18 dicembre 2023

Sull'abominevole Dichiarazione odierna della Congregazione per la Dottrina della Fede

Con quale coscienza molti tacciono?

18 dicembre 2023, Novena di Natale




Sulla dichiarazione della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo cui sarebbe lecito benedire le coppie omosessuali, non servono commenti. Se non questo: è vero, possono essere benedette, con l'esorcismo.


Disputationes Theologicae


 

18 ottobre 2023

Sinodo: l’errore…e la vitalità della Chiesa

Il doveroso appoggio ai Cardinali in resistenza

18 ottobre 2023, San Luca Evangelista


S. Atanasio, un prelato che non ha taciuto


Nonostante tutto c’è speranza. C’è sempre stata speranza, naturalmente, ma ora il Signore in certo modo ci sta incoraggiando. La terribile situazione che si è abbattuta sulla Chiesa da circa sessant’anni e che ora sembra quasi raggiungere il suo apice nel ribaltamento sempre più sfrontato della verità, sostituendola con l’errore (e peggio talvolta) per bocca di alcuni pastori, schiude al contempo un orizzonte straordinario sulla forza vitale della Chiesa, che sempre trova al suo interno le risorse per risanare le ferite, producendo anticorpi quand’anche aggredita dalla peste purulenta del modernismo o del neomodernismo contemporaneo.

Le recenti aperte resistenze di illustri Porporati alle derive bergogliane, in ultimo nel cosiddetto “Sinodo sulla Sinodalità”, dimostrano che il Signore infonde coraggio ad alcuni Pastori e - se essi rispondono - può essere tutto il gregge ad esserne rincuorato (e spronato). Ecco perché meritano il nostro aperto sostegno, di fedeli, di sacerdoti e…volesse il Cielo di altri Vescovi e di altri Cardinali. Un sostegno che, come il nostro, chiaramente non comporta piena identificazione con tutte e singole le posizioni dei coraggiosi oppositori, ma doveroso appoggio a chi - rivestito d’autorità stavolta - si sta oggettivamente esponendo per amore alla verità cattolica.

22 agosto 2023

Appello per Fatima

Al Vaticano e alle singole coscienze

22 agosto 2023, Cuore Immacolato di Maria



«Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa» (S. S. Benedetto XVI, 13 maggio 2010).

Le cronache, sia civili che religiose, richiamano notevolmente l’attualità di Fatima. Eppure non si vede un adeguato, sollecito muoversi per il suo rilancio. Cosa si attende ancora? Un’altra anima dannata? Lo scoppio di un’arma nucleare?

L’11 febbraio 2021 ho inviato alla Congregazione per la Dottrina della Fede una lettera contenente un elenco di contraddizioni ed omissioni della pubblicazione ufficiale in materia, Il Messaggio di Fatima (2000), chiedendo:

« 1. Perché in tale breve opuscolo sono presenti tutte queste omissioni ed incongruenze;

2. Quando (essendo già passati più di vent’anni dalla sua realizzazione, che era stata di quarant’anni successiva al 1960) ne verrà realizzata una revisione ».

Risposta? Un eloquente silenzio di tomba (mentre si è continuato a riferirsi alle affermazioni ivi contenute, come nulla fosse). Idem per il nuovo invio della medesima missiva. Neppure l’accuso ricevuta (alla faccia della decantata maggiore “valorizzazione dei laici e delle donne”, così come della nuova trasparenza in Vaticano).

E’ assai auspicabile che molti cattolici, ad esempio i lettori di questa rivista, inviino a Roma lettere del genere [Segreto di Fatima, Davanti a queste precise domande Roma non smentisce; Fatima, La (tardiva) non-risposta della Congregazione]. Incoraggia in tal senso anche la testimonianza insospettabile del Card. Bertone: nel suo libro sul tema egli afferma, e più volte, che la [mezza] pubblicazione del Terzo Segreto nell’Anno Santo 2000 è avvenuta anche per via dell’insistenza dei movimenti devoti a Fatima.

