22 agosto, Festa del Cuore
Immacolato di Maria
“Ho letto dei tentativi di manipolare “in
corso d’opera” il corpo elettorale che deve rieleggere il Superiore dell’Istituto
del Buon Pastore, tentativi che mi ricordano quelli con il “clero giurato”. Una
curiosità: dopo queste elezioni (si fa per dire) com’è cambiato il corpo
elettorale rispetto a quello che aveva proceduto alla controversa elezione del
luglio 2012? E’ più o meno favorevole alla linea dell’abbé Laguérie?
Giacomo Santini”
Giacomo Santini”
In tanti ci hanno già interpellato sulla vicenda
dell’Istituto del Buon Pastore anche apprezzando l’opera di informazione svolta
dalla nostra rivista. Sono naturalmente sacerdoti appartenenti ad altre società
dipendenti dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ma anche membri della
Fraternità San Pio X, che osservano con molta attenzione come si comporta la
Commissione Ecclesia Dei: si vuole realmente lasciar fare l’ “esperienza della
Tradizione” in un clima di serenità e di giusta franchezza ecclesiale, oppure
il contraltare delle cerimonie liturgiche concesse è l’imbavagliamento e
persino l’adesione contro coscienza all’opinione dominante? Vedremo.
Presupponendo che si abbia presente la serie d’articoli
pubblicati sul medesimo oggetto rimandiamo ad essi per un opportuno ripasso e
ci limitiamo qui ad approfondire la risposta, già accennata, alla specifica
domanda posta in questa lettera. In data
4 giugno l’Abate Dom Forgeot, Commissario dell’IBP, aveva convocato una
riunione per tutti i membri dell’IBP, inizialmente per discutere e cercare una
pacificazione; pochi giorni prima di tale data ha comunicato che tale riunione
diveniva una sessione elettorale per rinnovare i membri elettivi del Capitolo,
i quali invece - eletti nel dicembre 2011 e approvati poi dalla Commissione
E.D. - restano in carica a norma degli Statuti per sei anni. In breve: senza
nessuna motivazione canonica e senza deroga espressa in materia sono stati così
rimossi sei Capitolari - due di diritto e quattro eletti - sul totale dei
dodici in carica, alterando così profondamente il collegio elettorale.
Prima di ciò il
Rev.mo Dom Forgeot ha voluto incontrare i Capitolari e gli altri sacerdoti, chiedendo
loro come intendessero interpretare gli Statuti e come volessero applicare la
parte relativa alla “celebrazione esclusiva nel rito tradizionale”. E’ stato
espressamente chiesto quale fosse la disponibilità alla celebrazione nel Novus Ordo e quale fosse il posizionamento
dottrinale dei singoli. A volte, in privato, l’Abate emerito ha invitato a
seguire l’esempio della sua comunità adottando un certo biritualismo, seppur in
maniera ridotta. Che c’entra ciò col
problema canonico-elettorale? Su che base è avvenuto il commissariamento dell’IBP?
Solo per un’elezione “controversa” del Superiore? In tal caso convocate allora
i dodici capitolari in carica e che questi dodici rivotino. E’ semplice. Se il
problema invece è la posizione dottrinale
del Buon Pastore del 2006, che pure la Santa Sede ha dichiarato ammissibile per
volontà espressa del Santo Padre Benedetto XVI (e anche S. Ecc.za Mons. Di Noia
ha riconosciuto che quantomeno all’interno dell’IBP certi inviti possono essere
legittimamente discussi: cfr "Più che la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, era dunque il servilismo"), non sarebbe giusto dire apertamente
che gli accordi valgono solo per qualche anno, invece di modificare i
componenti del Capitolo?
Aldilà comunque delle intenzioni, dopo la citata indagine
Dom Forgeot rimuoveva dalla carica di Capitolari e quindi elettori del
Superiore - senza un criterio giuridico noto - i seguenti membri, quattro dei quali
erano stati eletti nell’elezione del luglio 2012 e designati addirittura, in
tale elezione, come Assistenti Generali e Consiglieri (!):
Abbé Paul Aulagnier
Ks. Leszek
Kròlikowski
Abbé Louis-Numa
Julien
Don Stefano Carusi
Abbé Vincent Baumann
Abbé Matthieu Raffray
Nella riunione “pacificatrice”
del 4 giugno, improvvisamente trasformata in “bellica” sessione elettorale, dei
membri del Buon Pastore si è presentata solo una piccola parte, sconfessando in
tal modo - chi esplicitamente e chi implicitamente - un operato inammissibile.
Si è però
presentato un altro problema. Il Commissario aveva previsto un regolamento per
la votazione, stabilendo un quorum
minimo per la validità di tale elezione. Tale quorum non è stato raggiunto, nemmeno integrando i quattro membri
già fuoriusciti dall’Istituto ed ora in servizio diocesano, che sono stati
richiamati ad hoc, e dopo che due dei
quali, praticanti il Novus Ordo, si
erano pure presentati (abbés Fournier e Cecchin). Il Commissario Dom Forgeot ha
deciso di far votare lo stesso, violando la regola da lui stesso stabilita per
la validità di tale votazione. Si è proceduto all’elezione sostenendo che si
sarebbe visto in seguito se era valida o meno.
