22 agosto 2013

Quali conseguenze dall’alterazione del corpo elettorale dell’IBP?

Riceviamo e rispondiamo.

La vera Romanità è il culto del Diritto.

                         
22 agosto, Festa del Cuore Immacolato di Maria



Ho letto dei tentativi di manipolare “in corso d’opera” il corpo elettorale che deve rieleggere il Superiore dell’Istituto del Buon Pastore, tentativi che mi ricordano quelli con il “clero giurato”. Una curiosità: dopo queste elezioni (si fa per dire) com’è cambiato il corpo elettorale rispetto a quello che aveva proceduto alla controversa elezione del luglio 2012? E’ più o meno favorevole alla linea dell’abbé Laguérie?

Giacomo Santini      

                                            
In tanti ci hanno già interpellato sulla vicenda dell’Istituto del Buon Pastore anche apprezzando l’opera di informazione svolta dalla nostra rivista. Sono naturalmente sacerdoti appartenenti ad altre società dipendenti dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ma anche membri della Fraternità San Pio X, che osservano con molta attenzione come si comporta la Commissione Ecclesia Dei: si vuole realmente lasciar fare l’ “esperienza della Tradizione” in un clima di serenità e di giusta franchezza ecclesiale, oppure il contraltare delle cerimonie liturgiche concesse è l’imbavagliamento e persino l’adesione contro coscienza all’opinione dominante? Vedremo.

 
Presupponendo che si abbia presente la serie d’articoli pubblicati sul medesimo oggetto rimandiamo ad essi per un opportuno ripasso e ci limitiamo qui ad approfondire la risposta, già accennata, alla specifica domanda posta in questa lettera.  In data 4 giugno l’Abate Dom Forgeot, Commissario dell’IBP, aveva convocato una riunione per tutti i membri dell’IBP, inizialmente per discutere e cercare una pacificazione; pochi giorni prima di tale data ha comunicato che tale riunione diveniva una sessione elettorale per rinnovare i membri elettivi del Capitolo, i quali invece - eletti nel dicembre 2011 e approvati poi dalla Commissione E.D. - restano in carica a norma degli Statuti per sei anni. In breve: senza nessuna motivazione canonica e senza deroga espressa in materia sono stati così rimossi sei Capitolari - due di diritto e quattro eletti - sul totale dei dodici in carica, alterando così profondamente il collegio elettorale.

          Prima di ciò il Rev.mo Dom Forgeot ha voluto incontrare i Capitolari e gli altri sacerdoti, chiedendo loro come intendessero interpretare gli Statuti e come volessero applicare la parte relativa alla “celebrazione esclusiva nel rito tradizionale”. E’ stato espressamente chiesto quale fosse la disponibilità alla celebrazione nel Novus Ordo e quale fosse il posizionamento dottrinale dei singoli. A volte, in privato, l’Abate emerito ha invitato a seguire l’esempio della sua comunità adottando un certo biritualismo, seppur in maniera ridotta.  Che c’entra ciò col problema canonico-elettorale? Su che base è avvenuto il commissariamento dell’IBP? Solo per un’elezione “controversa” del Superiore? In tal caso convocate allora i dodici capitolari in carica e che questi dodici rivotino. E’ semplice. Se il problema invece è  la posizione dottrinale del Buon Pastore del 2006, che pure la Santa Sede ha dichiarato ammissibile per volontà espressa del Santo Padre Benedetto XVI (e anche S. Ecc.za Mons. Di Noia ha riconosciuto che quantomeno all’interno dell’IBP certi inviti possono essere legittimamente discussi: cfr "Più che la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, era dunque il servilismo"), non sarebbe giusto dire apertamente che gli accordi valgono solo per qualche anno, invece di modificare i componenti del Capitolo? 

Aldilà comunque delle intenzioni, dopo la citata indagine Dom Forgeot rimuoveva dalla carica di Capitolari e quindi elettori del Superiore - senza un criterio giuridico noto - i seguenti membri, quattro dei quali erano stati eletti nell’elezione del luglio 2012 e designati addirittura, in tale elezione, come Assistenti Generali e Consiglieri (!):

Abbé Paul Aulagnier 

Ks. Leszek Kròlikowski   
             
Abbé Louis-Numa Julien

Don Stefano Carusi

Abbé Vincent Baumann

Abbé Matthieu Raffray

Nella riunione “pacificatrice” del 4 giugno, improvvisamente trasformata in “bellica” sessione elettorale, dei membri del Buon Pastore si è presentata solo una piccola parte, sconfessando in tal modo - chi esplicitamente e chi implicitamente - un operato inammissibile.

Si è però presentato un altro problema. Il Commissario aveva previsto un regolamento per la votazione, stabilendo un quorum minimo per la validità di tale elezione. Tale quorum non è stato raggiunto, nemmeno integrando i quattro membri già fuoriusciti dall’Istituto ed ora in servizio diocesano, che sono stati richiamati ad hoc, e dopo che due dei quali, praticanti il Novus Ordo, si erano pure presentati (abbés Fournier e Cecchin). Il Commissario Dom Forgeot ha deciso di far votare lo stesso, violando la regola da lui stesso stabilita per la validità di tale votazione. Si è proceduto all’elezione sostenendo che si sarebbe visto in seguito se era valida o meno.