* * *

Al tempo stesso, è assai auspicabile che le risorse fatimite “di pubblico dominio” abbiano un aumento tenace della loro valorizzazione [cfr. anche Se non vi convertite perirete tutti (Lc 13, 1,5)].

Pensiamo naturalmente al Santo Rosario, di cui la Madonna ha chiesto la recita quotidiana in tutte le Sue apparizioni nella località portoghese.

Ma pensiamo anche alla pia pratica riparatrice dei cinque Primi Sabati del mese, devozione alla quale Maria Santissima (nel Secondo Segreto) ha collegato promesse come: la salvezza di molte anime; la preservazione da calamità e persecuzioni; la vera pace temporale. A fronte di promesse così grandi, fatte nella « più profetica delle apparizioni » (Presentazione ufficiale del Terzo Segreto), nella più grande apparizione mariana della storia, si può saggiamente reagire con l’ostinazione o con la rassegnazione e la passività?


Claudia Marchini

29 giugno 2023

Fin dove arriva la menzogna ecumenista

Dagli Anglicani alla Fraternità San Pio X…a scapito della verità


29 giugno 2023, Santi Apostoli Pietro e Paolo

Ecumenismo in marcia. L’anglicano sposato e massone Baker, sedicente “vescovo”, al trono papale in Laterano. L’eretico copto Tawadros II all’altare papale del Laterano. La Minoritenkirche, chiesa del centro di Vienna la cui proprietà è stata trasferita gratuitamente da Francesco alla Fraternità San Pio X.


Qual è l’ultima enormità bergogliana in materia di appartenenza alla Chiesa? Riportiamo le sue recentissime parole, ben in linea tra l’altro con quanto di fatto ha operato con gli Anglicani protestanti, i Copti orientali monofisiti e… la Fraternità San Pio X, i quali accettano tutti compiaciuti le concessioni della sua ecumenica “mano tesa”.

E’ evidente che crisi dottrinale, falso ecumenismo ed enormità varie non sono appannaggio esclusivo degli ultimi dieci anni, ciò non toglie l’ulteriore peggioramento di questi ultimi tempi e la necessità di esaminare con attenzione certi fenomeni.

La parola al medesimo Jorge Mario Bergoglio nell’udienza del 29 maggio 2023: « […] in un incontro giovanile alcuni anni fa. Uscivo dalla sagrestia e c’era una signora molto elegante, ricca pure, con un ragazzo e una ragazza. E questa signora che parlava lo spagnolo mi dice : “Padre sono contenta perché ho convertito questi due, questo viene da tale e questa viene da tale”. Io mi sono arrabbiato e ho detto: “tu non hai convertito nulla, tu hai mancato di rispetto con questa gente, non li hai accompagnati. Tu hai fatto proselitismo e questo non è evangelizzare”. Era orgogliosa per aver convertito…». Poi rivolgendosi ai Barnabiti si è raccomandato dicendo: « Fare proselitismo non è evangelizzare » perché « il nostro annuncio missionario non è proselitismo, io sottolineo tanto questo, ma condivisione di un incontro personale – “se tu vuoi, il Signore è così, questa è la vita…”, ma non proselitismo – che ha cambiato la nostra vita. Senza questo non abbiamo nulla da annunciare, né una destinazione verso cui camminare insieme ».

Frasi che – manco a dirlo – sono state entusiasticamente riprese da tutta la stampa massonica, tra cui quella della sinistra radical chic… Capite bene, la signora non solo era cattolica e preoccupata della conversione di due giovani, ma era pure elegante e ricca!

Notiamo en passant che viene da chiedersi se queste ricorrenti storielle siano vere, perché, seppure in una chiave da veteromarxismo sudamericano, ampiamente decrepito (e anche un po’ sgradevole), sono così ben limate che sembrano quasi “da manuale a pronto uso”…

Comunque ci sentiamo stavolta di dover spezzare una lancia in favore della coerenza bergogliana tra quanto afferma e quanto fa a livello ecumenico. C’è una logica. Una perversa logica, se volete. Ma una logica c’è.

