La
(tardiva) non-risposta della Congregazione
12
aprile 2019, Venerdì di Passione
Il
26 settembre 2018 abbiamo inviato una lettera con tre «domande
di chiarimenti specifici» alla Congregazione per la Dottrina
della Fede. Trascorsi tre mesi senza riscontri, il 28 dicembre 2018
l’abbiamo pubblicata (vedere
qui), accennando un commento e
invitando i lettori ad inviarla anch’essi.
A
marzo, dalla Congregazione arriva all’Arcivescovo di Camerino
(perché all’Arcivescovo piuttosto che agli interpellanti?) la
seguente lettera, a sua volta trasmessa:
CONGREGATIO
00120
Città
del Vaticano 26
febbraio 2019
PRO
DOCTRINA FIDEI Palazzo
del S. Uffizio
——
Prot. N.
1801/1933 ̶
69145
Eccellenza,
recentemente il Rev.do Don
Stefano Carusi, Presbitero di codesta Diocesi, unitamente ad altri
tre firmatari (Abbé Louis-Numa Julien, Abbé Jean-Pierre Gaillard,
Kl. Lukasz Zaruski), ha sottoposto a questa Congregazione alcuni
quesiti relativi al cosiddetto “Terzo segreto” di Fatima.
Come Ella sa, ciò che si
riferisce al terzo segreto di Fatima è stato già ampiamente reso
noto alcuni anni fa ̶ per volontà di Giovanni Paolo II ̶ mediante la pubblicazione Il
Messaggio di Fatima
(2000), a cura di questo Dicastero (cf. Allegato).
In tale libretto, viene
riprodotta integralmente sia la prima e la seconda parte manoscritta
della relazione fatta da Sr. Lucia Do Santos il 31 agosto 1941
e destinata al Vescovo di Leiria ̶ Fatima, sia la terza parte,
scritta il 3
gennaio 1944.
In altre occasioni, Sr. Lucia
ebbe modo di riferire al nipote sacerdote che tutto quanto concerne
il segreto di Fatima è stato pubblicato.
In considerazione di ciò, La
prego di trasmettere al richiedente ̶ se Ella lo riterrà
opportuno ̶ copia della pubblicazione Il
Messaggio di Fatima.
Nel ringraziarLa per quanto
sopra, profitto della circostanza per confermarmi con sensi di
distinto ossequio.
Dev.mo
+
Giacomo MORANDI
Arcivescovo
tit. di Cerveteri
Segretario
(Con
Allegato: Il Messaggio
di Fatima)
—————————————————
A
Sua Eccellenza Rev.ma
Mons.
Francesco MASSARA
Arcivescovo
di Camerino ‒ San Severino Marche
Piazza
Cavour, 7
62032
Camerino (MC)
Qui
la riproduzione dell’originale
Una
lettera del genere corrisponde a quanto rilevato nell’articolo
pubblicato il 31 maggio 2018 (vedere
qui), cui rinviamo i
lettori: «Questo
fenomeno è davvero notevole: ripetutamente la parte ufficiale su
Fatima ricorre a smentite in un modo o nell’altro generiche,
rifiutando certe risposte precise e il dialogo diretto».
Avevamo
mandato tre brevi quesiti; la Congregazione non ha dato tre
specifiche risposte.
Si
preferisce rimandare alla «pubblicazione Il
Messaggio di Fatima
(2000)». Eppure - come sanno i lettori che nel tempo intermedio
hanno seguito il contrastato dibattito in materia, e come sapranno
nella Congregazione - c’è una letteratura che evidenzia
articolatamente e ampiamente il fatto che, tra le continue
incongruenze di una certa linea, anche tale libretto richiederebbe,
più che generici rimandi, almeno una messa a punto.
Ad
esempio, esso omette di riportare tradotto e nel testo un inciso
presente in una citazione in nota: «que
tanto ansiais por conhecer».
Ad esempio, esso informa che S.S. Giovanni Paolo II avrebbe preso
visione del Terzo Segreto tra il 18 luglio e l’11 agosto 1981;
omettendo l’affermazione dell’allora Portavoce vaticano
Navarro-Valls per cui l’aveva letto la prima volta pochi giorni
dopo l’elezione (“Washington
Post”, 1° luglio
2000). Stessa omissione della prima lettura e stesso sdoppiamento di
date per quella di S. S. Paolo VI: 27 marzo 1965 secondo tale
pubblicazione, 27 giugno 1963 secondo il testimone Mons. Capovilla
(nelle sue “Note
riservate”,
redatte nel 1967).
Se
non esistono e non sono mai esistiti due documenti relativi al Terzo
Segreto il libretto ufficiale darebbe non soltanto resoconti
incompleti, ma anche informazioni erronee : asserisce che dopo la
lettura «papa
Giovanni XXIII decise di rinviare la busta sigillata al Sant’Uffizio»; mentre il suo segretario Mons. Capovilla nelle Note
riservate (1967)
testimonia che dopo la lettura da parte di Giovanni XXIII il Segreto
rimase nell’Appartamento pontificio e ancora lì lo trovò, su sua
indicazione, Paolo VI.
Tale
libretto offre un esempio - e qui ci fermiamo - anche
dell’affidabilità delle cosiddette “conferme” attribuite a
Suor Lucia (come quell’«ebbe
modo di riferire al nipote sacerdote»
della missiva in oggetto, peraltro senza gli estremi
dell’affermazione esatta). Esso asserisce che, sulla data del 1960
per la pubblicazione, la Suora nel 2000 avrebbe detto a Mons.
Bertone, allora Segretario della Congregazione per la Dottrina della
Fede: «Non è
stata la Signora, ma sono stata io a mettere la data del 1960».
Nel suo libro “L’ultima
veggente di Fatima”
(2007), il Card. Bertone ribadisce decisamente : la Suora gli avrebbe
detto anche: «è
stata una decisione mia
[…] la Madonna non
mi ha comunicato nulla al riguardo».
Sennonché il medesimo Card. Bertone ha mostrato in televisione, il
31 maggio 2007, le buste contenenti il Segreto; su due (perché due
buste gemelle?) compariva la scritta autografa di Suor Lucia, redatta
quand’era nel fiore dell’età, per cui la data del 1960 viene
attribuita a un «ordine
espresso di Nostra Signora».
Un «ordine
espresso». Che
pensare dell’asserto contrario sopra riportato?
Quanto
al Primo e Secondo Segreto poi è stato il Cardinale Angelo Amato,
anche lui già Segretario della medesima Congregazione, ad affermare,
a un Convegno e sul quotidiano della Santa Sede (7 maggio 2015), che
vi sono a riguardo « alcune
aggiunte fatte nel 1951 ».
Giungendoci nuova viene da chiedersi : parlava di cose che non
conosceva bene oppure quali sono tali aggiunte?
I
quesiti che avevamo posto rimangono pari pari. E, in coscienza,
emergono più fortemente due domande: quanto deve essere grave, ciò
di cui a Roma in privato si riconosce l’esistenza, per persistere
così nel rifiutare chiarimenti al riguardo? Che disastri debbono
ancora accadere per rimettere mano alla materia?
La
Redazione di Disputationes
Theologicae