I membri eletti, sono stati i seguenti:

  • Abbé Guillaume de Tarnouarn, di cui bisogna riconoscere la franchezza di aver sostenuto da tempo - senza doppi giochi - la necessità di un’ “apertura” che non escludesse la possibilità di un “adattamento” degli Statuti in una direzione più conciliante.
  • Abbé Vincent Baumann, sacerdote che – nella medesima franchezza e nel medesimo possibilismo – ha affermato più volte di essere disponibile a concelebrare, pur non facendolo per obbedienza agli Statuti. 
  • Abbé Jean-François Billot, segretario personale dell’abbé Laguérie.


A questo punto il Commissario che si era trovato prima “in imbarazzo”, scrive lui stesso, ha affermato che avrebbe atteso consegne superiori.

Di qui la ragione del seguente comunicato apparso sul cosiddetto sito del Buon Pastore da parte del curatore/webmaster, il Segretario personale dell’abbé Laguérie (il quale non volle consegnare i codici d’accesso a tale sito, nemmeno in sede di elezione capitolare, dopo le sue dimissioni, preferendo non rivelarle al successore). 

“Per speciale autorizzazione del Superiore Generale dell’Istituto del Buon Pastore e delegato plenipotenziario della Santa Sede, il Reverendissimo Padre Abate Dom Forgeot, e su suo espresso ordine, pubblichiamo su questo sito unico e ufficiale del Buon Pastore [excusatio non petita…], l’ultima lettera del nostro Superiore Generale che fa il punto sulla situazione attuale del nostro Istituto. Ciò vuol significare anche che noi con il nostro Superiore Generale e dietro di lui, aspettiamo con impazienza, nella preghiera la lealtà la fiducia , la soluzione della crisi. Noi invitiamo tutti i fedeli ad unirsi alle nostre preghiere perché il mese di settembre conosca la resurrezione del nostro caro istituto. Noi li ringraziamo molto sinceramente.  
Questa mail del nostro Superiore è del primo luglio 2013.


+ PAX
 
Cari membri dell’Istituto del Buon Pastore,

Dopo la nostra riunione del 4 giugno scorso, voi siete tutti presenti nel mio pensiero e nella mia preghiera. 

Il 9 di questo stesso mese ho scritto a Mons. Di Noia per rendergli conto della mia missione. A proposito dell’imbarazzo nel quale mi sono trovato per l’elezione della “terza parte dei Capitolari”, gli dicevo così: "mi sono ricordato di un passaggio della Regola di San Benedetto, al capitolo 64, sull’elezione dell’Abate. Non vi è forse una certa analogia con la nostra situazione attuale? Ho preso la responsabilità di procedere al voto, dicendo agli elettori che ero ben cosciente di questa irregolarità e che me ne sarei aperto a lei in tutta franchezza, sollecitando da parte sua una sanatio o una deroga, essendo nelle disposizioni di uniformarmi senza esitazioni alla sua decisione”.

Il giorno della festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, ricevevo la lettera seguente, datata 20 giugno e firmata da Mons. Di Noia:

"Reverendissimo Padre, la sua lettera del 9 giugno scorso ha esposto le difficoltà incontrate nel corso dell’elezione della terza parte dei Capitolari chiamati ad eleggere prossimamente il nuovo Superiore generale dell’Istituto del Buon Pastore. Lei ha allegato il testo della conferenza che lei ha tenuto a Fontgombault ai membri di questo Istituto.
Questa Commissione pontificia la ringrazia molto vivamente per l’insieme della sua azione. Poiché gli Statuti dell’Istituto non prevedono nessun quorum per questo tipo d’elezione (cfr. cap. V, art. 4), essa la  invita a proseguire la sua missione.”


Apprendiamo quindi che, dopo aver conosciuto i nomi degli eletti, si è stimato da parte del Commissario Dom Forgeot, che l’elezione potesse essere valida, chiedendo conferma alla Commissione, la quale - nel testo noto - approva in formula generale, ma senza espressioni chiare in merito al problema canonico sollevato. Certo, leggendo il comunicato del Segretario personale dell’abbé Laguérie viene da chiedersi se sia un omonimo di quello cha assaltava Saint Germain l’Auxerrois, di quell’ “incontrollabile curato di Saint Nicolas du Chardonnet” divenuto sì docilmente “vaticano” (almeno in pubblico) da fare ripetutamente giochi di parole a proposito delle frasi statutarie che esprimono le nostre specificità; domandandosi se è forse anche quello stesso sacerdote che da Superiore del Buon Pastore si installava a Poitiers in sede vacante, sfidando l’episcopato francese (per chiudere pochi mesi dopo) e che adesso dice “Roma, Roma, Roma”, “obbedienza e silenzio, obbedienza e silenzio” nei confronti di qualsiasi provvedimento che  “deve aiutarlo a riorganizzare le elezioni”, così come recita il testo del “commissariamento”. Anche sulla comprensibilità canonica di tale enigmatica frase e sulla sua legittimità giuridica, nonché sulla sua corrispondenza alle più elementari norme di correttezza e di giustizia è stato appunto interpellato il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e ciò che avverrà il 31 agosto è - evidentemente, se le cose resteranno allo stato - destituito di qualsivoglia valore ai fini dell’elezione del Superiore dell’Istituto del Buon Pastore. Alle prossime puntate.  

La Redazione