Disputationes ha chiesto a Mons. Gherardini di riecheggiare la figura
del suo maestro e amico Mons. Antonio
Piolanti. Un debito di riconoscenza ci lega a questo teologo che è noto ai più
per i suoi sapidi e corposi testi di teologia, per il suo stile impareggiabile,
che fonde il calore umano della Romagna, dove nacque, al rigore dottrinale della
Roma Eterna, dove visse e morì. In tanti - purtroppo va detto - hanno voluto
scordarlo: le sue opere, capolavori accessibili e documentati al contempo, sono
in gran parte esaurite e non si cerca di facilitarne la diffusione (è noto lo
“strano” incendio che scoppiò nel deposito delle sue opere…), essa sarebbe un
balsamo per tanti seminaristi e preti che hanno ricevuto una formazione radicalmente
imbevuta d’immanentismo esistenzialista, quando non di vero e proprio
relativismo dottrinale. Anche a questo pensava l’autore, nel solco dei moniti -
inascoltati - del Magistero, Humani Generis specialmente.