla Messa nella
chiesa di San Patrizio, in via Boncompagni, a poche centinaia di
metri dall’ambasciata degli Stati Uniti. […] </i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i><b>Biden
ha ricevuto la comunione</b></i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> </span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>il
giorno dopo che </i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i><b>il
Papa gli ha detto di continuare a ricevere il sacramento</b></i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>,</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> </span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>nonostante
l’opposizione di alcuni conservatori </i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">[in
realtà l’opposizione è ben più consistente, è la linea
dell’episcopato americano, ndr] </span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>in
America che contestano la sua posizione sull’aborto.</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> </span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>Il
presidente riceve regolarmente l’eucarestia nelle diocesi di
Washington e Delaware, ma </i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i><b>fare
la comunione a Roma ha per lui un significato particolare</b></i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>. </i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i><b>Il
Papa, tecnicamente, è il vescovo di Roma</b></i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>,
e la parrocchia di San Patrizio è parte della sua arcidiocesi. Alla
funzione erano presenti circa 30 persone.</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> </span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>I
Biden si sono seduti nell’ultima fila, dove era stato scritto
«</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">riservato</span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>». La
Messa è stata celebrata da padre Joe Ciccone, che non ha fatto alcun
annuncio speciale ai presenti. </i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">«</span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>La
comunione è ciò che ci unisce nel Signore, nessuno di noi è puro e
perfetto, siamo tutti santi e peccatori</b></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">» </span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>ha
commentato il sacerdote al termine della celebrazione.</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">”</span></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Ringraziamo
il nostro lettore e rispondiamo che con ogni evidenza un gesto di
tale portata ed una dichiarazione così grave proprio a Roma,
difficilmente sono il frutto dell’estemporanea scelta di Padre
Ciccone, tenuto conto anche del fatto che la notizia del consenso di
Papa Bergoglio non è stata smentita. L’America intera e non solo
l’America aspettava di sapere cosa sarebbe successo quel giorno
nella Città santa. E poiché a tutt’oggi non risulta che Padre
Ciccone sia stato punito - non diciamo con quella severità e
quell’acredine che si sa usare contro il campo conservatore, ma
nemmeno con una leggero richiamo di facciata, come facevano almeno i
comunisti degli anni ’70 con “</span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>i
compagni che sbagliano</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">”
-, è lecito pensare che gli eventi siano stati orchestrati.
Orchestrati, se così fosse, vigliaccamente col solito metodo
marxista già ampiamente descritto nelle nostre colonne, per cui si
si agisce cambiando la prassi laddove non si può cambiare la
dottrina, dando il Corpo di Cristo pubblicamente a chi evidentemente
non può riceverlo. Stavolta però c’è anche qualcosa di più
rispetto ad </span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>Amoris
Laetitia</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">,
c’è una certa struttura “teologica” invocata a supporto della
prassi ereticale che, a meno di improbabili smentite, è la conferma,
anche visto il luogo che è stato teatro dei fatti, dell’avanzata
dell’ “</span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>abominio
della desolazione nel luogo santo</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">”.
Le dichiarazioni, riportate senza le necessarie distinzioni e inoltre
in stretta associazione con la profanazione pubblica dell’Eucarestia
appena compiuta, non sono né più né meno che la stantia teoria
luterana del “</span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>simul
iustus et peccator</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">”.
La profanazione dell’Eucarestia si compie in nome del “</span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>siamo
tutti santi e peccatori</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">”
e la dottrina cattolica sullo stato di grazia, la distinzione
cattolica tra </span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>stato
di peccato mortale</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> (pubblico
e sociale, per giunta, nel caso di Biden), che impedisce l’accesso
alla Comunione, e </span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>stato
di grazia con qualche peccato veniale</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"> che
invece lo permette, viene seppellita proprio con la … “teoria
della prassi” della Comunione al Presidente americano. A Roma per
giunta, pubblicamente nella Città santa. Rinviamo alla lettura
di <a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2021/04/lintrinseca-malizia-della-comunione.html" target="_blank">“L’intrinseca malizia della Comunione sacrilega”</a>.</span></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">Stavolta
le parole di Padre Ciccone (ispirate da chi a Roma dove “</span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><i>non
si muove foglia che Papa non voglia</i></span></span></span></span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;">”?)
mostrano che si sta ormai oltrepassando la fase della sola “prassi
eretica”, giungendo alla sua teorizzazione. Quanto denunciato sul
nascere nel 2014 trova purtroppo oggi sempre maggiori
conferme: "<a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2014/12/linflusso-di-lutero-dietro-la-tesi.html" target="_blank">L’influsso di Lutero dietro la “tesi Kasper”?</a>"</span></span></span></span></p><p align="justify" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%;">
<br />
</p><p align="left" style="line-height: 115%;">
</p><p align="right" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: 150%;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: 12pt;"><b>Associazione
chierici “</b><i><b>San Gregorio Magno</b></i>”</span></span></span></p><p></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comRoma RM, Italia41.9027835 12.496365513.592549663821153 -22.6598845 70.213017336178837 47.652615499999996tag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-11609142830992582062021-09-29T22:52:00.001+02:002021-10-03T23:08:03.956+02:00 “Traditionis custodes” e i giochi del Conclave<p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia;">Tra interessi “curialeschi” e ipocrisia</span></b></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: right;"><span style="font-family: georgia;">29 settembre 2021, <i>San Michele Arcangelo</i></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"> </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: georgia;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-p90z3DGTPOk/YVobeamIv9I/AAAAAAAAA5A/PR2WnJ0T-Xgnaf9L3bgRtdm1fj9q9tsYgCLcBGAsYHQ/s775/DC876643-0382-4A4C-A642-9F7369E75470.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="775" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-p90z3DGTPOk/YVobeamIv9I/AAAAAAAAA5A/PR2WnJ0T-Xgnaf9L3bgRtdm1fj9q9tsYgCLcBGAsYHQ/w400-h240/DC876643-0382-4A4C-A642-9F7369E75470.jpeg" width="400" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: center;"><i><span style="font-family: georgia;">Bergogliani</span></i></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Una fedele di Bordeaux si è rivolta alla nostra Redazione in merito a <i>Traditionis custodes</i>, il testo che di fatto quasi proibisce la celebrazione della Santa Messa tradizionale, e in merito alla relativa risposta servile data dai Superiori degli Istituti tradizionali appartenenti alla Commissione “<i>Ecclesia Dei</i>”, ormai definitivamente soppressa, come è soppressa (anche in teoria) quella logica di protezione delle realtà tradizionali che Giovanni Paolo II le aveva attribuito. La nostra lettrice ci riferisce che, su sua domanda espressa, <a href="https://www.aldomariavalli.it/2021/09/02/i-superiori-degli-istituti-ecclesia-dei-su-traditionis-custodes-ci-rivolgiamo-ai-vescovi-perche-si-apra-un-dialogo/" target="_blank">il testo dei Superiori degli Istituti tradizionali Riuniti a Courtalain</a> è stato definito da un sacerdote responsabile di Saint Eloi <i>sufficientemente ambivalente</i> perché possa esser letto nei due sensi, il “tradizionalista” non scopre le sue carte su come la pensa, il Vaticano può leggerlo come un’accettazione piena nel Vaticano II. A questo si aggiunge l’informazione che il Superiore per l’Italia del medesimo Istituto del Buon Pastore, su indicazione del Vicario Generale della diocesi di Ascoli Piceno, ha proclamato dal pulpito - solennemente rivestito di sacri paramenti - tutto il testo di <i>Traditionis Custodes</i>, fin nei passaggi che fino a poco tempo fa sarebbero stati giudicati dallo stesso inaccettabili. E poi, a fine Messa, al fedele che scandalizzato ha chiesto spiegazioni è stato risposto: “<i>disobbedire a questa disposizione pontificia sarebbe come peccare contro lo Spirito Santo</i>”. E siccome il servilismo provoca anche schizofrenia, un sacerdote dello stesso Istituto dice - in privato - che il Documento dei Superiori Riuniti a Courtalain è vergognoso ed è frutto delle pressioni (provenienti dalla Segreteria di Stato?) esercitate nella riunione tramite Mons. Wach e su cui non tutti i firmatari erano d’accordo in un primo momento. Si tratta dello stesso sacerdote di Ascoli Piceno?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Mettendo da parte il doppiogiochismo interessato, a noi pare gravemente ingiusto dare tutta la colpa all’Istituto del Cristo Re, che certo non brilla per critica pubblica delle eresie moderne, ma che non aveva il potere di imporre nulla a nessuno. Ciascun sacerdote degli Istituti firmatari si assuma la responsabilità di ciò che è stato firmato dal Capo. Aristotele dice che quel che fa il Capo, lo fa la società intera, restando al singolo la possibilità di dissentire. Pubblicamente però. Sì, perché se davanti a tutti è stata proclamata una posizione che investe l’intero Istituto e se tale posizione è inaccettabile in coscienza, almeno per qualche sacerdote e anche per qualche battezzato, si ha il dovere di dissentire davanti a tutti. Altrimenti il silenzio equivale ad una sottoscrizione, aldilà dei pettegolezzi detti sottovoce. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"> Ad onor del vero nei ranghi della Fraternità San Pietro, si erano notate nell’immediato, nella seconda metà di luglio, delle prese di posizione pubbliche un po’ più coraggiose che altrove ed anche dei commenti non disprezzabili, qualcuno ha ricordato anche per iscritto la possibilità della famosa “<i>critica costruttiva</i>”, che - non più difesa dall’IBP - era stata fatta propria da alcuni sacerdoti un po’ più intraprendenti della FSSP. Purtroppo tutto si è spento inesorabilmente dopo le prese di posizione del Superiore Generale ed ancor più dopo il Documento dei Superiori Riuniti. Documento definito lapidariamente da alcuni sacerdoti statunitensi della FSSP : “<i>una capitolazione</i>”. Anche qui però, a nostra conoscenza, il dissenso si è espresso solo in privato. Se dovessimo sbagliarci volentieri pubblicheremo una rettifica firmata. In merito alle posizioni delle Comunità Benedettine firmatarie, Le Barroux <i>in primis</i>, non trapela nulla per il momento, salvo l’unanime commento che, avendo grande familiarità con la <i>lectio divina</i>, sarebbero loro i fautori di quel profluvio di citazioni scritturali, la maggior parte delle quali riferite a sproposito. Qualcuno ha obiettato che ci sfuggirebbe il senso accomodatizio di un testo ironico, perché in fondo il Documento dei Superiori Riuniti, quando invoca pietà e misericordia, farebbe allusione alla “misericordia” tanto invocata e così poco applicata per i tradizionalisti. Evocare comunque proprio quei passaggi latitudinaristi di <i>Amoris Laetitia</i>, che di fatto hanno permesso ai divorziati risposati di accedere alla Comunione, per invocare misericordia anche sulla Tradizione, se è una battuta non fa ridere per niente, se è segno della pavidità di certo mondo tradizionale, fa solo piangere. Il vecchio Eleazaro del Libro dei Maccabei si rigirerà nella tomba. A cosa serve poi nascondersi dietro un dito? E’ così che si serve con amore la Chiesa nella tempesta? <i>Oportet aliquandum excessum facere</i> direbbe San Girolamo e Sant’ Atanasio, ripreso da San Pio X, ci ricorda che nella difesa della verità cattolica è meglio l’eccesso che il difetto, finora invece si è visto solo il politicamente corretto…<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">E poi chiedere misericordia e pietà, se è giusto per il peccatore in quanto tale, se è giusto per ciascuno di noi in quanto peccatori singolarmente presi, è ingiusto se preso in quanto società o sacerdoti che, pur coi propri limiti, cercano di difendere la Tradizione. “<i>Agnosce, o christiane, dignitatem tuam</i>”. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Per correttezza tuttavia dobbiamo aggiungere nel rispondere alla nostra lettrice che non sarebbe giusto soffermarsi solo su queste forme d’ipocrisia di quel “mondo tradizionalista” definito non sempre a torto “<i>rallié</i>” (in italiano diremmo “<i>allineato</i>”/“<i>integrato</i>”), cui si sono recentemente aggiunti a pieno titolo - pubblicamente e senza distinzioni - anche coloro che nel 2006 dicevano di voler avere una posizione più battagliera perché avevano ricevuto un preciso mandato da parte del Papa Benedetto XVI. Non sarebbe giusto perché sarebbe quantomeno incompleto. Infatti, attorno a <i>Traditionis custodes</i>, si stanno svelando molti cuori. Non ultimo quello della FSSPX bergogliana, che è la grande beneficiata del Papa dal volto latino-americano…ma dai metodi squisitamente curiali, il quale - a parole - non amerebbe “<i>quelli che criticano il Vaticano II</i>”. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Per chi da anni segue le vicende sa bene che <i>Disputationes Theologicae</i> da tempo denuncia <a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2016/09/mons-fellay-e-il-ruolo-della-fraternita_3.html" target="_blank">l’esistenza di un accordo…pratico (addirittura “praticone”), tra Papa Bergoglio e la FSSPX</a>. Quelle che erano nostre deduzioni, seppur provviste di una certa evidenza per chiunque volesse leggere le vicende con onestà intellettuale, diventano addirittura lampanti per chi oggi abbia conservato un po’ di buon senso. Nessuno infatti è riuscito a spiegarci come sia credibile che la ragione profonda di <i>Traditionis Custodes</i> siano le “<i>critiche al Vaticano II</i>” che, Dio sa quanto timidamente, possono aver espresso (ma lo hanno fatto davvero?) gli Istituti “<i>Ecclesia Dei</i>”. </span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Tra l’altro stando all’invocato pretestuoso ragionamento che grosso modo dice “<i>siccome tra alcuni che celebrano la Messa tradizionale c’è qualcuno che insulta il Vaticano II, allora vi levo la Messa tradizionale</i>” si potrebbe equamente rovesciare “<i>siccome tra chi è ideologicamente fautore della Messa riformata di Paolo VI ci sono dei veri e propri eretici che negano i dogmi sanciti dalla Chiesa, allora vietiamo il Novus Ordo</i>”, invece per quest’ultimo si parla benevolmente e ipocritamente soltanto di qualche “abuso” da correggere. Per gli eventuali eccessi di qualcuno si toglie di fatto a tutti la Messa gregoriana, per le aberrazioni degli amici modernisti, giusto un richiamo generico. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">A noi sembra invece che del Vaticano II non gliene importi più nulla a nessuno, nemmeno ai progressisti, proiettati a razzo come sono sul Vaticano Terzo, ma che lo si invochi piuttosto per manovre curiali…non ultimo in vista del prossimo Conclave, che pur si tenta di ritardare.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Se il motivo di tanta repressione verso la Messa tradizionale risiedesse davvero nelle prese di posizione <i>divisive</i> degli “Istituti tradizionali” sull’ultimo Concilio, perché davanti alle critiche, pur non prive di fondamento, ma espresse in maniera sguaiata, talvolta urlata e in alcuni casi anche senza un’adeguata struttura teologica da parte della FSSPX, non si agisce in maniera analoga? La ragione è dottrinale o politica? Di fatto oggi gli Istituti “<i>Ecclesia Dei</i>” sono stati strozzati, mentre gli unici che possono continuare ad ordinare sacerdoti lecitamente e senza bisogno di lettere dimissorie per concessione di Papa Francesco, gli unici che possono confessare validamente e lecitamente senza chiedere i poteri ai Vescovi diocesani con l’accordo di Papa Francesco, gli unici che possano sposare validamente e lecitamente - dando un colpo di telefono al parroco a fine serata perché trascriva nei registri il matrimonio celebrato al mattino - in virtù di un riconoscimento reciproco col Papa di <i>Fratelli Tutti </i>sono proprio…i sacerdoti della FSSPX.