L’abominio della desolazione nel luogo santo
18 novembre 2021, Dedicazione della Basiliche di S. Pietro e di S. Paolo
Un nostro lettore Alessandro C. ci ha inviato un link ad un articolo del Corriere della Sera del 30 ottobre 2021 contenente le dichiarazioni del sacerdote che ha sfrontatamente dato la Comunione all’abortista Joe Biden proprio a Roma:
“Il presidente Usa Joe Biden in serata ha partecipato alla Messa nella chiesa di San Patrizio, in via Boncompagni, a poche centinaia di metri dall’ambasciata degli Stati Uniti. […] Biden ha ricevuto la comunione il giorno dopo che il Papa gli ha detto di continuare a ricevere il sacramento, nonostante l’opposizione di alcuni conservatori [in realtà l’opposizione è ben più consistente, è la linea dell’episcopato americano, ndr] in America che contestano la sua posizione sull’aborto. Il presidente riceve regolarmente l’eucarestia nelle diocesi di Washington e Delaware, ma fare la comunione a Roma ha per lui un significato particolare. Il Papa, tecnicamente, è il vescovo di Roma, e la parrocchia di San Patrizio è parte della sua arcidiocesi. Alla funzione erano presenti circa 30 persone. I Biden si sono seduti nell’ultima fila, dove era stato scritto «riservato». La Messa è stata celebrata da padre Joe Ciccone, che non ha fatto alcun annuncio speciale ai presenti. «La comunione è ciò che ci unisce nel Signore, nessuno di noi è puro e perfetto, siamo tutti santi e peccatori» ha commentato il sacerdote al termine della celebrazione.”
Ringraziamo il nostro lettore e rispondiamo che con ogni evidenza un gesto di tale portata ed una dichiarazione così grave proprio a Roma, difficilmente sono il frutto dell’estemporanea scelta di Padre Ciccone, tenuto conto anche del fatto che la notizia del consenso di Papa Bergoglio non è stata smentita. L’America intera e non solo l’America aspettava di sapere cosa sarebbe successo quel giorno nella Città santa. E poiché a tutt’oggi non risulta che Padre Ciccone sia stato punito - non diciamo con quella severità e quell’acredine che si sa usare contro il campo conservatore, ma nemmeno con una leggero richiamo di facciata, come facevano almeno i comunisti degli anni ’70 con “i compagni che sbagliano” -, è lecito pensare che gli eventi siano stati orchestrati. Orchestrati, se così fosse, vigliaccamente col solito metodo marxista già ampiamente descritto nelle nostre colonne, per cui si si agisce cambiando la prassi laddove non si può cambiare la dottrina, dando il Corpo di Cristo pubblicamente a chi evidentemente non può riceverlo. Stavolta però c’è anche qualcosa di più rispetto ad Amoris Laetitia, c’è una certa struttura “teologica” invocata a supporto della prassi ereticale che, a meno di improbabili smentite, è la conferma, anche visto il luogo che è stato teatro dei fatti, dell’avanzata dell’ “abominio della desolazione nel luogo santo”. Le dichiarazioni, riportate senza le necessarie distinzioni e inoltre in stretta associazione con la profanazione pubblica dell’Eucarestia appena compiuta, non sono né più né meno che la stantia teoria luterana del “simul iustus et peccator”. La profanazione dell’Eucarestia si compie in nome del “siamo tutti santi e peccatori” e la dottrina cattolica sullo stato di grazia, la distinzione cattolica tra stato di peccato mortale (pubblico e sociale, per giunta, nel caso di Biden), che impedisce l’accesso alla Comunione, e stato di grazia con qualche peccato veniale che invece lo permette, viene seppellita proprio con la … “teoria della prassi” della Comunione al Presidente americano. A Roma per giunta, pubblicamente nella Città santa. Rinviamo alla lettura di “L’intrinseca malizia della Comunione sacrilega”.
Stavolta le parole di Padre Ciccone (ispirate da chi a Roma dove “non si muove foglia che Papa non voglia”?) mostrano che si sta ormai oltrepassando la fase della sola “prassi eretica”, giungendo alla sua teorizzazione. Quanto denunciato sul nascere nel 2014 trova purtroppo oggi sempre maggiori conferme: "L’influsso di Lutero dietro la “tesi Kasper”?"
Associazione chierici “San Gregorio Magno”