19 marzo 2016

Dossier post-sinodale

Quante verità di fede messe in discussione?

19 marzo 2016, San Giuseppe



In occasione dell’esortazione post-sinodale vorremmo attirare l’attenzione sul pericolo che sta investendo tutto l’edificio dogmatico. La questione delle aperture ai divorziati “risposati” è solo un tassello di un quadro molto più vasto ed inquietante. In questi mesi abbiamo cercato di mettere in luce i tanti risvolti di un problema estremamente articolato, proponiamo ora ai lettori una raccolta dei nostri articoli sulla questione. 

Affidiamo a San Giuseppe, Patrono della famiglia e della Chiesa, la battaglia per la difesa della società naturale e soprannaturale. 
  


A fronte dei “venti episcopalisti”: studio su collegialità e dottrina cattolica

Don Stefano Carusi, 29 giugno 2014, festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Patroni della Chiesa Romana


Un aspetto del recente Sinodo sulla famiglia    
                                                                                                      
S.C., 21 dicembre 2014, San Tommaso Apostolo


Prove generali del Vaticano III, contro la Dominus Jesus

La Redazione di Disputationes Theologicae, 29 gennaio 2015, San Francesco di Sales


Nicolas Fulvi, 27 febbraio 2015


Riflessioni a margine di un intervento del “papabile” Card. Tagle

Associazione chierici "San Gregorio Magno", 31 maggio 2015, Maria Regina


Mons. Livi, decano di Filosofia alla Pontificia Università Lateranense, interviene sul Sinodo di ottobre

                                                                  
Mons. Antonio Livi, 31 luglio 2015, Sant’Ignazio di Loyola


Verso una “Nuova Chiesa”, passando dal matrimonio? 

S. C., 17 ottobre 2015, Santa Margherita Maria Alacoque


Riflessioni di Mons. Gherardini
Mons. Brunero Gherardini, 26 novembre 2015, San Silvestro Abate


      L’insegnamento di San Tommaso d’Aquino


Associazione Chierici “San Gregorio Magno”, 21 dicembre 2015, San Tommaso Apostolo


“Esortazione postsinodale” su Santa Margherita di Cortona

Abbé Louis-Numa Julien, 25 gennaio 2016, Conversione di San Paolo

1 marzo 2016

L’Abbé Philippe Laguérie (IBP) ci chiede di censurare gli articoli


E altre recenti conferme

                                                                                           29 febbraio 2016



  Pagina ufficiale facebook dell’IBP dopo gli attentati di Parigi:
Gesù Buon Pastore si colora di blu, bianco e rosso


L’abbé Philippe Laguérie ha scritto al Direttore di Disputationes Theologicae alla fine dello scorso anno, chiedendo di provvedere all’oscuramento di alcuni nostri articoli entro quindici giorni. In dicembre e gennaio avevamo già in programma alcuni articoli su questioni di notevole importanza ecclesiale, ora abbiamo lo spazio editoriale per rispondere ad una richiesta che tra l’altro è esplicitamente in contrasto con lo stesso Diritto canonico (can. 212 e 215).

Cosa preoccupa l’Abbé Laguérie in un’ora così grave per la Chiesa? Forse ha sentito il bisogno di farci avere un articolo in cui difende apertamente il Matrimonio cristiano e l’Eucarestia dagli attacchi che oggi subiscono, anche da parte d’eminenti uomini di Chiesa? Oppure vuol rendere pubblica una presa di posizione ufficiale (finora non risulta ve ne siano) contro le tesi Kasper e le gravi eresie che ne conseguono, esercitando così quella “critica costruttiva” che un tempo sembrava la caratteristica dell’IBP? No, niente di tutto ciò, per ora l’urgenza sembra essere quella di chiedere che Disputationes Theologicae censuri tutti gli articoli che riguardano i cambiamenti identitari dell’IBP e la sua strana “elezione”, sulla quale la Segnatura Apostolica non ha ancora risposto a tutte le domande poste.

All’epoca della “Chiesa della Misericordia” e della “parresia evangelica”…e allorquando Papa Francesco scrive ad Antonio Socci (che nel libro “Non è Francesco” ha messo in dubbio tra l’altro la legittimità canonica della sua elezione) per ringraziarlo e dirgli: “sono sicuro che tante delle cose riportate mi faranno molto bene. In realtà, anche le critiche ci aiutano”, ricevere una lettera con minacce per aver pubblicato delle domande ancora senza risposta fa un po’ sorridere.

Da parte nostra non abbiamo mai preteso che i nostri articoli non fossero suscettibili di precisazioni da parte degli obiettanti e abbiamo sempre detto di essere disposti ad eventuali dibattiti o rettifiche, ma nel quadro della pubblica “disputatio” intorno all’oggetto. Il nome della testata non è casuale. Insomma - come dovrebbe essere evidente - non basta sentenziare, bisogna argomentare. Ma finora di lettere argomentate sul contenuto degli articoli in questione non ne è pervenuta nessuna.

Le richieste di censura, evidentemente, non sono un argomento. Anche se possono essere lo stesso un’importante conferma…