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"> Ma davvero qualcuno crede che tutto ciò sia un caso o una dimenticanza di colui che, forse troppo preso dalla preparazione del futuro Conclave, si è scordato di quel che dice la FSSPX e delle sue posizioni discutibili addirittura in materi di <i>validità </i>dei Sacramenti “Nuovi” (ripetiamo : non “<i>corretta espressione dell’ortodossia</i>”, non “<i>piena legittimità dottrinale e canonica</i>”, ma addirittura “<i>validità</i>”), mentre ha schiacciato quegli Istituti che, seppure in modi diversi, hanno almeno fatto lo sforzo di tenere in piedi un accordo canonico con Roma da anni ? Ce lo potrebbe spiegare l’abbé Jean Michel Gleize che con una durezza più vicina all’ideologia che alla teologia, ha attaccato senza pietà il pur criticabile Documento dei Superiori Riuniti senza abbordare le ambiguità di casa sua? Non è forse maggiore ipocrisia atteggiarsi a inflessibili difensori del dogma senza nessun compromesso con “<i>la Roma modernista ed apostata</i>”, come la chiamano loro, e al contempo chiedere - ed ottenere sottobanco - tutte le suddette concessioni? Concessioni che poi non sono solo in materia di Sacramenti, ma anche molto, molto concrete. Sono addirittura immobiliari. Come può essere giunto l’avallo romano all’acquisto da parte della FSSPX - anzi alla donazione da parte dell’Istituto religioso ! - di “<i>una delle chiese più rinomate, belle e antiche di Vienna, in una posizione privilegiata</i>”, come dice l’abbé Frei, proprio nei giorni della redazione di <i>Traditionis Custodes</i> ? Come è possibile che Mons. Huonder, già Vescovo di Coira, solo il 26 agosto scorso a Wangs, confermi solennemente che la sua scelta di passare la sua pensione in una casa della FSSPX è stata pienamente avallata e condivisa da Papa Francesco? Come è possibile che Mons. Huonder celebri pontificalmente al trono, nei priorati della FSSPX e attorniato dagli Assistenti Generali della medesima società il 25 settembre 2021 con l’incoraggiamento espresso di Bergoglio e che invece i sacerdoti regolarmente incardinati debbano chiedere cento permessi e non possano più celebrare nelle “chiese parrocchiali”? Via, non prendiamoci in giro…quale cieco non vede la realtà dei fatti? Ed ora, almeno, l’abbé Gleize della FSSPX, che Don Davide Pagliarani lascia liberamente insegnare a <em><span style="font-style: normal;">Ecône</span></em> le sue posizioni ecclesiali alquanto discutibili (e non sempre teologicamente fondate), bilanciando così “a destra” l’accordo bergogliano e tranquillizzando la “Resistenza interna”, abbia almeno la compiacenza di risparmiare la morale, giacché alcuni Superiori “<i>Ecclesia Dei</i>” hanno peccato di pavidità interessata, ma almeno non si sono atteggiati a inflessibili salvatori della Chiesa. E poi loro il coraggio d’un accordo alla luce del sole almeno ce lo hanno avuto, non hanno mai detto come la FSSPX che per fare l’accordo ci voleva : 1) La liberalizzazione della Messa tradizionale. Ed è uscito <i>Traditionis Custodes</i>. 2) Il ritiro delle scomuniche. E invece nella lettera di accompagnamento a <i>Traditionis Custodes</i> si è tornati a parlare di “<i>scisma</i>” di Mons. Lefebvre. 3) La conversione di Roma a seguito delle discussioni dottrinali. La vede Don Davide Pagliarani? E adesso, invece di prendere le distanze, l’accordo pratico tra FSSPX e Papa Bergoglio continua fino al punto da far fuori…chi faceva scomodo ad entrambi. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">E aggiungiamo, quale altro inconfessabile patto si cela dietro questa promozione di fatto della FSSPX da parte di Bergoglio cui la FSSPX risponde spesso con più gratitudine e deferenza di quanto non facesse con Benedetto XVI? Ci sarà di certo un “<i>do ut des</i>”. Non ci saranno mica dei giochi pre-Conclave con legittimazioni incrociate di situazioni che invece sarebbero ampiamente delegittimate da ambo le parti? La FSSPX non starà mica barattando con la legittimazione di Bergoglio, criticato sì, ma riconosciuto come “<i>indiscutibilmente legittimo</i>”, quando invece qualche penna ha sollevato, sebbene non in forma categorica, dei dubbi (cfr. anche <i><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2016/06/che-tipo-di-dimissioni-sono-quelle-di.html" target="_blank">Che tipo di “dimissioni” sono quelle di Benedetto XVI?</a></i>; <i><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2018/10/benedetto-xvi-nel-2017-ha-impartito-la.html" target="_blank">Benedetto XVI nel 2017 ha dato la Benedizione Apostolica ?!?</a></i> )?</span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Papa Bergoglio infatti in cui, caduta la maschera francescana e simpaticamente “latino-americana”, sta venendo fuori tutto il curialismo progressista italiano e tedesco, da una parte - in nome dell’unità - stigmatizza i “tradizionalisti divisivi”, dall’altra spacca ancor più la Chiesa con l’<i>anti-Motu Proprio</i>, cassando il Pontificato del Predecessore a colpi d’accetta e demolendo col martello pneumatico <i>Summorum Pontificum</i>, che - pur coi suoi limiti - era un simbolo del Pontificato benedettiano e uno degli atti più eminenti (cfr. Istruzione “<i>Universae Ecclesiae</i>”) del suo Magistero. Ma cosa è stato promesso all’ultimo Conclave? Quante cambiali ci sono da pagare? Quando afferma “<i>non faccio quello che voglio, ma quello che abbiamo deciso insieme</i>”, ragion per cui è stato eletto, a cosa si riferisce? Ma si è accordato su questo punto con tutti quelli che poi lo hanno votato o solo coi sostenitori della prima ora, ovvero il filone di ispirazione progressista gesuitico-martiniana ? <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">E poi cosa c’entrava quell’accusa ai Cardinali che si sarebbero riuniti per preparare un futuro Conclave durante la sua malattia? Non era stato forse lui a parlare nel 2014 di una sua <i>presenza breve, quattro o cinque anni </i>? I Cardinali in questione avranno solo fatto i conti, 2013 più cinque fa 2018 e siamo nel 2021. E poi la storia del “Papato a termine” non è forse già stata quasi imposta, sebbene in diversi termini, a Benedetto XVI ? Era uno dei grandi cavalli di battaglia del Card. Martini e della Mafia di San Gallo, il Papato svilito, ed anche Bergoglio parlò lungamente di dimissioni a tempo debito, non sarà forse che più che “<i>alcuni Cardinali mi volevano morto</i>”, il problema sia che “se <i>si va al Conclave adesso il Card. Tagle (o Zuppi) non vince, quindi è meglio ritardarlo</i>”, come ci è stato autorevolmente riferito ? <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">E poi quella fretta nel promulgare <i>Traditionis custodes</i>, appena uscito dall’ospedale…non gli hanno dato nemmeno il tempo fare un po’ di convalescenza…quel far entrare immediatamente in vigore la norma, suona tanto come se bisognasse assicurarsi tutto prima che succedesse qualcosa. Un gesto prima del Conclave che desse una chiara caratterizzazione progressista, anti-benedettiana, che vincolasse il successore e che facesse un effetto, su quei tanti Cardinali provenienti “dalla fine del mondo”, magari un po’ più sprovveduti di manovre “vaticane”, di vittoria schiacciante e assoluta del fronte dell’estrema sinistra ecclesiale. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">In conclusione, se questi eventi - e Dio si rivela con gli eventi - non riescono a far mettere in discussione la strada intrapresa, cos’altro ci vorrà ? Non disprezziamo queste sollecitazioni della Provvidenza, fossimo noi Cardinali, con un’immensa responsabilità, fossimo noi sacerdoti, trattati peggio degli eretici per la sola celebrazione tradizionale, fossimo noi dei semplici battezzati. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="-webkit-text-size-adjust: auto; line-height: 16.866666793823242px; margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: right;"><span style="font-family: georgia;"> <b style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;">La Redazione di “</span><i style="text-align: justify;">Disputationes Theologicae</i><span style="text-align: justify;">”</span> </b></span></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-34691703462137087932021-06-06T13:09:00.004+02:002021-06-10T19:47:04.530+02:00Il nostro addio all’abbé Paul Aulagnier<p style="text-align: right;"></p><p align="right" style="line-height: 150%; tab-stops: 271.65pt; text-align: right;"><span style="font-family: "Georgia",serif;">Camerino, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Corpus Domini</i> 2021</span></p><p align="right" style="line-height: 150%; tab-stops: 271.65pt; text-align: right;"><span style="font-family: Georgia, serif;"> </span></p>
<p style="line-height: 150%; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-f2KQxY-rK0o/YMJQA-oRBAI/AAAAAAAAA3k/0_p90oJGsJQa9xyzhqLe3YLCsxb6-SvwwCLcBGAsYHQ/s819/183197101_306663394173080_8140046484255044062_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="819" height="210" src="https://1.bp.blogspot.com/-f2KQxY-rK0o/YMJQA-oRBAI/AAAAAAAAA3k/0_p90oJGsJQa9xyzhqLe3YLCsxb6-SvwwCLcBGAsYHQ/w400-h210/183197101_306663394173080_8140046484255044062_n.jpg" width="400" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><p style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif;">Sul
sagrato della chiesa di San Jean de la Chaine mentre usciva il feretro dell’abbé
Paul Aulagnier un giovane sacerdote ci ha chiesto come mai fossimo presenti a
quel funerale, alludendo ad un dissapore che fece sì che le nostre strade si
separassero. Per rendere omaggio a un grande combattente, gli abbiamo risposto,
perché davanti alla morte bisogna saper abbassare le spade, specie se per tanto
tempo si è combattuto insieme contro il progressismo dilagante nella Chiesa. E,
sapendo che era morente, siamo contenti d’aver potuto mandargli un confratello
per dirgli che volevamo che la morte ci vedesse riconciliati. Tutte le morti
fanno riflettere alla brevità della vita, ma questa ci ha confermato
specialmente la necessità di non abbassare la guardia in questa guerra senza
quartiere per la fede e, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">propter fidem</i>,
per la Santa Messa nel rito della Tradizione. Quel Giudice che, osiamo sperare,
ci perdona se nell’ardore della battaglia non tutti i colpi furono calibrati a
perfezione - e chi può dire d’esserne stato capace, “pecore senza Pastore”
quali in parte siamo - è più severo se, pur avendone evidenza, non abbiamo
difeso la Sua regalità davanti agli uomini. L’ora viene in fretta, almeno poter
dire che quel “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">bonum certamen</i>”,
seppur coi tanti nostri limiti, abbiamo cercato di combatterlo. Questa l’aria
che si respirava, queste le riflessioni, non solo nostre, nel giorno del suo
funerale.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif;">Alla
notizia della sua morte già ci parve che l’abbé Aulagnier, che ora vede tutto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sub specie aeternitatis</i>, ci fosse ancor
più vicino, come lo fu in tante battaglie, alcune delle quali per lungo tratto
combattemmo insieme contro chi voleva agissimo contro la nostra coscienza
cattolica. Apprezzava molto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Disputationes</i>
l’abbé Aulagnier e conserviamo gelosamente le sue lettere d’elogio ai resistenti
del Buon Pastore della prima ora. “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Foncez</i>”
[andare avanti, non indietreggiare] diceva, anche perché non è mai stato uno
che si tirasse indietro, benché fine politico. Un po’ troppo talvolta, forse
per compensare qualche sua focosità dannosa: massimamente quella della famosa
riunione del 31 maggio del 1988 in cui egli fu determinante nel far fallire
l’accordo Roma<i style="mso-bidi-font-style: normal;">-</i><em><span style="font-family: "Georgia",serif; font-style: normal; mso-bidi-font-style: italic;">Ecône</span></em>.
Un giorno ci disse che mons. Lefebvre parlava della necessità di un genere di
rivista come la nostra, che alternasse attualità ecclesiale a disamine
approfondite e talvolta anche impegnative. Addirittura pensò che quella famosa
lettera dei seminaristi dell’IBP fosse stata opera della nostra Redazione,
tanto l’aveva apprezzata, riletta, diffusa in quel momento tragico, mentre noi
ne fummo al massimo ispiratori di fatto, ma in nessun modo autori. Non ci
credette mai e continuava a complimentarsi con noi, ma sbagliava, l’autore fu
un allievo suo e nostro, ma non il Direttore. Val la pena rileggerla comunque
perché rispondeva alla lotta che infuriava all’epoca e che lui sposò
convintamente (<a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2014/04/ecco-il-testo-che-tutto-il-seminario.html">Lettera
dei seminaristi dell’IBP</a>), anche se poi fece una scelta di
tranquillità, che in lui almeno aveva la scusante dell’età e della stanchezza
accumulata. <o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif;">Non
ci stancammo mai di ripetere - e qualcuno lo ha anche ripreso ultimamente - che
il gesto in cui riluce l’aspetto a noi più caro dell’abbé Aulagnier e
rivelatore del suo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">animus</i> fu durante
gli anni Duemila, quando, dopo l’accordo canonico prodottosi nel caso
dell’Amministrazione Apostolica San Giovanni Maria Vianney di Campos (un buon
accordo in sé, disgraziatamente rovinato dal notorio carrierismo di qualcuno),
ebbe il coraggio di gridare forte in seno alla FSSPX che era giunto il momento
d’un accordo canonico. Da realizzarsi in una duplice prospettiva: servire la
Chiesa, il cui rapporto col mondo tradizionale ha ricadute a livello generale e
preservare il mondo tradizionale dal pericolo di radicamento d’una mentalità
tendente allo scisma. Per quei seminaristi di spirito romano di Flavigny ed <em><span style="font-family: "Georgia",serif; font-style: normal; mso-bidi-font-style: italic;">Ecône</span></em><em><span style="font-family: "Georgia",serif;"> </span></em>significò molto: era l’amico
di Mons. Lefebvre che parlava, e la sua voce era più difficile da liquidare. Subì
condizionamenti con i soliti metodi - ciò che gli valse un significativo
aggravamento di salute - gli fu ingiunto il silenzio, fu minacciato delle più
severe sanzioni, ma scelse di non tacere (il che sarebbe stato schizofrenico
stante l’importanza della “denuncia dell’errore” propugnata dalla FSSPX nei
confronti perfino del Vicario di Cristo). Avrebbe potuto essere in favore dell’accordo
canonico purché non dichiarasse nulla pubblicamente. Scelse, con grande
coerenza, che rimanere in silenzio sarebbe stato iniquo. Il dovere di parlare,
e talvolta pubblicamente, per il bene della Chiesa non può essere limitato a
taluni pericoli, ma se gli errori gravi talvolta sono anche in casa
“tradizionalista” e se la verità vale più del tornaconto, bisogna accettare
questo ruolo ingrato. E l’abbé Aulagnier lo fece, denunciando quella che stava
diventando una deriva scismaticheggiante. Fu deposto da Assistente Generale
della FSSPX, in pratica “accompagnato alla porta”. E non “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">se ne allontanò con nostro grande dispiacere</i>”, come recita il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Comunicato ufficiale della FSSPX</i> del 6
maggio 2021 (Fraternità in cui, a causa dell’ostinata ambiguità di Mons.
Fellay, si è ingenerata una reazione di rigetto all’accordo e che ora è guidata
da un Capo che preferì andare a Singapore per non sottostare a un Superiore
“accordista”. L’abbé Aulagnier non doveva avere tutti i torti…). Davvero non si
teme la menzogna più spudorata pronunciata contro chi non c’è più. No, fu
cacciato - e in malo modo - si riconosca il torto, o almeno si taccia, ma si
evitino contraffazioni della realtà <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ad
usum delfini</i>. Qui <i style="mso-bidi-font-style: normal;">habet aures
audiendi audiat</i>. Se queste poche righe potranno contribuire a ristabilire
la giustizia su chi non può più difendersi sulla terra, non saranno state
scritte in vano. <o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif;">Certo
tutti sanno che nel 1988, come accennavamo sopra, fu “l’uomo delle
Consacrazioni”, la cui assoluta necessità affermò sempre perentoriamente e
senza voler sentire ragioni ponderate quantomeno di riflessione aperta; su
questo punto era sempre passionale. Ma era anche l’uomo che, quando in
coscienza riconobbe l’accordo possibile e doveroso, ebbe il coraggio di dirlo,
pagando con la solitudine, l’oblio e la calunnia una posizione che non era
stata di comodo. Onore al merito, “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">cher
Abbé</i>”, per riprendere quella sua usitata espressione. Ce ne siamo dette di
tutti i colori, in certi frangenti, ma pur sempre con un reciproco
riconoscimento da soldati di uno stesso esercito.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif;">E
coraggioso lo fu anche quando - e la Fraternità San Pietro gli dovrebbe eterna
gratitudine - rivelò molto di quel piano assai poco onorevole per cui dei
firmatari chiedevano alla Curia Romana di poter celebrare anche secondo il rito
riformato, con ciò gettando lo scompiglio nella FSSP. Senza l’abbé Aulagnier,
che contribuì a rendere pubblici quei documenti, forse oggi la FSSP non si
sarebbe ripresa sotto nessun profilo (evidentemente non parliamo dell’aspetto relativo
alla battaglia dottrinale che ancore langue, pur essendo questo l’aspetto più
importante, ma dell’attuale condotta liturgica). Se non ci fosse stato quel
coraggioso sacerdote che sapendo di esporsi a denunce e risarcimenti con la
diffusione di quei documenti, la verità non sarebbe emersa con la necessaria chiarezza.