Qual è infatti il senso di accogliere gli Anglicani per una celebrazione a San Giovanni in Laterano? Perché il 18 aprile 2023 far “celebrare” e far sedere un “vescovo” eretico protestante sulla Cattedra del Successore di Pietro, nella Cattedrale della Cattedrali cattoliche ?

Il permesso per procedere è sembrato venire da molto in alto…anche se dopo, davanti a qualche reazione, il Capitolo Lateranense si è visto obbligato alla solita “mezza aggiustata del tiro”, da tutti giudicata poco credibile, con le sue “confusioni di traduzioni dall’inglese” che hanno fatto sorridere pure i giornalisti, tanto che Il Messaggero ha parlato di « contorni quasi comici »1.

Se davvero fosse stato un “errore di virgole d’inglese” e quindi non si era potuto “capire bene” che colui che “ha pontificato” solennemente in Laterano sulla Cattedra di San Pietro era sì un “vescovo”, ma anglicano, quindi non validamente ordinato e per giunta sposato e dichiaratamente massone, perché poi fare lo stesso pochi giorni dopo con un altro capo di setta scismatica ed eretica come Tawadros II, offrendo - al capo della “chiesa” eretica copta - San Giovanni in Laterano e profanandola così per la seconda volta in meno di un mese ? La Chiesa più significativa della terra e del primato di Roma!

Perché ecumenicamente il “papa dei Copti” ha potuto prima insegnare (!) con una catechesi sull’unità dei cristiani il 13 maggio 2023, poi celebrare solennemente il 14 maggio - nella Cattedrale del Papa! - per tutti i Copti (scismatici ed eretici monofisiti) presenti a Roma, dando così l’impressione che non devono convertirsi alla Chiesa cattolica per salvare la propria anima ?

Stavolta non si sono lette dichiarazioni che attribuivano il fatto ad “errori di traduzione” e di “virgole” in lingua inglese. Adesso non c’è più nemmeno la foglia di fico dell’inglese…e S. E. Mons. Farrell parla a nome di Francesco di accoglienza…evocando anche « la libertà religiosa »2.

Il concetto diventa chiaro anche per chi non avesse voluto capire finora. Le chiese cattoliche possono essere a disposizione di tutti quelli che non sono in Comunione con la Chiesa, perché questo è il nuovo corso ecumenico, ma sono precluse a tutti quelli che sono sottomessi all’autorità ecclesiastica e vogliono celebrare il rito latino-gregoriano. Si vedano le draconiane misure bergogliane che hanno abolito Summorum Pontificum.

Sulle ragioni profonde di questa avversione al rito tradizionale, con le parole autorevolissime di un Papa (aspetto sfuggito ad alcune menti settarie), rinviamo al nostro ultimo articolo Il vero motivo per cui la Messa tradizionale è “problematica.

Si spiega anche allora perché, se da un lato con Traditionis Custodes si chiudono le chiese per i sacerdoti e gli Istituti che celebravano il rito tradizionale e gli si rende la vita impossibile per la celebrazione dei Sacramenti (salvo in quelle occasioni in cui è prevalso il buon senso cattolico), dall’altro lato, nel contempo, si è fatto un accordo molto, molto pratico con la Fraternità Sacerdotale San Pio X.

A quest’ultima società infatti, che secondo noi - pur avendo devianze scismatiche - non è formalmente scismatica, ma è pur sempre in situazione di rottura canonica con Roma, sono state concesse da Francesco e a tutt’oggi sono ancora concesse: 1) la facoltà generalizzata d’ascoltare confessioni validamente senza dover chiedere ai Vescovi residenziali; 2) la facoltà di celebrare matrimoni validamente ovunque; 3) la facoltà addirittura di ordinare sacerdoti senza permesso dell’Ordinario locale, non incorrendo quindi in nessuna sanzione canonica. Potere poi di fatto molto amplificato, a quanto si sa, dalla Curia Romana, poiché quando essa è interpellata dal Vescovo che vuol sapere se deve sanzionare o meno quel sacerdote che se ne è andato con la FSSPX, risponde che - in questo caso che sta “molto a cuore a Papa Francesco” - deve prevalere l’ecumenismo “di fatto”…tanto con i fratelli separati Anglicani in Laterano che con i fratelli separati Lefebvriani…perché siamo “Fratelli tutti”…fuorché quelli che celebrano il Vetus Ordo Missae e non appartengono della FSSPX!

