E gli aspetti “secondari” del Paradiso
16 luglio 2024, Madonna del Carmelo
Luca Giordano, Gloria di Sant'Andrea Corsini |
Scrive San Giovanni Crisostomo : “Che cosa vi è di più felice di quella vita? In essa non si temono la miseria o la malattia, nessuno ferisce e nessuno viene ferito, nessuno provoca all’ira, nessuno viene provocato; nessuno va in collera o è preso dall’invidia, o brucia per indegna concupiscenza, nessuno vive in ansia per l’acquisto degli articoli di necessità, nessuno si lamenta del magistrato o del principe. Ogni tempesta d’affetti è placata, tutto è in pace, nella gioia, nell’allegrezza; tutto trascorre tranquillo e nella serenità; tutto è giorno, splendore, luce; ma non la luce di questa terra, verrà un’altra luce tanto più splendida di questa, quanto la luce del giorno è superiore a quella della lucerna. Ivi non c’è vecchiaia, né i suoi acciacchi, ma tutto ciò che tende alla corruzione viene eliminato, perché ovunque regna la gloria incorruttibile. E ciò che è più bello di tutto, godranno dell’amicizia di Cristo insieme con gli Angeli, con gli Arcangeli, con le supreme potestà”1.
Con l’Ascensione il Signore ha spalancato le porte del Paradiso ai Profeti, ai Padri, ai santi che attendevano nel Limbo dei Patriarchi di poter godere pienamente di quella beatitudine tanto attesa. Il Capo doveva entrare perché tutto il Corpo mistico potesse avere accesso al Cielo, laddove la nostra mente sarà irrobustita per contemplare la Santissima Trinità e partecipare ad una gioia simile a quella di cui gode Dio, contemplando Se stesso.
Al cielo rimarremo uomini quali siamo, ma questa nostra povera mente sarà dilatata, per così dire, fino a poter vedere Dio. Discorso difficile da spiegare per noi. Come tutte le cose grandi sappiamo che ci sono, ma non sappiamo dirlo e non perché sono oscure, dice S. Ireneo, ma perché le cose troppo luminose abbagliano gli occhi, e solo quando lo splendore di Dio si riverbera in noi, le capiamo. Solo immersi nella luce ne percepiamo lo splendore2.
Beati i puri di cuore perché vedranno Dio (Mt 5,8), dice la Sacra Scrittura. Non sarà la potenza dell’intelligenza naturale, ma il merito derivante dalla purezza del cuore ad aprirci la visione di Dio, Egli ci elargirà il lumen della gloria per poterlo vedere. Potenzierà mirabilmente il nostro intelletto perché possa essere proporzionato ad un oggetto tanto grande.
Ma cos’è la beatitudine del Cielo?