Ci pensino, anche coloro che…con una condotta più servile che non genuinamente
filiale verso l’Autorità, gli inviarono quei documenti…perché circolassero. E
quando gli chiedevamo, sapendo che era dell’Alvernia, quindi notoriamente non
certo uno spendaccione, se quelle multe per diffusione di documenti interni non
gli fossero costate troppo care, intuendo la nostra provocazione ci rispondeva
“<i style="mso-bidi-font-style: normal;">mai soldi furono meglio spesi</i>!”. E
aveva ragione da vendere perché quella corrispondenza non era cosa privata, ma
riguardava il bene pubblico della Chiesa e bene fece a pubblicarli.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif;">E
poi un’ultima parola sul suo amore alla Messa, la sua lotta di una vita in
difesa della “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Santa Messa di sempre</i>”
come la chiamava lui, difesa senza quartiere che talvolta gli lasciava sfuggire
anche qualche frase inappropriata e una foga che ci permettemmo di
rimproverargli, ma l’abbé Aulagnier su alcuni punti era un po’ rimasto al clima
immediatamente successivo al 1988 (se non immediatamente successivo al 1976).<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif;">Noi
lo ricordiamo così ed era giusto che la nostra Rivista gli rendesse omaggio, e
non con quell’asettica impersonalità dei ricordini funebri. Siamo fiduciosi che
dall’eternità, da dove vede tutto con maggior chiarezza, l’abbé Aulagnier ci
sta già aiutando, l’abbiamo anche sperimentato.</span></p>
<p align="right" style="line-height: 150%; text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></i></b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span lang="FR" style="font-family: "Georgia",serif; mso-ansi-language: FR;">Don Stefano Carusi - Abbé Louis-Numa Julien<o:p></o:p></span></b></p><br /><p></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-62997458073904247772021-04-19T10:00:00.003+02:002021-11-10T22:51:20.905+01:00L’intrinseca malizia della Comunione sacrilega<p></p><p class="s3" style="font-size: 18px; line-height: 21.6px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="s2" style="font-family: "Times New Roman"; line-height: 21.6px;"></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><b><span style="color: #ffa400; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Certa nuova
“prassi” alla luce di San Tommaso d’Aquino</span></b><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p><p align="right" class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: right;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">19 - IV - 2021<o:p></o:p></span></p><p class="s3" style="font-size: 18px; line-height: 21.6px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;">
</p><p align="right" class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: right;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span><span style="font-size: 18px; text-align: justify;"> </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-pvvedMkivkI/YHyo32-Tt5I/AAAAAAAAA24/Xz89K-3K_bcfmQDzGrsRZ6V2u48GaqFdQCLcBGAsYHQ/s508/2CFFE5A1-DC6D-4242-A0B6-B5D60C186710.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="449" data-original-width="508" src="https://1.bp.blogspot.com/-pvvedMkivkI/YHyo32-Tt5I/AAAAAAAAA24/Xz89K-3K_bcfmQDzGrsRZ6V2u48GaqFdQCLcBGAsYHQ/s320/2CFFE5A1-DC6D-4242-A0B6-B5D60C186710.jpeg" width="320" /></a></div><p class="s3" style="line-height: 21.6px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; text-align: center;"><span style="font-size: x-small;"><span class="s2" style="font-family: "Times New Roman"; line-height: 21.6px;">“</span><span class="s5" style="font-family: "Times New Roman"; font-style: italic; line-height: 21.6px;">In questi tempi così </span><span class="s5" style="font-family: "Times New Roman"; font-style: italic; line-height: 21.6px;">bui…un</span><span class="s5" style="font-family: "Times New Roman"; font-style: italic; line-height: 21.6px;"> Cardinale che onora la Sua Porpora</span><span class="s2" style="font-family: "Times New Roman"; line-height: 21.6px;">”</span></span></p><div style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-family: UICTFontTextStyleTallBody; font-size: 17px; text-size-adjust: auto;"><br /></div><div style="-webkit-text-size-adjust: auto; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Abbiamo
già invocato in passato i pericoli di una nuova “prassi
sacramentale” (<i><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2015/06/missionari-della-misericordia-o-della.html"><span style="color: blue;">Missionari della Misericordia o della profanazione della
Confessione?</span></a></i>), con cui si diffonde nella pratica
l’accesso oggettivamente sacrilego alla Comunione e che quantomeno
asserisce di rifarsi alla diffusione di documenti ambigui</span><span style="color: red; font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">quali <i>Amoris Laetitia</i> o
alle linee, provenienti da <i>alto loco</i>, di
formalizzazione dell’intercomunione coi Protestanti (cfr. <a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2018/06/intervento-di-mons-livi-sulla-comunione.html"><i><span style="color: blue;">Intercomunione, le false ragioni dottrinali di Kasper</span></i></a>). Avevamo
anche ricordato come, nel pensiero marxista che oggi fa scuola, i più
inconfessabili programmi rivoluzionari si applichino non tanto con documenti di
speculazione ordinata, supportando scientificamente la supposta validità delle
novità e accettando il rischio di reazioni contrarie, ma con l’azione fattuale
e concreta, con la “dottrina della prassi” appunto. Documenti troppo articolati
ed espliciti infatti, non potendo resistere ad un esame serrato perché privi di
solida ossatura filosofica e teologica e soprattutto di radicato fondamento
nella Divina Rivelazione, si rivelerebbero controproducenti per la causa dei
sovversivi. Non per questo il piano del capovolgimento è meno articolato, solo
non lo si confessa e ci si limita ad applicarlo sottotraccia, lasciando poi che
la dottrina cambi impercettibilmente in tutti quegli ambiti che alla nuova
prassi ereticale sono connessi. A forza di non agire come si pensa, si finisce
per pensare come si agisce. I marxisti - e il catto-marxismo che ne è un
succube derivato - lo sanno bene.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">In
merito alla Comunione sacrilega di fatto ormai imperversante e in parte anche
teorizzata - sebbene evitando con cura la troppo allarmante nozione di “<i>sacrilegio</i>”
e parlando piuttosto di “<i>apertura</i>” (guarda caso sempre “a sinistra” e,
salvo “situazioni fantoccio”, mai “a destra”) - è bene ricordare l’ampia
illustrazione che ne dà San Tommaso d’Aquino, cercando di coglierne tutti i
risvolti distruttivi connessi alla oggettiva malizia di tale sacrilegio,
sovvertitore anche del disegno di Cristo sulla Sua Chiesa. E’ evidente che non
ci stiamo riferendo alla debolezza di chi per rispetto umano si accosta alla
Comunione in peccato mortale, perché mal formato o perché più attento al
giudizio degli uomini che a quello di Dio - la qual cosa resta di certo grave e
dalla quale è imperativo emendarsi, ma che può talvolta essere attribuita più a
umana irrisolutezza che a meditata malizia - ma ci riferiamo alla velata
“teorizzazione” (vale a dire : ufficializzazione) da parte di taluni
ecclesiastici anche rivestiti di autorità, della “prassi” della Comunione
sacrilega.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><b><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Fino
a che punto viene falsato il <i>segno</i> dell’Eucarestia</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Quando
San Tommaso analizza in cosa consista la gravità della Comunione sacrilega non solo
si riferisce al grave danno che subisce l’anima del peccatore e alla condanna
che si decreta a se stessi, riportando il noto passaggio della Prima Epistola
ai Corinti, “<i>chi mangia e beve indegnamente, mangia e beve la propria
condanna</i>” (11, 29), ma vuole approfondire con ampiezza tutto quel che
indica e comporta peccare “sacramentalmente”.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span></span></p><a name='more'></a><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">La
visione di San Tommaso su questo punto è come sempre lontanissima
dall’individualismo e dal soggettivismo moderno. L’Aquinate valuta <i>prima
di tutto</i> la cosa in sé - la gravità in sé di tale atto - e la valuta
quindi in tutti i suoi aspetti sacramentali, cristologici, ecclesiali ed
escatologici, evidenziando cioè tutti i danni che vengono procurati alla
nozione stessa di Sacramento, di Presenza reale, di Chiesa, evitando di
fondarsi sugli aspetti di questo o quel caso singolare pur tenendone conto. </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">San
Tommaso, il cui pensiero cercheremo di esporre brevemente di seguito, facendo
uso di una classica distinzione scolastica, afferma che la malizia della
Comunione fatta avendo sulla coscienza un peccato mortale è quantomeno triplice<sup>1</sup>.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Il
primo motivo di malizia è relativo all’Eucarestia in quanto proposta in modo di
nutrimento (“<i>in modum cibi proponitur</i>”). Il cibo infatti è qualcosa che
si propone al vivo perché si nutra e non già al morto, perciò chi vi si accosta
non avendo la vita spirituale a causa del peccato mortale compie un abuso,
falsando tale Sacramento nel suo essere un nutrimento per i soli vivi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Come
il pane e il vino, alimento del vivente, si trasformano nella persona di colui
che si nutre così avviene in certo modo nell’Eucarestia, laddove tra il cibo
spirituale e il fedele si produce questa unione che è una trasformazione, con
la differenza che “<i>alla mensa eucaristica il cibo è più forte di colui che
lo mangia, il fedele non assimila, ma viene assimilato da Cristo: </i>«<i>Non
sei tu che mi muti, ma sono io che ti trasformo in me</i>»<i> (S. Agostino
Confessioni 7, 10, 16)</i>”<sup>2</sup>. Afferma il Concilio di Firenze: “<i>L’effetto
di questo Sacramento, che si opera nell’anima di chi lo riceve degnamente, è
l’adesione dell’uomo a Cristo. E poiché l’uomo viene incorporato a Cristo e
unito alle sue membra per mezzo della grazia, in coloro che lo ricevono
degnamente, tale sacramento aumenta la grazia e produce per la vita spirituale
tutti quegli effetti, che il cibo e la bevanda materiali realizzano nella vita
corporale, alimentando, sviluppando, ristorando e dilettando</i>”<sup>3</sup>.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Nella
Comunione data all’anima in peccato mortale nulla può valere di quanto è stato
appena detto e quel nutrimento che appare esternamente vita per l’anima è
piuttosto la sua condanna alla morte, quindi dare in pasto sacramentalmente la
vita della grazia al cadavere, in buona sostanza, non è altro che menzogna<sup>4</sup>.
Si fa mentire il Sacramento, al quale - aldilà delle intenzioni soggettive - si
fa dire che esso è qualcosa per coloro che sono spiritualmente “morti”; oppure
si nega che il peccatore in peccato mortale sia veramente “morto
spiritualmente”, avvicinandosi alla nozione luterana dell’uomo <i>al
contempo </i>“peccatore e giusto”. Per un approfondimento di
tale nozione e della sua attuale diffusione rinviamo al nostro <a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2014/12/linflusso-di-lutero-dietro-la-tesi.html"><i><span style="color: blue;">L’influsso di Lutero dietro la “tesi Kasper”?</span></i></a>.
Oppure si suggerisce - un po’ “gesuiticamente” - che
non sia peccato mortale perché pur essendoci “materia grave” mancano però
“piena avvertenza” e/o “deliberato consenso”, il che è
possibile, concediamo, ma il ricorrere a tale argomento - specie
abitualmente - contraddice il principio fondamentale per cui “<i>de internis non iudicat Ecclesia</i>” (cfr. <a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2016/05/amoris-laetitia-mons-livi-parla-ai.html"><i><span style="color: blue;">“Amoris Laetitia”: Mons. Livi parla ai
penitenti e ai confessori</span></i></a>). </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">In
secondo luogo con la Comunione sacrilega si abusa quanto alla realtà di Cristo
sotto le specie del pane, quell’Ostia consacrata è Cristo stesso, che è il
Santo dei Santi, quindi colui che lo riceve deve essere <i>santo</i>, nel
senso che deve essere in stato di grazia<sup>5</sup>; ovvero è necessario
essere esenti almeno dal peccato mortale perché ci possa essere quella
conformità tra chi ospita il Santissimo Sacramento in sé e l’Ospite Divino,
offrendo un luogo degno a tanto Visitatore. Vi è quindi un abuso,
oggettivamente gravissimo, del Sacramento perché si assume la cosa santa in ciò
che non è santo e così facendo oggettivamente si falsa il Sacramento.
Aggiungiamo che nell’attuale clima potrebbe anche esserci una strisciante
negazione della santità intrinseca della Presenza Reale e sostanziale, alla
moda protestante, oppure un’alquanto moderna attribuzione di santità più o meno
“anonima” - sulle orme di Karl Rahner, definito dal Card. Giuseppe Siri il
più pericoloso dell’eterodossa “Nuova Teologia” condannata da <i>Humani
Generis</i> - ad ogni uomo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">In
terzo luogo - ed è l’aspetto più grave, legato al precedente - accedere al
Corpo reale di Cristo significa e causa anche l’unione al Corpo mistico di
Cristo, a quell’unione alla Santità del Redentore nella Comunione dei Santi,
unione “incorporante” a Cristo e ai fratelli in grazia<sup>6</sup>. E sotto
questo aspetto la Comunione sacrilega falsa in modo gravissimo il significato
del Sacramento, perché sotto il profilo oggettivo - che è e deve essere quello
preminente - fa dire al Sacramento che quella circolazione mistica della carità
nella Comunione dei Santi è una circolazione che può tranquillamente convivere
col peccato grave e più largamente addirittura con ciò che di per sé si oppone
all’unità della Chiesa come l’adesione allo scisma o all’eresia protestante per
esempio. Il Concilio di Trento con autorità dogmatica ricorda che “<i>Il Divin
Salvatore lasciò l’Eucarestia alla sua Chiesa, come simbolo della sua unità e
della carità, con la quale volle che tutti i cristiani fossero tra di loro
congiunti e uniti nel modo più intimo</i>”<sup>7</sup>, essendo l’Eucarestia “<i>simbolo
di quell’unico Corpo di cui Egli stesso è il Capo</i>”<sup>8</sup> essa è
“<i>segno di unità</i>” e “<i>vincolo di carità</i>”<sup>9</sup> tra
Cristo e i cristiani che al Celeste Banchetto accedono. Quindi l’accesso
indegno all’Eucarestia (e talvolta addirittura di chi è non solo peccatore, ma
anche separato dalla Chiesa cattolica), stravolge il significato di
quest’unione mistica a Cristo Capo nella Comunione dei Santi che ci lega anche
alla Chiesa trionfante e purgante, e falsa la realtà poiché di fatto la Comunione
sacrilega rompe e profana quel legame con Cristo e i fratelli, <i>approfondendo
il solco invece di rimarginare la ferita</i>. Anche in questo caso possiamo
ripetere che di fatto si fa mentire il Sacramento. Comunque la teologia
soggiacente è tutt’altra, sebbene non lo si riveli apertamente, spaziando dalle
classiche deviazioni protestantiche fino alle più funeste “interpretazioni”,
che potrebbero giungere persino alla negazione della santità di Cristo, la cui
Persona e azione si mescolerebbero tranquillamente col peccato in un’hegeliana
sintesi degli opposti dai contorni addirittura panteisti.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Infine
quanto all’aspetto escatologico, in <i>Mirae Caritatis</i> Papa Leone
XIII scrive “<i>il desiderio di felicità insito nel cuore di ogni uomo, si
acuisce sempre più man mano che si esperimenta la vanità dei beni terreni,
l’ingiusta prepotenza dei malvagi e tutte le altre preoccupazioni materiali e
spirituali della vita. L’Augusto Sacramento dell’Eucarestia è insieme causa e
pegno della felicità eterna e della gloria, non solo per l’anima, ma anche per
il corpo. Come infatti arricchisce l’anima con l’abbondanza dei beni celesti,
così li cosparge di tali piacevoli godimenti da superare grandemente qualsiasi
aspettativa e speranza umana. Sorregge nelle avversità, dà forza nella lotta
per la virtù e custodisce per la vita eterna, a cui conduce come viatico.