E il discorso diventa: “di fatto” non li sanzionate, altri sacerdoti che vogliono celebrare il rito tradizionale capiranno da soli che, nelle diocesi sarà spesso un “no”, ma alla Fraternità San Pio X li lascerò ben tranquilli…e gli darò quel che gli fa comodo. “Di fatto”, un po’ come quando - “di fatto” - concedo il Laterano ai Protestanti e ai Copti…“di fatto”.

Francesco su questo punto è stato chiaro, noi dobbiamo solo « evangelizzare » non « fare proselitismo » perché « il nostro annuncio missionario non è proselitismo, io sottolineo tanto questo, ma condivisione di un incontro personale – “se tu vuoi, il Signore è così, questa è la vita…”, ma non proselitismo». Il sinistro discorso dell’ “antiproselitismo”, che già aveva allarmato nel primo anno bergogliano (vedi Lettera aperta al Card. Maradiga) ritorna ancora, ed in modo da confermare appieno quelle preoccupazioni.

E’ evidente che in questa prospettiva non di chiarezza, non di verità, non di appartenenza visibile alla Chiesa, ma solo di generico « incontro personale », le chiese (intese come edifici) vanno date di preferenza ai separati dalla Chiesa, vedi agli Anglicani, ai Copti e - perché no? - anche alla Fraternità San Pio X. In fondo si tratta giusto di « una destinazione da trovare insieme » in nome della « libertà religiosa».

Però non si devono appoggiare quei gruppi di cattolici « divisivi » (da quale pulpito…) che - rimanendo sottomessi visibilmente all’autorità romana - rammentano al contrario che c’è bisogno di conversione per Anglicani e Copti, e c’è bisogno, per la Fraternità San Pio X, quantomeno di verità, chiarezza e correzione di certe derive.

Lo ha capito bene il Vescovo di A., il quale ha chiuso un centro di Messa tradizionale (che tra l’altro anche per paura della sanzioni era già ben allineato sotto tutti gli aspetti dottrinali e liturgici) e ha detto : « se fossero stati scismatici come la San Pio X o come gli ortodossi sarebbe andato bene, ma il fatto è che vogliono essere cattolici e portano avanti la Messa antica rimanendo nella Chiesa, questo è inaccettabile ». Pochi mesi dopo e a pochi chilometri, apriva un centro di Messa della Fraternità San Pio X. Ut unum sint ? Strana Unità dei cristiani...

A noi sembra tutto molto chiaro: la politica è spingere fuori tutti quelli che aderiscono al Vetus Ordo Missae. E daranno, anzi già danno, le chiese anche ai “fratelli separati” (a Vienna ad esempio è già stata donata gratuitamente da Francesco - con tanto di passaggio di proprietà! - una delle più belle e antiche chiese del centro alla Fraternità San Pio X), trattando tutti da “chiese sorelle federate”, gli Anglicani col loro rito, i Copti col loro rito, la Chiesa Lefebvriana col suo rito.

Così si spiega Traditionis Custodes e le sue restrizioni contro la Messa tradizionale solo se detta da chi è sottomesso all’autorità, a fronte delle straordinarie concessioni alla Comunità San Pio X. Ed è la stessa situazione dolorosissima che vivono i cattolici di rito orientale uniti a Roma, già definiti «ostacolo all’ecumenismo », perché con coerenza e sacrificio scelsero in passato la fedeltà a Roma a prezzo di persecuzioni, e che il nuovo corso ecclesiale tratta da « ostacolo » per la realizzazione del (falso) ecumenismo. Quello senza verità.

Il Vaticano di fatto ha finora trattato meglio gli scismatici che i suoi figli, se qualcuno dubitasse chieda ai sacerdoti cattolici orientali della Siria...