I membri eletti,
sono stati i seguenti:
- Abbé Guillaume de Tarnouarn, di cui bisogna riconoscere la franchezza di aver sostenuto da tempo - senza doppi giochi - la necessità di un’ “apertura” che non escludesse la possibilità di un “adattamento” degli Statuti in una direzione più conciliante.
- Abbé Vincent Baumann, sacerdote che – nella medesima franchezza e nel medesimo possibilismo – ha affermato più volte di essere disponibile a concelebrare, pur non facendolo per obbedienza agli Statuti.
- Abbé Jean-François Billot, segretario personale dell’abbé Laguérie.
A questo punto il
Commissario che si era trovato prima “in imbarazzo”, scrive lui stesso, ha
affermato che avrebbe atteso consegne superiori.
Di qui la ragione
del seguente comunicato apparso sul cosiddetto sito del Buon Pastore da parte
del curatore/webmaster, il Segretario personale dell’abbé Laguérie (il quale
non volle consegnare i codici d’accesso a tale sito, nemmeno in sede di
elezione capitolare, dopo le sue dimissioni, preferendo non rivelarle al
successore).
“Per speciale
autorizzazione del Superiore Generale dell’Istituto del Buon Pastore e delegato
plenipotenziario della Santa Sede, il Reverendissimo Padre Abate Dom Forgeot, e
su suo espresso ordine, pubblichiamo su questo sito unico e ufficiale del Buon
Pastore [excusatio non petita…], l’ultima lettera del nostro Superiore
Generale che fa il punto sulla situazione attuale del nostro Istituto. Ciò vuol
significare anche che noi con il nostro Superiore Generale e dietro di lui,
aspettiamo con impazienza, nella preghiera la lealtà la fiducia , la soluzione
della crisi. Noi invitiamo tutti i fedeli ad unirsi alle nostre preghiere
perché il mese di settembre conosca la resurrezione del nostro caro istituto. Noi
li ringraziamo molto sinceramente.
Questa mail del nostro Superiore è del primo luglio 2013.
+ PAX
Cari membri dell’Istituto del Buon Pastore,
Dopo la nostra riunione del 4 giugno scorso, voi siete
tutti presenti nel mio pensiero e nella mia preghiera.
Il 9 di questo stesso mese ho scritto a Mons. Di Noia per
rendergli conto della mia missione. A proposito dell’imbarazzo nel quale mi
sono trovato per l’elezione della “terza parte dei Capitolari”, gli dicevo
così: "mi sono ricordato di un passaggio della Regola di San Benedetto, al
capitolo 64, sull’elezione dell’Abate. Non vi è forse una certa analogia con la
nostra situazione attuale? Ho preso la responsabilità di procedere al voto,
dicendo agli elettori che ero ben cosciente di questa irregolarità e che me ne
sarei aperto a lei in tutta franchezza, sollecitando da parte sua una sanatio o
una deroga, essendo nelle disposizioni di uniformarmi senza esitazioni alla sua
decisione”.
Il giorno della festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo,
ricevevo la lettera seguente, datata 20 giugno e firmata da Mons. Di Noia:
"Reverendissimo Padre, la sua lettera del 9 giugno
scorso ha esposto le difficoltà incontrate nel corso dell’elezione della terza
parte dei Capitolari chiamati ad eleggere prossimamente il nuovo Superiore
generale dell’Istituto del Buon Pastore. Lei ha allegato il testo della conferenza
che lei ha tenuto a Fontgombault ai membri di questo Istituto.
Questa Commissione pontificia la ringrazia molto
vivamente per l’insieme della sua azione. Poiché gli Statuti dell’Istituto non
prevedono nessun quorum per questo tipo d’elezione (cfr. cap. V, art. 4), essa
la invita a proseguire la sua missione.”
Apprendiamo quindi
che, dopo aver conosciuto i nomi degli eletti, si è stimato da parte del
Commissario Dom Forgeot, che l’elezione potesse essere valida, chiedendo conferma
alla Commissione, la quale - nel testo noto - approva in formula generale, ma senza
espressioni chiare in merito al problema canonico sollevato. Certo, leggendo il
comunicato del Segretario personale dell’abbé Laguérie viene da chiedersi se
sia un omonimo di quello cha assaltava Saint Germain l’Auxerrois, di quell’ “incontrollabile
curato di Saint Nicolas du Chardonnet” divenuto sì docilmente “vaticano” (almeno
in pubblico) da fare ripetutamente giochi di parole a proposito delle frasi
statutarie che esprimono le nostre specificità; domandandosi se è forse anche
quello stesso sacerdote che da Superiore del Buon Pastore si installava a
Poitiers in sede vacante, sfidando l’episcopato francese (per chiudere pochi
mesi dopo) e che adesso dice “Roma, Roma, Roma”, “obbedienza e silenzio,
obbedienza e silenzio” nei confronti di qualsiasi provvedimento che “deve aiutarlo a riorganizzare le elezioni”,
così come recita il testo del “commissariamento”. Anche sulla comprensibilità
canonica di tale enigmatica frase e sulla sua legittimità giuridica, nonché
sulla sua corrispondenza alle più elementari norme di correttezza e di
giustizia è stato appunto interpellato il Supremo Tribunale della Segnatura
Apostolica e ciò che avverrà il 31 agosto è - evidentemente, se le cose
resteranno allo stato - destituito di qualsivoglia valore ai fini dell’elezione
del Superiore dell’Istituto del Buon Pastore. Alle
prossime puntate.
La Redazione