Quest’Ostia Divina inocula nel corpo fragile e destinato alla morte, la futura
risurrezione, perché il corpo glorioso di Cristo inserisce un germe di
immortalità che un giorno germoglierà. In ogni tempo la Chiesa, credette
nell’uno e nell’altro dono, che verrà conferito all’anima e al corpo</i>”. Di
quanto detto con tanta soavità dal Pontefice per l’anima in grazia, non una
sola parola può applicarsi alla Comunione sacrilega, per cui quel “<i>pegno
della gloria futura e della felicità perpetua e pertanto simbolo di quell’unico
corpo di cui egli è il capo</i>” si trasforma solo in <i>veleno mortale</i> per
colpa di chi lo riceve. E, soprattutto, per colpa oggettiva di chi lo ha
indotto a tale atto. Osserva Mons. Piolanti: “<i>per l’incorporazione a Cristo
si riceve il diritto agli stessi beni del capo, realizzandosi per l’Eucarestia
la perfetta incorporazione a Cristo, si ottiene per essa il massimo titolo al
raggiungimento per l’anima e per il corpo di quella felicità di cui Cristo,
capo del Corpo Mistico, già perfettamente gode</i>”<sup>10</sup>. Ma cosa
rimane di tutto ciò nella pratica della Comunione sacrilega se non un’offesa a
Nostro Signore Gesù Cristo, che di per sé è atta a spalancare più le porte
dell’Inferno che non quelle della Gloria eterna?</span></p></div><div style="-webkit-text-size-adjust: auto; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></div><div style="-webkit-text-size-adjust: auto; text-align: justify; text-size-adjust: auto;"><div class="separator" style="-webkit-text-size-adjust: none; clear: both; text-align: center; text-size-adjust: none;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-HjeCz2x_MxM/YHypTfm_TGI/AAAAAAAAA3A/6Vznjwqg1KMYQpnFDSdOzVeNQfQBB9wjACLcBGAsYHQ/s625/D14C6EEF-934C-49D3-9979-39DA0A746A46.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="625" data-original-width="390" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-HjeCz2x_MxM/YHypTfm_TGI/AAAAAAAAA3A/6Vznjwqg1KMYQpnFDSdOzVeNQfQBB9wjACLcBGAsYHQ/s320/D14C6EEF-934C-49D3-9979-39DA0A746A46.webp" /></a></div><p style="-webkit-text-size-adjust: none; line-height: 21.6px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; text-align: center; text-size-adjust: none;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-style: italic; text-align: justify;"><span style="font-size: x-small;">Lo schietto Card. Sarah dimissionato senza neppure attendere 76 anni</span></span></p><p class="s3" style="-webkit-text-size-adjust: none; font-size: 18px; line-height: 21.6px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; text-size-adjust: none;"><span style="line-height: 21.6px;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 10pt;"><b><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Una “prassi omicida” </span></b><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">La
diffusione oggettivamente colpevole della pratica dell’accesso all’Eucarestia
in peccato mortale - specialmente da parte dei <i>Maiores</i>, che
dovrebbero avere una maggior cognizione di causa - di fatto “fa mentire” il
Sacramento. Le cause di tali “aperture” possono essere rinvenute nella
cedevolezza verso il Mondo (“mondo” nell’accezione della Sacra Scrittura),
nella diffusione di una teologia sacramentale ereticale, ma possono anche
essere legate - se perseguite pur sapendo o pur potendo sapere - ad aspetti che
non bisogna temere troppo di definire <i>satanici</i>, col loro <i>stravolgimento</i> del
Sacramento e della <i>nozione stessa</i> di Chiesa.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Nel
caso del singolo che si avvicina all’Eucaristia in peccato mortale va ripetuto
che, pur permanendo il suo dovere assoluto di confessarsene quanto prima per la
gravità oggettiva dell’atto, è giusto riconoscere che tale peccato può alle
volte esser determinato da condizionamenti esterni, come osserva San Tommaso,
per cui il peccatore teme per esempio di essere svelato davanti agli altri come
tale<sup>11</sup> - figurarsi poi negli odierni contesti - oppure non
percepisce fino in fondo tutta la gravità intrinseca del sacrilegio.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Ma
che dire di chi - anche <i>in alto loco</i> - diffondendone la
pratica, quasi <i>eleva</i> <i>a principio </i>tale contraffazione, tale
profanazione, tale stravolgimento della dottrina eucaristica, cristologica,
ecclesiale ed escatologica? Quante anime, invece che aiutate, sono solo
ingannate e pervertite? Quale danno si causa alla Dottrina cattolica tutta
intera?</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Che
poi tale invito sia solo una “prassi” e non una chiara formulazione in una
trattazione specifica è solo indice dell’ulteriore malizia satanica che, aldilà
del grado di consapevolezza dei singoli, vi si annida. Non si ha nemmeno il
coraggio dell’affermazione eretica o sacrilega, la si applica “soltanto”. E’ il
modernismo “di ultima generazione” alla scuola dei metodi marxisti, peggiore
persino di quell’assunzione di responsabilità - per quanto ripugnante - che
almeno ebbe Lutero (a detta di qualcuno, morto suicida come l’Apostolo
Giuda). <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p><p align="right" class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: right;"><b><i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Don Stefano Carusi</span></i></b><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><br /></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: x-small;"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;">1</span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"> San Tommaso d’Aquino, <i>In IV Sent</i>.,
d. 9 q. 1 a. 3 qc. 1 co: “<i>Respondeo dicendum ad primam quaestionem,
quod quilibet cum conscientia peccati mortalis manducans corpus Christi, peccat
mortaliter, quia abutitur sacramento: et quanto sacramentum est dignius, tanto
abusus est periculosior. Ratio autem hujus ex tribus potest sumi. Primo ex eo
quod est sacramentum tantum, ex quo apparet, quod hoc sacramentum in modum cibi
proponitur; cibus autem non competit nisi viventi: unde si carens vita
spirituali per peccatum mortale accipiat hoc sacramentum, abutitur
ipso. Secundo ex eo quod est ibi res et sacramentum, quod est ipse
Christus, qui est sanctus sanctorum; unde receptaculum ejus debet esse sanctum;
et ideo si aliquis cum contrario sanctitatis corpus Christi sumat, sacramento
abutitur. Tertio ex eo quod est res tantum, quod est corpus Christi mysticum;
quia ex hoc ipso quod aliquis ad hoc sacramentum accedit, significat se ad
unitatem corporis mystici tendere; unde si peccatum in conscientia teneat, per
quod a corpore mystico separatur, fictionis culpam incurrit, et ita abutitur
sacramento</i>”. Idem, <i>Summa Theologiae </i>(<i>S. Th.</i>), <i>IIIa
Pars</i>, q. 80, a.4. Sulla distinzione “<i>res tantum, res et sacramentum,
sacramentum tantum</i>”, si veda anche A. Piolanti, <i>Il Mistero
Eucaristico</i>, Vaticano 1996, p. 366. Idem, <i>I Sacramenti</i>,
Vaticano 1990, p. 198.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: x-small;"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;">2</span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"> A. Piolanti, <i>Il Mistero Eucaristico</i>,
cit., p. 607.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: x-small;"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;">3</span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"> Denz. 1322.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: x-small;"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;">4</span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"> “<i>cibus autem non competit nisi viventi: unde
si carens vita spirituali per peccatum mortale accipiat hoc sacramentum,
abutitur ipso”, </i>San Tommaso d’Aquino, Sent., lib. 4 d. 9 q. 1 a. 3 qc.
1 co.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: x-small;"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;">5</span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"> “<i>Secundo ex eo quod est ibi res et
sacramentum, quod est ipse Christus, qui est sanctus sanctorum; unde
receptaculum ejus debet esse sanctum; et ideo si aliquis cum contrario
sanctitatis corpus Christi sumat, sacramento abutitur”, Ibidem.</i></span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: x-small;"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;">6</span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"> “<i>ex hoc ipso quod aliquis ad hoc sacramentum
accedit, significat se ad unitatem corporis mystici tendere; unde si peccatum
in conscientia teneat, per quod a corpore mystico separatur, fictionis culpam
incurrit, et ita abutitur sacramento</i>”, <i>Ibidem</i>.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: x-small;"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;">7</span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"> Denz. 1635.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: x-small;"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;">8</span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"> Denz, 1638.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: x-small;"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;">9</span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"> Denz. 1649.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: x-small;"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;">10</span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"> A. Piolanti, <i>Il Mistero Eucaristico</i>,
cit., p. 610.</span></span></p><p class="MsoNormal"><sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: x-small;">11</span></span></sup><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: x-small;"> <i>S. Th.</i>, IIIa, q. 80, a. 5, c., “<i>ex
quodam timore ne deprehendatur in peccato</i>”.</span><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.8667px; margin: 0cm 0cm 10pt;">
</p><p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p></div><p class="s3" style="font-size: 18px; line-height: 21.6px; margin-bottom: 0px; margin-top: 0px; text-align: right;"><b><i><span class="s2" style="font-family: "Times New Roman"; line-height: 21.6px;"><br /></span></i></b></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-22834139932958242492021-03-06T22:42:00.008+01:002021-03-14T09:47:21.204+01:00 «Se non vi convertite, perirete tutti» (Lc 13, 1-5)<p><span style="font-family: georgia;"><b><span class="s2" style="line-height: 14.4px; text-align: justify;">Riflessioni sull’articolo del</span><span class="s2" style="line-height: 14.4px; text-align: justify;"> </span><span class="s2" style="line-height: 14.4px; text-align: justify;">29 settembre 2020</span></b></span></p><p style="text-align: right;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-family: georgia;">Quaresima 2021</span></span></p><p style="text-align: right;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></p><p style="text-align: right;"><span style="font-style: italic;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-DD8RiRs5uBs/YEP2qWTZkkI/AAAAAAAAA2Y/cj6h8DTZI3o3YdguInFuryh-2M47tjAIQCLcBGAsYHQ/s2048/CDCF06C8-EF9E-4AAF-BB1E-87DBF8495433.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1509" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-DD8RiRs5uBs/YEP2qWTZkkI/AAAAAAAAA2Y/cj6h8DTZI3o3YdguInFuryh-2M47tjAIQCLcBGAsYHQ/s320/CDCF06C8-EF9E-4AAF-BB1E-87DBF8495433.jpeg" /></a></div><span class="s3" style="font-family: georgia; font-style: italic; line-height: 14.4px; text-align: left;"><div style="text-align: center;"><span class="s3" style="font-size: x-small; line-height: 14.4px;"><p align="center" class="MsoNormal"><span style="font-family: Georgia, serif;">Jacopino del Conte,<i>
Predica di S. Giovanni Battista, <o:p></o:p></i></span></p><p align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 24px;">
</p><p align="center" class="MsoNormal"><span style="font-family: Georgia, serif;">Roma, Oratorio di
S. G. B.<o:p></o:p></span></p></span></div><div style="text-align: center;"><p align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: x-small;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><i><span style="font-family: Georgia, serif; line-height: 150%;">Pubblichiamo
la lettera di un nostro lettore, nella fiducia che ciascuno saprà
prendere i contenuti in maniera al contempo serena, equilibrata e
zelante (NdR). </span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif; line-height: 150%;">***</span><span style="font-family: Georgia, serif;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif; line-height: 150%;">«Abbiamo
visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una
spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava
dovessero incendiare il mondo; ma si spegnavano al contatto dello splendore che
Nostra Signora emanava dalla Sua mano destra verso di lui: l’Angelo
indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: <u>Penitenza</u>, <u>Penitenza</u>, <u>Penitenza</u>!» (dal
Terzo Segreto di Fatima pubblicato).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 150%;"></span><span style="font-family: Georgia, serif; line-height: 150%;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif; line-height: 150%;">«Padre,
non stiamo ad aspettare un appello alla penitenza dal Santo Padre, né dal
nostro Vescovo o dalle Congregazioni religiose. No! Nostro Signore si è già
servito molto spesso di questi mezzi e il mondo non se ne è curato affatto.
E’ per questo che ora è necessario che ciascuno di noi inizi a riformare
se stesso spiritualmente» (dal Colloquio di Suor Lucia con il
Padre Fuentes, 26 dicembre 1957).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif; line-height: 150%;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif; line-height: 150%;">«Alla Chiesa
di Laodicea scrivi: [...] “tu non sei né freddo né caldo.
Magari fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, cioè non sei né caldo né
freddo, Io sto per vomitarti dalla Mia bocca”». (Ap.3, 14)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif; line-height: 150%;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia, serif; line-height: 150%;">«[Dice
il Signore] Se il Mio popolo mi ascolta, Io gli darò sacerdoti buoni; ma se il
Mio popolo non ascolta, Io gli darò sacerdoti cattivi» (San
Giovanni Eudes).</span><span style="font-family: Georgia, serif;"> </span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: right;"><i><span style="font-family: Georgia, serif; line-height: 150%;">Un lettore</span></i></p><p class="s4" style="line-height: 150%; margin-bottom: 13.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 13.5pt; text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; line-height: 150%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="s4" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: black; font-family: "Georgia",serif; line-height: 150%;">Per leggere l’articolo del 29 settembre scorso sull’enorme potere
della Penitenza, cliccare <a href="https://disputationes-theologicae.blogspot.com/2020/09/la-profezia-di-minaccia-o-condizionata.html" target="_blank">qui</a>.</span><span style="font-family: Georgia, serif; text-align: center;"> </span></p></div></span>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-68978961126219716412021-01-25T20:54:00.009+01:002021-02-07T20:12:22.118+01:00«Salvaci dalla dannazione eterna»<p><b> <span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Che fine ha
fatto il dogma dell’inferno?</span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: right;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p><b> </b></o:p></span><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: right;">25 gennaio
2021, </span><i style="font-family: Georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: right;">Conversione di San Paolo</i></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-HdpIRo6-3KY/YBW8ve6vV5I/AAAAAAAAA14/cUTBhIOuKSkFFcDltqm4gwNXbYxdB6WiQCLcBGAsYHQ/s800/c1be23d79891fc46a57193770a670618.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="554" data-original-width="800" height="278" src="https://1.bp.blogspot.com/-HdpIRo6-3KY/YBW8ve6vV5I/AAAAAAAAA14/cUTBhIOuKSkFFcDltqm4gwNXbYxdB6WiQCLcBGAsYHQ/w400-h278/c1be23d79891fc46a57193770a670618.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Dannati all’Inferno</i>, San Brizio (Cappella Nova), Duomo di Orvieto</td></tr></tbody></table><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><i><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Nel giorno della Conversione di San Paolo pubblichiamo
un articolo scritto negli anni scorsi e recentemente trasmessoci, constatando
con dolore un ulteriore peggioramento della situazione generale. Il Concilio
Vaticano Terzo del Card. Martini infatti - l’abusivo Concilio Vaticano Terzo,
spalleggiato dal mondo e non combattuto o non combattuto adeguatamente dalla
gerarchia - ha potuto dilagare per decenni nella Chiesa ed oggi è asceso al vertice
umano di Essa (NdR).</span></i></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></i></p>
<p align="center" class="MsoListParagraphCxSpLast" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: center;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">***<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">«[Oggi] <i>il
mondo si trova inghiottito terribilmente nella palude di un secolarismo che
vuole creare un mondo senza Dio; di un relativismo che soffoca i valori
permanenti e immutabili del Vangelo e di un’indifferenza religiosa che resta
imperturbabile di fronte ai beni superiori e alle cose che riguardano Dio e la
Chiesa. </i>[…]<i> Alcuni mesi prima della sua elezione al Soglio Pontificio,
il cardinale Karol Wojtyla diceva: “</i><span style="mso-bidi-font-style: italic;">Ci
troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai
visto. Non penso che la comunità cristiana l’abbia compreso totalmente. Siamo
oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e l’Anti-Chiesa, tra il Vangelo e
l’Anti-Vangelo<i>”. Una cosa è tuttavia certa: la vittoria finale appartiene a
Dio e ciò si verificherà grazie a Maria, la Donna della Genesi e
dell’Apocalisse che combatterà alla testa dell’esercito dei Suoi figli e figlie
contro le forze del nemico, di Satana, e schiaccerà la testa del serpente</i></span>»
(Cardinale Ivan Dias, come Legato Pontificio, omelia a Lourdes dell’Immacolata
2007).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La gnosi (madre
di tutte le eresie, dei poteri occulti…) «<i>non ha, da un certo punto di
vista, difficoltà a insinuarsi nel pensiero cattolico, anche a livello
superiore. </i>[…] <i>Aldo Natale Terrin, indagando il postmoderno, sostiene
che la Chiesa odierna vivrebbe nell’accettazione di una </i>doppia appartenenza<i>:
poter essere cattolica (ma in che modo?) e altro nello stesso momento, vantando
di accedere ormai impunemente ad altre fonti. Non solo sarebbe accettata nel
suo interno ai vari livelli, ma la doppia appartenenza farebbe parte della
proposta stessa della Chiesa all’uomo contemporaneo: è un patto tacito, interno
ed esterno</i>» (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Un docente dell’ “Università
del Papa”</i>, intervista a <i>30 giorni</i> di maggio 2003).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">I pericoli che
un grande porporato (che morì «triste» e con «un grande rimorso») annotò a
margine del Vaticano II, come collegati al prevalente orientamento conciliare.
