31 luglio 2016, Sant’Ignazio di
Loyola
Il Battista ammonisce Erode |
Riceviamo e pubblichiamo. Precisiamo che la signora Rita si definisce separata (e non divorziata) perchè ci ha detto: « Non riconosco allo Stato il diritto di guastare un matrimonio cristiano ».
Mi
chiamo Rita, ho 62 anni e mi considero una cristiana dell’ultima ora, perché
undici anni fa ho dovuto prendere una decisione importante che avrebbe cambiato
tutte le mie prospettive future, se volevo veramente affermare di seguire il
Signore. Ero consapevole che avrei dovuto impegnarmi a cambiare anche altri
aspetti della mia vita così indipendente tanto che potevo fare quello che
preferivo senza confrontarmi con nessuno…e come sono ancora oggi…libera però di
voler preferire il Bene. Separata già da
dodici anni in quel momento convivevo da sei e c’era poco da contrattare e da
pretendere: se avessi voluto ricevere di nuovo la Comunione, per essere
veramente in comunione, dovevo interrompere quella convivenza che, lo sapevo bene
anche da sola senza che me lo dicesse un prete, contrastava decisamente con una
delle Dieci Parole che ancora ricordavo da quegli scampoli di catechismo
lasciato lì al tempo della Cresima e lì rimasto senza ulteriori
approfondimenti.
Mi sosteneva il pensiero che il Signore aveva perdonato l’adultera, molto prima di me, ma
l’aveva lasciata dicendole: “Neanch’io ti condanno, va’ e d’ora in poi
non peccare più.” (Gv. 8, 11). Era tutto molto chiaro mi sembrava e non
c’era possibilità di capire altro. Perché io avrei dovuto essere dispensata dal
cambiare vita? Chi mi autorizzava a credere che potessi far cambiare le parole
di Gesù per comodità mia? E da quale momento in poi, visto che il comando dato
dal Signore Gesù era tassativamente senza scadenza? Potevo continuare a
sentirmi invitata a nozze e non poter andare perché non avevo il vestito adatto? Piangere, perché mi sembrava che quell’invito
me lo facesse il Signore stesso e io dovessi dirgli che non ero in grado di
lasciare un impedimento per andare da Lui?
Per questo dovevo prendere “quella decisione” e l’ho presa in nome di
Nostro Signore Gesù Cristo, che ha lasciato tale disposizione alla Sua Chiesa:
non è sempre stato così da quando Lui, duemila anni fa, è venuto a dare
compimento al volere di Dio Padre?
Ora
però si pone un problema: oggi, mi sembra di aver capito, che la mia condizione
di allora avrebbe potuto essere valutata diversamente, anche perché mio marito
si è risposato ed ha un altro figlio, e forse avrei potuto continuare a convivere
o ancora meglio a ri-sposarmi mettendomi così in condizione di adulterio
stabile, perché di questo si tratterebbe. Come è possibile? Sono stata
ingannata io o si stanno ingannando altri? Confesso di essere delusa da alcuni
uomini che si dicono di Chiesa e cerco di ricordarmi che con Dio non si
scherza: forse si può con gli uomini, ma non con Lui. Non mi do per vinta, faccio
domande ai preti per sapere se i divorziati risposati possono prendere la
comunione sì o no, ma le risposte che ricevo sono molto, troppo vaghe e l’unica
che risponda a verità è che, in fondo, io devo guardare a Gesù. L’ho già fatto,
grazie; certo che sì! Tutti noi
cristiani cattolici, laici e consacrati, per quanto ne sappia a tutt’oggi,
dovremmo cercare di mettere in pratica le Sue parole anche se costa sacrificio e
qualche rinuncia e non sia cosa facile. Purtroppo però mi sembra sempre più
evidente che si stia cercando di trovare una via di fuga per qualunque
disobbedienza a Dio e ciò che è più grave con la connivenza dei “suoi”. Ma di
cosa parliamo? A chi vogliamo cercare di aderire?
Scusate se torno un po’ indietro nella nostra
storia. Ora mi chiedo il senso del sacrificio di Giovanni Battista quando gli è
stata tagliata la testa per aver detto ad Erode che non gli era lecito tenere
con sé la moglie di suo fratello Filippo (Mt. 14, 4). Perché si è opposto alle
scelte dei “grandi” della terra? Non sapeva quali sarebbero state le
conseguenze delle sue parole o piuttosto serviva ai piani del Signore per dire
qualcosa agli uomini di tutti i tempi? A chi oggi il Battista direbbe: “Chi vi
ha insegnato a sfuggire l’ira futura? Fate dunque dei frutti degni del
ravvedimento.” (Mt. 3, 7-8)? Di quale ira sta parlando se Gesù, suo
contemporaneo, è la Misericordia in persona? E per “fortuna” è venuto il Signore Gesù a portare
parole di misericordia - parlo per me
stessa - altrimenti quali prospettive avrei avuto per la salvezza della mia
anima? Perché di questo si tratta e non di vivere spensierati in compagnia di
qualcuno più o meno amabile. E ancora
cosa significa la parola ravvedimento? E’ stato uno scherzo? E’ certo comunque
che lui, Giovanni, ci ha messo la testa oltre che la faccia per affermare il volere
di Dio mentre ora l’illecito sembra giustificato. Ancora una domanda: da quando
il Signore ha dato disposizioni per modifiche in materia di Comandamenti? Qualcuno
mi sa dire qualcosa? Vorrei sentire voci simili a quelle di coloro che, pur non
sapendo che sarebbero diventati veri Santi, prima sono stati uomini con un Ideale
da difendere e testimoniare fino alla fine, per dare un riferimento umano anche
da seguire: un bell’esempio può essere trascinante, forse per questo il Signore
della storia non ha fatto mancare nel tempo uomini da Lui accreditati con vari
segni….eppure noi continuiamo a farci sordi, ciechi, muti e ribelli o forse
siamo solo furbi che vogliono far finta di non capire cosa è bene e cosa è male
pur conoscendo le coordinate? Sia in un caso che nell’altro mi sa che abbiamo
perso di vista con Chi ci dovremo incontrare prima o poi: a Lui non potremo
addurre scuse per farci assolvere, perché sa bene cosa c’è nel cuore di
ciascuno, non solo in quello degli adulteri o degli omosessuali, ma anche dei
ladri, degli assasini, degli avari, dei bestemmiatori, degli idolatri, dei
golosi e Gesù ha detto che anche chi dice “pazzo” ad un altro….figuriamoci! E’ certo che l’unica speranza la potremo
trovare solo nella Sua Misericordia e non nella confusione che sta sempre più
diffondendo fra la gente comune, che sia o no credente. E’ interessante
ascoltare sul tema il parere di persone che, tenacemente, da sempre sono lontane
dalla Chiesa che dicono: “Così non si può andare avanti!”…chissà a cosa si riferiscono?
Forse è il Signore stesso che le sta
in-formando? Non dobbiamo dimenticare mai che la Chiesa “Una, Santa, Cattolica
e Apostolica” è Sua e solo Lui ne può fare quello che vuole, chiamando chi
vuole, se vuole e quando vuole, mentre nessuno di noi è abilitato a
cambiare la Parola oppure a renderla incomprensibile e farne motivo di scandalo
per i piccoli come me…..che a sbagliare ci riusciamo benissimo da soli senza
consigli su come fare e magari finisce che ci ritroviamo “guidati” tutti
all’Inferno…comprese le guide!