E’ lo stesso che avviene accogliendo gli Anglicani in Laterano, demolendo di fatto l’atto di Benedetto XVI che, pur non esente da contraddizioni, con Anglicanorum coetibus ha creato una struttura per favorire il ritorno degli Anglicani all’Unità Cattolica.

Ed è lo stesso che sta avvenendo perseguitando i cattolici fedeli a Roma che celebrano la Messa tradizionale per favorire un “accordo pratico-utilitaristico”, molto politico - ma senza verità e chiarezza - tra Bergoglio e la Fraternità San Pio X.



Don Stefano Carusi



1 Franca Giansoldati, Vescovo anglicano dice messa al Laterano e siede sullo scranno del Papa, l’equivoco che imbarazza Bergoglio, “Il Messaggero”, 20 aprile 2023.

13 maggio 2023

Il vero motivo per cui la Messa tradizionale è “problematica”

Detto concisamente da fonte autorevolissima

13 maggio 2023, San Roberto Bellarmino e Madonna di Fatima




«Nella concreta attuazione della riforma liturgica, le tesi di Lutero hanno silenziosamente giocato un certo ruolo, cosicché in alcuni ambienti si è potuto sostenere che il decreto del Concilio di Trento sul sacrificio della Messa fosse stato tacitamente abrogato. La durezza dell’opposizione contro l’ammissibilità dell’antica liturgia in parte si basava certamente anche sul fatto che in essa si vedeva operare una concezione non più accettabile di sacrificio ed espiazione».

(Sua Santità Benedetto XVI, pag. 98 dell’edizione italiana del libro postumo)



Comunità San Gregorio Magno

25 marzo 2023

Lo Stato Pontificio e i corpi intermedi (Terza ed Ultima Parte)

Gli Usi Civici, le Comunanze agrarie, le Confraternite


25 marzo 2023, Annunciazione della Beata Vergine Maria


Qui la Prima e la Seconda Parte


Gli Usi civici e le Comunanze agrarie, tutela dei poveri

Nel multiforme panorama, offerto dallo Stato Pontificio, la ripartizione della proprietà terriera aveva molti tratti in comune con contemporanee amministrazioni d’Ancien Régime, ma, date le peculiarità del territorio, mostrava in alcuni casi sviluppi singolari.

Nello studio dell’organizzazione degli usi civici e delle terre di proprietà collettiva bisogna osservare che una trattazione generale si rivela riduttiva, le citate diversità ambientali avevano sortito un adattamento degli usi alla geografia.

Tutto il territorio dello Stato Pontificio vedeva il riconoscimento del diritto a possedere collettivamente; ampie estensioni di terra venivano godute da tutti gli abitanti della comunità, vi esercitavano il diritto di pascere, di fare legna, in alcuni casi di seminare per il fabbisogno familiare. Questa particolare forma di conduzione agraria doveva la sua esistenza alla necessità di tutelare 1’esistenza dei poveri. Permetteva, in una società agricola, ai nullatenenti di sopravvivere, di possedere piccole greggi o qualche armento da pascere nelle terre comuni, di scaldarsi, di cucinare e di fabbricare con il legname delle selve pubbliche, di cacciare e pescare in monti e laghi non soggetti ad una legislazione solo privatistica dei beni.

Nel tracciare la storia di questi diritti alcuni ne fanno risalire l’origine alla cultura feudale, altri si spingono a ricollegarli alle transumanze delle greggi dei popoli dell’Italia preromana; ma l’ipotesi più ragionevole appare la più ovvia, tenuta ab antiquo e formulata dal Cardinal Giovanni Battista de Luca1 agli inizi dell’Ottocento: la ragion d’essere dell’esistenza delle proprietà comuni, accanto a quelle private, è insita nel diritto naturale e ha origini remote, da quando gli uomini nella notte dei tempi avvertirono il bisogno della proprietà privata, ma riconobbero la necessità di un uso collettivo di alcuni beni. La concezione del Cardinale si sposa con la dottrina cristiana sulle ricchezze, donate da Dio agli uomini per vivere e prosperare, ma non perché pochi se ne impadroniscano in un uso a proprio esclusivo vantaggio.