Nel clima immediatamente seguente l’allocuzione <i>Gaudet Mater Ecclesia</i>, «<i>un’aria
di evidente e concitato malessere</i>», l’autorevole testimone vide e previde:
il «<i>gettare in una zona oscura i grandi problemi dell’ortodossia</i>», in
nome del «<i>pastoralismo</i>» dato erroneamente per necessità; la «<i>formazione
di due punti di pressione (biblica-razionalista, misticismo a tendenza
carismatica)</i>» che tendono a «<i>eliminare</i>» la sana dottrina; la
tendenza a «<i>rispondere a un mondo ateizzato sulla trincea protestante</i>» (Benny
Lai, Il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Papa non eletto. Giuseppe Siri
cardinale di Santa Romana Chiesa</i>).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; tab-stops: 346.25pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="mso-tab-count: 1;"> <span></span></span></span></p><a name='more'></a><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span><o:p></o:p></span><p></p>
<p align="center" class="MsoListParagraph" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: center;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">***<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="mso-cellspacing: 0cm; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; mso-yfti-tbllook: 1184;">
<tbody><tr style="mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="padding: 0cm;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">«<i>Padre Clementissimo
</i>[…] <i>disponi nella Tua pace i nostri giorni, salvaci dalla dannazione
eterna, e accoglici nel gregge degli eletti</i>». Così recita l’antichissimo
Canone Romano, più o meno riportato dal <i>Vetus Ordo Missae </i>nel <i>Novus
Ordo Missae </i>(in cui - avrebbe detto il Papa Paolo VI all’amico filosofo
francese Jean Guitton - gli ha dato il primo posto. E, in effetti, vi reca il
nome di Preghiera Eucaristica Prima).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Dunque adesso
che la Santa Messa non è più abitualmente in latino – ciò essendo generalmente
ritenuto l’essenza della riforma liturgica fatta in nome del Concilio Vaticano
II – queste parole risuoneranno più fortemente, finalmente capite dal popolo?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In realtà le
cose stanno diversamente: questa supplica, e questa confessione della «<i>fede
cattolica trasmessa dagli Apostoli</i>», sono generalmente scomparse.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Quello che
nell’antichissimo Messale tradizionale, anche rinnovato, era <i style="mso-bidi-font-style: normal;">il</i> Canone è diventato <i>uno</i> dei
Canoni (a scelta, “a libera scelta”, ufficialmente del celebrante). È diventato
appunto, ufficialmente, la Preghiera Eucaristica Prima.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">«Prima», dunque
quella che si dirà di più? Avranno magari pensato in molti. Soprassedendo per
tali rassicurazioni su tale declassamento, su tale slittamento e, più
ampiamente, sulle riserve sulla riforma liturgica storica<span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Salvaci%20dalla%20dannazione%20eterna,%20inferno.docx#_ftn1" name="_ftnref1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">[1]</span></span></a>. </span></span>Nella realtà, spesso è diventata la Preghiera Eucaristica ultima.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Mentre non è raro
sentire quel Prefazio, il cui senso logico ovvio e comunque l’idea che dà è la
negazione dell’inferno e la proclamazione della salvezza universale soggettiva.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Insomma: nella
tendenza prevalente, silenzio sul dogma cattolico mentre risuona
l’incoraggiamento dell’eresia anticattolica. Quel che esce da tale combinato
non è, nella realtà, una proclamazione a rovescio? Chi è colui che, per
antonomasia, mette le cose a rovescio?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Forse le cose
vanno generalmente meglio nella predicazione, nelle omelie? Perché, tra i tanti
mali di cui gli uomini di Chiesa parlano tanto, omettono così spesso di
richiamare il più dimenticato: l’inferno? Perché, al contrario, si sente così
spesso un parlare che favorisce la sua negazione?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Si metta a
confronto il seguente brano del Magistero (e se ne noti il tenore stretto e
asseverativo) con la realtà corrente nella Chiesa; brano in cui, peraltro, si
risponde all’allusivo sofisma frequentemente abbozzato in replica (o
non-replica): basarsi sulla paura dell’inferno!... <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Dall’allocuzione
di S.S. Pio XII ai parroci e quaresimalisti di Roma, 23 marzo 1949: «<i>È vero
che il desiderio del Cielo è un motivo in se stesso più perfetto del timore
delle pene eterne; ma non ne segue che per tutti gli uomini sia anche il più
efficace</i>». Non si dice certo che questo debba essere l’unico tema della
predicazione; ma se Nostro Signore Gesù Cristo, il Verbo fatto carne e il Buon
Pastore insieme, nell’Evangelo ne ha parlato e non poco, può sostanzialmente
tacerne chi sull’Altare agisce <i>in persona Christi</i>? «[La predicazione
sull’inferno] <i>non solo non ha perso nulla della sua opportunità anche ai
nostri giorni ma è diventata persino più che mai necessaria e urgente </i>[…]<i>
e non c’è alcuna circostanza di tempo che possa diminuire il rigore di questo
obbligo. Esso obbliga in coscienza ogni sacerdote</i>», e la Dottrina cattolica
sull’inferno va annunciata e insegnata «<i>senza alcuna attenuazione</i>».<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sarebbe ottuso
misconoscere che la situazione di oggi è in parte diversa da quella ancora dei
tempi di Pio XII: quelli erano, diffusamente, i tempi di «<i>una fede diminuita</i>»,
«<i>una diminuzione del fervore</i>»; questi sono i tempi della «<i>grande
apostasia</i>» (sicché, come disse a Fatima Giovanni Paolo II, ad essere «<i>sottomina</i>[te]»
sono «<i>le basi stesse</i>» della salvezza: già le fondamenta, già i
presupposti del discorso… e il quadro generale non è lo stesso. Questo è un
aspetto reale. Ma dalla messa a confronto di tale insegnamento con la realtà
ecclesiale corrente, non emerge forse un impressionante contrasto? Non emergono
forse problemi, dubbi e domande radicali sulla rottura nella prassi dell’unità
cattolica, che è innanzitutto <i>unità nel tempo</i>? Quale comunione con parti
numerosissime dell’unica Chiesa di Cristo, quali la <i>Chiesa trionfante</i> e
la <i>Chiesa purgante</i>?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E che le idee
passino attraverso la Prassi è un vecchio metodo marxista (i modernisti
sostituiscono alla parola Prassi la parola Pastorale, la dinamica è quella).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Che dire però
della mezza risposta, frequentemente abbozzata anch’essa, per cui tale
scomparsa sarebbe giustificata dal Magistero attuale (o meglio, dal Magistero
recentemente espresso)?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In primo luogo,
bisogna distinguere tra opinioni personali (anche di persone molto in alto) e
Magistero (sebbene un contrasto a riguardo sia problematico). Le parole, i
gesti, le scelte hanno gradi di ufficialità e autorevolezza molto diversi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Poi va rilevato
che il Magistero recentemente espresso ha dichiarato ufficialmente, più volte,
di non volersi sostituire a quello lungamente espresso, bensì di lasciarlo
intatto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E inoltre,
prendiamo ad esempio testi quali il <i>Compendio</i> del <i>Catechismo della
Chiesa Cattolica</i>: promulgati quest’ultimo nel 1992 dal Papa Giovanni Paolo
II e il primo nel 2005 dal Papa Benedetto XVI su mandato (nel 2003) di Giovanni
Paolo II; con stretto riferimento al Concilio Vaticano II (1962-1965) e al
Sinodo dei Vescovi (1985). In un testo piuttosto breve quale è il Compendio si
parla dell’inferno ai punti 74, 125, 212, 213 e in <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Appendice</i>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Dunque il
Magistero conciliare e postconciliare non giustifica comunque tale scomparsa: a
torto la prevalente tendenza progressista (e certo tradizionalismo “duro”) dice
o insinua, ideologicamente e faziosamente, questo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">D’altra parte,
però, pensiamo e chiediamo: la corrente centrista (e certo tradizionalismo
“moderato” o piuttosto servile) ha pienamente ragione nell’assicurare che i
testi del Magistero autentico recente non c’entrano nulla con tali deviazioni?
(Le quali certamente oltrepassano, strumentalizzano o ignorano gli atti ufficiali).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ad esempio,
prendiamo il n.212 del <i>Compendio</i> del <i>Catechismo della Chiesa
Cattolica</i> (marzo-giugno 2005). «<i>In che cosa consiste l’inferno? Consiste
nella dannazione eterna di quanti muoiono per libera scelta in peccato mortale.
La pena principale dell’inferno sta nella separazione eterna da Dio, nel quale
unicamente l’uomo ha la vita e la felicità, per le quali è stato creato e alle
quali aspira. Cristo esprime questa realtà con le parole: “Via, lontano da me,
maledetti, nel fuoco eterno” (Mt 25,41)</i>». Solo un esempio: da un lato, quel
«<i>principale</i>» viene a dire, logicamente, che la <i>pena del danno </i>(la
più grande, vero) non è l’unica pena dell’inferno; dunque in esso c’è anche
qualche altra pena, ed è quella <i>del senso</i>. D’altro lato, vi è espresso
soltanto tramite un rimando, e pure indiretto; lasciato alquanto nell’ombra.
Questo non è già antitradizionale? Giacché lo <i>sviluppo omogeneo </i>della
Dottrina cattolica è per esplicitazione, dalla ghianda alla quercia, e non
viceversa; a fronte poi di minacce a verità di fede che fino a quel punto erano
in stato di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">placida <span style="mso-bidi-font-style: italic;">possessio</span></i>, la Chiesa <i>sempre e
ovunque</i> ha reagito “mettendo sul lucerniere” il bene pericolante.
Professandolo in maniera più chiara, più formale, più esplicita. Non certo in
maniera più ambigua, carente e comunque più implicita. Qui, accade ancora
questo o piuttosto il suo contrario? E ciò persino in un testo la cui <i>ratio</i>
è l’intenzione – per sé lodevole – di mettere un argine alla perdita del
contenuto dottrinale della fede, dilagante. Non è già questo un mezzo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">ribaltone</i> contro la Tradizione
cattolica?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br /></span></p>
<div style="mso-element: footnote-list;"><!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1" style="mso-element: footnote;">
<p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/UTENTE/Downloads/Salvaci%20dalla%20dannazione%20eterna,%20inferno.docx#_ftnref1" name="_ftn1" style="mso-footnote-id: ftn1;" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="mso-special-character: footnote;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span face=""Calibri",sans-serif" style="font-size: 10pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a> <span style="font-family: "Georgia",serif; font-size: 12pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Perplessità che ancora nel Sinodo del 1967 si
palesarono non soltanto diffusamente presenti, ma addirittura maggioritarie,
bocciando la linea liturgica di mons. Bugnini.</span><o:p></o:p></p>
</div>
</div>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-35852819708370732432020-11-30T20:22:00.010+01:002020-12-05T23:11:05.233+01:00Fratelli tutti: verso il nuovo comunismo "ecclesiale”?<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: georgia;">Leone XIII risponde in “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Quod apostolici muneris</i>”<o:p></o:p></span></b></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><span style="font-family: georgia;">30 novembre 2020, Sant’Andrea Apostolo<o:p></o:p></span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif;"><o:p><br /></o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-VNvOfSe6oE4/X8vhDNiI20I/AAAAAAAAA1M/1Uwn-1OGvTwlf6AUF05iVAwft0FmOmD5ACLcBGAsYHQ/s1024/fotoeffetti.com_.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="1024" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-VNvOfSe6oE4/X8vhDNiI20I/AAAAAAAAA1M/1Uwn-1OGvTwlf6AUF05iVAwft0FmOmD5ACLcBGAsYHQ/w400-h400/fotoeffetti.com_.jpg" width="400" /></a></div><p class="MsoNormal" style="text-align: center;"><span style="font-family: georgia; font-size: x-small;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span>È
noto che è in voga una nuova forma di “socialismo ecclesiale” che distilla il
peggio degli errori della Rivoluzione francese, del socialismo e del comunismo,
mettendo il nome cristiano al servizio del mondialismo massonico e rileggendo addirittura
la storia della salvezza in chiave da ambientalismo </span><i>à la page</i><span>. Basta leggere i titoli del quotidiano dei Vescovi
italiani, </span><i>Avvenire</i><span>, alla
pubblicazione del documento “</span><i>Fratelli
tutti</i><span>”.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Per
rispondere ai nostri lettori sul tema evocato, vorremmo, prima di entrare nello
specifico di certi argomenti, proporre una lettura poco nota di Leone XIII, la
quale ci sembra di grande efficacia e di carattere quasi divulgativo oltre che
di gustosa lettura: l’enciclica “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Quod
Apostolici muneris</i>”. Tale documento - indubitabilmente magisteriale
rispetto a tante esternazioni di oggi di dubbia autorità - è più snello della
pur importantissima e fondamentale enciclica <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Rerum Novarum</i> ed appare non solo una solida ed accessibile base per
impostare le successive discussioni in materia di filosofia politica, ma si
distingue anche per i modi schietti d’esposizione. La distanza abissale da quei
testi cui ci ha abituato l’attuale situazione ecclesiale appare in tutta la sua
evidenza, indicandoci anche lo stile che sarebbe opportuno adottassimo in tale
battaglia per un’intelligenza cristiana delle cose, chiamando i nemici della
Chiesa col loro nome. Contro la decomposizione del pensiero, cui ci ha abituato
il modernismo in fase terminale, coi suoi testi privi di nerbo logico e di una
qualsivoglia architettura del discorso, è un documento che aiuta a strutturare
il proprio pensiero sulla verità per poi valutare la critica all’errore, anche
nella sua evoluzione contemporanea. E ciò anche tenuto conto di quell’anguilla
che è il modernismo, il quale non sempre si lascia afferrare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><o:p> </o:p></span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: georgia;">La Redazione di “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Disputationes Theologicae</i>”<o:p></o:p></span></b></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: georgia;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: georgia;"><o:p> </o:p></span></p>
<p align="center" style="line-height: 115%; text-align: center;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><b><i><span style="color: #e36c0a; line-height: 115%; mso-themecolor: accent6; mso-themeshade: 191;">QUOD APOSTOLICI MUNERIS</span></i></b><span style="color: #e36c0a; mso-themecolor: accent6; mso-themeshade: 191;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p align="center" style="line-height: 115%; text-align: center;"><span style="color: #e36c0a; font-family: georgia; font-size: medium; mso-themecolor: accent6; mso-themeshade: 191;">LETTERA
ENCICLICA <br />
DI SUA SANTITÀ<br />
LEONE PP. XIII <o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"> </span><o:p></o:p></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Già dall’inizio del Nostro
Pontificato, secondo quanto richiedeva la natura dell’Apostolico ministero, con
Lettera enciclica a Voi indirizzata, Venerabili Fratelli, segnalammo la
micidiale pestilenza che serpeggia per le intime viscere della società e la riduce
all’estremo pericolo di rovina; indicammo contemporaneamente i rimedi più
efficaci per richiamarla a salute e per salvarla dai gravissimi pericoli che la
sovrastano. Ma nel giro di poco tempo crebbero talmente i mali che allora
deplorammo, da sentirci ora costretti a rivolgervi di nuovo la parola, come se
alle Nostre orecchie risuonasse la voce del Profeta: "Grida, non darti
posa; alza la tua voce come una tromba" (Is 58,1). Comprendete facilmente,
Venerabili Fratelli, che Noi parliamo della setta di coloro che con nomi
diversi e quasi barbari si chiamano Socialisti, Comunisti e Nichilisti, e che
sparsi per tutto il mondo, e tra sé legati con vincoli d’iniqua cospirazione,
ormai non ricercano più l’impunità dalle tenebre di occulte conventicole, ma
apertamente e con sicurezza usciti alla luce del giorno si sforzano di
realizzare il disegno, già da lungo tempo concepito, di scuotere le fondamenta
dello stesso consorzio civile. Costoro sono quelli che, secondo le Scritture
divine, "contaminano la carne, disprezzano l’autorità, bestemmiano la
maestà" (Gd 8), e nulla rispettano e lasciano integro di quanto venne
dalle leggi umane e divine sapientemente stabilito per l’incolumità e il decoro
della vita. Ai poteri superiori (ai quali, secondo l’ammonimento dell’Apostolo,
conviene che ogni anima si tenga soggetta, e che da Dio ricevono il diritto di
comandare) ricusano l’obbedienza e predicano la perfetta uguaglianza di tutti
nei diritti e negli uffici. Disonorano l’unione naturale dell’uomo e della
donna, rispettata come sacra perfino dai barbari, e indeboliscono e anche
lasciano in balìa della libidine il vincolo coniugale per il quale
principalmente si mantiene unita la società domestica. Presi infine dalla
cupidigia dei beni terreni, che "è radice di tutti i mali, e per amore
della quale molti hanno traviato dalla fede" (1Tm 6,19), impugnano il
diritto di proprietà stabilito per legge di natura, e con enorme scelleratezza,
dandosi l’aria di provvedere e di soddisfare ai bisogni e ai desideri di tutti,
si adoperano per rubare e mettere in comune quanto fu acquisito o a titolo di
legittima eredità, o con l’opera del senno e della mano, o con la frugalità
della vita. Rendono pubbliche queste mostruose opinioni nei loro circoli; le
consigliano nei libercoli; le diffondono nel popolo con un mucchio di gazzette.
