E a cui noi siamo rimasti fedeli.
2 aprile 2014, San Francesco di Paola
I primi di giugno del 2012, subito prima del famoso
Capitolo, l’allora Superiore dell’IBP in una conferenza registrata diede
l’indicazione di piegarsi alle richieste contenute nel testo di Mons. Pozzo
(per leggerlo cfr. "documento Pozzo"). Allora i seminaristi all’unananimità (salvo
uno assente da alcuni mesi e un altro che subito dopo partì per la FSSP)
reagirono firmando il testo qui sotto riprodotto.
Sem. Łukasz Zaruski
Sem. Bartłomiej K.
Krzych
Seminario Saint Vincent de Paul
18, place Alexandre Rillié
28290 COURTALAIN
28290 COURTALAIN
7 giugno 2012
Oggetto: «Esclusività della
Messa Tradizionale e critica seria e costruttiva» del Concilio Vaticano
II.
Conformemente al canone 631 §3 del Codice di Diritto Canonico;
Conformemente al documento preparatorio al Capitolo Generale (II, in fine);
Come lo ha ricordato il Consiglio Generale nella “Lettera a tutti i confratelli chierici incardinati nell’IBP”, datata 20 gennaio 2012;
Come lo ha parimenti raccomandato il Segretario Generale nel suo messaggio del 13 gennaio 2012.
Conformemente al canone 631 §3 del Codice di Diritto Canonico;
Conformemente al documento preparatorio al Capitolo Generale (II, in fine);
Come lo ha ricordato il Consiglio Generale nella “Lettera a tutti i confratelli chierici incardinati nell’IBP”, datata 20 gennaio 2012;
Come lo ha parimenti raccomandato il Segretario Generale nel suo messaggio del 13 gennaio 2012.
Noi, i sottoscritti Seminaristi,
Ci rivolgiamo
al Capitolo Generale dell’Istituto del Buon Pastore facendo uso del diritto di
manifestare ufficialmente e liberamente la nostra posizione in ciò che concerne
i due punti principali contenuti nel resoconto della Visita Apostolica
dell’anno 2011/2012, ovvero:
a. « La questione della pratica della forme straordinaria, così
come è formulata negli Statuti, va precisata nello spirito di Summorum Pontificum. Converrebbe semplicemente
definire questa forma come «rito proprio»
dell’Istituto, senza parlare di «esclusività»».
b. «Più che su una critica, sia pure « seria e
costruttiva », del Concilio Vaticano II, gli sforzi dei formatori dovranno
volgersi alla trasmissione dell’integralità
del patrimonio della Chiesa insistendo sull’ermeneutica del rinnovamento
nella continuità e prendendo come base l’integrità della dottrina cattolica
esposta nel Catechismo della Chiesa cattolica».
1) Quanto al punto «a» chiediamo formalmente che non sia in alcun
modo modificato il n. 2 del cap. II
degli Statuti:
«Il fine particolare dell’istituto è l’esercizio
completo del sacerdozio, nella gerarchia e nella Tradizione cattoliche (…) Esso
suppone una fedeltà verso il Magistero infallibile della Chiesa e l’uso esclusivo della liturgia
gregoriana nella degna celebrazione dei Santi Misteri (…)».
Saranno così mantenuti non solo lo spirito, ma anche la
lettera degli Statuti perché la lettera senza lo spirito uccide, ma lo spirito
senza la lettera sarebbe troppo precario e ci esporrebbe al biritualismo.
2) Quanto al punto «b» chiediamo formalmente che, nell’Istituto, sia
mantenuta ed anche sviluppata ancor più la citata «critica seria e
costruttiva» del Concilio Vaticano II.
Questi due punti – uno espresso ipsis litteris negli Statuti e l’altro
contenuto nell’impegno sottoscritto dai fondatori dell’Istituto nel 2006, e
ritenuto dai suoi membri come un vero e proprio dovere – costituiscono
veramente la specificità dell’Istituto del Buon Pastore, e senza essi
perderebbe la propria unità, la propria forza e, ci sembra, la sua stessa
ragione d’esistere, senza parlare delle ripercussioni che ne conseguirebbero
quanto alle vocazioni. In effetti, questi due aspetti, che sembrano essere
rimessi, assai esplicitamente, in questione in questo momento, corrispondono ai
motivi principali che ci hanno tutti portato a scegliere questa Società di Vita
Apostolica piuttosto che un’altra. Alcuni di noi hanno dovuto affrontare delle
notevoli difficoltà per poter essere formati all’IBP, e specialmente il
cambiamento di lingua, la lontananza dal paese d’origine ed altre difficoltà
d’ordine economico o familiare.
Infine, questi due punti
riguardano non solo il bene privato di ciascun membro dell’Istituto o il bene
comune di questo stesso Istituto, ma il bene comune di tutta la Chiesa.
E’ a questo che ci siamo
impegnati come membri dell’Istituto (definitivi o temporari), è a questo che
vogliamo restare impegnati ; cambiare l’espressione « uso esclusivo
della liturgia gregoriana » e diminuire la critica del Vaticano II sarebbe
tradire la nostra fiducia: ci ritroveremmo tutti in un Istituto che non è
più quello che abbiamo scelto all’inizio.
Noi vogliamo che questo
documento sia letto pubblicamente durante il Capitolo Generale e registrato
ufficialmente negli atti.
Siate certe, reverendi
Padri, delle nostre preghiere per il buon svolgimento del Capitolo Generale,
[Firme:]
Carter Yvain, diacono Chudzik Ivan, I
anno
Lenzi Giorgio, diacono Desmet Samuel, I
anno
Pinheiro Daniel, diacono Mattke Marcos, I
anno
Coelho Renato, suddiacono Quinquis
Maxime, I anno
Pasquotto Luiz, suddiacono Świętek Michał, I
anno
Lutz-Wiest Grégory, IV anno Da Silva Anderson, I anno
Markiewicz Mateusz, IV anno
Gubitoso Pedro, III anno
Parra Thomas, III anno
Rocha Francis, III anno
Zaruski Łukasz, III anno
Zucchi José, III anno
Bonifacio Thiago, II anno
Hormazabal Adolfo, II anno
Krzych Bartłomiej, II anno
Touche Guillaume, II anno
Rocha Francis, III anno
Zaruski Łukasz, III anno
Zucchi José, III anno
Bonifacio Thiago, II anno
Hormazabal Adolfo, II anno
Krzych Bartłomiej, II anno
Touche Guillaume, II anno
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