I primi documenti, che attestano l’esistenza di beni comuni nello Stato della Chiesa, fanno riferimento al sec XIII, riguardano Sezze, Perugia, Orvieto; a Velletri l’emergere delle strutture del Comune è testimoniato dalla presenza dei “procuratores silvae” che amministrano le foreste comunali2. Dall’altro versante dello Stato, a Bolognola e Visso, nell’Appennino umbro-marchigiano, la proprietà collettiva, nel caso del primo centro attestata da un documento del 13533, « copre fino al 70 % del territorio comunale, costituito da foreste e pascoli; l’allevamento degli ovini e lo sfruttamento dei boschi, che rappresentano la risorsa principale delle popolazioni montanare, si basano essenzialmente sulla proprietà collettiva »4; questo tipo di sfruttamento è diffuso in molte località dell’Italia centrale e permette ai meno abbienti un diffuso allevamento ovino e suino5. Spesso lo sfruttamento regolamentato di queste risorse è alla base della nascita di una coscienza di comunità, che investirà anche abitati di dimensioni modestissime e concorrerà alla nascita di nuovi comuni.

25 gennaio 2023

A proposito del Cardinal Ricard…

 E la sua vicinanza alla Massoneria?

25 gennaio 2022, Conversione di San Paolo


Copertina di "Franc-Maçonnerie magazine" n. 26 sett.-ott. 2013


La nostra rivista non è propensa a correr dietro a certe morbosità della stampa su certe personali debolezze del clero, sulle quali, qualora si appurasse fossero vere, andrebbe maggiormente tenuta in considerazione la saggia posizione di san Giovanni Bosco. Sollecitati tuttavia da un nostro lettore in merito ad una vicenda passata ammessa dal Card. Jean-Pierre Ricard, per anni influente Presidente della Conferenza Episcopale di Francia, ci sembra sia doveroso fare una riflessione. Sappiamo che la stampa mondano-massonica ama amplificare, demagogicamente, le vicende che ruotano attorno al sesto comandamento e che, pur essendo ultralibertina quando i protagonisti delle vicende sono altri, non lascia certo che le vicende che investono il clero passino inosservate. Recentemente ha imbrattato l’immagine della Chiesa di Francia, attraversata anche da altri scandali il cui martellamento mediatico supera di gran lunga la realtà.

Che siano aspetti, laddove non si trattasse di menzogne, che hanno una loro reale intrinseca gravità morale, è evidente. E’ anche vero che fino a quando qualcuno non si incarica di diffonderli non comportano per forza di cose lo scandalo pubblico… A questo proposito una reprimenda andrebbe fatta anche a certo mondo mediatico cattolico o anche “cattolico-tradizionalista” che appare succube di criteri mondani e conformistici nel bearsi di scandali che investono certe autorità, seppur di tendenza modernista. Il nostro punto di vista è che il dibattito andrebbe mantenuto sul piano dottrinale, giacché quell’altro è scivoloso e poi “che colui che sta in piedi si guardi dal non cadere”…nessun ambiente essendo esente dalle conseguenze del peccato originale ed essendo assai poco cavalleresco impostare il livello del confronto su questo piano. Si aggiunga poi che certe tematiche sono già ampiamente additate alla pubblica riprovazione, mentre altrove regna l’oblio.

Purtroppo però il puritanesimo ipocrita dei Protestanti e dell’imperante cultura anglo-sassone che ormai ci domina, ha stravolto anche il modo di pensare di chi si crede di mentalità tradizionale, mettendo al primo posto i peccati contro il sesto comandamento (o meglio, alcuni dei peccati contro il sesto comandamento), perché ormai nessuno crede più che ci siano peccati contro la fede. Protestantesimo e cattolicesimo modernista infatti con il loro soggettivismo pensano sia più grave un “comportamento inappropriato” (sembra che, in realtà, sia questa l’accusa al Cardinale) che non la negazione di una verità di fede. Anche perché, se ognuno è libero di costruirsi la propria fede, tutti i concetti ad essa legati sono relativi e soggettivi e di peccato contro la fede non se ne può più nemmeno parlare.