Pertanto si è accumulato tanto odio della plebe sediziosa contro la veneranda
maestà e l’impero dei Re, al punto che scellerati traditori, sdegnosi di ogni
freno, più volte a breve intervallo di tempo, con empio ardimento rivolsero le
armi contro gli stessi Sovrani.<o:p></o:p></span></p><span style="font-family: georgia;"><a name='more'></a></span><p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Queste audaci macchinazioni
degli empi, che ogni giorno minacciano all’umano consorzio più gravi rovine e
tengono in ansiosa trepidazione l’animo di tutti, traggono principio e origine
da quelle velenose dottrine che, sparse nei tempi passati quali semi malsani in
mezzo ai popoli, diedero a suo tempo frutti così amari. Infatti Voi ben
conoscete, Venerabili Fratelli, che la guerra implacabile mossa fin dal secolo
decimosesto dai Novatori contro la fede cattolica, e che venne sempre crescendo
fino ai giorni nostri, ha per scopo d’aprire la porta a quelle idee e, per dir
più propriamente, ai deliri della ragione abbandonata a se stessa, eliminata
ogni rivelazione e rovesciato ogni ordine soprannaturale. Tale errore, che a
torto prende nome dalla ragione, siccome solletica e rende più viva l’innata
bramosia d’innalzarsi, ed allenta il freno ad ogni sorta di cupidigie, senza
difficoltà s’introdusse non solo nella mente di moltissimi, ma giunse anche a
penetrare ampiamente nella società civile. Quindi con empietà nuova,
sconosciuta perfino agli stessi pagani, si costituirono Stati senza alcun
riguardo a Dio ed all’ordine da Lui prestabilito; si andò dicendo che
l’autorità pubblica non riceve da Dio né il principio, né la maestà, né la
forza di comandare, ma piuttosto dalla massa popolare la quale, ritenendosi
sciolta da ogni legge divina, tollera appena di restare soggetta alle leggi che
essa stessa a piacere ha sancite.</span></p><p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Combattute e rigettate come
nemiche della ragione le verità soprannaturali della fede, si costringe lo
stesso Autore e Redentore del genere umano ad uscire insensibilmente e a poco a
poco dalle Università, dai Licei e dai Ginnasi e da ogni pubblica consuetudine
della vita. Infine, messi in dimenticanza i premi e le pene della eterna vita
avvenire, l’ardente desiderio della felicità è stato rinserrato entro gli
angusti confini del presente. Con queste dottrine disseminate in lungo e in
largo, e con tale e tanta licenza d’opinare e di fare accordata dovunque, non
deve recare meraviglia che gli uomini della plebe, stanchi della casa misera e
dell’officina, anelino a lanciarsi sui palazzi e sulle fortune dei più ricchi;
non deve recare meraviglia che, scossa, vacilli ormai ogni pubblica e privata
tranquillità, e che l’umanità sia giunta quasi alla sua estrema rovina.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Ma i supremi Pastori della
Chiesa, ai quali incombe il dovere di difendere dalle insidie nemiche il gregge
del Signore, si adoperarono per scongiurare tempestivamente il pericolo e per
provvedere all'eterna salute dei fedeli. Infatti, non appena si cominciarono a
formare le società segrete, in mezzo alle quali fin d’allora covavano i germi
degli errori che abbiamo rammentato, i Romani Pontefici Clemente XII e
Benedetto XIV non omisero di scoprire gli empi disegni delle sette e
d’avvertire i fedeli di tutto l’universo della rovina che nell’oscurità si
preparava. E quando poi coloro che si vantavano del nome di filosofi vollero
concedere all’uomo una libertà sfrenata, e si prese ad inventare un nuovo
diritto e a stabilirlo contro ogni legge naturale e divina, il Papa Pio VI di
felice memoria mostrò immediatamente con pubblici documenti la malvagia indole
e la fallacia di quei principi, e contemporaneamente con Apostolica
antiveggenza vaticinò le rovine alle quali sarebbe stato tratto il popolo
miseramente ingannato. Però, non essendosi in alcun modo provveduto a che
quelle prave teorie non venissero instillate ogni giorno più nelle menti dei
popoli e non entrassero nei pubblici decreti di governo, Pio VII e Leone XII
colpirono d’anatema le sette segrete, e di nuovo ammonirono la società dei
pericoli che per opera loro incombevano. Infine è noto a tutti con quali
gravissime parole e con quanta fermezza d’animo e costanza il Nostro glorioso
Predecessore, il Papa Pio IX di felice memoria, sia con le Allocuzioni, sia con
Lettere encicliche mandate ai Vescovi di tutto il mondo, abbia combattuto
contro gl’iniqui sforzi delle sette e specificatamente contro la peste del
Socialismo, che da quelle sin da allora germogliava.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Ma per somma sventura, coloro ai
quali venne affidata la cura di promuovere i comuni vantaggi, circonvenuti con
gli artifici di perfidi uomini e spaventati dalle loro minacce, tennero sempre
in sospetto la Chiesa e l’avversarono, non comprendendo che gli sforzi delle
sette sarebbero andati a vuoto se la dottrina della Chiesa cattolica e
l’autorità dei Romani Pontefici, sia presso i Principi, sia presso i popoli,
fosse sempre rimasta nell’onore dovuto. Infatti, "la Chiesa del Dio vivente,
che è colonna e fondamento di verità" (1Tm 3,15), insegna dottrine e dà
precetti che largamente provvedono al benessere ed al quieto vivere della
società, e per i quali l’infausto germe del Socialismo è divelto dalle radici.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Sebbene i Socialisti, abusando
dello stesso Vangelo per ingannare gl’incauti, abbiano il costume di travisarlo
secondo i loro intendimenti, tuttavia è tanta la discordanza delle loro
perverse opinioni dalla purissima dottrina di Cristo, che non se ne può
immaginare una maggiore: "Infatti, quale consorzio della giustizia con
l’iniquità? o quale società della luce con le tenebre?" (2Cor 6,14).
Costoro invero non smettono di blaterare – come abbiamo già accennato – che
tutti gli uomini sono per natura uguali fra loro, e quindi sostengono non doversi
prestare alle autorità né onore, né riverenza, né obbedire alle leggi se non
forse a quelle redatte a loro piacimento. All’opposto, secondo gl’insegnamenti
del Vangelo, tutti gli uomini sono uguali in quanto avendo tutti avuto in sorte
la medesima natura, tutti sono chiamati alla medesima altissima dignità di
figliuoli di Dio; avendo tutti lo stesso fine da conseguire, dovranno essere
giudicati a norma della stessa legge, per riceverne premi o pene secondo che
avranno meritato. Tuttavia l’ineguaglianza di diritti e di potestà proviene
dall’Autore medesimo della natura, "dal quale tutta la famiglia e in cielo
e in terra prende il nome" (Ef 3,15). Gli animi poi dei Principi e dei
sudditi, secondo la dottrina e i precetti della Chiesa cattolica, sono così
legati attraverso scambievoli doveri e diritti, che ne resta temperata la
passione sfrenata del comandare, e diviene facile, costante e nobilissima la
ragione dell’ubbidienza.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">E valga il vero: la Chiesa
inculca sempre nei sudditi il precetto dell’Apostolo: "Non esiste potestà
se non da Dio, e quelle che ci sono, sono ordinate da Dio. Pertanto chi si
oppone alla potestà, resiste alla disposizione di Dio, e coloro che resistono
si comprano la condanna". E di nuovo comanda "di essere soggetti,
come è necessario, non solo per timore dell’ira, ma anche per riguardo alla
coscienza, e comanda di rendere a tutti quello che è dovuto: a chi il tributo,
il tributo; a chi la gabella, la gabella; a chi il timore, il timore; a chi
l’onore, l’onore" (Rm 13,1-2.5-7). Pertanto, Colui che creò e governa ogni
cosa, nella sua provvida sapienza dispose che le infime cose attraverso quelle
di mezzo, e le cose di mezzo attraverso le altissime arrivino ciascuna al
proprio fine. Perciò, come nello stesso regno celeste volle che vi fossero cori
di Angeli distinti fra loro e gli uni agli altri soggetti; nello stesso modo
stabilì anche nella Chiesa vari gradi di ordini, ed una moltitudine di
ministeri, onde non tutti fossero Apostoli, non tutti Pastori, non tutti
Dottori (cf. 1Cor 12,28-30); così dispose del pari che nella società civile
fossero vari ordini distinti per dignità, per diritti e per potere, onde la
comunità, a somiglianza della Chiesa, rendesse l’immagine di un corpo che ha
molte membra, le une più nobili delle altre, ma insieme scambievolmente
necessarie e sollecite del bene comune.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">In pari tempo, però, affinché i
capi dei popoli si servano della potestà ad essi data ad edificazione e non a
distruzione, la Chiesa di Cristo opportunamente ricorda che anche sui Principi
sovrasta la severità del Giudice Supremo. Avvalendosi delle parole della divina
Sapienza, essa grida a tutti nel nome di Dio: "Porgete le orecchie, voi
che avete il governo dei popoli e vi gloriate di dominare molte nazioni: la
potestà è stata data a voi dal Signore, e la virtù dall’Altissimo, il quale
esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri pensieri... Poiché un giudizio
severissimo si farà di coloro che sovrastano... Dio infatti non esonererà
nessuno dal giudizio, né temerà la grandezza di chicchessia, perché Egli ha
fatto il grande e il piccolo, e di tutti tiene eguale cura. Ma ai maggiori
sovrasta un maggiore tormento" (Sap 6,2-8). Tuttavia se accada talvolta
che la pubblica potestà venga dai Principi esercitata a capriccio ed oltre
misura, la dottrina della Chiesa Cattolica non consente ai privati d’insorgere
a proprio talento contro di essi, affinché non sia vieppiù sconvolta la
tranquillità dell’ordine, e non derivi perciò maggior detrimento alla società.
E quando le cose siano giunte a tal punto che non sorrida alcun’altra speranza
di salvezza, vuole che si raggiunga il rimedio coi meriti della pazienza
cristiana e con insistenti preghiere al Signore.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Se la volontà dei legislatori e
i decreti dei Principi comanderanno qualche cosa che sia contraria alla legge
divina o naturale, allora la dignità e il dovere del nome cristiano, e il
pensiero Apostolico esigono "doversi obbedire più a Dio che agli
uomini" (At 5,29).<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">La stessa società domestica, che
è alla base di ogni comunità e di ogni regno, sente e sperimenta
necessariamente questa benefica virtù della Chiesa che influisce
sull’ordinatissimo regime e sulla conservazione della società civile. Infatti,
ben sapete, Venerabili Fratelli, che questa società, retta secondo l’esigenza
del diritto naturale, si fonda principalmente sopra l’unione indissolubile
dell’uomo e della donna, si completa negli scambievoli doveri e diritti tra i
genitori e i figli, tra i padroni e i servi. Sapete ancora che essa va quasi a
disciogliersi secondo le dottrine del Socialismo; in quanto, perduta la
stabilità che le deriva dal matrimonio cristiano, ne consegue che venga pure ad
indebolirsi in straordinaria maniera l’autorità dei padri sopra i figli, e la
riverenza dei figli verso i genitori. Al contrario, la Chiesa insegna che il
matrimonio, "degno di essere in tutto onorato" (Eb 13,4), istituito
da Dio fin dal principio del mondo per propagare e conservare l’umana specie e
da Lui voluto indissolubile, crebbe a condizione ancora più stabile e più santa
per opera di Cristo che gli conferì la dignità di Sacramento e volle che
ritraesse in sé l’immagine della sua unione con la Chiesa. Pertanto, secondo
quanto insegna l’Apostolo (Ef 5,22-24), come Cristo è il capo della Chiesa,
così il marito è il capo della sposa; e come la Chiesa si tiene soggetta a
Cristo che nutre per lei un amore castissimo ed eterno, così conviene che le
spose siano soggette ai loro mariti, i quali a loro volta le debbono amare di
affetto fedele e costante.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Analogamente la Chiesa tempera
in tal modo la potestà dei padri e dei padroni i quali, senza trascendere la
giusta misura, riescono a contenere dentro i confini del rispetto i figli ed i
servi. Stando infatti agli insegnamenti cattolici, nei genitori e nei padroni
si trasfonde l’autorità del Padre e del Padrone celeste; perciò essa non solo
trae da Lui origine e forza, ma ne mutua anche necessariamente la natura e
l’indole. Conseguentemente l’Apostolo esorta i figli "ad obbedire ai loro
genitori nel nome del Signore, ad onorare il padre e la madre: è questo il primo
comandamento associato a una promessa" (Ef 6,1-2). Ai genitori poi
ingiunge: "E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figli, ma
allevateli nella disciplina e nell’istruzione del Signore" (Ef 6,4). Di
nuovo poi ai servi ed ai padroni dallo stesso Apostolo viene inculcato il
comandamento divino: obbediscano "ai padroni carnali come alla persona di
Cristo... servendo con amore come al Signore"; questi alla loro volta
"mettano da parte l’asprezza, ben sapendo che il Signore di tutti è nei
cieli, e che presso di Lui non v’è preferenza di persone" (Ef 6,5-7). Se
tutte queste cose fossero diligentemente compiute secondo il volere divino da
tutti coloro che ne hanno il dovere, sicuramente ogni famiglia presenterebbe
una certa somiglianza con la dimora celeste, e i preclari benefìci che ne
seguirebbero non sarebbero solo ristretti entro i confini delle pareti
domestiche, ma si riverserebbero altresì in abbondanza a vantaggio degli Stati
medesimi.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Inoltre la sapienza cattolica,
costruita sui precetti della legge naturale e divina, mirabilmente provvide
alla pubblica e domestica tranquillità anche con le dottrine che professa ed
insegna intorno al diritto di proprietà e alla divisione dei beni, che sono
fatti per le necessità ed i comodi della vita. Pertanto, mentre i Socialisti
rappresentano il diritto di proprietà come un ritrovato umano contrario alla
naturale eguaglianza degli uomini, ed anelando alla comunanza dei beni
ritengono non doversi sopportare di buon animo la povertà, e potersi
impunemente violare i beni e i diritti dei più ricchi, la Chiesa molto più
saggiamente ed utilmente anche nel possesso dei beni riconosce disuguaglianza
tra gli uomini, naturalmente diversi per forze fisiche ed attitudine d’ingegno,
e vuole intatto ed inviolabile per tutti il diritto di proprietà e di possesso
che dalla stessa natura deriva. Infatti sa che Iddio, autore e vindice di ogni
diritto, vietò il furto e la rapina in modo che neppure è lecito desiderare
l’altrui: gli uomini ladri e rapaci, non altrimenti che gli adulteri e gli
adoratori degli idoli, sono esclusi dal regno dei cieli. Tuttavia non dimentica
per questo la causa dei poveri, né avviene che la pietosa Madre trascuri di
provvedere alle loro indigenze: ché anzi, con materno affetto, se li stringe al
seno, e ben sapendo che essi impersonano Cristo, il quale considera come fatto
a se stesso il beneficio elargito anche all’ultimo dei poveri, li tiene in
grande onore, con ogni mezzo possibile li solleva; si adopera con ogni
sollecitudine affinché in tutte le parti del mondo s’innalzino case ed ospedali
destinati a raccoglierli, a mantenerli, a curarli, e prende quegli asili sotto
la propria tutela. Incalza poi i ricchi col gravissimo precetto di dare ai
poveri il superfluo, e li spaventa intimando loro il giudizio divino, secondo
il quale se non verranno in aiuto dell’indigenza saranno puniti con eterni
supplizi. Da ultimo ricrea e conforta considerevolmente gli animi dei poveri
sia proponendo l’esempio di Cristo "il quale, essendo ricco, si fece
povero per noi" (2Cor 8,9), sia ripetendo quelle parole di Lui, con le
quali chiama i poveri beati, e comanda loro di sperare i premi dell’eterna
beatitudine. Ora, chi non vede come questa sia la più bella maniera di comporre
l’antichissimo dissidio tra i poveri ed i ricchi? Come infatti dimostrano la
natura delle cose e l’evidenza dei fatti, esclusa o accantonata quella maniera
di componimento, è necessario che accada una delle due: o che la massima parte
dell’umanità ricada nella turpissima condizione di schiavi che fu lungamente in
uso presso i Gentili; ovvero che la società umana rimanga in balìa di continui
rivolgimenti e sia contristata da rapine e da latrocini, come deploriamo essere
