Un esempio attualissimo
30 novembre 2017, S. Andrea
Apostolo
I Vallombrosani di S. Salvi malmenati a
seguito
della denuncia di S. Giovanni Gualberto
Il
seguente testo in corsivo è affisso alla porta del monastero di Vallombrosa,
contiene in poche righe alcuni essenziali consigli utili in questo nuovo
“secolo di ferro” della Chiesa. Determinazione nel non rendersi in alcun modo
complici dei demolitori della Chiesa e pazienza nella fede cui arride la vittoria.
“La
vita di Giovanni Gualberto scritta da Attone di Pistoia nei primi anni del XII
secolo, indica come evento fondante la vocazione del giovane Giovanni, il
perdono concesso all’omicida del fratello, che gli si inginocchiò davanti con
le braccia aperte. Recatosi nella vicina chiesa di San Miniato al Monte
(Firenze), il crocifisso miracolosamente chinò il capo in assenso al gesto
compiuto. Questo evento lo indusse a chiedere all’abate di accoglierlo nella
sua comunità.
L’esperienza
monastica di Giovanni Gualberto si connotò subito per una spiccata ricerca
della perfezione e per un assoluto rigore morale, che trovarono concreta
espressione nella sua ferma opposizione alla simonia. Infatti non appena seppe
che il nuovo abate di San Miniato, Oberto, aveva ottenuto la sua elezione
simoniacamente, dopo essersi consigliato con l’eremita Teuzone, lo denunciò
pubblicamente e lasciò la comunità in cerca di una nuova realtà che gli
permettesse di vivere la sua radicale scelta di vita monastica.
Dopo
un lungo pellegrinaggio, con sosta anche presso Camaldoli, Giovanni Gualberto
si fermò in una solitaria località dell’Appennino toscano: Vallombrosa. Lì
secondo la tradizione trovò due eremiti, Paolo e Guntelmo: con loro e con
l’appoggio dell’abate Guarino di Settimo, nacque così il primo nucleo della
futura congregazione vallombrosana.
Il
primo documento che segnala con certezza la nascita della nuova comunità è
datato 27 gennaio 1037: Alberto, chierico fiorentino, dichiara di essersi unito
ai “fratres in Christo simul congregati in
loco Valle umbrosa ubi et Aquabelli vocatur”.
La
nuova comunità si impegnò attivamente contro la corruzione ecclesiastica,
sposando i valori del fondatore, scelta che portò Giovanni Gualberto e i suoi
monaci ad uno scontro aperto con il vescovo di Firenze, Pietro Mezzabarba,
colpevole di simonia. La denuncia pubblica scatenò l’ira del vescovo, il quale
appoggiato dall’aristocrazia fiorentina, ordinò l’assalto al monastero
vallombrosano di San Salvi, appena fuori le mura della città di Firenze,
sperando di reprimere l’aperta opposizione dei monaci. L’attacco ebbe luogo di
notte, mentre la comunità monastica celebrava l’ufficio notturno: gli
assalitori entrarono in chiesa, malmenarono i monaci, devastarono l’edificio
dando anche fuoco al monastero. Giovanni Gualberto lodò il coraggio dei suoi
monaci, capaci di soffrire in nome della fede, e vide ultimata la lotta con
Pietro Mezzabarba quando il 13 febbraio 1068, il monaco Pietro (poi detto
Igneo), che aveva scelto per affrontare la prova del fuoco, con lo scopo di
stabilire chi dicesse la verità, uscì dalle fiamme indenne.
Poco
dopo papa Alessandro II, in forza del risultato dell’ordalia, depose il vescovo
simoniaco ponendo definitivamente fine alla questione. Fu questo il momento in
cui Giovanni vide pubblicamente riconosciuto il suo impegno di riforma
nell’ambito ecclesiastico.
Appena
cinque anni dopo la prova del fuoco, il 12 luglio 1073, Giovanni Gualberto morì
a Passignano, circondato dall’affetto dei suoi monaci ai quali affidò il suo
testamento spirituale:
Ego Johannes credo et confiteor Fidem quam
Sancti Apostoli praedicaverunt et Sancti Patres in quatuor Conciliis
confirmaverunt (Io Giovanni credo e
professo la Fede che i Santi Apostoli predicarono e i Santi Padri nei quattro
Concili confermarono).
La sua
canonizzazione avvenne durante il pontificato di Celestino III, nel 1193, ma
per ragioni sconosciute il rito dell’elevatio delle reliquie avvenne molto più tardi: il
10 ottobre 1210. Da allora questa data divenne particolarmente importante e si
aggiunse a quella del 12 luglio, commemorazione del suo dies natalis.
Nel 1595
Clemente VIII lo inserì nel calendario universale e nel 1951 fu proclamato
patrono dei forestali d’Italia da Pio XII”.
San Giovanni Gualberto interceda per la
Chiesa in preda a nuove forme di simonia materiale e spirituale.
Associazione Chierici “San Gregorio
Magno”