avvenuto anche in tempi recenti.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Stando così le cose, Venerabili
Fratelli, Noi a cui presentemente è affidato il governo di tutta la Chiesa,
come fin dall’inizio del Nostro Pontificato mostrammo ai popoli ed ai Principi
sbattuti da violenta procella il porto ove riparare, così adesso, preoccupati
dall’estremo pericolo che sovrasta, di nuovo indirizziamo loro l’Apostolica
voce; ed in nome della loro salvezza e di quella dello Stato di nuovo li
preghiamo insistentemente e li scongiuriamo di accogliere ed ascoltare come
maestra la Chiesa, tanto benemerita della pubblica prosperità dei regni, e si
persuadano che le ragioni della religione e dell’impero sono così strettamente
congiunte che di quanto viene quella a scadere, di altrettanto diminuiscono
l’ossequio dei sudditi e la maestà del comando. Anzi, conoscendo che la Chiesa
di Cristo possiede tanta virtù per combattere la peste del Socialismo, quanta
non ne possono avere le leggi umane, né le repressioni dei magistrati, né le
armi dei soldati, ridonino alla Chiesa quella condizione di libertà, nella
quale possa efficacemente compiere la sua benefica azione a favore dell’umano
consorzio.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">E Voi, Venerabili Fratelli, che
ben conoscete l’origine e la natura delle imminenti sciagure, rivolgete tutte
le forze dell’animo Vostro a che la dottrina cattolica sia accolta negli animi
di tutti e vi penetri fino in fondo. Procurate che fin dalla prima età tutti si
avvezzino ad amare Dio con tenerezza filiale e a riverirne la maestà; che
prestino ossequio all’autorità dei Principi e delle leggi, e che, frenate le
cupidigie, custodiscano gelosamente l’ordine stabilito da Dio nella civile e
nella domestica società. Inoltre ponete ogni studio affinché i figli della
Chiesa Cattolica non aderiscano né diano alcun favore alla detestabile setta;
anzi, con azioni egregie e con un contegno assolutamente lodevole, dimostrino
quanto prospera e felice sarebbe la società, se tutte le sue membra si
abbellissero dello splendore di opere compiute correttamente, e di virtù.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Infine, siccome i seguaci del
Socialismo principalmente vengono cercati fra gli artigiani e gli operai, i quali,
avendo per avventura preso in uggia il lavoro, si lasciano assai facilmente
pigliare all’esca delle promesse di ricchezze e di beni, così torna opportuno
di favorire le società artigiane ed operaie che, poste sotto la tutela della
Religione, avvezzino tutti i loro soci a considerarsi contenti della loro
sorte, a sopportare la fatica e a condurre sempre una vita quieta e tranquilla.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Iddio, a cui siamo tenuti a
riferire il principio ed il fine di ogni santa impresa, assecondi i Nostri e i
Vostri intendimenti, Venerabili Fratelli. Del resto, la stessa ricorrenza di
questi giorni, nei quali si celebra solennemente il giorno natalizio del
Signore, Ci solleva alla speranza di opportunissimo aiuto. Infatti Cristo fa
sperare anche a noi quella salutare salvezza che Egli nascendo portò al mondo
invecchiato e corrotto da tanti mali, e ci promette quella pace che allora per
mezzo degli Angeli fece annunziare agli uomini. Infatti "né la mano del
Signore si è accorciata così che non possa salvare, né le sue orecchie sono
chiuse sicché non possa sentire" (Is 59,1). Pertanto, in questi
faustissimi giorni, augurando a Voi, Venerabili Fratelli, ed ai fedeli delle
Vostre Chiese ogni più lieto e prospero evento, insistentemente preghiamo il
Datore di ogni bene affinché nuovamente "appaiano agli uomini la benignità
e l’amore del Salvatore nostro Dio" (Tt 3,4), il quale, sottrattici dalla
potestà dell’implacabile nostro nemico, ci sollevò alla dignità nobilissima di
figli.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Affinché più presto e più
pienamente conseguiamo il nostro desiderio, innalzate Voi stessi, Venerabili
Fratelli, insieme con Noi fervide preci a Dio ed interponete presso di Lui il
patrocinio della Beata Vergine Maria, Immacolata fin dall’origine, del di Lei
Sposo Giuseppe e dei Beati Apostoli Pietro e Paolo, nell’intercessione dei
quali poniamo la massima fiducia.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Intanto, auspice delle divine
grazie, con tutto l’affetto del cuore a Voi, Venerabili Fratelli, al Vostro
Clero ed a tutti i popoli fedeli impartiamo nel Signore l’Apostolica
Benedizione.<o:p></o:p></span></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><o:p><span style="font-family: georgia;"> </span></o:p></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><i><span style="font-family: georgia;">Dato a Roma, presso San
Pietro, il 28 dicembre 1878, anno primo del Nostro Pontificato.<o:p></o:p></span></i></p>
<p style="line-height: 115%; text-align: justify;"><i><o:p><span style="font-family: georgia;"> </span></o:p></i></p>
<p align="right" style="line-height: 115%; text-align: right;"><span style="font-family: georgia;"><b>LEONE PP. XIII</b><i><o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><o:p> </o:p></span></p>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-86893537167105714272020-09-29T16:12:00.016+02:002020-11-26T20:07:07.437+01:00La profezia di minaccia o condizionata<p><b><span style="font-family: georgia;">Il
potere enorme della libera volontà e della penitenza</span></b></p>
<p style="margin-bottom: 0.35cm; text-align: right;"><i><span style="font-family: georgia;"><br /></span></i></p><p style="margin-bottom: 0.35cm; text-align: right;">
<i><span style="font-family: georgia;">29
settembre 2020, San Michele Arcangelo</span></i></p>
<p style="margin-bottom: 0.35cm;">
</p>
<p align="center" style="margin-bottom: 0.35cm;"><i><span style="font-family: georgia;"><br /></span></i></p><p align="center" style="margin-bottom: 0.35cm;"><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://1.bp.blogspot.com/-9R4E3CqtSVo/X4YXHeE9uaI/AAAAAAAAA0M/kNubNfp6qrQlkvQ4gRLbCzg9BRAYjO5GgCLcBGAsYHQ/s1690/6B4DEDD0-0795-4F46-8689-AEAD3A9B01AB.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1690" height="256" src="https://1.bp.blogspot.com/-9R4E3CqtSVo/X4YXHeE9uaI/AAAAAAAAA0M/kNubNfp6qrQlkvQ4gRLbCzg9BRAYjO5GgCLcBGAsYHQ/w400-h256/6B4DEDD0-0795-4F46-8689-AEAD3A9B01AB.jpeg" width="400" /></a></i></div><i style="text-align: left;"><div style="text-align: center;"><i><span style="font-family: georgia;">La
distruzione di Sodoma</span></i></div></i><p></p><p align="center" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">
<br />
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">Iddio
conosce il futuro e può liberamente scegliere di rivelare eventi
futuri, ivi comprese le catastrofi che possono abbattersi sul mondo,
lo ha fatto in passato sia nella Rivelazione pubblica (si pensi alla
distruzione di Gerusalemme, alla strage e alla dispersione del popolo
ebraico, profetizzate da Gesù e puntualmente realizzatesi nel 70 d.
C.) o nella Rivelazione privata (si pensi a quanto annunciato a
Fatima e già puntualmente realizzatosi, come la fine della Prima
Guerra mondiale e lo scoppio della Seconda, la diffusione dei funesti
errori del Comunismo e quanto ancora non è giunto a compimento, come
il Terzo Segreto).
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">Il
piano della Provvidenza non disdegna affatto di aggiungere alla
cosiddetta <i>Rivelazione
pubblica</i> - la
Tradizione e la Scrittura - le <i>Rivelazioni
private autentiche</i>,
che possono contenere anch’esse degli avvertimenti per la Chiesa o
per le nazioni perché si rimettano sulla retta via. Così fa spesso
Dio nell’Antico Testamento, mettendo in guardia Israele per la sua
infedeltà e minacciando il giusto castigo se il popolo non si
converte. In alcuni casi quindi l’avvenimento profeticamente
annunziato si distingue dalla sua realizzazione effettiva, senza che
ciò significhi che la predizione è falsa. Questa precisazione si
rende particolarmente necessaria in un’epoca che conosce degli
avvertimenti profetici anche autorevolmente approvati dalla Chiesa.
Un’epoca inoltre che - per la sua grave infedeltà - è
oggettivamente e tragicamente meritevole di castighi sia nel mondo
che nella Chiesa. E, se da un lato ci può essere la tendenza
razionalista a disprezzare le profezie e gli avvertimenti del Cielo
ignorandoli orgogliosamente, dall’altro può svilupparsi una
tendenza a rassegnarsi passivamente ad futuro imminente castigo,
nella convinzione dell’ineluttabilità delle pene annunciate.
Razionalismo e indifferentismo da un lato, soprannaturalismo
disordinato e pigrizia spirituale dall’altro, concorrono, per vie
diverse, a negare la cooperazione alla salvezza che Dio chiede al
nostro libero arbitrio.
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">In
questo articolo vorremmo offrire una breve spiegazione della
distinzione fra i diversi tipi di profezia secondo San Tommaso,
soffermandoci<i> </i>proprio
sulla <i>profezia di
minaccia</i>, messa in
relazione al piano della misericordiosa Provvidenza di Dio, perché
risalti tutto il potere che Dio affida alla nostra libera volontà
nello stornare o nel ridurre i castighi ed emerga quindi tutta la
responsabilità di ciascuno di noi, non solo dei grandi prelati o dei
governanti in genere, ma anche del più piccolo dei fedeli.
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;"><br />
<br />
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><b><span style="font-family: georgia;">Profezia
di prescienza e profezia di minaccia</span></b></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">San
Tommaso d’Aquino nella <i>Summa
Theologiae</i>, alla
questione 174 della <i>Secunda
Secundae</i>, dopo aver
affrontato la natura, la causa e il modo della conoscenza profetica,
si occupa dei diversi tipi di profezia. Nel <i>corpus
</i>del primo articolo<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a>
afferma che vi sono profezie che descrivono l’avvenimento futuro
così come esso avverrà con assoluta certezza, e vi sono altre
profezie che descrivono quel che l’infallibile scienza divina
rivela non tanto sulla sicura realizzazione dell’evento, quanto
sull’ineluttabile rapporto fra causa ed effetto<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a>.
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">San
Tommaso tanto nella <i>Summa
Theologiae</i> che nel <i>De
Veritate</i> parla nel
dettaglio di tre tipologie di profezia: di predestinazione, di
prescienza, di minaccia. Quando Dio rivela degli eventi che si
compiranno per opera della sola potenza divina, come la Risurrezione
di Lazzaro o il concepimento verginale di Cristo<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote3sym" name="sdfootnote3anc"><sup>3</sup></a>,
sta rivelando degli eventi che “<i>non
dipendono da noi</i>”
ma da Lui solo, si
ha la <i>profezia di
predestinazione</i>. Il
termine stesso di predestinazione sottolinea il fatto che è Dio che
“prepara” e non un'altra causa, le libere scelte degli uomini non
sono coinvolte direttamente nel compimento di tali cose, Dio
“destina” e stabilisce alcuni eventi appunto<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote4sym" name="sdfootnote4anc"><sup>4</sup></a>.
Vi sono poi degli eventi futuri che, pur essendo legati al libero
arbitrio dell’uomo, vengono rivelati da Dio esattamente così come
si compiranno. E ciò non già per una forma di “predestinazione”,
non già perché Dio ha stabilito così, Egli non condiziona le
volontà al bene o al male. Dio, conoscendo da tutta l’eternità
quel che il libero arbitrio dell’uomo sceglierà, può rivelarne le
conseguenze così come effettivamente avverranno. Dio vede passato
presente e futuro in un solo sguardo, rivela quindi quell’avvenimento
futuro - che è “<i>futuro</i>”
solo per la conoscenza di noi uomini - così come effettivamente si
realizzerà, ma l’evento si realizzerà in ragione di una libera
scelta dell’uomo. E’ questa la <i>profezia
di prescienza</i>, che
sarebbe più corretto chiamare di “scienza” perché in Dio non
c’è un “pre-conoscere”, un “conoscere in anticipo”, ma
solo un “conoscere”<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote5sym" name="sdfootnote5anc"><sup>5</sup></a>.
La chiamiamo di “pre-scienza” solo per meglio distinguerla,
tenendo conto del nostro tipo di conoscenza che è nel tempo e nella
successione.
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">Vi
è poi anche un altro tipo di profezia, ed è appunto quello cui
facciamo particolare riferimento, ed essa non è la descrizione
dell’evento fausto o infausto come effettivamente si produrrà, ma
è la rivelazione del fatto che <b>in
presenza di determinate condizioni</b>
il futuro sarà ineluttabilmente in un determinato modo. Perciò la
si può chiamare profezia “<i>di
minaccia</i>” o
“<i>condizionata</i>”.
La sua realizzazione non è per forza di cose quel che viene
“minacciato”, ma l’esito dipende dagli uomini e dalle loro
scelte. In questo caso Dio non rivela contestualmente quale sarà la
libera scelta degli uomini, ma rivela solo che <i><b>se</b></i>
gli uomini persisteranno in quella condotta (causa), la punizione
sarà ineluttabilmente quella annunciata (effetto). Scrive l’Aquinate
: “<i>E in tal modo
s’intende la profezia di minaccia: la quale </i><i><b>non
sempre si compie</b></i><i>,
ma per mezzo di essa si preannunzia il rapporto di causa e effetto</i>”<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote6sym" name="sdfootnote6anc"><sup>6</sup></a>.
Dio rivela solo, appunto, il rapporto causa-effetto.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">Se
quella situazione perdura, tale sarà l’esito perché tale è
l’orientamento : “<i>Quando
la rivelazione fatta al profeta non riguarda se non l’ordinazione
delle cause, si parla di </i><i><b>profezia
di minaccia</b></i><i>. In
effetti, in questo caso null’altro è rivelato al profeta se non
questo: tenuto conto di ciò che ora esiste, tale persona </i><i><b>si
orienta</b></i><i> verso
questa cosa o verso quest’altra</i>”<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote7sym" name="sdfootnote7anc"><sup>7</sup></a>.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">Citiamo
alcuni esempi: 1) <i>Profezia
di predestinazione</i>. Il
fatto che Dio avesse scelto che il Salvatore sarebbe nato da una
Vergine per la salvezza di tutti, viene annunciato ai profeti e si
realizzerà indipendentemente dalla condotta di Israele. E’ quel
che Dio ha “destinato”. 2) <i>Profezia
di prescienza</i>. La
profezia della distruzione di Gerusalemme avverrà con certezza,
tuttavia essa non è “ineluttabilmente predestinata”, ma dipende
dal rifiuto volontario di Cristo da parte del popolo eletto, essa è
legata alla libera volontà d’Israele che Dio conosce, pur senza
condizionare, e che rivela in anticipo. 3) <i>Profezia
di minaccia</i>. Vi sono
profezie il cui esito è rivelato in maniera solo condizionata: “<i>se
non farete penitenza, perirete tutti</i>”
(Lc 13,5). C’è un “<i>se</i>”,
non tutti periremo se faremo penitenza. C’è una minaccia che
scaturisce dalla misericordia di Dio, che desidera il bene e minaccia
la punizione con largo anticipo, dando la possibilità di emendarsi.
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">Quindi
se la profezia non si verifica non era falsa, ma l’esito della
minaccia non si è verificato perché sono cambiati gli orientamenti
degli uomini, quindi la profezia si compie sempre perfettamente anche
nell’altro caso: gli uomini essendosi convertiti non saranno
puniti, quella condizione di colpa venendo meno, viene meno anche il
castigo rivelato da Dio e che ad essa era, questo sì,
“ineluttabilmente” collegato. Dio non ha "mutato consiglio", se ha
legato quella causa a quell’effetto e ha così annunciato agli
uomini, questo legame non muterà: “<i>la
profezia di minaccia ha assolutamente un’immutabile verità: non
riguardo agli avvenimenti delle cose, ma in merito all’ordine delle
cause all’evento e che ci sia quest’ordine predetto dal profeta è
cosa necessaria sebbene in certe occasioni l’evento non si
produca</i>”<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote8sym" name="sdfootnote8anc"><sup>8</sup></a>.
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">A
volte quindi la minaccia non si avvera, ma ciò non può avvenire
perché Dio “ha cambiato idea”, come certo modernismo panteista
ed evoluzionista affermerebbe. Dio non muta e Dio non inganna gli
uomini, e se un castigo - come l’eterna dannazione per il peccatore
che muore impenitente - è annunziato, avverrà così. Dio “non
muta consiglio” dice San Tommaso<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote9sym" name="sdfootnote9anc"><sup>9</sup></a>,
ma può e vuole “mutare la sentenza”, ovvero vuole e favorisce
che gli uomini cambino, in guisa tale che la sentenza di condanna
possa essere ritirata o attenuata, perché l’ordine delle cose da
Lui stabilito ha una verità immutabile, mentre mutabili sono le
creature e l’orientamento delle loro volontà<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote10sym" name="sdfootnote10anc"><sup>10</sup></a>.
E Dio tiene conto di questo mutabilità, che implica anche il
possibile miglioramento e quindi una sentenza mitigata<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote11sym" name="sdfootnote11anc"><sup>11</sup></a>
laddove non c’è ostinazione.</span></p><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><br />
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">“<i><b>Altri
quaranta giorni e Ninive sarà distrutta</b></i><b>”</b></span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;"> “<i>Fu
rivolta a Giona </i><i><b>una
seconda volta</b></i><i>
questa parola del Signore”: </i>«Alzati,
và a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò»<i>.
Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. </i>[…]<i>
</i>«Ancora quaranta
giorni e Ninive sarà distrutta»<i>.
I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno,
vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo.</i>[…]<sup>
</sup><i>Dio vide le loro
opere, che cioè </i><i><b>si
erano convertiti dalla loro condotta malvagia</b></i><i>,
e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare
loro e non lo fece</i>”
(Gio 3, 1-10).</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">Dio
“<i>è lento all’ira</i>”
dice il Libro dell’Esodo (34, 6), anche perché laddove la malizia
degli uomini avesse ampiamente e ostinatamente meritato il castigo,
la sua ira diverrebbe implacabile. E lo sarà tanto di più quanto
più ci avrà avvertito, quanto più sarà venuto a cercarci “una
seconda volta”. Dopo tanti avvisi inoltre il castigo sarebbe
doppiamente meritato, primo per la condotta in sé malvagia e secondo
per l’ostinazione ai suoi ammonimenti. Ed è proprio questa la
logica dottrinale dei castighi minacciati, non ultimo dalle
Apparizioni mariane autentiche del Novecento, Fatima <i>in
primis</i>. </span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">Dio
ha legato al nostro libero arbitrio quel premio o quel castigo,
poiché incontrovertibile è il nesso fra il castigo e l’ammonimento,
al punto tale che qualora il castigo si dovesse realizzare non
potremo dire che è avvenuto per altre cause. Così è per i dannati
nell’Inferno, li rode quel tarlo che ripete loro “<i>se
brucio eternamente quaggiù è per causa mia</i>”.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">Quindi
se l’attuale situazione nella Chiesa e nel mondo intimorisce -
giustamente - anche in ragione di quanto annunciato dalle profezie
approvate dall’autorità ecclesiastica e la cui realizzazione
sembra vicina proprio per l’ostinazione delle nostre volontà,
lungi dallo scoraggiarsi o dal rassegnarsi solo all’attesa degli
eventi, resta un rimedio per tutti. Fare come gli abitanti di Ninive
e non come quelli di Sodoma. C’è un’attività che tutti possiamo
esercitare in qualsiasi situazione, ed è quella della conversione
permanente perché quei castighi, <i>inesorabilmente</i>
promessi se gli uomini persistono nel rifiuto della legge divina,
possono altrettanto <i>inesorabilmente</i>
essere evitati o ridotti proprio per quel citato rapporto
causa-effetto, poiché come dice l’adagio rimuovendo la causa si
rimuove l’effetto (<i>remota
causa removetur effectus</i>).
</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;">In
più va ricordato in proposito proprio a tali minacce profetiche, che
Dio pur non “<i>mutando
consiglio</i>” non
vincola la sua clemenza a calcoli da razionalismo matematico. E anche
la Scrittura ci ricorda che non richiede in strettissima giustizia la
conversione di tutto il popolo perché esso non sia punito, ma -
quando la conversione del Capo e con esso di tutta la società sembra
impossibile - apprezza anche la conversione e l’offerta di quei
pochi che vogliono offrirsi. Il dogma della Comunione dei Santi fa sì
che quei benefici guadagnati da pochi si riversino su tutti. Così
intercedeva Abramo per Sodoma (Gn 18, 20-33): </span><span style="font-family: georgia;">«</span><span style="font-family: georgia; text-align: left;">“</span><i style="font-family: georgia; text-align: left;">Se
vi saranno cinquanta giusti in questa città periranno anch’essi?
Non risparmierai tu la città se vi si troveranno?” </i><span style="font-family: georgia; text-align: left;">
(…) </span><i style="font-family: georgia; text-align: left;">Gli rispose il
Signore:</i><span style="font-family: georgia; text-align: left;"> “</span><i style="font-family: georgia; text-align: left;">Se
troverò in Sodoma, in tutta la città cinquanta giusti, perdonerò
in grazia di loro a tutta la città”. Ed Abramo continuò: “[…]
che farai se sono cinque meno di cinquanta? Se sono quarantacinque
distruggerai tutta la città?”. Disse il Signore: “Non la
distruggerò se ve ne trovo quarantacinque</i><span style="font-family: georgia; text-align: left;">”</span><span style="font-family: georgia;">»</span><span style="font-family: georgia; text-align: left;">.
Ed Abramo insiste, se fossero </span><i style="font-family: georgia; text-align: left;">solo
quaranta</i><span style="font-family: georgia; text-align: left;">, se fossero
</span><i style="font-family: georgia; text-align: left;">solo trenta</i><span style="font-family: georgia; text-align: left;">
e se fossero </span><i style="font-family: georgia; text-align: left;">solo
venti</i><span style="font-family: georgia; text-align: left;">? E ad ogni volta
risponde il Signore che “</span><i style="font-family: georgia; text-align: left;">per
amore di quei giusti non distruggerà la città</i><span style="font-family: georgia; text-align: left;">”
ed infine “</span><i style="font-family: georgia; text-align: left;">Ti
supplico Signore non t’adirare se parlo ancora una volta. E se
fossero solo dieci?</i><span style="font-family: georgia; text-align: left;">”.
Disse: “</span><i style="font-family: georgia; text-align: left;">per quei
dieci non la distruggerò</i><span style="font-family: georgia; text-align: left;">”.
Ma Sodoma non ascoltò.</span></p><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p>
<p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><i><b><span style="font-family: georgia;">Don
Stefano Carusi</span></b></i></p><p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><i><b><span style="font-family: georgia;"><br /></span></b></i></p><p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><i><b><span style="font-family: georgia;"><br /></span></b></i></p><p align="right" style="margin-bottom: 0.35cm;"><i><b><span style="font-family: georgia;"><br /></span></b></i></p>
<div id="sdfootnote1"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a>
San Tommaso d’Aquino, <i>Summa
Theologiae</i> (<i>S.
Th.</i>), IIa IIae, q.
174, a. 1, c.</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote2"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a>
<i>Ibidem</i>.</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote3"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote3anc" name="sdfootnote3sym">3</a>
In merito alla volontarietà della risposta della Madonna e al Suo
ruolo nell’Incarnazione, cfr. San Tommaso d’Aquino, <i>De
Veritate </i>(<i>De
Ver.</i>), q. XII, art.
10, ad 6.
</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote4"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote4anc" name="sdfootnote4sym">4</a>
“<i>Unde et
praedestinatio quasi quaedam Dei praeparatio dicitur, hoc autem
praeparat quod facturus est ipse, non quod alius</i>”,
<i>Ibidem</i>.</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote5"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote5anc" name="sdfootnote5sym">5</a>
<i>Ibidem</i>,
ad 2.</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote6"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote6anc" name="sdfootnote6sym">6</a>
<i>S. Th.</i>,
IIa IIae, q. 174, a. 1, c.. “<i>Et
sic accipitur prophetia comminationis: quae non semper impletur,
sed per eam praenuntiatur ordo causae ad effectum</i>”.</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote7"><p align="justify" style="margin-bottom: 0.35cm;">
<span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote7anc" name="sdfootnote7sym">7</a><span><span lang="fr-FR">
“</span></span><span><span lang="fr-FR"><i>Cum
ergo fit prophetae revelatio solummodo de ordine causarum, dicitur
prophetia comminationis: tunc enim nihil aliud prophetae
revelatur nisi quod secundum ea quae nunc sunt talis ad hoc vel
illud est ordinatus</i></span></span><span><span lang="fr-FR">”,
</span></span><span><span lang="fr-FR"><i>De
Ver.</i></span></span><span><span lang="fr-FR">,
q. XII, art. 10, c. Secondo la traduzione di Padre Bonino: «</span></span><span><span lang="fr-FR"><i>Lors
donc que la révélation faite au prophète ne porte que sur
l’ordination des causes, on parle de prophétie de menace. en
effet, dans ce cas il n’est rien révélé au prophète que ceci:
compte tenu de ce qui existe maintenant, telle personne s’oriente
vers ceci ou vers cela</i></span></span><span><span lang="fr-FR">»,
Thomas d’Aquin, <i>Questions Disputées sur la vérité, Question XII
La Prophétie (De Prophetia)</i>, Paris 2006, p. 141.</span></span><span lang="fr-FR">
</span>
</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote8"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote8anc" name="sdfootnote8sym">8</a><span lang="fr-FR">
</span><span lang="fr-FR"><i>De
Ver.</i></span><span lang="fr-FR">,
q. XII, art. 11, ad 2.</span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote9"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote9anc" name="sdfootnote9sym">9</a><span lang="fr-FR">
</span><span lang="fr-FR"><i>De
Ver.</i></span><span lang="fr-FR">,
q. XII, art. 11, ad 3. </span>
</span></p>
</div>
<div id="sdfootnote10"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote10anc" name="sdfootnote10sym">10</a><span lang="fr-FR">
</span><span lang="fr-FR"><i>Ibidem</i></span><span lang="fr-FR">.</span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote11"><p class="sdfootnote"><span style="font-family: georgia;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote11anc" name="sdfootnote11sym">11</a>
“<i>Pronior est ad
relaxandum poenam quam ad subthraendum promissa beneficia</i>”,
<i>S. Th.</i>,
IIa IIae, q. 174, art. 1, ad 2.</span></p>
</div>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7564018916769698644.post-18739420967070242020-07-31T15:32:00.002+02:002020-08-05T15:46:50.055+02:00Vaticano II: “Di che Magistero si tratta?”<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;"><b>Senza
dimenticare il “Vaticano Terzo”…</b></span></p>
<p align="right" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;"><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;">31
luglio 2020, <i>Sant’Ignazio di Loyola</i></font></font></p>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ia-rqmMh-lI/Xyq2XL-RLVI/AAAAAAAAAzk/t23p6SQwUxcQXrS8s8s5QVobgEqP9ZFFACLcBGAsYHQ/s1318/Dom_Mayer_em_cerim%25C3%25B4nia_de_coroa%25C3%25A7%25C3%25A3o_da_Virgem_Maria.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1318" data-original-width="1037" height="410" src="https://1.bp.blogspot.com/-ia-rqmMh-lI/Xyq2XL-RLVI/AAAAAAAAAzk/t23p6SQwUxcQXrS8s8s5QVobgEqP9ZFFACLcBGAsYHQ/w322-h410/Dom_Mayer_em_cerim%25C3%25B4nia_de_coroa%25C3%25A7%25C3%25A3o_da_Virgem_Maria.jpg" width="322" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><font face="georgia">Mons. De Castro Mayer</font><br /></td></tr></tbody></table><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;"><br /></span></p><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;"><span style="font-family: georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">Un
lettore ci ha scritto, a seguito di recenti dibattiti, chiedendo la
nostra posizione in merito all’ “interpretazione” del Vaticano
II. Avendo ben presente che siamo ormai all’applicazione pratica e
diffusa di quel “Vaticano Terzo” tanto invocato dagli ambienti
</span><i style="font-family: georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;">martiniani</i><span style="font-family: georgia, serif; font-size: 12pt; text-align: left;"> e sapendo che una lettura in tutta la sua ampiezza
dell’attacco satanico alla Chiesa, oltre al pur problematico
Concilio Vaticano II, impone anche un’analisi attenta dei problemi
già esistenti “prima” e di certe derive massimaliste diffusesi
“dopo”, che non si identificano per forza di cosa con esso,
rispondiamo volentieri alla questione sollevata proponendo alcuni
nostri articoli.</span></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;"><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;">Invitiamo
a rileggere attentamente i due interventi che pubblicò sulla nostra
rivista </font></font><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;">M</font></font><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;">ons.
Gherardini nel 2009 e nel 2011, i quali, seppur pubblicati una decina
d’anni or sono, non hanno perduto in attualità. E’ appunto da un
suo scritto che proviene la domanda contenuta nel titolo: “</font></font><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><i>D</i></font></font><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><i>i
che Magistero si tratta?</i></font></font><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;">”,
fondamentale punto di partenza per ogni successivo approccio ad un
eventuale lavoro di critica teologica e di disamina dei documenti. </font></font>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;"><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;">Pubblichiamo
altresì la nostra proposta che chiamammo di “<i>terza via</i>”
la quale avrebbe dovuto essere quella dell’IBP del 2006, cui
aderimmo alla fondazione e che - dopo il tradimento di tali ideali e
la scelta di arrendersi - vive oggi nella Comunità “<i>San
Gregorio Magno</i>”. In calce un omaggio a Mons. De Castro Mayer,
ingiustamente dimenticato, ed al suo intervento su <i>Dignitatis
Humanae</i>, corredato da una sua nota sul “valore magisteriale”
di detto documento.</font></font></p>
<p align="right" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;"><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><b>La
Redazione di <i>Disputationes Theologicae</i></b></font></font></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm;"><br />
<br />
</p>
<h3 align="justify" class="western" style="line-height: 150%;"><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;">Interventi
di Mons. Brunero Gherardini:</font></font></h3>
<ul>
<li><h3 align="justify" class="western" style="line-height: 150%;"><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2009/05/presentation_05.html" target="_blank">Quale valore magisteriale per il Concilio Vaticano II</a></font></font></h3></li></ul>
<ul>
<li><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2011/12/mons-gherardini-sullimportanza-e-i.html" target="_blank"><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><b>Sull’importanza
e i limiti del Magistero autentico </b></font></font>
</a></p>
</li></ul>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.35cm; margin-left: 1.27cm;"><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2011/12/mons-gherardini-sullimportanza-e-i.html" target="_blank">
“<font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><i><b>Chiesa-Tradizione-Magistero</b></i><b>”</b></font></font></a></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;"><br /></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><b>La
posizione della Comunità “</b><i><b>San Gregorio Magno</b></i><b>”:</b></font></font></p>
<ul>
<li><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><b>La
necessità teologica ed ecclesiale di una “terza via”: né
vortice “scismatico” né conformismo “allineato” </b></font></font>
</p>
</li></ul>
<ol style="text-align: left;" type="I">
<li style="text-align: justify;"><font face=""><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2011/04/la-necessita-teologica-ed-ecclesiale-di.html" target="_blank">Parte prima</a></font></li><li style="text-align: justify;"><font face=""><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2011/04/la-necessita-teologica-ed-ecclesiale-di_16.html" target="_blank">Parte seconda</a></font></li></ol>
<ul>
<li><h3 align="justify" class="western" style="line-height: 150%;"><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2012/05/il-rito-proprio-e-l-ermeneutica-della.html" target="_blank">Il “rito proprio” e l’ “ermeneutica della continuità” sono sufficienti?</a></font></font></h3></li></ul>
<ul>
<li><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;">
<font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><b><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2014/11/mons-pozzo-la-messa-straordinaria-puo.html" target="_blank">Mons. Pozzo: la Messa “straordinaria” può essere proibita dall’autorità</a></b></font></font>
</p>
</li></ul>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><br /></p>
<p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><b>Omaggio
a Mons. De Castro Mayer:</b></font></font></p>
<ul><li><p align="justify" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.49cm; margin-top: 0.49cm;"><font face=""><font size="3" style="font-size: 12pt;"><b><a href="http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2011/06/liberta-religiosa-la-chiara-posizione.html" target="_blank">Libertà religiosa: la chiara posizione di Mons. De Castro Mayer</a></b></font></font></p></li></ul>Disputationes Theologicaehttp://www.blogger.com/profile/13481934726332121576noreply@blogger.com